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    Von der Leyen alla prova sulla crisi dell’automotive

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    Ursula von der Leyen alla prova del nove. E’ infatti partito oggi, voluto dalla stessa presidente della Commissione Ue, il “Dialogo strategico” con il mondo automotive sul futuro dell’industria europea. Un dialogo, secondo le intenzioni di von der Leyen, volto ad affrontare le sfide cruciali del settore e a garantire il suo continuo successo come uno dei principali motori dell’economia europea.Il prossimo 5 marzo (a elezioni politiche in Germania avvenute e il cui esito inciderà non poco sulle future scelte strategiche di Bruxelles), sarà presentato il piano d’azione globale scaturito dal dialogo al via oggi. Di fatto, verranno affrontate tutte le problematiche emerse dopo il varo del “Green Deal” e responsabili dello stato di enorme difficoltà che l’intero ecosistema automotive europeo sta vivendo.”Tracceremo un percorso chiaro per garantire che la nostra industria possa prosperare in Europa e competere con successo sulla scena globale”, afferma la presidente della Commissione Ue, peccato che sia stata lei stessa a dare la benedizione, nel corso della precedente legislatura, alla visione ideologica che ha trascinato il settore alla situazione attuale.Saranno annullate le multe miliardarie a carico dei costruttori per lo sforamento delle nuove emissioni anti CO2 in vigore da inizio anno 2025? Sarà anticipata il prima possibile, rispetto alla scadenza fissata nel 2026, la verifica sull’andamento della transizione energetica che dal 2035 prevede la produzione e la vendita di sole vetture elettriche? Verrà acceso il semaforo verde sulla neutralità tecnologica, cioè sulla libertà da parte dell’utente di scegliere il tipo di alimentazione, tra cui i biocarburanti, virtuosa da utilizzare? E via di seguito. Sono questi i punti sui quali urge fare subito chiarezza.Ancora von der Leyen: “Stiamo agendo rapidamente per affrontare tutte le questioni”. Si è comunque perso tempo prezioso. Al di là della polmonite che ha impedito per alcune settimane alla presidente di adempiere ai propri impegni, si sarebbe potuto affrontare nel concreto tutti questi temi già alla fine dello scorso anno. A prevalere, però, sono stati i giochi di potere e delle poltrone. LEGGI TUTTO

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    Pil 2024 a +0,5%. Ecco tutti i dati sulla crescita del Paese

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    Nel quarto trimestre del 2024, il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, registrando comunque una crescita tendenziale dello 0,5% su base annua. Il dato per l’intero 2024 evidenzia un +0,5%, inferiore alle previsioni del Psb (+1%) e del ministro dell’Economia Giorgetti (+0,7%).Impatto delle revisioni statistiche sulle stime di crescitaÈ importante contestualizzare questi dati alla luce delle recenti revisioni dei conti economici nazionali effettuate dall’Istat. Nel settembre 2024, l’Istituto ha apportato significative modifiche alle stime del Pil per il triennio 2021-2023, con un aumento sostanziale per il 2021 e il 2022, e una lieve correzione al ribasso per il 2023. Queste revisioni hanno elevato il livello base del Pil, rendendo meccanicamente più contenuta la crescita percentuale per il 2024.Analisi settoriale e contributi alla crescitaL’analisi settoriale del quarto trimestre 2024 mostra una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, un aumento nell’industria e una contrazione nei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.Considerazioni sulle giornate lavorative e prospettive futureÈ rilevante notare che il 2024 ha beneficiato di quattro giornate lavorative in più rispetto al 2023, elemento che ha influenzato positivamente la crescita annuale. Tuttavia, nel quarto trimestre si sono avute due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente, fattore che ha contribuito alla stazionarietà congiunturale del Pil.Le variazioni nel numero di giornate lavorative possono avere un impatto significativo sull’attività economica, soprattutto in settori come l’industria manifatturiera e i servizi, dove la produzione e l’erogazione dei servizi sono strettamente legate al tempo di lavoro disponibile. Un minor numero di giornate lavorative in un trimestre può comportare una riduzione della produzione e delle vendite, influenzando negativamente il Pil trimestrale.È importante notare che le stime di crescita tengono conto degli effetti di calendario e sono destagionalizzate per fornire una visione più accurata delle tendenze economiche sottostanti. Tuttavia, variazioni significative nel numero di giornate lavorative possono ancora influenzare le performance economiche trimestrali e annuali. Ad esempio, la Banca d’Italia, nelle sue proiezioni macroeconomiche, aveva indicato che la crescita del Pil per il 2024 sarebbe stata dello 0,6%, o dello 0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative, evidenziando l’impatto di questo fattore sulle stime economiche. LEGGI TUTTO

