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    Dazi, crollano le Borse in Asia e in Europa. Trump contro l’Ue: “Ci deve molti soldi”

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    Avvio di settimana da incubo per le Borse europee, che estendono il tracollo che già le aveva portate venerdì a chiudere la peggiore ottava dal marzo 2020. La guerra commerciale voluta dall’amministrazione Trump, la risposta della Cina e i conseguenti timori per l’economia che hanno portato molti analisti a rivedere al rialzo le probabilità di recessione stanno spingendo gli investitori a lasciare l’azionario per cercare rifugio sui titoli di Stato e altri asset considerati sicuri. A Piazza Affari il Ftse Mib cede il 6% ma il bilancio potrà essere ancora peggiore quando tutti i titoli riusciranno ad aprire: al momento un quarto del paniere ancora non ha fatto segnare un primo prezzo.Parigi perde il 6,15%, Francoforte il 7,1% e Madrid il 4,66%. Nel week end anche Bill Ackman, fondatore del fondo Pershing Square e noto sostenitore del tycoon, ha dichiarato che il mondo rischia ‘un inverno nucleare economicò, auspicando che la Casa Bianca metta in pausa le tariffe per 90 giorni e negozi accordi commerciali con i paesi partner mentre Goldman Sachs a tagliato a +0,5% da 1% la stima (tendenziale) di Pil Usa nel IV trimestre 2025 e alzato al 45% la probabilità di una recessione nell’anno.Tornando ai titoli milanesi, tra quelli che hanno avviato le contrattazioni Generali perde il 7%, Ferrari il 7,95% ed Eni il 6,9%. Ribassi in doppia cifra per le banche, a partire dal -11,27% di UniCredit. Sul valutario, l’euro vale 1,1043 dollari da 1,0980 venerdì in chiusura, mentre il mercato inizia a mettere in conto un nuovo taglio dei tassi Fed già a maggio. La moneta unica vale anche 160,27 yen (da 160,25), mentre il rapporto dollaro/yen è a 145,09 (da 145,92). Ancora in caduta il prezzo del petrolio, con il Wti per maggio in calo del 3,61% a 59,75 dollari al barile e Brent con scadenza giugno in discesa del 3,46% a 63,30 dollari. Cede il 6,4% a 34 euro al megawattora il gas naturale ad Amsterdam. Le vendite raggiungono anche l’oro, segno che gli investitori preferiscono realizzare anche parte dei guadagni messi a segno dal metallo giallo, spingendo il lingotto ai minimi da tre settimane e mezza. La consegna spot cede lo 0,75% a 3.014,02 dollari l’oncia dopo essere arrivata a perdere l’1%. Bitcoin in calo del 5% a 74.971 dollari, toccando i minimi da inizio novembre 2024 e azzerando tutti i guadagni messi a segno dalla nomina di Trump a presidente degli Stati Uniti.L’onda lunga della guerra commerciale avviata dagli Usa si abbatte anche sui mercati obbligazionari europei determinando un flight-to-quality che premia i Bund tedeschi. Nelle prime battute lo spread, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano e il pari scadenza tedesco, si attesta a 131 punti base, con un balzo di 12 centesimi rispetto ai 119 punti del closing dello scorso venerdì. La performance è l’esito più del calo del rendimento del Bund tedesco, che vede il suo rendimento scendere di 10 punti al 2,47%, che dell’aumento del rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato una prima posizione al 3,78% rispetto al 3,75% del riferimento della vigilia. Da segnalare che il BTp decennale italiano è in controtendenza sul circuito secondario rispetto ai titoli di Stato di Francia, Germania e Spagna, che, seppur con scarti diversi, segnano tutti sensibili cali.Le Borse cinesi affondano sui timori di una guerra commerciale e della recessione dopo i controdazi di Pechino al 34% su tutti i beni importati dagli Usa in risposta alle tariffe di Donald Trump: l’indice Composite di Shanghai cede il 7,34%, a 3.096,58 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 10,79%, a quota 1.777,37. I listini hanno una debole reazione nel finale anche di fronte all’annuncio secondo cui il fondo sovrano cinese Central Huijin ha aumentato ancora le sue partecipazioni, e continuerà a farlo in futuro, di fondi indicizzati aperti (Etf) negoziati in Borsa allo scopo di favorire il funzionamento stabile dei mercati di capitali.Nonostante gli evidenti effetti negativi su tutte le Borse, anche quella americana, il presidente degli Stati Uniti continua a tenere alti i toni: “Questa settimana ho parlato con molti europei, asiatici, in tutto il mondo. Stanno morendo dalla voglia di fare un accordo” sui dazi. E poi sui crolli delle Borse senza paura afferma: “A volte è necessario assumere farmaci per curarsi”. Infine, ancora una volta, Trump torna a parlare dei Paesi Ue: “L’Europa ha fatto una fortuna con noi. L’Europa ci ha trattato molto molto male” ma «stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale”. LEGGI TUTTO

