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    Regionali, dal Veneto alla Campania i candidati in pole e i rebus da sciogliere

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa sintesi politica ancora non c’è. Non è bastato un vertice di un’ora e mezza ai leader del centrodestra per sciogliere il nodo dei candidati governatori alle Regionali, un puzzle il cui pezzo cruciale resta il Veneto. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi hanno dovuto lasciare in sospeso il dossier al termine della riunione a Palazzo Chigi. Nessuno, al momento, è intenzionato a fare rinunce. Tanto che Meloni alla fine avrebbe detto, secondo quanto riferito in ambienti parlamentari: O troviamo un accordo, o decido io. La discussione è aggiornata a lunedì, quando andrà in scena un nuovo incontro.Il braccio di ferro nel centrodestra sul VenetoIl confronto era atteso da tempo perché, anche se non ci sono le date delle elezioni in tutte le Regioni al voto (l’ipotesi di un election day a fine ottobre non è ancora scartata), si avvicina il momento delle scelte. La casella su cui è più complicato trovare la quadra è quella del Veneto. FI ha messo sul tavolo Flavio Tosi. Ma il braccio di ferro è tra FdI (i senatori Raffaele Speranzon e Luca De Carlo le prime opzioni) e la Lega, che alla fine dovrebbe spuntarla secondo le previsioni ricorrenti nella maggioranza: Alberto Stefani sarebbe la carta con cui rivendicare la continuità con Luca Zaia, che non potrà ricandidarsi ma negli ultimi giorni ha sottolineato il peso che può avere una lista a suo nome, “il 40-45%”. Questa ipotesi è ancora sul tavolo, anche se tra gli alleati qualche perplessità si registra. Di certo il governatore uscente e i suoi puntano a giocare un ruolo da protagonisti su questa partita, e aspettano di valutare le proposte in arrivo da Roma purché non siano decisioni calate dall’alto. La coalizione delle forze politiche e civiche di centrosinistra ha annunciato intanto la candidatura dell’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo.Loading…Schlein vede De Luca, si sblocca candidatura FicoNessuno conferma che se ne sia parlato espressamente durante il vertice, ma una delle ipotesi che circolerebbero tra i parlamentari sarebbe quella di schierare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in Campania, e inserire il governatore del Veneto nella squadra di governo. Per la Campania al momento è considerata più concreta però l’ipotesi che a correre sia Edmondo Cirielli, di FdI, ma gli alleati non sarebbero d’accordo a sdoganare il suo nome prima di un’intesa complessiva, tanto che avrebbero rilanciato l’idea di puntare su un candidato civico. Intanto sembra essersi sbloccata la candidatura di Roberto Fico in Campania. Elly Schlein ha incontrato il presidente uscente Vincenzo De Luca e, secondo quanto si apprende sarebbe caduta la pregiudiziale di quest’ultimo sull’ex presidente della Camera. De Luca avrebbe avuto rassicurazioni sul riconoscimento del lavoro svolto in questi anni e avrebbe ribadito l’intenzione di presentare una sua lista alle regionali del prossimo autunno.Giani verso la riconferma in ToscanaIn Toscana si va verso la ricandidatura del governatore uscente della Toscana Eugenio Giani. Reduce da un lunghissimo confronto con Schlein e con i suoi al Nazareno alla fine Giani dovrebbe essere confermato. Ma c’è ancora da definire il perimetro dell’alleanza, visto che Schlein insiste per coinvolgere il M5s anche se lo stesso Conte ha fatto intendere il niet. In regione il centrodestra si sta orientando per far scendere in campo il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, di FdI.In Puglia Decaro in poleNel centrosinistra c’è anche il caso Puglia, con l’ex sindaco di Bari Andrea Decaro favoritissimo, ma senza che il cerchio sia chiuso, anche perché non gradisce i progetti del governatore uscente Michele Emiliano e dell’ex governatore Nichi Vendola, che hanno intenzione di candidarsi al consiglio regionale. Nel centrodestra l’attenzione si concentra su Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia e commissario regionale del partito. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, proposta del Pd contro il part-time involontario per le donne

