More stories

  • in

    Lo stop “fantasma” ai dazi, la speranza delle Borse, il “no” di Trump: così è nato il caos sui mercati

    Ascolta ora

    I punti chiave

    Cosa ha provocato il caos sui mercati azionari nel pomeriggio di lunedì 7 aprile? Una dichiarazione attribuita a Kevin Hassett, consigliere economico della Casa Bianca, ha innescato una reazione immediata, ma è stata velocemente smentita, sollevando numerosi interrogativi sull’origine di tale informazione. L’incidente ha messo in evidenza quanto i mercati finanziari possano essere influenzati da voci e notizie che riguardano le politiche economiche.La dichiarazione di Hassett e la reazione dei mercatiOggi pomeriggio, precisamente alle ore 16:19, l’agenzia Reuters ha riportato una notizia che ha avuto un impatto immediato sui mercati: secondo l’agenzia, Hassett avrebbe affermato che il presidente Trump stava valutando una sospensione di 90 giorni dei dazi per tutti i Paesi, ad eccezione della Cina. Questa notizia ha provocato un’improvvisa inversione di tendenza sui mercati azionari, che erano in calo da diverse ore, alimentando ottimismo tra gli investitori e la speranza che ci fosse una distensione nelle tensioni commerciali internazionali.La smentita della Casa BiancaTuttavia, la notizia è stata rapidamente smentita. Pochi minuti dopo, la Casa Bianca ha negato con decisione le dichiarazioni attribuite a Hassett. Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha definito la notizia una “fake news” durante un’intervista con un giornalista della CNBC. La pronta smentita ha suscitato confusione, poiché sembrava contraddire le parole di Hassett, che si trovava nelle stesse ore a rispondere a domande sulla questione.L’incertezza sull’origine della dichiarazioneNonostante la smentita, l’Associated Press ha riportato che non era chiaro chi avesse realmente fatto circolare la dichiarazione. Sebbene le parole di Hassett fossero rapidamente diffuse sui social media, sembra che il consigliere non avesse rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in quel momento. In effetti, Hassett aveva parlato poche ore prima a Fox News, rispondendo a una domanda sul possibile blocco dei dazi per 90 giorni, come suggerito dal miliardario Bill Ackman. LEGGI TUTTO

  • in

    Giovannelli e Lexsential nella joint venture BMG Aesthetic

    Ascolta ora

    Giovannelli e Associati ha assistito BMG Pharma S.p.A. nella joint venture con Kelipe S.r.l. e Stefano Farina, quest’ultimi assistiti da Lexsential, per la costituzione del veicolo BMG Aesthetic S.r.l., società nella quale BMG Pharma ha conferito un ramo d’azienda composto, tra le altre cose, da dispositivi medici iniettabili in via di sviluppo, basati sulla tecnologia brevettata Hyaluromimethic®, attinenti principalmente all’area della medicina estetica.L’obiettivo di BMG Aesthetic sarà l’ampliamento della pipeline di tali prodotti destinati alla commercializzazione a livello mondiale.Giovannelli e Associati ha assistito BMG Pharma S.p.A. in tutti gli aspetti dell’operazione con un team guidato dal partner Alessandro Giovannelli assistito dal senior associate Matteo Bruni e dall’associate Filippo Noci, che hanno curato gli aspetti corporate, e dal partner Eugenio Romita e dal senior associate Matteo Giacomelli che hanno curato gli aspetti fiscali.Kludon, in persona di Roberto L’Abbate, ha agito in qualità di advisor finanziario per BMG Pharma S.p.A.Lexsential ha assistito, per tutti gli aspetti legali dell’operazione di investimento in BMG Aesthetic, Kelipe e Stefano Farina, investitori attivi anche nel mondo della medicina estetica.L’accordo è stato seguito, per gli aspetti corporate, dal gruppo composto dai partner Stefano Candela e Pasquale Di Mino, coadiuvati dall’associate Marta Cosi e dal junior associate Dimitri Cuzzocrea. Per quanto attinente agli aspetti di proprietà intellettuale, i clienti sono stati seguiti dai partner Vincenzo Piccarreta e Giuseppe Colica.Forvis Mazars, in persona del socio Attilio Torracca e della manager Chiara Bernardini, ha assistito Kelipe per gli aspetti fiscali mentre Marben, in persona di Marco Benedetto, ha assistito Kelipe per gli aspetti tecnico-brevettuali. LEGGI TUTTO

