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    Visita fiscale, non sempre è concessa: per quali patologie si è esentati dai controlli

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    Con il termine visita fiscale ci si riferisce all’accertamento medico domiciliare predisposto dal datore di lavoro, dall’Inps o dalla Asl competente finalizzato a verificare lo stato di salute di un dipendente assente per malattia.Come previsto dalla normativa, un dipendente ammalato ha il pieno diritto di non presentarsi sul posto di lavoro senza per questo perdere la retribuzione spettante, o l’impiego. Ci sono però dei passaggi che devono essere rispettati affinché il lavoratore possa beneficiare dell’indennità di malattia. Durante il periodo dell’esonero da lavoro, il dipendente può essere soggetto a visite mediche domiciliari, più impropriamente dette “visite fiscali”. Per questa ragione esistono degli orari e dei giorni precisi nei quali il lavoratore deve essere reperibile presso il domicilio indicato. In caso di assenza possono esserci conseguenze anche serie, che prevedono sanzioni e licenziamento per ragioni disciplinari.Ci sono però delle patologie che non prevedono la visita fiscale. Questo avviene quando la visita è da considerarsi superflua, oppure quando rischia di aggravare le condizioni di salute del dipendente. È ovviamente il medico curante a suggerire l’esonero dalla visita fiscale, inserendo nel certificato di malattia il codice “E”. Il medico dell’Inps provvederà poi a confermarlo oppure a negarlo.Fra le condizioni che possono valere l’esonero abbiamo l’infortunio sul lavoro, o una malattia di carattere professionale; una malattia correlata a un’invalidità civile che risulti pari o superiore al 67%; una gravidanza a rischio; oppure la necessità di sottoporsi a delle terapie salvavita per gravi patologie. LEGGI TUTTO

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    Pagamenti Inps, tutti i versamenti da marzo 2025

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    Marzo 2025 porta con sé un nuovo calendario di pagamenti Inps, che riguarda diverse prestazioni economiche per pensionati, famiglie e lavoratori. Tra i principali benefici, oltre alle pensioni, ci sono l’Assegno Unico Universale, l’Assegno di Inclusione (Adi), il Supporto Formazione e Lavoro (Sfl), e le indennità di disoccupazione NASpI e Dis-Coll. Se si rientra tra i beneficiari di queste prestazioni, è importante conoscere le date esatte di accredito per pianificare meglio il bilancio mensile. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sui versamenti Inps di marzo 2025.Quando arriva il pagamento InpsPer i pensionati, i pagamenti sono già in corso. Chi ritira la pensione presso Poste Italiane può farlo a partire dal 1° marzo, con una distribuzione che dipende dall’iniziale del cognome. I beneficiari con cognomi dalla A alla B potranno riscuotere il pagamento il 1° marzo, mentre per chi ha cognomi dalla C alla D la data è il 3 marzo, e così via fino al 7 marzo, per i cognomi dalla S alla Z. Chi ha scelto l’accredito su conto bancario, invece, ha visto il pagamento a partire dal 3 marzo. È consigliabile verificare gli orari degli uffici postali locali per evitare attese e disagi.Assegno Unico Universale e Supporto Formazione e LavoroL’Assegno Unico Universale, destinato alle famiglie con figli a carico, sarà accreditato tra il 18 e il 20 marzo 2025 per chi non ha modificato l’Isee o la composizione del nucleo familiare. Per chi ha aggiornato l’Isee o la composizione familiare, l’accredito avverrà verso la fine del mese. A marzo, inoltre, verranno erogati gli arretrati relativi alle maggiorazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, con un incremento dell’0,8% rispetto ai nuovi importi Istat.Assegno di InclusioneL’Assegno di Inclusione riservato alle famiglie con un Isee inferiore a 9.360 euro, sarà pagato in due date: entro il 18 marzo per i nuovi beneficiari, e il 27 marzo per chi è già in ricezione. Il pagamento sarà effettuato sulla Carta di Inclusione, che può essere utilizzata per acquisti di beni essenziali e prelievi di contante. Il Supporto Formazione e Lavoro, destinato a chi partecipa a percorsi di formazione e politiche attive per il lavoro, avrà il pagamento suddiviso in due date: il 15 marzo per le domande inviate dopo metà febbraio e il 27 marzo per quelle presentate entro il 15 marzo. Per ricevere questo contributo, è necessario partecipare attivamente ai corsi previsti dal programma.NASpI, Dis-Coll e Carta AcquistiLe indennità NASpI e Dis-Coll, destinate ai disoccupati, verranno erogate entro metà marzo, con date variabili in base alla presentazione delle domande. I beneficiari possono consultare il proprio fascicolo previdenziale Inps online per conoscere la data esatta di accredito. Infine, la Carta Acquisti, che offre un beneficio economico di 80 euro bimestrali per i cittadini con reddito molto basso, non verrà ricaricata a marzo. Il pagamento relativo a questo mese sarà ricaricato ad aprile, secondo il sistema bimestrale. LEGGI TUTTO

