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    Regali di Natale all’ultimo: dove comprarli e spendere poco

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    I punti chiave

    Durante il periodo natalizio, molte persone si ritrovano a dover acquistare i regali all’ultimo minuto, spesso a causa della frenesia degli impegni quotidiani. A volte, anche in queste circostanze, è possibile trovare regali di Natale economici e originali, senza dover rinunciare alla qualità o al pensiero dietro il dono. In questo articolo si esploreranno diverse opzioni su dove acquistare regali last-minute, sia online che nei negozi fisici, con un occhio di riguardo al budget. Ecco tutto ciò che cè da sapere.PianificazioneRisparmiare sui regali di Natale è possibile con un po’ di pianificazione e creatività. Innanzitutto, è utile stabilire un budget complessivo e suddividerlo per ogni persona a cui si desidera fare un regalo. Questo aiuta a evitare spese eccessive e a mantenere il controllo sui costi. Un’altra strategia è acquistare i regali in anticipo, approfittando di sconti e promozioni come il Black Friday o le offerte online. Comparare i prezzi su diversi siti e negozi può fare una grande differenza, e molti rivenditori offrono la possibilità di iscriversi a newsletter per ottenere codici sconto esclusivi. Inoltre, considerare regali fatti a mano o personalizzati, come dolci fatti in casa o oggetti artigianali, non solo riduce i costi, ma aggiunge anche un tocco personale e unico.Regali esperienzialiUn’altra idea per risparmiare sui regali di Natale è quella di optare per regali esperienziali, che spesso sono più economici e, allo stesso tempo, molto più apprezzati. Invece di acquistare oggetti materiali, si può regalare un’esperienza che arricchisca la vita della persona a cui si vuole fare il dono. Ad esempio, un biglietto per un concerto, una mostra d’arte, un film al cinema o una giornata in un parco divertimenti possono essere opzioni divertenti e a buon prezzo. Anche un’escursione all’aria aperta o una visita guidata in un luogo interessante possono diventare regali unici e memorabili, che non solo fanno felice chi li riceve, ma offrono anche l’opportunità di trascorrere del tempo di qualità insieme.Regali senza spesaInoltre, si può pensare a regali che non richiedono alcuna spesa, come organizzare una serata a tema a casa, dove si cucinano piatti speciali o si gioca a giochi da tavolo. Un’altra opzione è offrire una “giornata di servizi”, in cui si mette a disposizione il proprio tempo per aiutare con attività quotidiane, come fare la spesa, aiutare in casa o portare a spasso il cane. Questi regali non solo sono economici, ma dimostrano anche un grande impegno e affetto, mostrando che il vero valore del regalo sta nel tempo e nell’attenzione che si dedica agli altri.Un ulteriore consiglio per risparmiare sui regali di Natale è sfruttare il riciclo creativo e il riutilizzo di oggetti che si possiedono già, trasformandoli in doni unici e originali. Ad esempio, si possono recuperare vecchie cornici inutilizzate e personalizzarle con decorazioni fatte a mano o con una foto significativa per chi riceverà il regalo. Anche un semplice barattolo di vetro può essere reinventato: può diventare un contenitore elegante per biscotti fatti in casa, una candela artigianale o persino un piccolo terrario decorativo. Questa pratica non solo permette di risparmiare denaro, ma riduce anche gli sprechi, abbracciando uno stile di vita più sostenibile. LEGGI TUTTO

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    Calcoli, requisti e novità: così si può andare in pensione a 64 anni