  • in

    Non prelevi soldi dal conto? Ecco perché devi preoccuparti

    Ascolta ora

    Non sono solo gli strani o ripetuti movimenti di grosse somme di denaro a far scattare un campanello d’allarme per quanto concerne i controlli fiscali: anche non movimentare i fondi presenti nel proprio conto corrente può significare finire nel mirino dell’Agenzia delle entrate.Il perché è abbastanza semplice da capire: se non sei costretto a prelevare soldi e a effettuare operazioni bancarie e pagamenti elettronici significa che stai utilizzando dei contanti di provenienza potenzialmente sospetta. In tutti questi casi il Fisco vuole vederci chiaro e cerca di risalire all’origine e alla provenienza di quei fondi attivando le verifiche a sua disposizione, in quanto l’ipotesi più probabile è che si tratti di proventi derivanti da lavoro in nero o di un presunto caso di evasione fiscale. Avendo a propria disposizione la Super Anagrafe dei conti correnti gli inquirenti possono disporre di strumenti all’avanguardia per approfondire le ricerche, che si sono estese anche nei riguardi di coloro i quali per vivere non necessitano di effettuare dei movimenti dal proprio deposito.I lavoratori vedono accreditare il proprio stipendio sul conto corrente, il che per il Fisco significa che per poter fare la spesa o pagare le bollette il denaro debba per forza di cose uscire da quel deposito o in contanti o sottoforma di pagamento tracciabile. Un’eccezione in tal senso è invece rappresentata da quei pensionati che incassano meno di 1.000 euro mensili, per cui prelevando direttamente i contanti molti di costoro non necessitano di far transitare i fondi sul proprio conto corrente: tutte informazioni comunque, queste, a disposizione dell’Agenzia delle entrate, che già sa chi si può venire a trovare in una situazione del genere. Il Fisco è a conoscenza anche di situazioni in cui un componente di un nucleo familiare, ad esempio un figlio, pur lavorando non tocca i soldi sul conto e può accumulare risparmi perché sono ancora i genitori a provvedere anche alle sue spese.Diverso è ovviamente il discorso di chi non si trova in circostanze del genere, e può per questo motivo essere convocato dall’Agenzia delle entrate per delle verifiche. In caso di contestazione è il contribuente ad avere l’onere di dimostrare con specifica documentazione la propria innocenza producendo le prove necessarie ad allontanare da sé i sospetti del Fisco: il denaro usato per vivere può essere frutto di una donazione, di un regalo o di una vincita, ma tutto va comprovato. LEGGI TUTTO

  • in

    Cnpr forum, le sfide della sostenibilità economica in un mondo sempre più indebitato

    “È fondamentale comprendere che il debito italiano, fortunatamente, non è detenuto da potenze ostili – sebbene tali scenari non siano da escludere – ma è per la maggior parte nelle mani degli italiani, che continuano a dimostrare fiducia rispondendo positivamente alle recenti aste di titoli pubblici”. Lo ha dichiarato Andrea Tremaglia, deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio alla Camera, nel corso del Cnpr Forum ‘Le sfide della sostenibilità economica in un mondo sempre più indebitato’ promosso dalla cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.“Tuttavia, ciò che conta davvero – ha aggiunto Tremaglia – è capire come viene impiegato il debito: c’è una differenza sostanziale tra indebitarsi per finanziare una vacanza e farlo per sostenere investimenti produttivi, capaci di generare valore e ritorni economici nel medio-lungo periodo. È proprio su questa logica che si fondano le politiche che stiamo cercando di promuovere, incentivando crescita e sviluppo attraverso il sostegno all’economia reale. Quanto al tema europeo, se l’idea è quella di creare un debito comune finalizzato a investimenti utili, strategici e non appesantiti da eccessiva burocrazia, allora il confronto è possibile. Ma troppo spesso il debito condiviso è stato concepito per pesare in modo sproporzionato su alcuni Stati membri. È per questo che il tema va affrontato con grande attenzione, visione strategica e responsabilità politica». LEGGI TUTTO