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    Bonus dei single: come incassare fino a 845 euro

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    In Italia, vivere da soli senza un reddito stabile è una realtà che colpisce sempre più persone, soprattutto in un periodo in cui la disoccupazione è un problema persistente e le spese quotidiane sono in continuo aumento. Per aiutare chi si trova in queste difficoltà, il governo ha previsto una serie di misure economiche, tra cui il bonus fino a 845 euro mensili, pensato per offrire un sostegno concreto a chi vive in solitudine o è disoccupato. Ecco come funziona e tutto ciò che c’è da sapere.Le misure per chi vive da soloIl bonus si articola in diverse forme di sostegno, che vanno dall’Assegno di Inclusione, al Supporto per la Formazione e il Lavoro, fino all’Assegno Sociale, pensato per le persone anziane. L’Assegno di Inclusione è uno degli strumenti principali. Introdotto nel 2025, questo contributo fornisce un aiuto mensile che può arrivare a un massimo di 845 euro. L’importo varia a seconda della situazione economica e dell’età del beneficiario. Per chi non ha reddito, il massimo che può essere ricevuto è di 541,66 euro al mese. Le persone di età superiore ai 67 anni possono ottenere un importo che arriva fino a 682,50 euro, con la possibilità di ricevere anche un contributo per il pagamento dell’affitto, che può arrivare fino a 303,33 euro mensili.I requisiti per ricevere il bonusPer poter accedere all’Assegno di Inclusione, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici. L’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) deve essere inferiore a 10.140 euro e il reddito annuale non deve superare i 6.500 euro. Inoltre, il beneficiario deve avere residenza in Italia da almeno cinque anni. Il bonus non è solo un aiuto economico, ma è anche legato a progetti di reinserimento nel mondo del lavoro, per favorire l’autosufficienza economica delle persone che sono in età lavorativa. Per chi ha tra i 18 e i 59 anni, esiste anche il Supporto per la Formazione e il Lavoro, che eroga 500 euro al mese per un massimo di 12 mesi, con possibilità di proroga. Questa misura è pensata per chi vuole rientrare nel mercato del lavoro attraverso corsi di formazione professionale e servizi di orientamento al lavoro.L’assegno sociale per gli over 67Per le persone di età superiore ai 67 anni che non hanno reddito sufficiente, esiste l’Assegno Sociale, che fornisce un importo di 538,68 euro al mese per 13 mensilità. Inoltre, le persone che superano i 70 anni possono ricevere un incremento sull’importo mensile. L’Assegno Sociale è destinato a chi ha un reddito inferiore a 7.002,84 euro all’anno, ed è una misura fondamentale per garantire una vita dignitosa a chi si trova in difficoltà economica nell’età avanzata.Possibilità di cumulo tra misure diverseMolti si chiedono se è possibile cumulare l’Assegno Sociale e l’Assegno di Inclusione. Sebbene non sia possibile ricevere entrambe le misure contemporaneamente, esiste la possibilità di combinare i due aiuti in base alla situazione specifica del beneficiario. In tal caso, si potrà arrivare fino al massimo di 845 euro mensili, a condizione che vengano rispettati i requisiti e che la somma dei due aiuti non superi tale importo. LEGGI TUTTO