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    La recente manovra di bilancio introduce importanti novità per chi desidera andare in pensione anticipata a 64 anni. Con un approccio bilanciato, il governo ha approvato un emendamento che facilita l’uscita dal mondo del lavoro per alcuni, ma con requisiti più stringenti per altri.Chi può accedere?Il provvedimento riguarda i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1996 e che sono iscritti a forme di previdenza complementare. Per questi, a partire dal 2025, sarà possibile sommare la pensione obbligatoria con la rendita maturata attraverso il fondo pensione per raggiungere la soglia minima richiesta per il pensionamento anticipato.Ad esempio, un lavoratore con una pensione Inps di 1.300 euro e una rendita integrativa di 350 euro potrà accedere alla pensione anticipata, raggiungendo la soglia di 1.650 euro mensili.Nuovi requisiti contributivi e soglie minimeTuttavia, il quadro si complica con l’introduzione di due misure restrittive:Gli anni di contributi richiesti saliranno gradualmente da 20 a 25 nel 2025, fino a raggiungere 30 anni nel 2030.La soglia d’importo necessaria passerà da 3 a 3,2 volte l’assegno sociale (circa 1.708 euro mensili) dal 2030.Questi nuovi criteri si applicheranno anche a coloro che non utilizzano la rendita integrativa, ampliando l’impatto della norma.E per chi non ha una previdenza complementare?I lavoratori che non dispongono di un fondo pensione potranno continuare ad andare in pensione a 64 anni con le regole attuali, senza subire aumenti degli anni di contribuzione richiesti o delle soglie di importo.Una misura di equilibrioL’emendamento tenta di bilanciare esigenze opposte: da un lato, rendere più flessibile l’accesso al pensionamento anticipato; dall’altro, garantire la sostenibilità del sistema previdenziale italiano, messo a dura prova dall’invecchiamento della popolazione.Prospettive future LEGGI TUTTO

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    Bonus mamme disoccupate: aumenta l’assegno dei Comuni. Ecco a chi spetta

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    I punti chiave

    È cresciuto del 5,4%, quest’anno, il cosiddetto Bonus mamme disoccupate, con un contributo massimo mensile di 404,17 euro (per un totale di 2.020,85 euro distribuiti in cinque rate). Dal 2025 è previsto un ulteriore adeguamento dello 0,8%, che farà salire l’importo complessivo a 2.037 euro, suddivisi in rate mensili da 407,4 euro. Pensato per le mamme a basso reddito, questo sostegno economico, fondamentale per molte famiglie, può essere richiesto entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia di un minore adottato o in affidamento preadottivo. Ma vediamo più nel dettaglio in cosa consiste, chi può beneficiarne e come richiederlo.Cos’èNoto ufficialmente come assegno di maternità comunale, il Bonus mamme disoccupate è una misura prevista dall’articolo 74 della legge n. 151 del 2001. Si tratta di un contributo economico erogato dall’Inps su richiesta del Comune di residenza, rivolto a chi si trova in una situazione di difficoltà economica. Questo assegno, spesso chiamato anche assegno di maternità di base, è rivolto alle mamme che non hanno copertura previdenziale oppure che ne hanno una limitata a un importo stabilito annualmente.Come funzionaL’assegno di maternità comunale si rivolge principalmente alle neo-mamme disoccupate o con redditi molto bassi. Tuttavia, è bene sottolineare che non è necessario essere ufficialmente prive di lavoro per fare domanda: ciò che conta è rispettare i requisiti economici stabiliti. Come detto, la gestione di questa prestazione avviene a livello comunale, ma i fondi sono erogati dall’Inps. Il bonus si distingue dall’assegno di maternità statale, che viene concesso alle mamme con lavori atipici o discontinui, purché abbiano versato almeno tre mesi di contributi nei 18 mesi precedenti la nascita o l’ingresso in famiglia del minore.Quali requisitiL’assegno comunale di maternità è riservato a specifiche categorie di persone. Ecco chi può richiederlo: cittadine italiane, comunitarie o straniere con regolare permesso di soggiorno; mamme che rispettano un determinato limite di reddito, per il 2024 l’indicatore Isee non deve superare i 20.221,13 euro per ottenere l’importo completo; donne che non beneficiano già di altre forme di assegno di maternità, come quello statale. Un aspetto interessante è che, nel caso in cui la mamma abbia diritto a entrambe le prestazioni (comunale e statale), può essere erogata una quota differenziale, che copre la differenza tra i due importi. Inoltre, è fondamentale che non si abbia copertura previdenziale, o che se ne abbia una limitata a un importo definito annualmente. LEGGI TUTTO

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    Ritardo dei treni regionali, dal 2025 arrivano i rimborsi automatici: ecco come funziona