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl part-time involontario è un fenomeno che colpisce 3 milioni di persone, di queste, a subirne gli effetti peggiori sono in gran parte le donne. La proposta di legge per una nuova disciplina del part time, a prima firma Susanna Camusso (Partito democratico) è stata presentata in conferenza stampa alla Camera. A rendere un un part-time involontario è la condizione in cui lavoratori e lavoratrici non scelgono questa forma contrattuale ma la accettano o subiscono per necessità o per assenza di altre possibilità. Oltre la metà dei 3 milioni di lavoratori e lavoratrici part-time, per l’esattezza il 56,2%, svolge un part-time involontario.Gli obiettivi della propostaLa proposta del Partito democratico ha come obiettivo quello di intervenire sulle condizioni contrattuali e di lavoro, contrastandone l’instabilità lavorativa, introducendo norme innovative «per il potenziamento dei canali d’uscita della precarietà, quali la trasformazione in contratto standard in caso di abuso». Altro aspetto che si legge è il «contrastare il lavoro in nero e grigio» difendendo, inoltre, il diritto alla «disconnessione e alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario».Loading…Una norma in tutela delle donne«Il part-time è prevalentemente una storia di donne» afferma Susanna Camusso. «La nostra proposta vuole far sì che il part-time, a partire da quello involontario, non sia una trappola di sfruttamento e mortificazione del lavoro delle donne». La proposta vuole favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con i periodi di maternità o di studio, così come fu concepito inizialmente il part-time. La norma dà «sostegno alla nostra proposta sul congedo di maternità e paternità obbligatorio e paritario – continua la Camusso – e affianca a norme di condivisione un part-time così come lo hanno rivendicato le lavoratrici negli anni: programmato, transitorio, reversibile».Così il rapporto Cnel-Istat spiega che il part-time è delle donne, specie se con figli: «Quasi un terzo delle occupate lavora part-time e il 41% delle lavoratrici madri 25-34enni». Il ricorso a un’occupazione a tempo parziale permette di ridurre le difficoltà di conciliazione tra carichi familiari e impegni lavorativi e, non a caso «sul totale degli occupati il 31,5% delle donne, circa 3 milioni, lavora part-time, contro l’8,1% degli uomini, circa un milione». In particolare, nella classe di età 25-54 anni, l’incidenza tra gli uomini diminuisce ulteriormente: «solo il 6,6% degli uomini lavora a tempo parziale, contro il 31,3% delle occupate, e cala ulteriormente (4,6%) in presenza di figli, mentre tra le madri sale al 36,7%».La situazione di giovani e donne LEGGI TUTTO

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    Inchiesta Urbanistica Milano: FdI, Lega e M5S chiedono le dimissioni di Sala

    La Procura ha chiesto al gip di procedere all’arresto di 6 persone, tra cui quello dell’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, Giancarlo Tancredi, e di Manfredi Catella, fondatore e ceo del gruppo Coima

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    Non si sono fatte attendere le reazioni politiche alle richieste della Procura di Milano di arrestare 6 persone nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica. Le critiche hanno preso di mira l’amministrazione del sindaco Giuseppe Sala, con il M5s che chiede al primo cittadino di “togliere il disturbo”, la Lega che lo incalza invitandolo a “spiegare cosa accadeva in Comune” e Fdi che chiosa: “Milano merita un’altra guida”.
    Cosa è successo
    La notizia di oggi è che il pm ha chiesto l’arresto di 6 persone: tra questi, Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, e un imprenditore, Manfredi Catella, per i quali la Procura propone la misura dei domiciliari. Per un ex presidente e un membro della commissione paesaggio e altri 2 costruttori, invece, è stato chiesto il carcere. Le accuse a vario titolo sono corruzione e falso. Oggi, oltre a perquisizioni e acquisizioni, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sta notificando agli indagati la convocazione per gli interrogatori preventivi dal gip. La detenzione in carcere e quella domiciliare sono misure cautelari che possono essere disposte nel corso delle indagini preliminari e non vanno confuse con le pene detentive eseguite dopo una condanna definitiva.

    M5s: “Destra ritiri porcata salva-affaristi, Sala tolga disturbo”

