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    È morto il secondo uomo a cui era stato trapiantato con successo un cuore suino geneticamente modificato

    Il Centro medico dell’Università del Maryland ha detto che è morto Lawrence Faucette, la seconda persona a cui era stato trapiantato con successo un cuore suino geneticamente modificato. Faucette aveva 58 anni ed era stato operato lo scorso 20 settembre: l’avanzamento della sua malattia non permetteva di attendere un trapianto di cuore tradizionale. I medici dell’Università hanno detto che inizialmente aveva reagito bene all’intervento, ma che negli ultimi giorni il suo corpo aveva mostrato segnali di rigetto, il processo in cui l’organismo non riconosce come proprio il nuovo organo e lo attacca ritenendolo una minaccia. Faucette è morto il 30 ottobre, circa sei settimane dopo il trapianto.La tecnica degli xenotrapianti, cioè i trapianti di organi da altre specie da innestare negli esseri umani, è ritenuta promettente perché dà la possibilità di non dipendere esclusivamente dai donatori umani. Il rigetto però è il rischio principale che si corre in questi interventi. Il 9 marzo del 2022 era morto David Bennett, il primo uomo a cui era stato trapiantato un cuore suino con un intervento andato a buon fine, sempre al Centro medico dell’Università del Maryland. Anche Bennett all’inizio aveva reagito bene, ma alla fine era sopravvissuto per circa due mesi dopo l’intervento.– Leggi anche: Il primo trapianto di cuore da un suino geneticamente modificato Lawrence Faucette prima del trapianto assieme alla moglie Ann (University of Maryland) LEGGI TUTTO

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    Il settembre del 2023 è stato il più caldo mai registrato sulla Terra

    Il settembre del 2023 è stato il settembre più caldo mai registrato secondo i dati del Climate Change Service di Copernicus, il programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea che si occupa di osservazione della Terra. La temperatura media globale dell’aria è stata di 16,38 °C, che significa 0,93 °C in più della media per lo stesso mese tra il 1991 e il 2020, il trentennio di riferimento, e 0,5 °C in più rispetto al precedente massimo storico, registrato nel settembre del 2020. Più in generale tra gennaio e settembre le temperature globali sono state di 0,52 °C superiori alla media e di 0,05 °C in più rispetto allo stesso periodo più caldo mai registrato in un anno (il 2016).Secondo Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service, le «temperature senza precedenti» di questi mesi fanno ipotizzare che con buona probabilità alla fine di dicembre il 2023 risulterà l’anno più caldo mai registrato.La temperatura media globale di settembre tra il 1940 e il 2023 (Climate Change Service di Copernicus)Le stime di Copernicus sono realizzate usando diversi tipi di dati: le misure dirette della temperatura fatte da reti di termometri presenti sulla terra e in mare, e le stime dei satelliti. Questi rilevano la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre e oceanica e ne calcolano la temperatura. (AP Photo/Gregorio Borgia) LEGGI TUTTO

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    L’astronauta Frank Rubio è tornato sulla Terra dopo 371 giorni consecutivi nello Spazio, più di ogni altro astronauta statunitense

    L’astronauta Frank Rubio è ritornato sulla Terra dopo 371 giorni: è la più lunga permanenza consecutiva nello Spazio di un astronauta statunitense. Inizialmente la sua missione doveva durare circa 6 mesi, ma la durata è stata raddoppiata dopo che il veicolo che doveva portare lui e altri due cosmonauti russi a terra era stato danneggiato da un asteroide o da un pezzo di spazzatura spaziale. Il veicolo aveva dovuto tornare a terra vuoto, e gli astronauti avevano dovuto aspettare altri sei mesi per l’invio di un nuovo sistema di trasporto e la possibilità di tornare sulla Terra.Prima di Rubio, il record statunitense per la permanenza nello Spazio più lunga era di Mark Vande Hei, che era stato nello Spazio per 355 giorni, fra il 2021 e il 2022. Il record mondiale è però detenuto da un cosmonauta russo, Valeri Polyakov, che rimase nello Spazio per 437 giorni, fra il 1994 e il 1995, a bordo della stazione spaziale russa Mir.Con Rubio sono tornati a terra anche i cosmonauti russi Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin. Tutti e tre si trovavano a bordo della Stazione spaziale internazionale. Sono atterrati in Kazakistan e hanno usato il sistema di trasporto russo Soyuz, come avviene di frequente per i viaggi di andata e ritorno dalla Stazione spaziale internazionale.– Leggi anche: Qui dentro ci sono pezzi di un asteroide L’astronauta statunitense Frank Rubio (Ivan Timoshenko, Roscosmos space corporation via AP) LEGGI TUTTO

