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    Sui tank tedeschi Knds si scorda il Golden Power

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    Giorgia Meloni e il neocancelliere tedesco Friedrich Merz si incontreranno per un bilaterale domenica, a margine della cerimonia di insediamento di Leone XIV. Al centro del confronto, i grandi temi geopolitici. Ma ci saranno anche due elefanti nella stanza, il primo è la scalata di Unicredit a Commerzbank su cui si sono alzate le barricate dei tedeschi. Il secondo, assai più piccolo, non riguarda le banche ma la Difesa. O meglio, i carri armati.La società franco-tedesca Knds, nata dalle nozze tra Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari, ha intentato una causa contro il gruppo di private equity Triton Partners per costringerlo a vendere le sue azioni nel gruppo tedesco Renk che produce trasmissioni per carri armati come il Leopard 2. All’inizio del 2024 Knds era entrata nel capitale di Renk con una quota del 6,7% in occasione della quotazione in Borsa assicurandosi da Triton, allora azionista di maggioranza di Renk, un’opzione per l’acquisto di un ulteriore pacchetto del 18,4 per cento. Opzione che poi ha esercitato lo scorso 11 febbraio salendo dal 6,7% al 25 per cento. L’operazione è però soggetta al controllo delle fusioni e ad altre approvazioni normative. Al momento il Tribunale Regionale di Francoforte si è schierato dalla parte di Triton. Ma è sorto anche un altro problema: Triton ha rifiutato di consegnare le azioni, sostenendo che mancava l’autorizzazione del governo italiano visto che Renk possiede, infatti, una filiale molto piccola e relativamente nuova in Italia. Un dettaglio rilevante di cui i francotedeschi di Knds si sarebbero accorti in extremis, a pochi giorni dal closing previsto per lunedì 12 maggio. La scorsa settimana Knds ha presentato al governo italiano una richiesta di esenzione dal Golden Power, che rappresenta una condizione sospensiva per l’accordo. Ma da Palazzo Chigi non sarebbe arrivata ancora una risposta. E ora il deal rischia di saltare. Senza l’approvazione, l’Italia potrebbe successivamente imporre condizioni o addirittura ordinare l’annullamento. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, i pm “licenziano” 3962 lavoratori

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    All’ex Ilva di Taranto raddoppia la cassa integrazione, ma secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale «per ora la trattativa con gli azeri di Baku Steel prosegue » sebbene le ultime vicende frenino. La situazione è rapidamente degenerata con l’incidente accorso all’altoforno 1 che ha lasciato Taranto in attività con un solo altoforno (il numero 4). Una situazione grave che ha ovviamente spinto i commissari che gestiscono l’amministrazione straordinaria ad allargare il perimetro della cassa integrazione. Guardando ai numeri, ai 2mila già in Cig ne sono stati aggiunti altri 2mila portando a quasi 4mila il numero totale. Considerando che per ogni milione di tonnellata di acciaio prodotto servono circa mille lavoratori, al momento in base alla produzione basterebbero in forze 2mila dipendenti. Questo fa presumere che, se la situazione non cambierà nel brevissimo termine, il numero dei dipendenti in cassa crescerà ancora di più.È intanto scontro tra il gruppo e la Procura di Taranto. Dopo la lettera di Acciaierie d’Italia, secondo cui il via libera ad alcune attività di manutenzione e messa in sicurezza dopo l’incendio del 7 maggio «non è stato autorizzate nei tempi utili », ieri la Procura ha replicato di aver «autorizzato l’esecuzione della quasi totalità delle attività richieste, restando escluse quelle che, secondo le valutazioni tecniche espresse da Arpa, da un lato non incidevano sulla integrità degli impianti, dall’altro apparivano confliggenti con le esigenze probatorie connesse al sequestro». LEGGI TUTTO

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    Allarme di Urso: “Altoforno ex Ilva compromesso”. Rischio cassa integrazione e stop produzione a Taranto

    Ascolta ora L’incidente che si è verificato lo scorso 7 maggio a una delle tubiere dell’altoforno 1 dell’impianto ex Ilva di Taranto è causa di gravi danni strutturali. “Più che le trattative in corso, l’incidente può compromettere la ripresa degli stabilimenti e l’occupazione. Verosimilmente l’impianto è del tutto compromesso“, ha dichiarato il ministro delle Imprese […] LEGGI TUTTO