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    Maxi elettrodotto Europa-Africa per le fonti rinnovabili

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    Sarà il primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa: un grande progetto infrastrutturale che contribuirà alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico italiano e al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati a livello nazionale e internazionale. Elmed, il nuovo elettrodotto sottomarino che collegherà l’Italia e la Tunisia, è già l’emblema delle diverse interconnessioni che Terna sta realizzando.Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Giuseppina Di Foggia lo costruirà con Steg, la società tunisina per l’energia e il gas, installando un cavo sottomarino di oltre 200 chilometri che connetterà i due Paesi affacciati sul Mediterraneo. L’infrastruttura garantirà una maggiore integrazione di energia prodotta da fonti rinnovabili e costituirà ha sottolineato Di Foggia «il primo ponte energetico tra i due continenti».Si tratta di un progetto strategico per l’Italia, incluso infatti nel Piano Mattei per l’Africa, ma anche fondamentale per l’Europa, tanto che la stessa Commissione Ue ha deciso di puntare su di esso. L’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 225 chilometri (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri, raggiunti lungo il Canale di Sicilia. Per quanto riguarda l’Italia, il cavo si snoderà per circa 118 chilometri, di cui circa 100 in mare e altri 18 interrati, approdando a Castelvetrano, sempre in provincia di Trapani. Sul fronte tunisino l’infrastruttura percorrerà invece 106 chilometri, di cui circa 100 in mare e altri 6 interrati, arrivando nella municipalità di Kelibia.La grande opera sarà ad altissimo tasso di innovazione e sostenibilità, valori cardine del progetto: le stazioni elettriche di conversione da cui partiranno i cavi terrestri Hvdc saranno infatti realizzate secondo i più avanzati standard tecnici e tecnologici, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei territori circostanti. Questo, grazie anche all’utilizzo di architetture e di colori in sintonia con il paesaggio. Per l’infrastruttura sono stati condotti accurati studi marini e ambientali che hanno consentito di definire il tracciato migliore a tutela dei fondali e degli ecosistemi esistenti. LEGGI TUTTO

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    Terna accompagna la Tunisia verso la transizione energetica

