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    Perché ci sono orche che attaccano le barche vicino alle coste iberiche?

    Caricamento playerLa notte del 4 maggio, al largo di Gibilterra, la barca a vela “Champagne” che era in viaggio tra le isole Canarie e le Baleari è stata attaccata da tre orche che hanno colpito il timone. L’equipaggio, soccorso dalla Guardia costiera spagnola, è riuscito a mettersi in salvo abbandonando l’imbarcazione, che a causa dei danni provocati alla fine è affondata.È stato un evento straordinario, ma non così raro nella parte di oceano Atlantico più vicina alle coste di Spagna e Portogallo. Dal maggio del 2020 è successo più di 500 volte che vicino allo Stretto di Gibilterra o al largo della Galizia, nel nord della Spagna, le orche si mettessero a colpire delle imbarcazioni, nella maggior parte dei casi barche a vela monoscafo (in altre due occasioni ne avevano affondata una). È un comportamento che non è ancora stato del tutto spiegato, ma gli scienziati hanno fatto un’ipotesi: una singola orca ferita avrebbe cominciato ad attaccare le barche per difendersi e le altre avrebbero cominciato a colpire le barche a loro volta imparando da lei.Ci sono orche (Orcinus orca) in tutti gli oceani del mondo, ma i comportamenti delle diverse popolazioni possono variare parecchio da zona a zona, tanto che i biologi hanno ipotizzato che in realtà ne esistano diverse sottospecie o specie, e non solo una come dice l’attuale classificazione scientifica dei mammiferi marini. Alcuni gruppi di orche vivono per tutto l’anno nelle stesse acque e per questo sono dette “residenti”. Altri si spostano molto, sempre restando lungo le coste: per questo sono dette “transienti”. Ci sono poi orche che vivono in mare aperto e per questo vengono chiamate “offshore”.Da un tipo di gruppo all’altro variano anche le abitudini alimentari (ci sono orche che mangiano solo salmoni, altre non interessate al pesce ma solo alle foche), i suoni con cui comunicano e altri comportamenti.Al largo delle coste iberiche vivono sei comunità di orche, alcune molto numerose altre ristrette, che in parte interagiscono tra loro e i cui territori possono essere più o meno ampi (alcune si trovano solo nello Stretto di Gibilterra, altre da lì al Golfo di Biscaglia, tra Spagna e Francia) e più o meno sovrapposti. In totale le orche che abitano questa parte di oceano sono una cinquantina. Quelle che attaccano le barche però sono solo 15, secondo le stime del Grupo de Trabajo Orca Atlántica, il gruppo di scienziati spagnoli e portoghesi che le studiano.Il gruppo sta cercando di capire esattamente perché le orche attacchino le barche e come evitare che questo comportamento metta in pericolo delle persone. Ma lavora anche per impedire che le interazioni dannose con le barche portino le persone a odiare le orche, comprese quelle che non mostrano interesse per le barche. «Pensiamo che in una data zona le orche interagiscano solo con una barca su cento», ha detto al sito di notizie scientifiche Live Science Alfredo López Fernandez, biologo dell’Università di Aveiro, in Portogallo, e membro del gruppo di ricerca, per dare una dimensione del fenomeno. Inoltre nella maggior parte dei casi le orche sembrano perdere interesse per le barche una volta che queste si sono fermate.Il Grupo de Trabajo Orca Atlántica gestisce un sito in cui sono registrati tutti gli episodi di interazioni tra orche e barche e che dà alcune raccomandazioni a chi naviga per evitare problemi.Dato che è solo dal 2020 che le orche iberiche hanno cominciato ad attaccare le barche e che inizialmente erano solo tre animali a colpirle, gli scienziati hanno ipotizzato che il comportamento sia cominciato dopo un evento traumatico accaduto a un’orca specifica. Le altre avrebbero gradualmente imparato da lei a colpire le barche. Le orche infatti sono animali sociali che oltre ai comportamenti innati ne possono imparare di nuovi dai propri simili: per questo nelle diverse popolazioni e comunità di orche si trovano vocalizzi (i suoni che producono) e comportamenti diversi, che possono essere trasmessi di generazione in generazione come una forma di cultura animale.L’orca da cui sarebbe iniziato tutto è stata chiamata Gladis Negra dal gruppo di ricerca e ha una grossa ferita sul dorso, dietro la pinna dorsale. Il trauma che ha subito sarebbe all’origine del comportamento aggressivo verso le barche, secondo l’ipotesi degli scienziati.La ferita dietro la pinna dorsale dell’orca Gladis Negra, che peraltro permette di identificarla facilmente (Grupo de Trabajo Orca Atlántica)López Fernandez ha spiegato che lui e i suoi colleghi non pensano che le orche che attaccano le barche «insegnino» a farlo alle altre: «Il comportamento si è diffuso dalle più anziane alle più giovani semplicemente per imitazione, e poi in modo orizzontale, tra giovani, perché per loro è qualcosa di importante». Per qualche ragione insomma per le orche le interazioni con le barche devono essere “vantaggiose”, nonostante i rischi che corrono ad avvicinarsi.È anche possibile che nonostante dal punto di vista umano le interazioni siano definibili come “attacchi”, cioè come un comportamento aggressivo, per la maggior parte delle orche che li compiono siano una forma di gioco.A prescindere da cosa l’ha causato però questo modo di fare delle orche è rischioso sia per chi naviga che per le orche stesse, che sono a rischio d’estinzione in questa parte dell’Atlantico. LEGGI TUTTO