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    Sta per arrivare un’importante novità per chi viaggia in treno: in caso di ritardo, infatti, scatterà il rimborso automatico del biglietto sulla carta utilizzata per effettuare l’acquisto. Questo nuovo sistema sarà operativo a partire dal 2025.Le nuove modalità di rimborso per i treni regionaliIl rimborso automatico sarà una realtà a partire dal primo gennaio 2025, e riguarderà i treni regionali. Sarà applicato soltanto ai biglietti elettronici acquistati attraverso il sito e l’app di Trenitalia (per i biglietti cartacei resteranno le solite regole). Il regolamento prevede che l’indennizzo scatti in caso di ritardo superiore ai 60 minuti. Il denaro speso per il biglietto sarà versato direttamente sulla carta impiegata per l’acquisto. Il tutto avverrà senza necessità che venga inoltrata alcuna richiesta da parte del passeggero. Il rimborso dovrebbe avvenire entro 30 giorni dalla data del viaggio.Trenitalia ha deciso di procedere in questo modo per garantire una migliore esperienza di viaggio ai propri utenti. L’indennizzo sarà garantito in caso di ritardo superiore ai 60 minuti, ma anche in caso di cancellazione del treno. Il processo sarà automatico e veloce.Il rimborso verrà calcolato in base al ritardo, o all’entità della cancellazione. Per un ritardo compreso fra i 60 e i 119 minuti, al passeggero sarà riconosciuto il 25% del biglietto. In caso di 120 minuti di ritardo, l’indennizzo sale al 50%. Il rimborso totale del biglietto scatta in caso di cancellazione del treno. Anche in caso di ritardo che porta alla perdita di una coincidenza programmata ci sarà un rimborso. Trenitalia si prende un massimo di 30 giorni per effettuare l’accredito.Le modalità di rimborso LEGGI TUTTO

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    Non hai pagato l’Imu? Ecco cosa succede: tutte le soluzioni per mettersi in regola

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    Lunedì 16 dicembre è stato l’ultimo giorno disponibile per versare il saldo Imu entro i termini previsti dal regolamento attuale, e come spesso accade i ritardatari non sono pochi: a loro disposizione, comunque, vi sono una serie di soluzioni tra cui poter scegliere per rimettersi in regola ed evitare di incorrere in sanzioni e interessi eccessivamente gravosi.Chiunque si sia venuto a trovare in una situazione del genere, per una dimenticanza o per qualunque altra motivazione, deve mettere in conto che sarà da affrontare anche una maggiorazione. Una volta oltrepassata la scadenza, il cittadino può decidere di provvedere a saldare il proprio debito in modo autonomo mediante ravvedimento operoso per ridurre la portata delle sanzioni e degli interessi applicati, oppure attendere che gli venga inviata la richiesta di pagamento da parte del Comune di residenza: pure in questa circostanza saranno da pagare sanzioni e interessi, ma in qualche caso è possibile ottenere la possibilità di suddividere in rate il totale dovuto.Ovviamente prima ci si mette in regola e meno consistente sarà la maggiorazione da affrontare al momento del pagamento. Ma quali sono le tempistiche e le sanzioni previste? Con un ritardo non superiore ai 90 giorni la sanzione è pari al 12,5%, altrimenti si sale fino al 25%. Grazie al ravvedimento operoso, tali sanzioni possono essere ulteriormente ridotte. Questo lo schema per le violazioni successive al 1°settembre 2024:entro 14 giorni dalla scadenza viene applicata una sanzione dello 0,833% (pari a 1/15 del 12,5%), per ogni giorno di ritardo;tra il 15esimo e il 30esimo giorno dalla scadenza la sanzione è ridotta all’1,25% per cento (pari a un 1/10 del 12,5%);tra il 30esimo e il 90 esimo giorno dalla scadenza la sanzione applicata è ridotta all’1,39% (1/9 del 12,5%);tra il 90esimo giorno ed entro 1 anno dalla scadenza viene applicata una sanzione del 3,125% (pari a 1/8 del 25%);oltre un anno ma prima del secondo dalla scadenza la sanzione è ridotta al 3,572% (1/7 del 25%);oltre i due anni dalla scadenza la sanzione è pari al 4,17% (1/6 del 25%).A ciò si aggiungano, ovviamente, anche gli interessi di mora, calcolati in base ai giorni di ritardo intercorsi tra la data di scadenza del pagamento e quella in cui si salda effettivamente il proprio debito. Per ridurre i danni, quindi, sarebbe consigliabile non andare mai oltre il 90esimo giorno. LEGGI TUTTO

