La 44enne vive a Roma col marito Domenico Procacci e i due figli, Sophie e Leone
Dice di non appartenere ad alcun posto, ma il casale di Campagnano è importantissimo
Kasia Smutniak racconta la sua vita a Roma, la città dove ha scelto di vivere. A The Hollywood Reporter sulla Capitale dice: “Non so se sono la persona giusta per parlare di Roma. Ci vivo, è vero, da più di vent’anni ma non appartengo a questa città. In verità non appartengo a nessun posto. Quando proprio devo dirlo, quando insistono, rispondo: sono di Varsavia”. Fa anche una rivelazione sulla casa di campagna comprata con Taricone a cui è stata legata dal 2003 fino al 2010, quando l’attore ed ex gieffino e morto a causa di un incidente col paracadute. Da lui ha avuto Sophie, nata il 4 settembre 2004. “Quando Pietro non c’è stato più l’ho tenuta”, svela.
”Quando Pietro non c’è stato più l’ho tenuta”: Kasia Smutniak fa una rivelazione sulla casa di campagna comprata con Taricone
Kasia nell’estate del 2011 si è legata al produttore Domenico Procacci. Il 20 agosto 2014 i due hanno avuto Leone. Il matrimonio è arrivato il 16 settembre 2019. Vivono vicino al quartiere Coppedè. “Molto bello, ma la verità è che siamo venuti a stare qui solo perché è vicino all’ufficio di Domenico. Neppure mio marito appartiene a Roma. E’ di Bari. Poi stiamo benissimo qui: è come un piccolo borgo. Ogni quartiere in questa città diventa un paese, finisci per vivere in quattro strade. Sei di quel quartiere, non di Roma”, spiega la Smutniak.
L’attrice regista sulla sua vita racconta: “Stiamo a casa, nel fine settimana, quando possiamo, molto spesso, andiamo a Campagnano. Quello sì, ecco: quello è un posto molto importante per noi. E’ lì che ho piantato i miei alberi. Se me ne andassi mi dispiacerebbe perderli, ma sono anche abituata ai grandi cambiamenti. Non ho paura”.
La 44enne vive a Roma col marito Domenico Procacci e i due figli, Sophie e Leone
Poi quando le si domanda di questo casale, confida: “Eravamo piccoli, Pietro ed io. Pietro è il padre di Sophie. Eravamo molto felici. Abbiamo fatto un mutuo, siamo andati in campagna abbiamo preso gli animali piantato gli alberi. Eravamo ragazzi, avevamo l’ingenuità di chi pensa di sapere che cos’è la vita. I nostri anni di luce. Poi quando Pietro non c’è stato più l’ho tenuta, la casa. E’ il passato, le radici, il presente, ora sono in pace, il futuro, gli alberi crescono. I figli se vorranno resteranno, lì avranno sempre un posto”.
Kasia gira per Roma con l’Apetta: “Bella vero? E’ molto vecchia, non si chiude, è piccola e gentile, entra dappertutto. E’ come una specie di libellula, nel traffico della città. Come se venisse da un altro mondo da un altro tempo. Mi sono innamorata di mio marito perché al primo appuntamento è venuto a prendermi in Apetta. Oddio no, non solo. Anche per questo, diciamo”.
La sua prima casa nella città eterna è stata all’Aventino, “un buco con vista”. “Non ho programmato di vivere qui. Sono partita da Varsavia a 19 anni senza un piano, era l’anno sabbatico dopo il liceo. Avrei voluto fare la pilota militare. Tutti nella mia famiglia, con l’eccezione di mia madre che è medico, sono e sono stati militari. Mio padre, mia nonna. Poi c’è stato un incidente, un lutto in famiglia, ho perso il momento e così sono partita. A Milano mi sono fermata per una possibilità di lavoro. Nel cinema però tutto accadeva a Roma, dunque dopo qualche tempo ho deciso di trasferirmi. Ancora oggi, però, penso che non sia il posto dove vivrò per tutta la vita. Le cose accadono: tu pianifichi, e invece”, dice.
Il fatto che i due figli siano nati a Roma per lei non significa “radice”. Kasia chiarisce: “E’ strano ma no. E’ vero sono nati qui, ma parlano anche polacco, vivono nel mondo. Chissà se sarà questo il loro posto. Non posso certo dire al posto loro. Non so, del futuro. Ho imparato anni fa a non fare progetti a lungo termine. Sto dove sto. Mi trovo bene dove sto bene. Dove mi sento sicura. Anche le case degli amici sono le mie case”. LEGGI TUTTO