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Assegno universale anziani: ecco come funziona


Un assegno da 850 euro al mese rivolto alle persone over 80 non autosufficienti.

A partire dal primo gennaio 2025 e sino al 31 dicembre 2026 sarà attivato, in via sperimentale, l’assegno unico universale rivolto alle persone ultraottantenni non autosufficienti con Isee basso.

La misura è stata introdotta dal cosiddetto Decreto Anziani, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 18 marzo 2024, ed è compreso in un pacchetto a favore delle persone anziane, il cosiddetto “ ‘Patto per la terza età”, prescritto all’Italia dal Pnrr è sostenuto da risorse pari ad un miliardo di euro. L’obiettivo di riformare l’assistenza per circa 14 milioni di anziani, di cui 3,8 non sono autosufficienti”. 

Cos’è e a chi è rivolto

La misura, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo de , è rivolta agli ultraottantenni con un livello di bisogno assistenziale gravissimo, e dunque non autosufficienti, che abbiano un Isee inferiore ai 6mila euro.

Si tratta di una forma di prestazione “unica” che assorbe tutte le agevolazioni attualmente attive e rivolte nei confronti delle persone anziane non autosufficienti.

I requisiti per poter accedere sono, dunque, :

  • l’età anagrafica, cioè avere più di 80 anni;
  • la situazione economica, per cui l’Isee del richiedente non deve superare i 6mila euro;
  • l’esigenza di assistenza in quanto non autosufficienti.

A quanto ammonta

L’importo previsto è di 850 euro al mese, e l’assegno è cumulabile con l’assegno di invalidità, tre che l’indennità di accompagnamento, di 531,76 euro per i beneficiari aventi diritto. Come evidenzia l’Inail, “La prestazione, a carattere universale, prevede un assegno integrativo di assistenza: dall’assegno di accompagnamento attualmente pari a 531,76 euro si passerà a 1.380 euro, per gli anziani over 80 non autosufficienti e con un livello di bisogno assistenziale gravissimo. Quindi, hanno diritto alla misura le persone non autosufficienti e, al contempo, in difficoltà economica ”.

La prestazione sarà erogata su base mensile sotto forma di contributo economico o di servizi alla persona. L’assegno sarà esente da imposizione fiscale.  Gli importi versati devono essere impiegati per il pagamento di collaboratori domestici, oltre che per l’acquisto di servizi di assistenza agli anziani. Da questo ne consegue che nel caso in cui parte delle somme versate non vengano utilizzate, le quote rimanenti dovranno essere restituite, fermo restando il diritto a continuare a percepire l’eventuale indennità di accompagnamento.

L’importo complessivo stanziato

dovrebbe essere di circa 300 milioni di euro per l’anno 2025 e di 200 milioni di euro per il 2026. Per richiederla però, occorre aspettare ancora un po’ perché sarà possibile presentare la domanda da non prima di fine anno.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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