  • in

    Revisione auto, occhio alla scadenza da rispettare: verifiche, costi e sanzioni, cosa c’è da sapere

    Ascolta ora

    Tra le scadenze più importanti da rispettare per i proprietari di mezzi a quattro ruote, dal momento che si tratta di una norma prevista dal Codice della strada, c’è senza dubbio quella della revisione auto. Un controllo di fondamentale importanza in quanto mirato a verificare che il veicolo rientri nei parametri di sicurezza e sia da ritenere o meno idoneo alla circolazione su strada: oltre ciò, il trasgressore che non dovesse ottemperare a quest’obbligo potrebbe essere colpito da sanzioni in certi casi anche molto pesanti, per cui è bene stare doppiamente attenti alle tempistiche previste dalla legge.Ma ogni quanto va fatta la verifica? In caso di auto nuova, la scadenza iniziale è quella dei 4 anni dopo l’immatricolazione del mezzo, da lì in poi va eseguita ogni 2 anni, tenendo presente come mese di riferimento quello della prima revisione. Questa tempistica si applica alla maggior parte dei mezzi privati e a quelli commerciali entro le 3.5 tonnellate, mentre le auto a uso pubblico (ambulanze, taxi, mezzi a noleggio con conducente), gli autocarri e i veicoli superiori alle 3.5 tonnellate devono effettuare i controlli annualmente.Il costo da affrontare varia a seconda del luogo in cui viene effettuata la verifica: presso la Motorizzazione Civile, scelta per cui vanno messi in conto tempi di attesa più lunghi, il prezzo è di 45 euro, nelle officine autorizzate si sale fino a 78,75 euro (cifra in cui sono inclusi i diritti della Motorizzazione e l’Iva). Ovviamente, essendoci una prenotazione da fare, capita spesso che il controllo venga eseguito in anticipo rispetto alla sua naturale scadenza: ciò nonostante, per le verifiche successive rimarrà come punto di riferimento limite quello della prima revisione.I controlli riguardano l’impianto frenante del mezzo (freni anteriori e posteriori e freno a mano), lo stato di usura degli pneumatici, le condizioni delle sospensioni, l’impianto di illuminazione (per cui le luci anteriori e posteriori, il segnale di stop, la retromarcia, gli indicatori di direzione, la luce targa e i fari antinebbia), le emissioni inquinanti e la rumorosità dell’auto e infine lo stato generale di conservazione della struttura e della carrozzeria, affinché non ci siano condizioni tali da compromettere le norme minime di sicurezza.Qualora la vettura non superi i controlli, viene rilasciato un documento in cui sono indicate le problematiche che lo rendono inidoneo alla circolazione: a questo punto si deve intervenire entro 30 giorni per poi ripetere la revisione. Nei casi di problemi più gravi è possibile che si decisa di bloccare il mezzo fino al completamento degli interventi necessari. LEGGI TUTTO

