A Kawazu, una città giapponese a sud-ovest di Tokyo, stanno fiorendo certi tipi di ciliegi. Il vero e proprio hanami, l’usanza di ammirare la fioritura di questi alberi che ogni anno attraggono anche molti turisti stranieri in Giappone, si svolgerà tra qualche settimana ma in molte parti del paese comincerà prima del 20 marzo, cioè prima dell’inizio della primavera astronomica. Le date di fioritura cambiano di anno in anno, e variano nelle diverse parti del paese a seconda del clima locale, ma negli ultimi decenni in media sono state precoci rispetto al passato, e come per tante altre specie vegetali c’entra l’.
Abbiamo il primo Sakura dell’anno!
Proprio nel tempio davanti casa
今年初— フラ -pesceriso- (@pesceriso)
Secondo le dell’Associazione meteorologica giapponese (JWA) a Kyoto, l’antica capitale del Giappone e una delle principali mete turistiche del paese, la fioritura dei ciliegi quest’anno inizierà il 22 marzo. La piena fioritura, il momento migliore per ammirare gli alberi, è invece attesa per il 30 marzo. Non sarà estremamente anticipata rispetto alla media come quella del 2021, quanto avvenne il 26 marzo e fu la più precoce nei circa 1.200 anni da cui si registrano dati sui ciliegi di Kyoto (che erano tenuti in grande considerazione dalle corti imperiali giapponesi già più di un millennio fa), ma comunque ci andrà vicino.
Proprio a seguito del record del 2021, l’Università di Osaka aveva collaborato con il Met Office, l’agenzia meteorologica nazionale del Regno Unito e una delle più autorevoli istituzioni del mondo nel suo ambito, per stabilire se il cambiamento climatico avesse un’influenza sui tempi della fioritura dei ciliegi. In uno studio pubblicato l’anno scorso , avevano dimostrato come dagli anni Trenta del Novecento in poi le conseguenze delle attività umane hanno determinato un’anticipazione delle fioriture di 11 giorni a Kyoto e avevano stimato che entro il 2100 potrà aumentare di altri 6.
A influire non è solo l’aumento generale delle temperature causato dalle emissioni di gas serra, che riguarda tutto il mondo: c’entrano anche le maggiori temperature che si registrano a Kyoto rispetto alle aree di campagna, e che sono dovute principalmente all’alta percentuale di superfici scure che assorbono molta più radiazione solare rispetto al terreno non edificato o asfaltato. Secondo lo studio dell’Università di Osaka e del Met Office, senza la particolare situazione urbana l’effetto del riscaldamento globale sulla fioritura dei ciliegi di Kyoto si sarebbe cominciato a vedere solo alla fine del Novecento invece che già settant’anni prima.
Questi risultati sono stati ottenuti grazie ai numerosi dati sulle fioriture dei ciliegi e a quelli sulle temperature di Kyoto, registrati a partire dalla fine dell’Ottocento. Per appurare le differenze tra gli alberi di città e quelli di campagna sono stati usati dati relativi a Kameoka, una località rurale vicina a Kyoto. In passato i due luoghi avevano temperature simili, che però cominciarono a differenziarsi dagli anni Quaranta.
I ciliegi del Giappone (lì chiamati sakura) non sono gli stessi di cui si mangiano le ciliegie, ma appartengono a una specie da cui non si ricavano frutti commestibili (Prunus serrulata). Sono tuttavia noti in tutto il mondo per la bellezza dei loro fiori, che sono uno dei simboli del Giappone all’estero. Negli anni le autorità giapponesi ne hanno più volte regalati ad altri paesi: è il caso dei ciliegi del parco dell’EUR, a Roma, e di quelli del National Mall di Washington, negli Stati Uniti, l’area in cui si trovano la sede del Congresso americano e vari monumenti.