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    Consiglio di condominio, il caso dei soggetti esterni

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    I punti chiave

    La scelta di includere soggetti esterni nel consiglio di condominio dipende da ciò che prevede il regolamento dello stabile. Se nulla è specificato, la soluzione più sicura è riservare il ruolo ai soli condòmini, evitando possibili contestazioni. Se invece il regolamento lo consente, un consigliere esterno potrebbe essere un’opzione interessante, a patto che sia una figura di reale supporto e non un elemento di ulteriore conflittualità. Vediamo quando è possibile questa scelta, i vantaggi e gli svantaggi.Ruolo del consiglio di condominioNella gestione condominiale, il consiglio di condominio è un organo spesso utile per supportare l’amministratore nelle decisioni più delicate. Si tratta di un organo facoltativo previsto dall’articolo 1130-bis del Codice Civile, che non ha poteri decisionali vincolanti, ma svolge un ruolo consultivo e di controllo, aiutando a rendere più trasparente la gestione delle spese e degli interventi necessari.Chi può essere nominato consigliereUna domanda che talvolta si pone è: chi può farne parte? In particolare, un soggetto esterno al condominio può essere nominato consigliere? La legge non fornisce una risposta esplicita, ma l’interpretazione più diffusa è che, salvo diversa indicazione nel regolamento condominiale, il ruolo di consigliere debba essere ricoperto da un condòmino, ossia da un proprietario di un’unità immobiliare nello stabile.Consiglieri esterni: quando è possibileTuttavia, ci sono casi in cui i condòmini preferiscono affidarsi a una figura esterna, magari un professionista esperto di gestione condominiale o una persona di fiducia, con l’idea che possa fornire un contributo più neutrale e qualificato. Se il regolamento condominiale lo consente, questa scelta è legittima. Infatti, alcune sentenze, come quella del Tribunale di Genova (n. 389 del 12 febbraio 2025), hanno riconosciuto la validità della nomina di un consigliere non proprietario, proprio perché il regolamento lo permetteva.Nomina di un esterno: vantaggi e svantaggi LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari, una settimana col fiato sospeso. I listini mondiali rischiano ulteriori ribassi

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    Dopo una settimana che ha fatto piangere i mercati di tutto il mondo, da oggi ne comincia una nuova che già promette ulteriori turbolenze. La speranza, tuttavia, è che si possa fare qualcosa di meglio rispetto ai 5.200 miliardi bruciati dall’S&P 500 (il listino principale americano) nelle due sedute seguite all’annuncio dei dazi e i circa 2.000 miliardi sbriciolati sui mercati del Vecchio Continente. Un dolore anche per i paperoni del mondo, che hanno visto andare in fumo 485 miliardi in due giorni.In attesa della campanella di stamani, l’unico riferimento disponibile è quella della Borsa saudita, aperta anche di domenica, che ha terminato la giornata di contrattazioni con un tonfo del 6,8%, il peggior calo dai tempi del Covid. Sarà un segno premonitore? Oggi si riuniranno i ministri del commercio dell’Unione europea, che si vede gravata da tariffe del 20%, per decidere come reagire. Una risposta a muso duro, i rischi di escalation aumenterebbero. Il che sarebbe nefasto per i mercati, che lavorano in base alle aspettative e mal sopportano l’incertezza (l’indice della paura Vix ha raggiuntolivelli molto alti, ai massimi dal post Covid). La prima mossa concreta dei Ventisette europei è attesa per mercoledì, quando saranno chiamati a votare per le prime contromisure su diversi prodotti americani (dal Whiskey alle Harley Davidson) oltre a beni industriali e agricoli in risposta alle tariffe imposte il 12 marzo su acciaio e alluminio. Entro fine mese, poi, dovrebbe arrivare la risposta complessiva al «Liberation Day» di Trump.«Per questa settimana mi aspetto un perdurare di una correzione delle Borse mondiali dai massimi che avevano raggiunto, in particolare Wall Street ma varrà anche per i mercati europei che da inizio anno hanno performato meglio dell’America», spiega a Il Giornale Fabrizio Barini, senior banker di Integrae Sim. «Questo avverrà a meno che Trump decida di ritrattare, ma al momento non sembra così». E poi che succederà? «I listini europei continueranno ad andare meglio, visto che hanno una politica monetaria più espansiva e un’inflazione sotto controllo. Oltre al fatto che Wall Street aveva valutazioni più care». Quanto ai dazi, «l’economia americana, molto incentrata sui consumi, li pagherà con il rallentamento del Pil».Ci sono però altri appuntamenti che potrebbero incidere sull’andamento dei mercati. In primis, mercoledì ci sarà la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed, la banca centrale americana, e giovedì i dati sull’inflazione americana. Quest’ultimi sono importanti per capire in quali condizioni versi l’economia a stelle e strisce. Visto che la guerra commerciale iniziata lo scorso 2 aprile da Trump avrà certamente ricadute concrete (con Jp Morgan che ha alzato le probabilità di una recessione al 60%) se l’economia dovesse essere più debole del previsto avvalorerebbe le previsioni più negative. Anche se ieri il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, ha detto che non vede «non alcun motivo per cui si debba prezzare una recessione». LEGGI TUTTO