  • in

    Il credito al consumo cresce ma anche i tassi

    Ascolta ora

    Nel 2024 il credito al consumo in Italia ha registrato una crescita significativa, con un volume complessivo di prestiti erogati che si avvicina ai 170 miliardi di euro, segnando un aumento del 5,3% rispetto all’anno precedente. A evidenziarlo è l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl.Tra i dati più rilevanti, spicca l’aumento del Taeg (tasso annuo effettivo globale), che ha superato il 10%, posizionandosi ben al di sopra della media dell’area euro e dei principali Paesi europei. A febbraio 2025, il Taeg sulle nuove operazioni ha raggiunto il 10,45%, contro l’8,38% della media dell’eurozona, il 6,73% della Francia e l’8,34% della Germania.Il credito al consumo incide in modo rilevante sul totale dei prestiti concessi in Italia, con una quota del 18,7% che, a febbraio, è salita al 18,9%. Anche in questo caso, il dato nazionale si conferma superiore rispetto alla media europea (11,1%), nonché rispetto a Germania (9,5%) e Francia (12,7%). Infine, le regioni che hanno registrato i maggiori incrementi nel credito al consumo durante l’ultimo trimestre del 2024 sono Emilia-Romagna (+2,01%), Toscana (+1,97%) e Lombardia (+1,86%).Per quanto riguarda i mutui, si osserva un leggero incremento dei tassi: il Taeg è passato dal 3,5% al 3,58% a febbraio 2025, interrompendo la fase di calo che aveva caratterizzato i mesi precedenti. Dall’analisi emerge inoltre che in Italia la rischiosità del credito, rappresentata dal tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie calcolato in relazione al numero degli affidati, non solo è rimasta su livelli contenuti ma è calata costantemente nel corso del 2024 (da 0,262% a 0,222%). Guardando ai dati su base regionale, le difficoltà maggiori si registrano al Sud, con il picco in Sicilia (0,352%), seguita da Campania (0,349%) e Calabria (0,328%). LEGGI TUTTO

  • in

    Trump, i dazi e la fine della globalizzazione

    Ascolta ora

    Nel marzo 2020 fu la pandemia a spiazzare i mercati. Oggi, a far tremare investitori e listini è la nuova ondata di dazi imposti da Donald Trump. Il ritorno a una politica commerciale aggressiva da parte degli Stati Uniti ha riportato in primo piano paure che sembravano archiviate: vendite a raffica, asset rifugio sotto pressione, volatilità alle stelle. “L’entità smisurata delle tariffe e l’apparente determinazione della Casa Bianca nel perseguire un aumento delle entrate fiscali a ogni costo hanno sorpreso gli investitori, che si aspettavano misure rilevanti ma gestibili”, osserva Mario Unali, head of Investment Advisory di Kairos. Le aspettative erano ben diverse: una manovra strategica, utile ad aprire tavoli negoziali con le principali potenze commerciali, come la Cina o l’Europa. Ma la realtà si sta dimostrando ben più complessa. “L’amministrazione Usa ha adottato una postura marcatamente più aggressiva rispetto al passato”, avverte Unali. Il rischio è quello di una vera e propria guerra globale dei dazi, con effetti a catena sull’economia reale.Un cambio di rotta è possibile?Trump, si sa, non è nuovo a ripensamenti improvvisi. Tuttavia, almeno per ora, le sue dichiarazioni pubbliche lasciano intendere una linea dura. Dietro le quinte, però, il peso dei mercati potrebbe farsi sentire. La “soglia del dolore” si avvicina: ulteriori ribassi delle borse – dove si trovano i risparmi e le pensioni di milioni di americani – rischiano di compromettere il consenso politico.In questo contesto l’intervento della banca centrale potrebbe diventare cruciale. Tagli ai tassi sono visti sempre più probabili dagli investitori. Ma per evitare una crisi globale, sarà fondamentale riaprire i canali della diplomazia economica.“La sopravvivenza del modello globalizzato passa dalla capacità di tornare a un dialogo costruttivo tra le grandi economie”, sottolinea Unali.Cosa fare sui mercati?Nel frattempo, come muoversi in un contesto così incerto? I bond tornano centrali nella strategia difensiva: beneficiati sia da un possibile rallentamento economico sia da tassi in calo. L’azionario, invece, richiede sangue freddo. LEGGI TUTTO