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    È morto il biologo britannico Ian Wilmut, aveva guidato il gruppo di ricerca per la clonazione della pecora Dolly

    È morto a 79 anni il biologo Ian Wilmut: aveva guidato la ricerca per la clonazione della pecora Dolly, primo caso in cui fu clonato un mammifero usando una sua cellula adulta. Con le sue attività di ricerca, Wilmut ha reso possibili importanti sviluppi e progressi nella ricerca sulle cellule staminali, le cellule non specializzate in grado di differenziarsi e svolgere funzioni diverse all’interno di un organismo.La clonazione di Dolly divenne un argomento estremamente discusso, anche al di fuori degli ambienti scientifici: a suscitare interesse e qualche timore fu la possibilità, che ai tempi appariva particolarmente concreta e vicina, di clonare gli esseri umani. In varie occasioni Wilmut disse di essere contrario perché sarebbe inutile, oltre che moralmente discutibile, sostenendo invece che la ricerca debba concentrarsi sullo sviluppo di nuove cure per migliorare la vita delle persone.– Leggi anche: A che punto siamo con la clonazione (AP Photo/Michael Probst, File) LEGGI TUTTO

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    Virgin Galactic ha effettuato il suo primo volo commerciale verso lo Spazio con turisti a bordo

    Virgin Galactic, la società per il “turismo spaziale” del miliardario britannico Richard Branson, ha effettuato il suo primo volo commerciale verso lo Spazio con a bordo turisti. In totale l’equipaggio era composto da sei persone: Keisha Schaff e la figlia Anastasia Mayers, due turiste di Antigua, nei Caraibi, e Jon Goodwin, ex canoista che partecipò alle Olimpiadi di Monaco del 1972; oltre a loro c’erano la pilota Kelly Latimer, il comandante CJ Sturckow, ex astronauta della NASA, e Beth Moses, istruttrice dell’azienda.Il volo è stato effettuato a bordo di SpaceShipTwo – VSS Unity, uno “spazioplano” che si comporta come un aeroplano ma è capace di raggiungere gli strati più alti dell’atmosfera. La partenza è avvenuta alle 17 ora italiana da Spaceport America, la base di lancio di Virgin Galactic, costruita nel deserto del New Mexico. Il volo funziona così: lo spazioplano viene trasportato a circa 15mila metri da un aeroplano più grande, poi si sgancia e prosegue il proprio volo fino a raggiungere gli 80mila metri circa di altitudine. Dopo qualche minuto nel quale i membri a bordo galleggiano liberi all’interno della cabina, effettua un rapido rientro sulla Terra, atterrando come un normale aeroplano.Lo spazioplano era stato impiegato a fine giugno per il suo primissimo volo commerciale: a bordo però c’era un equipaggio che faceva parte della Virtute 1, che è ufficialmente una missione con «scopi scientifici», quindi diversa dai voli spaziali pensati per consentire alle persone di sperimentare per qualche minuto gli effetti della quasi totale assenza di peso. Un volo spaziale di Virgin Galactic costa 450mila dollari: un prezzo che le persone sono disposte a pagare, secondo l’azienda, che dice di avere centinaia di clienti in attesa.Virgin Galactic successfully launched a 60-minute flight to the edge of space with civilians onboard.@GadiNBC spoke to the three new astronauts who got the ride of a lifetime. pic.twitter.com/Ke1w24q5IL— NBC Nightly News with Lester Holt (@NBCNightlyNews) August 11, 2023– Leggi anche: Il primo volo commerciale di Virgin Galactic Persone osservano le immagini che arrivano dall’interno dello “spazioplano” di Virgin Galactic durante il volo di giovedì 10 agosto (AP Photo/ Andrés Leighton) LEGGI TUTTO

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    La NASA è di nuovo in contatto con la sonda Voyager 2