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    Diletta Leotta incinta si gode i primi accenni d’estate al mare con Loris Karius: il pancino cresce a vista d’occhio

    La siciliana 31enne e il calciatore sono volati a Ibiza per una mini vacanza sotto il sole
    La conduttrice sottolinea le sue forme da mamma con outfit che le fasciano il corpo

    Ad agosto partorirà il suo primo figlio, una bambina. Diletta Leotta assapora dolcemente le gioie della gravidanza accanto al fidanzato Loris Karius, con cui pare proprio aver trovato la felicità. Si gode i primi accenni d’estate al mare insieme al calciatore tedesco, che gioca con la maglia del Newcastle in Inghilterra. La conduttrice 31enne sotto il sole di Ibiza mette in mostra il pancino di 6 mesi, che cresce a vista d’occhio.
    Diletta Leotta incinta si gode i primi accenni d’estate al mare con Loris Karius: il pancino cresce a vista d’occhio
    La siciliana 31enne e il portiere 29enne sono volati nell’isola più cool delle Baleari per una mini vacanza rigenerante. Diletta condivide sul social alcune foto che la immortalano con outfit che le fasciano il corpo e mettono in evidenza le sue forme da mamma. Pubblica anche alcuni scatti in cui sorride con Loris. I due, appena sono liberi dagli impegni professionali, fanno i salti mortali per stare ‘vicini, vicini’.
    La conduttrice sottolinea le sue forme da mamma con outfit che le fasciano il corpo
    La siciliana 31enne e il calciatore sono volati a Ibiza per una mini vacanza sotto il sole
    La Leotta con i look estivi è ancora più bella, le sue curve sono più prorompenti che mai. Con indosso un costume intero bianco, la presentatrice Dazn gusta una spettacolare paella in riva al mare. Karius che la riprende: lei è deliziata da ogni boccone. 
    In spiaggia Diletta gusta la famosa paella
    All’imbrunire si va a cena e poi a fare due salti in un locale
    La coppia sotto l’ombrellone tra coccole e intimità si scatta un selfie: Loris ha un sorriso che incanta: è innamoratissimo. Adora la sensuale compagna che sfoggia tutine e abiti attillatissimi. Presto sarà papà: ancora nessun indizio sul nome della piccola. I due mantengono il più stretto riserbo sulla loro scelta. LEGGI TUTTO

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    In Spagna c’è un gran caldo anomalo e precoce