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    Roberto Alesse rinnova la normativa sull’uso delle divise

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    Con una recente determinazione direttoriale, il Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, ha aggiornato la normativa che disciplina l’uso delle divise da parte dei funzionari dell’Amministrazione. Il provvedimento introduce importanti novità, volte a riformare e modernizzare il regolamento in materia, adeguandolo alle attuali esigenze operative e funzionali del personale.Le novitàTra le novità introdotte, il Direttore Roberto Alesse ha stabilito che il personale dell’Agenzia impiegato in attività di controllo o antifrode, sia in ambito doganale al di fuori delle aree doganali, sia nei settori delle accise e dei giochi, dovrà operare in abiti civili. La scelta mira a ridurre al minimo l’impatto visivo e operativo di tali controlli, evitando di turbare lo svolgimento delle attività economiche e salvaguardando le normali relazioni commerciali e professionali dei contribuenti. LEGGI TUTTO

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    Rapporto GEM Italia 2024-2025, Italia al 34° posto per propensione imprenditoriale e avvio nuove imprese

    L’Italia occupa attualmente il 34º posto nel ranking globale relativo alla propensione imprenditoriale, registrando un calo significativo nella creazione di nuove imprese nell’ultimo decennio. Il dato è particolarmente allarmante nel comparto manifatturiero: nel biennio più recente, le nuove iniziative imprenditoriali si sono ridotte a una quota compresa tra il 75% e l’80% rispetto ai livelli del 2010.Ancora più critica è la situazione nel solo settore manifatturiero, che nel 2024 mostra una vitalità ridotta a poco più del 60% rispetto al 2010. Un segnale chiaro della difficoltà del tessuto industriale italiano nel rinnovarsi e rispondere alle sfide di un’economia in continua evoluzione. È quanto emerge dal Rapporto GEM Italia 2024- 2025 presentato oggi da Universitas Mercatorum – l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity – a Roma, presso gli Horti Sallustiani.Lo “strumento” indispensabileNel tempo, il Global Entrepreneurship Monitor (GEM) si è affermato come il principale osservatorio internazionale sull’attività imprenditoriale, diventando un riferimento autorevole sia per la comunità accademica che per i decisori politici.L’edizione 2024 dell’indagine ha coinvolto 51 Paesi, con oltre 100 mila interviste condotte a livello globale e un campione di 2.000 partecipanti in Italia. Il report, pensato per offrire un quadro dettagliato della realtà imprenditoriale italiana, mette in luce sia le criticità che le opportunità presenti e future, con l’obiettivo di stimolare un rinnovato slancio nella creazione d’impresa a livello nazionale.La situazione italianaIn Italia, negli ultimi anni si registrano segnali incoraggianti di ripresa dell’attività imprenditoriale, soprattutto in seguito alla crisi economica innescata dalla pandemia. Un indicatore chiave, il TEA (Total Early Stage Entrepreneurial Activity), ha mostrato un netto incremento: dal 2% rilevato nel 2020 si è passati al 9,6% nel 2024, confermando una dinamica positiva nel contesto post-Covid.Particolarmente significativo è il legame tra imprenditorialità e livello di istruzione. I laureati presentano una propensione all’avvio di nuove attività decisamente superiore, con un TEA che supera il 15%, contro un valore inferiore al 10% tra i non laureati. Questo divario evidenzia come la bassa percentuale di giovani con titolo universitario possa rappresentare un freno alla diffusione della cultura imprenditoriale nel Paese.Il divario di genere nell’imprenditorialità italianaAnche il genere rappresenta un elemento di forte differenziazione nell’analisi dell’imprenditorialità in Italia. Le donne, infatti, avviano nuove imprese con una frequenza significativamente