    La NASA è tornata in pieno contatto con la sonda Voyager 2, che dal 21 luglio non era in grado di ricevere comandi o spedire dati all’agenzia spaziale. Il contatto era stato perso in seguito a un comando errato spedito dall’agenzia spaziale alla sonda, che aveva provocato un malfunzionamento dell’antenna.Inizialmente la NASA aveva detto che contava di ristabilire il contatto con la sonda il 15 ottobre, quando la sonda avrebbe automaticamente resettato i propri sistemi e recuperato il giusto orientamento verso la terra. È riuscita invece a farlo con varie settimane di anticipo, utilizzando un trasmettitore ad alta potenza per inviare un messaggio – detto in gergo “urlo interstellare” – alla sonda. Il 4 agosto l’agenzia ha confermato che i dati sono stati ricevuti dal veicolo, che funziona normalmente ed è rimasto sulla traiettoria pianificata.Attualmente Voyager 2 è lontana 19,9 miliardi di chilometri dalla Terra. È in viaggio dal 1977 e si trova all’esterno dell’eliosfera, la grande bolla magnetica prodotta dal Sole che contiene buona parte del Sistema solare: come Voyager 1 era stata progettata per esplorare Giove e Saturno, inizialmente con missioni della durata massima di 5 anni che però si sono decisamente prolungate. (NASA) LEGGI TUTTO

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    La NASA ha perso contatto con la sonda Voyager 2 dopo aver inviato un comando errato

    La NASA ha comunicato di aver perso contatto con la sonda Voyager 2, attualmente lontana 19,9 miliardi di chilometri dalla Terra, nello Spazio interstellare. Il contatto è stato perso in seguito a un comando errato spedito dall’agenzia spaziale alla sonda, che ha provocato un malfunzionamento dell’antenna. Dal 21 luglio la sonda non è quindi in grado di ricevere comandi o di spedire dati alla NASA, ma sono in corso tentativi per inviarle il comando corretto. Voyager 2 è comunque programmata per resettare i suoi sistemi e recuperare il giusto orientamento verso la Terra più volte durante l’anno: la prossima è fissata il 15 ottobre, quando secondo la NASA dovrebbe tornare a stabilire un contatto e a comunicare. Mercoledì comunque la NASA ha fatto sapere di aver captato un segnale della presenza della sonda, che è ancora funzionante.Earth to Voyager… 📡 The Deep Space Network has picked up a carrier signal from @NASAVoyager 2 during its regular scan of the sky. A bit like hearing the spacecraft’s “heartbeat,” it confirms the spacecraft is still broadcasting, which engineers expected. https://t.co/tPcCyjMjJY— NASA JPL (@NASAJPL) August 1, 2023La sonda Voyager 2 è in viaggio dal 1977 e si trova all’esterno dell’eliosfera, la grande bolla magnetica prodotta dal Sole che contiene buona parte del Sistema solare: come Voyager 1 era stata progettata per esplorare Giove e Saturno, con missioni della durata massima di 5 anni. Entrambe sono invece nello Spazio da 41 anni e ci hanno permesso di scoprire molte cose sulle aree più remote del nostro sistema solare. (AP-Photo/HO) LEGGI TUTTO

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    La missione spaziale indiana Chandrayaan-3 è partita verso la Luna

    Intorno alle 11 di venerdì mattina è partita verso la Luna la missione spaziale indiana Chandrayaan-3, il cui scopo è portare un rover (un robot automatico) per esplorare il polo sud lunare. La regione finora è stata poco esplorata, ma è considerata interessante per la presenza di acqua, sotto forma di ghiaccio, che in futuro potrebbe essere sfruttata per il mantenimento di una base con esseri umani.Se Chandrayaan-3 riuscisse a compiere un atterraggio controllato, l’India diventerebbe la quarta nazione nella storia a essere riuscita a raggiungere la Luna, dopo gli Stati Uniti (gli unici ad averlo fatto con esseri umani), la Cina e la Russia. L’allunaggio è previsto tra il 22 e il 23 agosto e il rover condurrà vari esperimenti e rilevazioni nel corso di un paio di settimane. ISRO, l’Agenzia spaziale indiana, ha detto che l’obiettivo generale della missione è sviluppare e testare nuove tecnologie necessarie per ulteriori missioni, anche interplanetarie. Oltre agli scopi scientifici, il governo indiano spera che l’iniziativa aumenti il prestigio internazionale del paese in ambito scientifico, e che sostenga il settore delle imprese spaziali private.È la seconda missione lanciata dall’India per arrivare sulla Luna. La prima, chiamata Chandrayaan-2, partì nel 2019. Arrivò con successo nell’orbita lunare, ma il lander, la parte di razzo che doveva atterrare sulla superficie, si schiantò. (AP Photo/Aijaz Rahi) LEGGI TUTTO