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    Radar, telecamere e AI. Come funziona Navigard, l’occhio elettronico che sostituisce Tutor

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    I punti chiave

    Entrato il vigore il nuovo Codice della Strada, ora si passa a modernizzare gli strumento di controllo del traffico. Ed ecco che presto il Tutor, ovvero il sistema di rilevamento della velocità in autostrada, avrà compagnia: entro il 2026, infatti, partirà la rivoluzione Navigard, con nuovo sistema di monitoraggio che promette di affiancare e potenziare le tecnologie già in uso, come il Tutor appunto e Vergilius. Navigard è stato presentato da Movyon e Autostrade per l’Italia, e punta in particolare a rendere più sicuro il traffico pesante e alla prevenzione dei rischi.Che cos’è Navigard e come funziona?Navigard è una piattaforma avanzata che integra diverse tecnologie per monitorare il traffico autostradale. Alla base del sistema ci sono radar, telecamere ad alta definizione, server periferici, antenne DSRC (capaci di leggere i dati dei tachigrafi di nuova generazione) e un sistema centrale dotato di intelligenza artificiale. Questi elementi lavorano insieme per rilevare e analizzare in tempo reale situazioni di pericolo o violazioni, inviando segnalazioni tempestive alle pattuglie della Polizia Stradale.Una delle caratteristiche distintive è la capacità di operare anche in condizioni critiche, come all’interno di gallerie più lunghe di 500 metri, grazie all’uso di sensori e telecamere di ultima generazione. La piattaforma è progettata per rilevare incidenti, ostacoli sulla carreggiata, veicoli contromano e molte altre situazioni potenzialmente pericolose.Quando e come entrerà in funzione?Secondo il cronoprogramma annunciato, Navigard sarà operativo entro il 2026 e pienamente funzionante nel 2027, quando coprirà l’intera rete autostradale italiana. Si tratta di un progetto ambizioso che richiede un’infrastruttura tecnologica capillare e un periodo di implementazione graduale.Il sistema è in grado di monitorare una vasta gamma di infrazioni. Ecco alcuni esempi:Velocità eccessiva: come i sistemi Tutor, Navigard rileva le velocità medie e istantanee dei veicoli.Uso improprio delle corsie: verifica il rispetto delle regole di circolazione, ad esempio il mancato utilizzo della corsia di destra da parte dei mezzi pesanti.Limiti di peso: grazie a sensori ottici e telecamere, controlla che i mezzi pesanti rispettino i limiti di massa consentiti.Trasporto di materiali pericolosi: identifica i veicoli che trasportano merci pericolose e ne monitora il transito in zone vietate, come le gallerie.Dati tachigrafici: attraverso le sue antenne, legge i tachigrafi intelligenti per verificare il rispetto dei tempi di guida e della manutenzione dei veicoli.Pagamento dei pedaggi: intercetta eventuali tentativi di elusione del pagamento dei pedaggi autostradali.Focus sui mezzi pesantiPur essendo progettato per monitorare tutti i tipi di veicoli, Navigard dedica particolare attenzione ai mezzi pesanti, che rappresentano una componente cruciale del traffico autostradale e una potenziale fonte di rischio se non adeguatamente controllati. Grazie alla combinazione di intelligenza artificiale e telecamere ad alta definizione, il sistema può analizzare in modo approfondito: LEGGI TUTTO

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    Bonus condizionatori, ecco come funziona la detrazione