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    Occhio alle fatture da pagare via mail: i truffatori possono intercettarle e cambiare l’Iban

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    Attenzione a questa nuova truffa informatica rivelatasi particolarmente insidiosa. I cybercriminali hanno infatti trovato il modo di entrare nelle mail delle vittime e modificare l’Iban delle fatture da pagare online per farsi accreditare il denaro. Si tratta di un raggiro altamente pericoloso, che ha portato alla sottrazione di cifre davvero considerevoli.Un caso molto eclatante arriva da Perugia, dove la procura della Repubblica è da poco riuscita a dissequestrare e a restituire ben 54mila euro alla vittima. L’importo, rimasto bloccato fino ad ora al fine delle indagini, è tornato al legittimo proprietario. Quest’ultimo ha perduto così tanto denaro proprio perché finito nel mirino di un gruppo di malviventi. Questi erano riusciti a entrare nella sua casella email, e lì avevano intercettato una trattativa di carattere economico per la compravendita di un’automobile. L’uomo aveva ricevuto la fattura con la cifra da pagare (54mila euro), e i criminali hanno “semplicemente” modificato l’Iban per ricevere l’accredito.Stando a quanto dichiarato dagli esperti del settore, questa truffa rientra nella tecnica della Business Email Compromise (BEC). In sostanza, i malviventi riescono a entrare nelle caselle di posta elettronica aziendali e a intercettare le transazioni, per inservisi in mezzo. Questo è quanto avvenuto alla vittima che, una volta compresa la situazione, si è rivolta alla polizia postale, avviando così le indagini. L’uomo, titolare di una concessionaria di auto nel Perugino, aveva ricevuto la fattura di pagamento di un veicolo e, come da prassi, aveva effettuato il bonifico da 54mila euro riferendosi all’Iban indicato, non sapendo di stare inviando il denaro ai truffatori. LEGGI TUTTO

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    Sale ancora il gas: cosa succede alle bollette di febbraio

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    “Il 2025 sarà ancora molto duro, salvo non ci sia diminuzione del prezzo del gas, che è legato a equilibri politici”. All’odierno evento de ilGiornale dedicato proprio ai temi dell’energia, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, aveva rappresentato lo stato delle cose con particolare trasparenza. Al di là delle strategie energetiche – aveva avvisato – molto dipenderà anche dagli accadimenti geopolitici. Non a caso, proprio in queste settimane di profonda incertezza sul piano internazionale, l’Arera – l’Autorità di regolazione per l’energia, il gas, l’acqua, e i rifiuti – ha comunicato un aumento del 3% sulle bollette del gas rispetto a gennaio per il servizio di tutela.Per il mese di febbraio, che ha visto le quotazioni all’ingrosso in aumento rispetto a quelle registrate a gennaio, il prezzo della sola materia prima gas, per i clienti nel servizio di tutela della vulnerabilità è pari a 52,91 euro/MWh, in aumento del 3%. Nel dettaglio – annota l’Arera – la spesa per la materia gas naturale è di 59,52 centesimi di euro (pari al 45,6% del totale della bolletta) per l’approvvigionamento del gas naturale e per le attività connesse; 6,15 centesimi di euro (4,7% del totale della bolletta) per la vendita al dettaglio. La spesa per il trasporto e la gestione del contatore si attesta a 26,80 centesimi di euro (20,5% del totale della bolletta) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della distribuzione, qualità. La spesa per oneri di sistema ammonta a 2,94 centesimi di euro (2,3% del totale della bolletta) per gli oneri generali di sistema; infine 35,02 centesimi di euro (26,9% del totale della bolletta) per le imposte.”Se il mercato del gas tenesse questi prezzi, non scendesse, dovremmo in qualche modo trovare un intervento sul prezzo complessivo, che riguarda tutti, imprese e utenze domestiche”, ha comunque messo in chiaro il ministro Pichetto Fratin nel pomeriggio, manifestando tutta l’attenzione dell’esecutivo alla materia di strettissima e urgente attualità.Intanto, il decreto bollette ha finalmente ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri. Al centro della strategia dell’esecutivo per contrastare il caro energia c’è il potenziamento del bonus sociale, il contributo rivolto alle famiglie con redditi bassi (sotto i 9.530 euro) per far fronte ai costi di luce, gas e acqua. L’intervento principale consisterà in un aiuto una tantum da 200 euro, valido per i prossimi tre mesi, per chi ha un Isee inferiore a 25mila euro, che potrà arrivare a 500 euro per chi già beneficia del bonus sociale ordinario. Sul fronte politico le opposizioni utilizzano già le notizie dei rincari come arma contro l’esecutivo, tacendo però sia il contesto internazionale che ha fatto impazzire i prezzi, sia i ritardi accumulati negli anni dall’Italia sul fronte dell’indipendenza energetica. LEGGI TUTTO