    “L’inchiesta sull’urbanistica milanese con i sei arresti richiesti dalla Procura, tra cui quello dell’assessore Tancredi e dell’imprenditore Catella, rappresenta l’ennesimo tassello di un quadro che diventa sempre più chiaro. E a cui noi del Movimento 5 Stelle abbiamo avuto il coraggio di opporci sin dall’inizio, dicendo no al decreto Salva Milano alla Camera, da soli contro tutti, e fortunatamente ora fermo nelle sabbie mobili al Senato ma che va definitivamente ritirato”, ha dichiarato in una nota Agostino Santillo, deputato del Movimento 5 Stelle, Vice Presidente della Commissione Ambiente. “Queste notizie di oggi fanno riflettere profondamente su un sistema malato e parallelo che la magistratura sta finalmente schiodando e portando alla luce con le sue indagini, un sistema fatto da imprenditori senza scrupoli, speculatori finanziari e da persone che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno delle istituzioni, nei comuni e nelle commissioni. Il governo Meloni, invece di prendere le distanze da questo sistema di corruzione e speculazione edilizia selvaggia, ha scelto di proteggerlo con una norma inaccettabile che è un vero e proprio salva-affaristi. Inoltre, riteniamo opportuno che il sindaco Sala si assuma le proprie responsabilità e tolga il disturbo: il danno di questa gestione empia delle pratiche urbanistiche è troppo grande per poter pensare di andare avanti come nulla fosse. Il Movimento 5 Stelle non si fermerà finché non verrà definitivamente cestinata la porcata pensata per salvare affaristi e speculatori del cemento, e continueremo a batterci per la verità. Pretendiamo che la maggioranza che sostiene Meloni ritiri immediatamente e definitivamente il decreto Salva Milano, e che si avvii un’inchiesta parlamentare per fare luce su tutti i rapporti tra politica, amministrazione e grandi gruppi immobiliari. Inoltre, non sarebbe male se qualcuno del governo venisse in Parlamento a riferirci sulle prossime mosse per contrastare certi fenomeni corruttivi”, sottolinea Santillo. LEGGI TUTTO

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    Milano: Fdi, Lega e M5S chiedono le dimissioni della giunta Sala

    Ascolta la versione audio dell’articoloImmediata la reazione della politica all’inchiesta sulla gestione urbanistica di Milano per la quale la Procura ha chiesto la custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’assessore Giancarlo Tancredi e per l’imprenditore Manfredi Catella (gruppo Coima). Fratelli d’Italie e Lega, all’opposizione in Comune, chiedono le dimissioni della giunta guidata da Giusepe Sala ma molto netta è anche la presa di posizione del Movimento 5 Stelle, alleato a livello nazionale con il Pd (partito di Sala).Conte: chi ha responsabilità tragga conseguenze«Quando si tratta di legalità e di etica pubblica non voltiamo la testa dall’altra parte e non guardiamo in faccia a nessuno – dice il leader M5s Giuseppe Conte -. Non si può creare una logica di due pesi e due misure. A Milano abbiamo detto che per quanto riguarda i progetti sull’edilizia c’era opacità, c’era una situazione torbida che ora sta venendo fuori, quindi nessuno si deve sorprendere. Noi con sul “salva Milano” abbiamo fatto una battaglia per dire che non si può gestire una città consentendo a speculatori ed affaristi di arricchire le proprie tasche a scapito dell’ambiente e del benessere di tutti. Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso, ma attendiamo che chi ha la responsabilità politica tragga le conseguenze».Loading…FdI: Milano merita altra guida«Alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari, che vedono per la prima volta un assessore in carica della giunta Sala tra i destinatari di richieste di arresto per gravi accuse come corruzione e falso, Fratelli d’Italia rinnova la richiesta di un cambio radicale alla guida della città. Milano merita trasparenza, legalità e un’amministrazione che non fugga dalle proprie responsabilità» scrivono Sandro Sisler e Riccardo Truppo, rispettivamente senatore e capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino.Lega Milano, ormai Sala non può più fare finta di nulla«Come sempre siamo garantisti fino a sentenza e auspichiamo che tutto possa risolversi per il bene della città, ma la richiesta di arresto per un assessore del Comune di Milano mette in serio pericolo l’immagine del Comune e rischia di affossare una volta per tutte lo sviluppo urbanistico e l’economia della città» è la posizione della segreteria provinciale e il gruppo consiliare Lega per Salvini Premier Milano. «Milano non può sopportare un nuovo scandalo urbanistico che coinvolge un membro della Giunta e uno degli operatori più in vista in città proprio per i rapporti con l’amministrazione comunale. Chiediamo al sindaco Sala di fare scelte celeri per far ripartire l’economia e lo sviluppo della città, ormai ferma da due anni a causa dell’incompetenza di una Giunta a guida sinistra che ha sbagliato ogni passo».Tajani, inchiesta Milano? ’Bisogna essere garantisti sempre’«Sono dell’idea che bisogna essere garantisti sempre, non si può essere garantisti solo quando le cose riguardano casa tua, ma sempre. La riforma della giustizia la stiamo facendo proprio per questo. le considerazioni politiche sono altra cosa e a Milano bisogna cambiare» è il commento del vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia. LEGGI TUTTO