    In Spagna è stata raggiunta la temperatura più alta mai registrata nel mese di aprile, con una massima di 38,4 °C rilevata nel tardo pomeriggio di giovedì all’aeroporto di Cordoba, nel sud del paese. In molte altre città dell’Andalusia, la regione dove si trova Cordoba, sono stati superati abbondantemente i 30 °C, con una massima di 35 °C a Siviglia. Nel complesso, nel mese di aprile le temperature massime rilevate in Spagna sono state per alcuni giorni superiori di 10-15 °C rispetto alla media stagionale. Secondo gli esperti, quello di quest’anno sarà l’aprile più caldo mai registrato nel paese e aggraverà le già difficili condizioni legate alla siccità e alla mancanza di riserve idriche per affrontare la tarda primavera e l’estate.Le temperature massime registrate negli ultimi giorni sono state causate dal passaggio di un fronte di aria calda sulla penisola iberica proveniente dall’Africa, combinato a una fase di lenta evoluzione delle condizioni atmosferiche dovuta all’alta pressione. È un fenomeno che si verifica con una certa frequenza, ma di solito verso la primavera inoltrata e l’estate, difficilmente con ondate di calore così estese e precoci.Per ridurre i rischi per la popolazione, varie amministrazioni locali spagnole hanno già messo in pratica le procedure che di solito sono adottate per le ondate di calore estive. In molte zone si è deciso di modificare gli orari nelle scuole, in modo da concentrare le lezioni nei periodi più freschi della giornata o interromperle in anticipo, mentre a Madrid è stato rafforzato il servizio dei mezzi pubblici per ridurre i tempi di attesa. Le piscine pubbliche sono state aperte con un mese di anticipo e sono stati avviati piani di assistenza per gli anziani e le fasce più deboli della popolazione.Il caldo degli ultimi giorni avrà ulteriori conseguenze sulla siccità sempre più grave in molte aree della Spagna. Nelle prime tre settimane di aprile è caduto circa un quarto della pioggia che normalmente si ha in questo periodo dell’anno. I dati degli ultimi giorni del mese non sono ancora disponibili, ma è probabile che questo mese si confermi come il più secco mai registrato nel paese.The river discharge anomaly, based on reanalysis data from March to April 25, 2023, shows a concerning picture of the #drought still affecting Southern Europe, particularly northern Italy. #rstats #dataviz pic.twitter.com/q6jwC9xlhp— Dr. Dominic Royé (@dr_xeo) April 27, 2023Secondo le previsioni, nel fine settimana le temperature massime dovrebbero scendere, ma già dall’inizio di maggio potrebbe tornare a fare caldo a cominciare dalla Spagna meridionale. Lo scorso anno a maggio erano state registrate massime superiori ai 40 °C, con un ulteriore peggioramento tra giugno e luglio con due ondate di calore che avevano interessato anche diverse altre aree dell’Europa. Il caldo e la siccità avevano contribuito a un aumento degli incendi boschivi, tra i più grandi registrati nel paese negli ultimi anni.È difficile ricondurre un singolo evento meteorologico al cambiamento climatico, soprattutto nel breve periodo, ma numerose ricerche segnalano ormai da tempo come questi eventi stiano diventando sempre più estremi proprio a causa del riscaldamento globale. Lo scorso anno è stato il secondo più caldo mai registrato in Europa con la stagione più calda mai rilevata. Nel suo complesso nel continente si sta assistendo a un aumento della temperatura media più intenso rispetto alla media globale, con grandi implicazioni sia nell’immediato per le emergenze sanitarie legate alle ondate di calore sia nel medio-lungo periodo per la mancanza di precipitazioni, specialmente nel sud dell’Europa.Il governo della Spagna ha di recente chiesto aiuto all’Unione Europea per sostenere gli agricoltori in difficoltà a causa del lungo periodo di siccità, che rende impraticabile la semina. Il paese è un importante esportatore di frutta, ortaggi e materie prime per il settore alimentare: raccolti più contenuti potrebbero avere conseguenze per il resto dell’Europa e influire sui prezzi, già aumentati a causa dell’inflazione.In Europa la fine dell’inverno e i primi mesi della primavera sono stati più caldi rispetto alla media, con scarse piogge in molti casi insufficienti per ripristinare le riserve idriche già messe a dura prova dalla siccità dello scorso anno. Le ondate di caldo hanno inoltre interessato precocemente altre zone del pianeta, con temperature sopra i 45 °C nel nord-ovest della Thailandia e 40 °C rilevati a Dacca, la capitale del Bangladesh. LEGGI TUTTO

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    Clizia Incorvaia e Paolo Ciavarro per il ponte del 25 aprile sono volati via dall’Italia senza figli: ecco dove

    I due approfittano di un’occasione di lavoro per una ‘fuitina’ romantica

    Lui indossa abiti da sposo alla Brindal Fashion Week 2023, lei lingerie da sposa

    Clizia Incorvaia e Paolo Ciavarro approfittano del ponte del 25 aprile per una ‘fuitina’ romantica, come del resto raccontano sul social. I due sono volati via dall’Italia senza figli al seguito. Nina, 7 anni, avuta dall’influencer dall’ex marito Francesco Sarcina, e Gabriel, 1 anno, pargolo della coppia nata al GF Vip, sono rimasti a casa. La 42enne e il 31enne si godono giorni spensierati a Barcellona.

    Clizia Incorvaia e Paolo Ciavarro per il ponte del 25 aprile sono volati via dall’Italia senza figli: ecco dove

    L’influencer e il volto di Forum hanno scelto la città della Catalogna anche per motivi di lavoro. Paolo indossa abiti da sposo alla Barcellona Brindal Fashion Week 2023, Clizia, invece, è sensuale con la lingerie per il giorno del sì. Non hanno mai nascosto la voglia di indossare la fede all’anulare: forse questo impegno professionale è solo il preludio per fiori d’arancio sempre più vicini, chissà…

    I due sono a Barcellona, in Spagna: hanno approfittato di un’occasione di lavoro per una ‘fuitina’

    Clizia e Paolo si concedono lunghe passeggiate e si divertono da turisti. Assaporano così l’atmosfera speciale e pure il gusto deciso delle pietanze tipiche del posto, scegliendo ristorantini che stuzzichino il loro appetito.

    Lui indossa abiti da sposo alla Brindal Fashion Week 2023

    Ciavarro e la Incorvaia fanno vedere con look studiati dai follower tra baci e abbracci, condividendo post e tante storie della mini vacanza da innamorati si Instagram. La Incorvaia arriva a definirla una vera e propria luna di miele.

    Lei lingerie per il giorno del sì

    Appassionati, nonostante i bimbi gli manchino, i due in queste ore si concedono uno spazio riservato alla loro vita di coppia: del resto è assolutamente permesso per tenere sempre vivo l’ardore e soprattutto non far sfiorire il sentimento. LEGGI TUTTO