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    “Il tuo account è sospeso”: attenti alla truffa su Netflix

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    Non aprite quella mail: negli ultimi giorni sono molte le segnalazioni di utenti truffati da malintenzionati che sfruttano il nome dell’azienda Netflix per ingannare i propri abbonati e provare a svuotare i loro conti correnti con un solo click.Come funziona la truffa”Il tuo account è in sospeso. Aggiorna i tuoi dati di pagamento. Stiamo riscontrando alcuni problemi con le tue attuali informazioni di fatturazione. Ci riproveremo, ma nel frattempo potresti voler aggiornare i tuoi dati di pagamento”: è questo il contenuto della mail fraudolenta che ha davvero un aspetto realistico che può trarre in inganno occhi non attenti. Nulla di più falso: si può controllare il proprio account perfettamente funzionante ma soprattutto non bisogna mai cliccare sul link inserito nella finta mail perché si corre il rischio di farsi rubare i propri dati personali e quelli relativi a carte di credito e conto corrente, dati che vengono richiesti se si va avanti con la procedura.Cosa può succedereChi rimane vittima di questo raggiro può correre diversi rischi: oltre al furto dell’account Netflix che può essere utilizzato dagli hacker, come detto c’è l’accesso ai dati sulle carte di credito. Per scoprire che si tratta di una truffa si può innanzitutto cliccare sul mittente (soltanto lì) della mail scoprendo che non ha il dominio di Netflix. Ma poi, questa mail di pishing sono poco credibili anche per gli errori grammaticali che contengono, per l’ingiustificata richiesta urgente con i dati sensibili e per il messaggio che è molto generico. La piattaforma di streaming non chiederà mai ai propri abbonati i dati sensibili in questo modo.L’avviso di Netflix”Se ricevi un’email o un messaggio di testo (Sms) con una richiesta di informazioni sul tuo account Netflix, numero di telefono, password, o metodo di pagamento, probabilmente non proviene da Netflix”, scrive sul sito ufficiale la piattaforma americana che specifica quanto accennato prima. “Non chiediamo mai di condividere i tuoi dati personali in un Sms o in un’email. Ciò include: numero di carta di credito o di debito; informazioni del conto corrente; password Netflix”. LEGGI TUTTO

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    Temperature in aumento, ecco quando andranno spenti i termosifoni