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    Una detrazione fiscale tra il 50% e 70% della spesa sostenuta per l’installazione dei condizionatori.Anche per il 2025 coloro i quali decideranno di acquistare un nuovo condizionatore o sostituire quello vecchio avranno diritto a degli sconti che, attraverso la detrazione fiscale, potrebbero ammortizzare i costi sostenuti sino alla metà dell’importo della spesa.Si va, pertanto, dal 50% sino al 70% in relazione alla tipologia di bonus a cui si associa l’acquisto.Entriamo più nel dettaglio.Attraverso quali bonus accedere allo sconto sui condizionatoriI bonus che danno diritto alla detrazione fiscale per l’acquisto o la sostituzione dei condizionatori sono quattro:bonus mobili.bonus ristrutturazioni.Superbonus.Ecobonus.Occorre, dunque, appoggiarsi ad uno dei bonus edilizi attualmente presenti ma non necessariamente deve essere presente una ristrutturazione. Gli impianti ammessi riguardano:climatizzatori.pompe di calore.deumidificatori.Come anticipato, in relazione al bonus scattano le differenti detrazioni fiscali che possono essere:al 50% rientrando nel Bonus mobili ed elettrodomestici, con una detrazione in 10 quote annuali di pari importo; in questo caso occorre rientrare nel limite massimo dei 5mila euro di spesa previsti per il bonus.al 65% per l’Ecobonus, con una detrazione in 10 quote annuali di pari importo; in questo caso occorre rientrare nel limite massimo dei 96mila euro di spesa previsti per il bonus.al 70% per il Superbonus, con una detrazione in 4 quote annuali di pari importo.Le detrazioni andranno richieste in sede di dichiarazione reddituale, attraverso la presentazione del modello 730, del modello precompilato oppure con il modello persone fisiche.Chi può richiederli e sino a quando A poterne usufruire possono essere sia le persone fisiche che le aziende e, tra queste, ad esempio, gli esercenti , le associazioni professionali, gli enti pubblici e anche i condomini. È essenziale, però, che a richiederlo siano i titolari di diritti reali o personali di godimento sugli immobili.Inoltre, possono usufruire dell’agevolazione anche i familiari conviventi, i coniugi separati, i componenti dell’unione civile e i “more uxorio”. LEGGI TUTTO

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    Ivass manda in soffitta il sistema bonus-malus

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    Nuovi rincari dei prezzi della Rc Auto. L’ultima rilevazione dell’Ivass mette nero su bianco un balzo del 7,2% dei prezzi effettivi a ottobre rispetto a 12 mesi prima. Il prezzo medio dell’assicurazione auto obbligatoria, arrivato a 416 euro, risulta in ascesa pressochè costante negli ultimi tre anni. L’Ivass mette sotto accusa il sistema Bonus/Malus che negli anni risulta aver perso di efficacia e necessita di essere riformato. Con il passare degli anni si è arrivati ad avere il 90% circa degli automobilisti in Classe 1; questo ha di fatto inceppato il meccanismo che legava la classe al rischio e quindi al costo della polizza. L’istituto di vigilanza presieduto da Luigi Federico Signorini (in foto) ritiene che sarebbe opportuno introdurre un attestato di rischio ampliato e contratti che prevedano, in caso di mancati incidenti, la possibilità per l’assicurato di vedersi riconosciuti parte degli utili guadagnati dalla compagnia grazie al suo comportamento virtuoso.Dai dati dell’Ania emerge che, da inizio 2022 a tutto settembre 2024, il premio medio Rc Auto è cresciuto dell’11%, di meno rispetto al +15,3% dell’inflazione, con il costo dei pezzi di ricambio salito del +14% e i danni alla persona sono stati rivalutati di oltre il 16%. La proposta dell’Ivass di riformare il sistema Bonus/Malus non trova d’accordo Assoutenti che la ritiene una mossa «tardiva e di dubbia efficacia, se non accompagnata da una reale volontà di riformare un mercato ormai dominato da oligopoli e vessazioni nei confronti degli assicurati». Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, ritiene invece che il problema delle polizze Rc auto vada risolto puntando sulla mobilità degli assicurati «attraverso anche rimedi drastici come la portabilità delle polizze, al pari di quello che avviene nella telefonia». LEGGI TUTTO