La battaglia dell’intelligenza artificiale infuria anche sul fronte dei prodotti. In questi giorni è stata protagonista assoluta Alphabet, la casamadre di Google, che ha lanciato una raffica di annunci: prima ha svelato il super chip quantistico Willow, capace di risolvere un calcolo incredibilmente complesso in 5 minuti, un’operazione che a un computer tra i più avanzati al mondo sarebbe servito un tempo più lungo dell’età dell’universo. I ricercatori della grande G hanno anche trovato il modo di ridurre al minimo gli errori, che è uno dei problemi che frenano lo sviluppo della tecnologia quantistica. Willow verrà utilizzato per addestrare l’intelligenza artificiale, spingendo ancora più in là le sue potenzialità.
Nel frattempo, ieri il grupo americano ha lanciato il suo nuovo modello di intelligenza artificiale Gemini 2.0, accompagnato da annunci epici circa le capacità. Secondo il capo di Google Sundar Pichai, questa nuova versione dovrebbe inaugurare «una nuova era» di IA generativa in grado di facilitare direttamente la vita quotidiana degli utenti. Ma in che modo? Google, che solo nel 2024 ha investito 50 miliardi di dollari in chip e data center per alimentare la sua intelligenza artificiale, sta cercando di alzare l’asticella realizzando una sorta di maggiordomo digitale, capace di svolgere compiti al posto dell’utente. Questa, del resto, sarà la nuova frontiera secondo Google che già la scorsa primavera aveva annunciato il progetto «Astra», un’idea di assistente universale in grado di ricordarsi anche dove hai lasciato gli occhiali.
Tornando però a Gemini 2.0, in questa versione sperimentale chiamata Flash 2.0 è in grado di generare in modo nativo audio e immagini. Può comprendere testi, anticipare e prendere decisioni per l’utente: per esempio, prenotare una visita medica oppure un posto al ristorante o annotare un appuntamento in agenda. Per il momento, sarà disponibile solo per alcune persone, in particolare per gli sviluppatori, prima di un rilascio piu ampio all’inizio del 2025. Gemini 2.0 viene addestrato e gestito con un chip sviluppato internamente chiamato Trillium. «Se Gemini 1.0 si occupava di organizzare e e comprendere le informazioni, Gemini 2.0 le renderà più utili», ha dichiarto Pichai.
Demis Hassabis, numero uno di Google DeepMind – l’azienda di intelligenza artificiale controllata da Alphabet – ha annunciato anche un aggiornamento del Progetto Astra (integrata con altri strumenti come Search, Lens e Maps per mettere a terra un’assistenza pratica nella vita quotidiana) e il nuovo Progetto Mariner, che sperimenta l’interazione uomo-agente partendo dal browser con cui si naviga sul web. Oltre a Jules, un agente basato sull’intelligenza artificiale in grado di aiutare gli sviluppatori.
Il titolo Alphabet – che è la capogruppo di Google – ha subito reagito positivamente a Wall Street sull’onda del chip quantistico e del nuovo modello di intelligenza artificiale, con il titolo che a poche ore dalla chiusura guadagnava il 4,3% a 194,6 dollari, in progresso di oltre il 10% da lunedì, quando il titolo era poco sopra 175 dollari (da inizio anno il progresso è di oltre il 30%). Bank of America ha mantenuto la raccomandazione a comprare il titolo e indicato un target price a 210 dollari, quindi con ottimi margini di crescita in termini di valore.