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    La firma “Made in Italy” di Fincantieri sul nuovo megaterminal Msc di Miami

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    Inaugurato a Miami il nuovo terminal di Msc Crociere, un’opera imponente realizzata da Fincantieri Infrastructure che si distingue come la più grande e più avanzata tecnologicamente al mondo.In collegamento da Roma, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha celebrato l’evento definendolo «un vanto per la nostra nazione che ci riempie di orgoglio». La premier ha voluto rimarcare il ruolo strategico del progetto, affermando che «il governo ha sostenuto e accompagnato la costruzione di questa infrastruttura, frutto della collaborazione fra Msc Crociere e Fincantieri, non solo perché rappresenta un simbolo della capacità tutta italiana di coniugare tradizione e innovazione, ma anche perché costruisce una straordinaria vetrina del Made in Italy e di ciò che sappiamo fare meglio».Il nuovo terminal lungo 632 metri, alto 29 e con una superficie di quasi 46mila metri quadrati può ospitare tre grandi navi contemporaneamente e movimentare fino a 36mila passeggeri al giorno. Da record i tempi per la realizzazione: poco più di tre anni dalla posa della prima pietra. Una realizzazione ambiziosa, nata anche grazie al contributo di aziende leader italiane come Leonardo, Rina, Intesa Sanpaolo, Cdp, Sace e Simest. Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo della divisione Crociere di Msc, ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di aver realizzato il terminal più grande e tecnologicamente avanzato al mondo, che definisce nuovi standard per l’intero settore ed è in grado di offrire ai nostri ospiti un’esperienza unica». L’opera porta la firma di Fincantieri, attraverso la sua controllata Fincantieri Infrastructure. Pierroberto Folgiero (in foto), ad e dg del gruppo, ha parlato di «una straordinaria prova della capacità di Fincantieri di eseguire opere di grande complessità anche lontano dai nostri storici cantieri navali». Si tratta, ha aggiunto, del «completamento di un progetto coraggioso, che ha superato difficoltà notevoli e che diventerà parte integrante dello skyline di Miami Beach». LEGGI TUTTO

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    Borsa, uno scudo contro la tempesta

