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    Assogestioni spedisce gli sceriffi in cda

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    Assogestioni candida gli sceriffi nei cda. Per il board di Azimut il comitato dei gestori di Assogestioni (che detiene complessivamente l’1,7%) ha proposto quattro nomi: Vincenzo Delle Femmine, Anna Doro, Cristina Sgubin e Federico Ferro Luzzi. Altri quattro sono i candidati per il collegio sindacale. Il capolista dell’elenco per il board è dunque Delle Femmine che ha un curriculum particolare: generale della Guardia di Finanza, attualmente è presidente di Fintecna ma è stato anche vicedirettore dell’Aisi (l’Agenzia di informazioni e sicurezza interna). Poiché lo stato di Azimut prevede un solo posto per le minoranze, l’obiettivo di Assogestioni è di diventare maggioranza in assemblea. Come avvenne tre anni fa per l’elezione del collegio sindacale quando l’elenco dei fondi prese più del 50% dei voti. I rapporti tra Azimut e l’associazione sono stati complicati: nel 2022, infatti, il gruppo fondato da Pietro Giuliani era uscito da Assogestioni (e qualche mese dopo anche da Assoreti) con queste motivazioni: «Ci siamo sentiti fino a oggi come un adolescente che veniva valutato per lo sviluppo del suo avambraccio oppure del suo stinco e non per lo sviluppo armonioso del proprio corpo nel suo complesso», aveva detto alludendo allo scarso apprezzamento dsa parte dell’associazione per il forte ampliamento del raggio d’azione di Azimut anche in senso geografico. LEGGI TUTTO

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    Illimity vara il piano strategico. Ma rallenta l’utile di quest’anno

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    I profitti sono previsti in accelerazione a 30 milioni nel 2026, con punto di arrivo a 80 milioni nel 2028. E pensare che quest’anno, in base al vecchio piano, Illimity Bank avrebbe dovuto avere utili per 240 milioni, invece saranno ben inferiori ai 30 milioni. Per questo aspetto, l’istituto guidato da Corrado Passera punta il dito, tra le righe della sua presentazione del piano strategico al 2028, contro l’Offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Banca Ifis che ha ritardato «la tempistica di progetti straordinari già avviati dal management nel 2024, funzionali alla riallocazione del capitale verso il core business». Tutto questo avrebbe avuto un «conseguente impatto sullo sviluppo della redditività ordinaria del corrente esercizio 2025» che è attesa «in calo rispetto all’anno precedente (il cui utile è stato di 40 milioni al netto delle poste straordinarie, altrimenti in perdita per 38 milioni, ndr), anche a fronte di una diminuzione del margine di interesse per effetto dell’andamento dei tassi di mercato. Si precisa che il 2025 sarà, inoltre, caratterizzato da elementi non ricorrenti sia positivi, derivanti dalla valorizzazione di asset non strategici, sia negativi legati alla riduzione degli attivi non strategici, ai costi una tantum relativi all’Opas e agli oneri per la ristrutturazione societaria e organizzativa». LEGGI TUTTO