inferiore rispetto agli uomini, con un divario che raggiunge il 50% – un valore superiore alla media globale. Questo fenomeno rispecchia un trend diffuso nelle economie avanzate, dove i tassi di attività imprenditoriale sono generalmente più elevati tra gli uomini, ma in Italia la distanza tra i due generi appare particolarmente marcata.Le parole del Rettore“Il Rapporto GEM permette di approfondire i fattori che favoriscono o che ostacolano la nascita di nuove imprese in Italia. Questo è un tema centrale per l’Universitas Mercatorum, che ha scelto di impegnarsi a fondo in questa ricerca, con l’intento di fornire un contributo scientifico e sociale significativo. La nostra Università ha infatti sostenuto integralmente l’indagine nazionale, consapevole dell’importanza di un’analisi approfondita per promuovere l’innovazione e la crescita del tessuto imprenditoriale italiano” ha dichiarato Giovanni Cannata, Rettore dell’Universitas Mercatorum.Alle sue parole si sono unite quelle di Alessandra Micozzi, Professoressa Ordinaria di Economia Applicata presso Universitas Mercatorum e Coordinatrice del Team GEM ITALIA. “Malgrado la ripresa degli ultimi anni, l’indagine GEM mostra un dato allarmante: l’Italia rimane fra i paesi a più bassa propensione imprenditoriale e tra quelli nei quali è più ampio il gap fra la tendenza imprenditoriale della popolazione e l’effettiva attivazione di nuove imprese.Un elemento particolarmente interessante, evidenziato dagli esperti, è il ritardo dell’Italia nella formazione imprenditoriale. Questo dato, dal punto di vista accademico e politico, ci invita a una riflessione profonda: è indispensabile integrare l’educazione all’imprenditorialità e per l’imprenditorialità all’interno del sistema scolastico e universitario. Proprio in questa direzione si inserisce l’iniziativa della nostra Università, che nel luglio 2024 ha attivato il Contamination Lab, un programma di alta formazione imprenditoriale aperto a studenti, dottorandi e assegnisti, la cui seconda edizione è già prevista per il 2025″Il segretario generale di Unioncamere”Purtroppo, in Italia, le imprese giovanili sono state fortemente penalizzate negli ultimi dieci anni, con una significativa contrazione in tutti i settori, ad eccezione di quello dei servizi, che ha visto una crescita soprattutto nei comparti innovativi” ha sottolineato il Segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Tale tendenza riflette le difficoltà strutturali e le sfide economiche che i giovani imprenditori devono affrontare. Tuttavia, vi sono segnali positivi nelle aree più dinamiche, dove l’innovazione e la digitalizzazione offrono nuove opportunità per il rilancio e la crescita delle iniziative imprenditoriali giovanili”.“Il Gem rappresenta un vero e proprio “frame informativo” che mette a disposizione dei diversi stakeholders i dati raccolti nei diversi paesi, organizzati in forma comparabile. Il loro utilizzo e l’analisi si prestano ad approfondimenti e riflessioni di studiosi ed operatori di policy, consentendo di ottenere una conoscenza più approfondita del fenomeno dell’imprenditorialità e soprattutto delle sue determinanti: in sintesi si tratta di un importante strumento per orientare, in base alle reali necessità, le politiche nazionali e locali di sostegno e sviluppo all’imprenditoria” commenta Gaetano Fausto Esposito, Direttore Centro Studi G.Tagliacarne.I risultatiL’indagine GEM conferma che in Italia servono politiche più incisive per sostenere chi vuole fare impresa. Ridurre la burocrazia e il divario di genere, migliorare la formazione e facilitare l’accesso al credito sono azioni fondamentali. Investire nella cultura imprenditoriale e nei giusti strumenti di supporto può stimolare un rilancio economico più sostenibile e inclusivo. LEGGI TUTTO

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    Unicredit prende tempo su Bpm in attesa di risposte dal governo

