Con investimenti che superano i 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane si prepara a una trasformazione profonda, orientata a rafforzare il proprio ruolo come leader nella mobilità e nello sviluppo delle infrastrutture. I target finanziari prevedono un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi al 2029 e un Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro con un utile netto a oltre 500 milioni. Dal punto di vista operativo, il Piano ha come obiettivo quello di riportare in orario 50mila treni all’anno, con una crescita del 30% di persone raggiunte dall’Alta velocità.
L’amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma (in foto), ha presentato anche quattro iniziative strategiche «ancora allo studio per raggiungere il pieno potenziale». Una di queste iniziative punta al coinvolgimento di investitori terzi nella rete ad Alta velocità attraverso un modello di tipo Rab (Regulatory asset base; «asset soggetti a regolamentazione» come, appunto, nel caso degli operatori rete elettrica o del gas). L’ad ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione. «Il mio intento non è privatizzare, ma proporre ipotesi strategiche che l’azionista deve valutare», ha spiegato aggiungendo che il valore degli asset è stimato sugli 8 miliardi. Ora si avvierà un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare. Donnarumma ha citato tra le ipotesi «un fondo pubblico dedicato alle infrastrutture» nel caso in cui si volesse «scaricare» dal perimetro del debito pubblico gli investimenti sulla rete che vengono finanziati con appositi stanziamenti della legge di Bilancio. Di qui l’esempio di un veicolo a maggioranza Rfi (gruppo Fs) con Cdp al proprio interno in quanto la Cassa è fuori da quel perimetro. Un altro esempio è quello dei bond ibridi, che Donnarumma ha sperimentato nella sua esperienza a Terna, in quanto metà del loro valore viene considerato equity e non debito. In ogni caso, il valore degli asset è stimato in circa 8-10 miliardi di euro e si avvierà un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore.
Nel suo intervento alla presentazione il ministro delle Infrastrutture, , ha anche accennato alla possibilità di riportare Anas fuori dal perimetro del gruppo, affermando che «strade e ferrovie abbiano un futuro e una mission diverse».
Donnarumma, premettendo che il piano strategico è pensato «con Anas all’interno» (40 miliardi di investimenti nel prossimo decennio), ha evidenziato che tali valutazioni spettano allo Stato, considerato che lo scorporo produce effetti sul patrimonio, ma che «le Ferrovie dello Stato sono Ferrovie dello Stato e le strade sono strade».
Gli altri target del piano, infine,
riguardano un incremento del 5% delle merci trasportate, un miglioramento di 3 punti percentuali della soddisfazione passeggeri, zero infortuni, 2 miliardi di investimenti digitali e un Gigawatt di fotovoltaico installato.