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    Con il mese di marzo ci si avvicina a grandi passi alla primavera e ad un primo innalzamento delle temperature: ciò significa che molto presto andranno spenti i termosifoni all’interno delle case e dei luoghi pubblici, dal momento che non ci sarà più necessità di proteggerci dal freddo dei mesi invernali. Come sempre, il calendario con le date di spegnimento non è uguale per tutti: si procederà a seconda della zona climatica in cui ci troviamo.A determinare quali siano le date di spegnimento dei termosifoni è il DPR numero 412 del 1993, che stabilisce periodo, fasce orarie e zone climatiche della Nazione. Ciò serve ovviamente per dare una regola comune, contenere i consumi energetici e diminuire l’impatto sull’ambiente.Sono sei le zone climatiche in cui, secondo il DPR del 1993, viene divisa l’Italia. Si va dalla lettera A fino alla lettera F, partendo dalle aree più calde fino ad arrivare a quelle più fredde. Chiaramente in quelle zone in cui viene avvertito di più il freddo i riscaldamenti saranno mantenuti accesi per un periodo maggiore.In Zona A, dunque, troviamo le isole minori di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle; in Zona B, invece, rientrano Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento; in Zona C troviamo Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto; a seguire, in Zona D figurano le Province di Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo; ancora, in Zona E abbiamo le Province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza; infine, in Zona F, ci sono Belluno, Cuneo e Trento.Appurato ciò, per l’anno 2025 in Zona A i termosifoni dovranno essere spenti in data 15 Marzo 2025. In Zona B, invece, lo spegnimento è previsto per il giorno 31 Marzo 2025. In Zona C i termosifoni saranno spenti in data 31 Marzo 2025. In Zona D si slitta in avanti, con il giorno 15 Aprile 2025. Anche in Zona E lo spegnimento è previsto in data 15 Aprile 2025. Non è indicata alcuna data di spegnimento per la Zona F. LEGGI TUTTO

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    Imu ridotta per immobili in ristrutturazione nel 2025: cosa sapere

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    L’Imu ridotta per immobili in ristrutturazione rappresenta un’agevolazione importante, ma è soggetta a requisiti stringenti. I proprietari che vogliono ottenere il beneficio devono assicurarsi che l’edificio sia effettivamente inagibile e rispettare le procedure previste dal Comune. Per ottimizzare il risparmio fiscale, è consigliabile valutare anche le detrazioni per la ristrutturazione e pianificare con attenzione gli interventi edilizi. Ma approfondiamo le principali disposizioni e le novità legislative in merito.Imu ridotta: chi può beneficiarneSecondo la normativa vigente, gli immobili che beneficiano della riduzione dell’Imu devono presentare una condizione oggettiva di inabitabilità o inagibilità. Questo significa che: devono essere in uno stato di degrado strutturale tale da renderli non utilizzabili; non devono essere destinati a un uso abitativo o commerciale durante i lavori; il proprietario deve dimostrare con idonea documentazione lo stato dell’immobile.La riduzione dell’Imu è pari al 50% della base imponibile e si applica a partire dalla data in cui l’immobile viene dichiarato inagibile fino al termine dei lavori di ristrutturazione.Cosa dice la CassazioneUna recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che non rientrano nell’agevolazione gli immobili in corso di semplice ristrutturazione se non soddisfano i requisiti sopra elencati. In altre parole, se un immobile è oggetto di lavori manutentivi ma resta comunque utilizzabile, il proprietario non può richiedere la riduzione dell’Imu.Come ottenere la riduzionePer beneficiare dell’Imu ridotta, il proprietario deve: presentare una dichiarazione presso il Comune di competenza, attestando l’inagibilità dell’immobile; fornire documentazione tecnica, come una perizia di un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra) che certifichi lo stato dell’edificio; verificare le disposizioni comunali, poiché alcuni enti locali possono prevedere regole aggiuntive.Detrazioni per la ristrutturazione ediliziaOltre alla riduzione Imu, il 2025 conferma la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione, e cioè:50% di detrazione per le spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro, per le abitazioni principali; LEGGI TUTTO