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    Niente fuochi d’artificio in Piazza Gae Aulenti. Ieri il consiglio di amministrazione di Unicredit, convocato per approvare i risultati del primo trimestre 2025, ha affrontato solo informalmente il dossier relativo all’Ops su Banco Bpm. I conti, che verranno diffusi stamattina prima dell’apertura dei mercati, si annunciano solidi: il consensus degli analisti stima un utile netto oltre i 2,3 miliardi di euro e ricavi superiori ai 6 miliardi. Ma sul tavolo, almeno ufficialmente, non c’era il dossier su Piazza Meda. Secondo quanto si apprende, l’Ops da circa 10 miliardi lanciata da Unicredit sull’istituto guidato da Giuseppe Castagna non è stata affrontata nel board di ieri, anche perché non inserita formalmente all’ordine del giorno della riunione.Il ceo Andrea Orcel (in foto) riferiscono fonti vicine alla banca aggiornerà il consiglio solo una volta che saranno avvenute, con un qualche esito, le interlocuzioni non ancora avviate con Palazzo Chigi sulle prescrizioni previste nel decreto Golden Power, che hanno posto forti limiti all’operazione. Al momento, il confronto con Roma si sarebbe mantenuto su un piano tecnico, ma non si segnalano aperture significative. Anzi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando sabato in Lombardia, ha ribadito con fermezza che «fino a questo momento sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l’Europa», rimarcando la legittimità delle misure anche di fronte ai rilievi provenienti da Bruxelles.Le condizioni poste dal governo rendono oggi molto più difficile per Unicredit trarre i benefici attesi dall’operazione, a partire dalle sinergie industriali inizialmente stimate. I vincoli contenuti nel decreto Golden Power approvato lo scorso 18 aprile tra frizioni all’interno dello stesso Consiglio dei ministri vanno dal mantenimento per cinque anni dell’esposizione di Anima ai titoli di Stato italiani, al divieto di ridurre il loan/deposit ratio delle due banche in Italia, fino all’obbligo per Unicredit di cessare tutte le attività in Russia entro nove mesi. Si tratta di condizioni che inciderebbero sul Cet1 dell’entità combinata e sulla gestione futura. LEGGI TUTTO

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    Un decreto per spingere Ponte e Pnrr

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    Dal Ponte sullo Stretto al caro-voli, dalle concessioni autostradali alla stagione balneare: la bozza del dl Infrastrutture, ancora in fase di definizione al ministero guidato dal vicepremier Matteo Salvini (in foto), si configura come un intervento ampio e multisettoriale. Composta da 16 articoli, la bozza mira a dare impulso a opere strategiche, correggere misure esistenti e semplificare i processi di investimento. Alcuni articoli sono ancora soggetti all’opportuna verifica da parte della Ragioneria generale dello Stato.La società Stretto di Messina, incaricata della realizzazione del Ponte tra Calabria e Sicilia, sarà iscritta all’elenco delle stazioni appaltanti dell’Anac. Potrà quindi gestire direttamente le gare per l’affidamento di lavori, servizi e forniture, accelerando la fase operativa del progetto. Il testo precisa che i costi contrattuali potranno essere aggiornati, ma entro un limite massimo del 50%, in linea con la normativa Ue. L’intero investimento previsto per il Ponte è pari a 13,5 miliardi di euro, coprendo anche le opere correlate.Il decreto contiene misure per accelerare la realizzazione dei progetti finanziati con risorse del Pnrr, del Piano Nazionale Complementare (Pnc) e dei fondi strutturali europei. Previste anche misure per la riqualificazione urbanistica e la continuità del trasporto pubblico nelle aree interessate dai cantieri ferroviari.Un altro punto chiave riguarda il caro-voli, soprattutto verso le aree periferiche come le isole minori. L’articolo 12 della bozza riscrive parzialmente la norma già introdotta nel 2023: il governo potrà imporre tetti massimi alle tariffe aeree per specifiche categorie di passeggeri, nel caso in cui dinamiche di mercato legate alla stagionalità o a eventi straordinari comportino aumenti significativi. Novità anche per la stagione balneare, che il decreto fissa a livello nazionale: durerà dalla terza settimana di maggio alla terza di settembre. Regioni ed enti locali potranno anticiparne o posticiparne l’inizio di una settimana, mantenendo inalterata la durata complessiva. È sempre ammessa l’apertura delle strutture fuori stagione, purché garantiscano assistenza ai bagnanti o siano attive per fini elioterapici. Sul fronte economico, il decreto aggiorna anche il criterio per il calcolo dei canoni demaniali marittimi: in assenza dell’indice Istat dei valori all’ingrosso, si userà l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali.Si rafforza il ruolo dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) nella definizione dei pedaggi autostradali. Il decreto attribuisce all’Art il potere di adottare direttamente il sistema tariffario, superando l’attuale meccanismo di approvazione caso per caso. Una novità che punta a rendere più omogeneo e trasparente il quadro tariffario. Sul fronte delle concessioni, per favorire l’avvio delle nuove gare sarà possibile, per tre anni dall’entrata in vigore del decreto, adottare anche in modalità stralcio l’elenco delle opere e dei lavori di manutenzione straordinaria da inserire nei bandi, anche prima della definizione del piano economico-finanziario. LEGGI TUTTO

