La Regione Puglia finisce sotto accusa per la spesa sanitaria. E ora il piano di rientro è a rischio
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I punti chiave
La Puglia è di nuovo sotto esame per la gestione della spesa sanitaria, con la Ragioneria dello Stato che lancia un monito alla Regione. In un recente rapporto di monitoraggio, l’ente centrale sollecita la Puglia a presentare con urgenza il programma operativo che deve fissare gli obiettivi di spesa e i parametri per il raggiungimento del piano di rientro, altrimenti i rischi di nuove restrizioni diventano concreti. Il focus del documento riguarda soprattutto i costi legati alle prestazioni sanitarie erogate dai privati e alla spesa per i farmaci, aree in cui è necessario un maggiore controllo. A poco più di un anno dalla delibera che avrebbe dovuto segnare la fine del piano di rientro, con la fissazione di tetti di spesa per le ASL e una stretta sui privati, la Puglia continua a navigare in acque agitate, con il rischio di non riuscire a superare il pesante deficit che ancora grava sul suo sistema sanitario.Il piano di rientroA gennaio 2024 è stato inviato un piano di rientro 2024-2026, ma alle osservazioni del ministero non è stata data risposta. Tra i rilievi della Ragioneria dello Stato, manca la documentazione tendenziale e programmatica per il 2025-2026, necessaria per una valutazione completa. Positivi i progressi nella prevenzione, con un miglioramento nell’adesione agli screening oncologici, ma ancora insufficiente per mammografia e screening colonrettale. La Ragioneria sollecita anche misure per aumentare le coperture vaccinali pediatriche e antinfluenzali per gli anziani e attende il piano di riordino della rete ospedaliera, nonché i dati 2023 sulle reti tempo-dipendenti (cardiologica, ictus, trauma).Sanità privataNel 2023, la Puglia si distingue per una spesa sanitaria privata superiore alla media nazionale, destinando il 22% del totale delle risorse sanitarie a cliniche e studi privati, un dato in aumento rispetto all’anno precedente e superiore al 20,3% della media italiana. Questo rappresenta una ripresa dopo il calo del 2015, quando la spesa per prestazioni private era pari al 23,7%. Allo stesso tempo, la tempestività dei pagamenti da parte degli enti locali mostra segnali di miglioramento, con il 24% dei pagamenti effettuati oltre i termini legali, in riduzione rispetto al 28% del 2022, ma permangono criticità, soprattutto per alcune ASL, come quella di Foggia, con un ritardo medio di sette giorni.Il disavanzo della regioneTra il 2014 e il 2023, la spesa sanitaria è cresciuta, registrando un incremento medio annuo del 2% a livello nazionale. In Puglia, questa cifrà è passata da 7 a 8,5 miliardi di euro, con una crescita più marcata a partire dal 2020. Contestualmente, anche il finanziamento della spesa reale è aumentato, passando da 7,1 a 8,4 miliardi. Nel 2023, la regione ha registrato un disavanzo di 72 milioni di euro, ridotto rispetto all’anno precedente (metà del deficit del 2022). La Puglia è anche tra le regioni in cui la spesa per i redditi da lavoro pesa meno sulla spesa complessiva: si attesta al 27,8%, ovvero due punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale. LEGGI TUTTO