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    Un «ponte» tra Europa e Africa per accelerare l’innovazione tecnologica e favorire lo sviluppo delle competenze nel settore energetico tunisino. Terna continua a investire nella transizione energetica e nella crescita: il gruppo italiano guidato dall’amministratore delegato e direttore generale Giuseppina Di Foggia ha inaugurato ieri a Tunisi il nuovo Terna Innovation Zone, il primo hub di innovazione in Africa gestito dall’azienda. Si tratta di un progetto di responsabilità sociale di impresa che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Tunisia contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa. L’iniziativa è stata presentata ieri nella capitale tunisina dalla stessa Di Foggia, alla presenza di Faycel Tarifa, presidente e direttore generale di Steg, Société Tunisienne de l’Électricité et du Gaz, e del ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.«Con il Terna Innovation Zone in Tunisia confermiamo il nostro impegno per una transizione energetica giusta e inclusiva che valorizzi le eccellenze locali, contribuisca alla crescita dell’ecosistema dell’innovazione tunisino e crei nuove opportunità per startup, professionisti e giovani talenti del settore energetico», ha commentato Giuseppina Di Foggia, sottolineando come questo progetto interpreti «i valori della responsabilità sociale d’impresa, coniugando innovazione, formazione, condivisione di conoscenze e cooperazione internazionale, per costruire un futuro energetico sostenibile insieme ai nostri partner tunisini». Il ministro Pichetto Fratin ha invece definito il nuovo Terna Innovation Zone un «motore di formazione di capitale umano altamente specializzato, per gestire da protagonisti sfide e opportunità della transizione energetica e rafforzare ancora di più la grande amicizia e collaborazione tra Italia e Tunisia». Tra le autorità presenti all’evento di ieri a Tunisi, anche Mohamed Ali Nafti, ministro degli Affari esteri della Repubblica Tunisina, Wael Chouchane, segretario di Stato per la Transizione Energetica della Repubblica Tunisina, Fabrizio Saggio, coordinatore della Cabina di Regia del Piano Mattei e consigliere diplomatico del primo ministro italiano, e Alessandro Prunas, ambasciatore d’Italia a Tunisi.Nel concreto, il Terna Innovation Zone si propone di rafforzare l’ecosistema dell’innovazione a sostegno dell’imprenditorialità innovativa, fungendo da laboratorio di formazione specialistica che contribuirà al progresso del settore energetico del Paese nordafricano. A tal fine, il nuovo hub ospiterà programmi di open innovation e di accelerazione, grazie ai quali le startup tunisine potranno accedere a risorse, competenze e opportunità derivanti dal network globale di collaborazioni di Terna in diversi ecosistemi internazionali dell’innovazione, nonché beneficiare del know-how tecnico messo a disposizione dal gruppo italiano.Già nel mese di febbraio verrà lanciata la prima iniziativa pianificata proprio con questo obiettivo, ovvero una «call for startup», e a seguire sarà avviato un programma di «scaling» dedicato alle startup tunisine innovative più promettenti e attive nei settori della transizione energetica e digitale. In linea con i principi di una transizione energetica e digitale giusta, le attività del Terna Innovation Zone tunisino si concentreranno inoltre sulla formazione e sullo sviluppo di ingegneri e tecnici in campo energetico, anche attraverso la collaborazione fra Terna e le università locali. Verrà così cresciuta una nuova generazione di professionisti del settore dotati di competenze al passo coi tempi e necessarie all’adozione di nuove tecnologie in grado di garantire una maggiore efficienza al sistema energetico tunisino. «Il Terna Innovation Zone non sarà solo un luogo fisico, condiviso con l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e con la Camera tuniso-italiana di Commercio e Industria, ma anche un simbolo del nostro impegno a valorizzare il talento e alimentare il progresso tecnologico», ha dichiarato ancora Giuseppina Di Foggia. LEGGI TUTTO

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    Verso un ritocco al cuneo per i redditi troppo bassi

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    L’estensione del trattamento integrativo da circa 1.200 euro annui ai lavoratori con una retribuzione lorda compresa tra 8.500 e 9.000 euro sarà oggetto di «un’attenta valutazione». È quanto ha dichiarato la sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano (in foto), rispondendo in commissione Finanze alla Camera a un’interrogazione M5s riguardo gli effetti della legge di Bilancio.Albano ha spiegato che nel 2024, grazie alla riduzione dell’aliquota contributiva, alcuni lavoratori hanno visto aumentare il proprio reddito imponibile Irpef, raggiungendo così la soglia necessaria per ricevere il trattamento integrativo. Tuttavia, con la cessazione della misura di decontribuzione, questi lavoratori torneranno a livelli di reddito che non consentono più l’accesso al beneficio. «Ciò sarebbe dovuto – ha chiarito Albano – alla circostanza che nel 2024 avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell’aliquota contributiva, che aveva conseguentemente portato ad aumentare i redditi imponibili Irpef». Cominciando a pagare imposte, ha proseguito, «questi contribuenti avevano ricevuto anche il trattamento integrativo da 1.200 euro che in mancanza di decontribuzione non sarebbe spettato».La legge di Bilancio 2025 ha confermato il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento al 23% delle prime due aliquote Irpef con l’obiettivo di rendere più equa la distribuzione dei benefici per i lavoratori. Nel 2024, però, il taglio dei contributi per un reddito di 8.500 euro lordi agiva a monte aumentando di 549 euro l’imponibile fiscale. Quest’anno, invece, le fasce di reddito più basse percepiscono un bonus pressoché equivalente (548 euro) che agisce invece a valle perché è esentasse. Un contribuente con un reddito tra 8.500 e 9.000 euro annui, praticamente, finisce in no tax area (da 8.268 a 7.719 euro) e di conseguenza la sua imposta lorda vale meno della detrazione (1.775 euro contro 1.880). Come si dice in gergo fiscale, è diventato «incapiente», cioè l’imposta è talmente bassa da non potergli consentire di usufruire degli sgravi. Niente più bonus Renzi-Conte, pertanto, da 100 euro al mese, in quanto è diventato un trattamento integrativo. LEGGI TUTTO

