Il Monte dei Paschi di Siena continua a macinare risultati positivi e conferma un 2024 con forte crescita. Nel terzo trimestre, la banca ha registrato un utile netto di 407,7 milioni di euro, superando i 309,6 milioni del corrispondente periodo dell’anno scorso. Nei primi nove mesi dell’anno, l’utile netto ha raggiunto 1,565 miliardi, con un incremento del 68% rispetto allo stesso periodo del 2023, superando le stime degli analisti. Questo risultato è sostenuto anche dalla rivalutazione del patrimonio di imposte differite attive (DTA) per 470 milioni, di cui 6 milioni riflessi nei conti fino al 30 settembre, al netto della fiscalità.L’utile operativo netto di Mps nei primi nove mesi è stato di 1,339 miliardi (+17,6%), mentre nel terzo trimestre ha toccato i 442 milioni. Cresce anche il margine di interesse (+4,7%), attestandosi a 1,768 miliardi nei nove mesi. L’incremento del margine di intermediazione, pari all’8,3% su base annua e raggiungendo i 3,037 miliardi, sottolinea la solidità della banca nel segmento operativo.Verso un dividendo più riccoIl Monte dei Paschi la prossima primavera potrebbe staccare un dividendo superiore al miliardo. “Abbiamo già raggiunto un utile pre tasse di 1,1 miliardi, il che ci consente di raggiungere e anche superare il nostro target iniziale di 1,3 miliardi, dato che ci aspettiamo che l’ultimo trimestre sia in linea con i tre precedenti” ha dichiarato l’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Previsto un quarto trimestre «che non sarà diverso dalla media dei precedenti» e quindi l’utile prima delle imposte potrà essere di «1,3-1,4 miliardi». Il top manager ha confermato che il payout ratio è del 75% con un dividendo già acquisito, dopo i nove mesi, di circa 820 milioni (l’utile di periodo al lordo delle imposte è di 1.096 milioni).Efficienza e gestione dei costiLa banca ha lavorato per migliorare l’efficienza operativa. Il cost/income ratio è sceso al 46%, rispetto al 48% dello scorso anno, con una riduzione delle spese amministrative (-5,4%) a 348 milioni e un aumento contenuto delle spese per il personale (+6,9%). Nonostante il lieve calo della raccolta complessiva a 192,9 miliardi rispetto a giugno, Mps conferma la stabilità delle sue fonti di liquidità.Anche la gestione dei crediti deteriorati ha registrato miglioramenti. Al netto della cessione di un portafoglio di 300 milioni, i crediti deteriorati lordi sono pari a 3,6 miliardi, con una copertura del 49,9%, mantenendo una posizione patrimoniale solida. “Dobbiamo ridurre il nostro NPL ratio, ma vogliamo farlo in maniera ragionata. Crediamo ci sia valore da recuperare da alcune posizioni deteriorate e, qualora necessario, procederemo con nuove cessioni” ha chiarito Lovaglio.Strategia di mercato e capitale in eccessoLa posizione patrimoniale del gruppo rimane robusta, con un CET1 fully loaded al 18,3%. La banca si dichiara pronta a cogliere opportunità di mercato, sfruttando il capitale in eccesso. “È bello avere un eccesso di capitale perché ci permette di guardarci intorno per opportunità” ha commentato Lovaglio, precisando che Mps è aperta a eventuali acquisizioni se si presentassero condizioni favorevoli. Tuttavia, queste scelte dipenderanno dalle opportunità concrete, ha aggiunto.Prospettive e ruolo del TesoroIl ministero dell’Economia, azionista di riferimento con una quota del 26,7%, ha dimostrato competenza nella gestione della sua partecipazione, secondo l’opinione di Lovaglio. “Hanno dimostrato di sapere cosa fanno e hanno fatto bene fino a questo momento, lasciamoli fare ciò che ritengono meglio per il gruppo e per gli azionisti”, ha detto l’ad. Il Tesoro è obbligato all’uscita dagli accordi stipulati nel 2017 con Bce e Commissione Ue per salvare l’istituto senese, anche se non sono state fornite tempistiche precise. Occorre ricordare, inoltre, che la partecipazione rimasta in carico a Via XX Settembre è di maggioranza relativa e non consente poteri di blocco in assemblea.DTA: un potenziale ancora da sfruttareIl Chief Financial Officer (CFO) Andrea Maffezzoni ha sottolineato come le DTA rappresentino ancora un notevole vantaggio fiscale per la banca, con una possibilità di conversione in crediti d’imposta per 1 miliardo fino al 2028, a cui si aggiungeranno altri 2 miliardi di DTA da sfruttare successivamente. “Questo filone aurifero può continuare a ridurre l’impatto fiscale della banca nel medio-lungo termine” ha spiegato Maffezzoni, evidenziando come questa risorsa possa sostenere la redditività della banca anche in prospettiva futura.L’Opa di Banco Bpm su AnimaTra le questioni sul tavolo è rilevante anche il possibile sviluppo dell’Opa di Banco Bpm su Anima Holding, partner strategico di Mps. “L’Opa di Banco Bpm su Anima può essere interessante, ma è troppo presto per esprimere un giudizio. Seguiremo l’evoluzione e faremo valutazioni”, ha dichiarato Lovaglio. Questa operazione potrebbe avere implicazioni importanti: Anima ha accordi di distribuzione proprio con Mps (che copre il 16% delle masse della Sgr che, a sua volta, detiene l’1% di Rocca Salimbeni). L’intesa scade nel 2030 e non prevede la clausola di uscita in caso di riassetto azionario. LEGGI TUTTO