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    Infrastrutture, c’è il piano del governo: focus su Ponte sullo Stretto, Pnrr e Olimpiadi

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    È attualmente in fase di lavorazione la bozza del decreto-legge Infrastrutture, messa a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si compone di 16 articoli e contiene misure urgenti in ambito infrastrutturale e dei trasporti. Il testo, ancora non definitivo e soggetto a verifica da parte della Ragioneria generale dello Stato.Ponte sullo Stretto e opere strategicheUna parte centrale della bozza è dedicata al Ponte sullo Stretto di Messina, per cui il decreto interviene con modifiche al dl 31 marzo 2023, n. 35, al fine di garantire la tempestiva operatività della società Stretto di Messina S.p.A. e il rispetto del cronoprogramma. Il costo complessivo stimato dell’opera e delle infrastrutture correlate è ora coperto interamente da uno stanziamento di 13,5 miliardi di euro, superiore ai 12 inizialmente previsti. Sono previsti adeguamenti dei prezzi contrattuali e disposizioni relative al collegio consultivo tecnico.Investimenti legati a Pnrr e PncIl decreto contiene misure per accelerare la realizzazione dei progetti finanziati con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), del Piano Nazionale Complementare (Pnc) e dai fondi strutturali Ue. La Missione 3 del Pnrr, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, prevede 25,4 miliardi di investimenti. Complessivamente, le ferrovie assorbono circa 54,2 miliardi di euro, pari al 65% dei fondi Pnrr-Pnc destinati a infrastrutture. Il decreto prevede anche misure per la riqualificazione urbanistica e la continuità del trasporto pubblico nelle aree interessate dai cantieri ferroviari.Olimpiadi invernali e grandi eventi sportiviUn altro pilastro del testo è rappresentato dai finanziamenti per le opere connesse ai Giochi olimpici e paralimpici invernali «Milano-Cortina 2026». È prevista una spesa complessiva di 827,88 milioni di euro, ripartita fino al 2032. Si prevedono inoltre stanziamenti per altri eventi sportivi di rilievo internazionale, come il Gran Premio di Formula 1 di Monza, con contributi pluriennali all’Aci pari a 5,25 milioni di euro nel 2025 e 5 milioni annui dal 2026 al 2032.Concessioni autostradali e semplificazioniIl provvedimento contiene anche modifiche alla disciplina delle concessioni autostradali, per accelerare l’avvio delle procedure di evidenza pubblica e migliorare l’efficienza dei rapporti concessori esistenti. Contestualmente, si interviene sul codice dei contratti pubblici (dlgs 36/2023) per semplificare e velocizzare gli investimenti infrastrutturali.Trasporti, porti, demanio e altri interventiIl testo affronta numerosi altri ambiti operativi:viene regolamentata la gestione del demanio marittimo e portuale, con aggiornamenti annuali dei canoni;sono introdotte norme a tutela della continuità dei servizi di autotrasporto, con uno stanziamento di 6 milioni di euro per il rinnovo del parco veicoli nel 2025 e 2026;è previsto il potenziamento della sicurezza informatica e gestionale degli uffici della motorizzazione civile, con fondi per oltre 14 milioni di euro distribuiti su tre anni;sono definite nuove disposizioni per il lavoro portuale e la funzionalità dell’Autorità per la laguna di Venezia;viene autorizzata la spesa per la continuità dei servizi della Ferrovia Circumetnea, pari a 2,88 milioni nel 2025 e a 6,68 milioni dal 2026;si rafforza la capacità amministrativa della società in house Ram S.p.A., con un accordo di servizio triennale da 6,3 milioni di euro complessivi.Stagione balneare, caro-voli, passaggi a livelloNel provvedimento trovano spazio anche misure secondarie ma rilevanti, tra cui la revisione della norma sul caro-voli approvata nel 2023, la determinazione della stagione balneare e disposizioni urgenti in materia di sicurezza ai passaggi a livello ferroviari, estendendo la possibilità di apporre protezioni anche al personale non direttamente addetto alla custodia. LEGGI TUTTO