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    Trump lancia il suo spazio cripto

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    Donald Trump ha infiammato Wall Street con la sua ultima trovata. La Trump Media and Technology Group (Tmtg), la società che controlla il social network Truth Social, ha annunciato il lancio di Truth.Fi, una piattaforma fintech che offrirà servizi finanziari, inclusi investimenti in criptovalute. L’annuncio ha avuto un impatto immediato sul Nasdaq, Tmtg è salita del 6% dopo aver toccato un massimo intraday del +15%. L’iniziativa è stata presentata da Devin Nunes (in foto), Ceo di Tmtg e stretto alleato di Trump, come parte di una strategia più ampia per costruire un ecosistema. «Truth.Fi è un’estensione naturale della nostra missione», ha detto aggiungendo che, dopo aver iniziato con una piattaforma per la libertà di parola, «siamo passati alla tv in streaming e ora espandiamo il nostro impegno nel settore finanziario». Previsti investimenti per 250 milioni di dollari in Bitcoin, criptovalute simili e titoli digitali, in collaborazione con la società di intermediazione Charles Schwab. Questo dettaglio ha sollevato interrogativi sui potenziali conflitti di interesse, considerando che Samantha Schwab, nipote del fondatore, è vice capo dello staff del Dipartimento del Tesoro nell’amministrazione Trump.L’espansione di Truth.Fi avviene in un momento in cui anche altri grandi nomi della tecnologia si stanno muovendo nella stessa direzione.Elon Musk, con la sua piattaforma X, ha recentemente annunciato iniziative nei servizi finanziari, creando un parallelo diretto tra le due figure più influenti nel panorama conservatore statunitense. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica e inclusione: le sfide delle cooperative al centro del dibattito europeo

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    In occasione dell’Anno internazionale delle Cooperative proclamato dall’Onu, Confcooperative ha incontrato a Bruxelles un’ampia delegazione di europarlamentari italiani per discutere delle sfide e delle opportunità che il settore cooperativo affronta nell’ambito della transizione ecologica, dell’inclusione e della sostenibilità.All’incontro hanno partecipato 35 europarlamentari, tra cui Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, Irene Tinagli, copresidente dell’intergruppo, e diversi altri esponenti politici come Francesco Torselli, Stefano Bonaccini, Massimiliano Salini e Raffaele Stancanelli. Il confronto ha toccato temi fondamentali come agroalimentare, credito, welfare, casa e appalti pubblici, sottolineando il ruolo strategico delle cooperative nell’economia europea.Secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, l’economia sociale rappresenta una componente essenziale dell’economia europea, con 4,3 milioni di imprese e oltre 11,5 milioni di occupati. Le cooperative, parte integrante di questo settore, impiegano 4,5 milioni di persone, di cui 1,3 milioni in Italia. Circa la metà di questi lavoratori opera nelle 16.500 imprese associate a Confcooperative, che da sole contribuiscono al 4% del Pil nazionale.Le sfide delle cooperative nei vari settoriLe cooperative operano in numerosi settori imprenditoriali, ognuno con specifiche sfide e opportunità. Nel comparto agroalimentare e della pesca, l’attenzione è rivolta alla sostenibilità, alla semplificazione normativa e alla competitività. Il settore del credito, invece, deve affrontare la necessità di modelli di sviluppo territoriale più inclusivi e resilienti.Un punto centrale dell’incontro è stato il tema degli appalti pubblici, che rappresentano il 14% del Pil dell’Unione europea. Gardini ha sottolineato l’importanza di adottare criteri di selezione che non si basino esclusivamente sul risparmio economico, ma che privilegino innovazione e qualità, incentivando così la crescita delle imprese locali.Welfare e inclusione socialeNel settore del welfare, Confcooperative ha evidenziato la necessità di investimenti più consistenti da parte degli Stati membri per garantire servizi sociali adeguati. Secondo Gardini, l’allocazione del 2,5% del Pil a tali politiche potrebbe migliorare significativamente il sistema sanitario e assistenziale europeo. La cooperazione sociale gioca un ruolo chiave nella gestione dei servizi di assistenza primaria e la formazione del personale sanitario è una delle priorità su cui l’Europa dovrebbe investire.Giovani, donne e il futuro della cooperazione LEGGI TUTTO