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    L’introduzione di nuovi dazi da parte degli Usa e le tensioni geopolitiche rendono sempre più necessario tutelare i propri risparmi. In un contesto economico volatile – con le principali Borse sconvolte da questo nuovo assetto – banche e case d’investimento hanno già «rivoluzionato» le proprie politiche per reagire alla situazione. Precisando che il must per chi investe al fine di incrementare e proteggere il patrimonio è sempre diversificare, ecco una selezione di consigli per orientarsi tra le asset class.AZIONILe Borse mondiali stanno soffrendo l’impatto dei dazi e delle aspettative di fondamentale recessione delle economie occidentali. I settori ciclici, come industria, banche e beni di consumo non essenziali, risultano tra i più esposti. Ubs consiglia un «posizionamento difensivo, puntando su asset di qualità e settori resilienti come la sanità e i consumi di base». Alimentari, farmaceutici e utility mostrano storicamente una maggiore stabilità. Le aziende con dividendi robusti tendono a difendere meglio le valutazioni. Anche Mfs ha sottolineato la necessità di concentrarsi su aziende solide, meno sensibili ai cicli economici. Discorso diverso per il lusso. Secondo Gam, visto che i dazi potrebbero non incidere sui prezzi finali, ma sui margini delle società (orientate a riassorbire parzialmente l’incremento dei prezzi import), è preferibile puntare sui titoli caratterizzati da una clientela fidelizzata e non eccessivamente esposti agli Usa come Hermès, Rolex e Ferrari.OBBLIGAZIONIIn tempi incerti i bond sovrani tornano al centro dell’attenzione come strumenti di stabilità. I Btp decennali offrono un rendimento intorno al 3,75%, attrattivo per chi adotta un’ottica di lungo termine. I Bund tedeschi, considerati un porto sicuro, offrono un rendimento del 2,58%. Secondo Deutsche Bank, «un eventuale taglio dei tassi da parte della Fed (anche se non è detto che Powell ceda alle presioni di Trump; ndr) potrebbe creare un contesto favorevole per i bond a lunga scadenza». Mfs suggerisce, infine, una «selezione rigorosa degli emittenti» in quanto l’incremento della volatilità potrebbe incidere sugli spread.FONDII comparti esposti alla tecnologia e al mercato Usa hanno sofferto perdite significative nelle ultime sedute, mentre quelli obbligazionari si sono mostrati più resilienti. Tuttavia, con rendimenti ancora bassi, anche questi strumenti vanno valutati con attenzione. Candriam punta su «fondi tematici e sostenibili», sempre mantenendo la protezione del capitale al centro della strategia. La diversificazione, sia settoriale che geografica, resta l’arma più efficace per contenere la volatilità.CAMBI E CRIPTOVALUTENonostante le attese di rafforzamento, il dollaro si è svalutato del 6% circa sull’euro da inizio anno. L’incertezza macroeconomica, secondo gli analisti, rende meno rischioso puntare sulle tradizionali valute rifugio come franco svizzero e yen. Per Mfs anche l’euro potrebbe rivalutarsi se la Bce proseguisse con l’attuale politica monetaria. CoinShares suggerisce anche di puntare sul Bitcoin in quanto «un eventuale indebolimento del dollaro potrebbe sostenerlo ulteriormente data la loro storica correlazione inversa». Il fatto che nelle ultime due sedute abbia ceduto solo il 2,3% lo conferma.ORO LEGGI TUTTO

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    Scatta l’allarme sul vino: perché è a rischio il Made in Italy

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    Un fronte compatto per difendere il vino italiano. A Casa Coldiretti, nella giornata inaugurale di Vinitaly, otto tra le più importanti cantine del Paese si sono confrontate con i vertici dell’organizzazione agricola sui grandi temi che oggi preoccupano il comparto: dai dazi Usa all’etichettatura allarmistica, fino alla percezione del consumo tra i giovani. Presenti Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Francesco Ferreri, presidente della Consulta vino, e Riccardo Cotarella, coordinatore. I dazi statunitensi sono la minaccia più urgente. Alessia Antinori (Cantina Antinori) ha lanciato l’allarme: “Una bottiglia da 10-15 dollari potrebbe arrivare a costare tra i 15 e i 20 dollari al consumo. L’impatto sarà forte, specie per chi lavora su quei volumi. Possiamo solo collaborare con i distributori per attenuare l’aumento e non trasferirlo interamente al cliente finale”.Le preoccupazioni sono condivise da tutta la filiera vitivinicola, che in una nota unitaria – firmata da Alleanza Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini – ha chiesto un intervento immediato delle istituzioni: “Serve un’azione diplomatica forte per sospendere i dazi. L’export verso gli Stati Uniti vale 2 miliardi di euro. Il rischio è perdere quote di mercato e vedere sparire molti dei nostri vini di eccellenza dalle tavole americane”. Preoccupazione anche per il tema delle etichette allarmistiche e la crescente stigmatizzazione del vino. Josè Rallo (Donnafugata) ha sottolineato: “C’è il pericolo che il vino non venga più visto come parte di una tradizione millenaria fatta di equilibrio e cultura, ma come un vizio da censurare”.Dello stesso avviso Enrico Coser (Ronco dei Tassi): “Serve una netta distinzione tra abuso e consumo consapevole”. Marta Cotarella (Famiglia Cotarella) ha ribadito l’importanza del valore sociale del vino: “Per i giovani italiani il vino è sinonimo di ‘insieme’. Diversamente da altri alcolici, spesso più economici, il vino racconta un’esperienza, una cultura”. Aldo Vajra ha invitato all’ottimismo: “C’è un passaggio generazionale in atto, dobbiamo avere fiducia e raccontare ai nostri figli la bellezza del nostro lavoro”. LEGGI TUTTO