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    La lezione di Milei

    La dottrina economica liberista risolve i molti problemi che lo statalismo crea a piè sospinto. Oggi l’Argentina del presidente Milei lo dimostra al mondo intero. Quando questo pirotecnico politico ha preso in mano il timone di quel grande Paese sapeva bene di dover fare i conti con una situazione interna di gravissimo dissesto. La sua campagna elettorale sorretta da promesse impegnative e radicali veniva premiata da un popolo oggettivamente sfiancato.In Occidente le sue parole furono per lo più bollate con la solita spocchia. Invece, alla prova dei fatti, Milei ha avuto ragione. La sua ricetta liberista, per molti versi scioccante, sta rimettendo in sesto l’Argentina del peronismo assistenzialista, che ha mandato a gambe all’aria i conti pubblici con tutte le conseguenze immaginabili. La battaglia non semplice per ridurre l’inflazione sta avendo risultati apprezzabili e ciò è una buona notizia soprattutto per le fasce più esposte della popolazione: come noto, inflazione alta uguale incremento dei prezzi del carrello della spesa.Milei si è mosso con l’obiettivo di tagliare in modo assai significato la spesa pubblica. Lo sta facendo con risolutezza. D’altronde, non poteva certo permettersi interventi timidi la voragine vista la voragine ereditata. La pesantezza dello Stato andava aggredita assestando colpi decisi e così la politica dei tagli ha raggiunto un più che ragguardevole 30 per cento. Il che ha determinato un impatto piuttosto positivo sul Prodotto Interno Lordo (5 per cento). LEGGI TUTTO

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    Sogin fa strike in bilancio e scommette sulle persone

    Sogin continua il suo percorso di crescita. L’assemblea della società interamente controllata dal Mef che si occupa del decommissioning delle ex centrali nucleari ha approvato il bilancio 2024 che si è chiuso con un valore della produzione pari a 303,9 milioni di euro, segnando un incremento del 42,7% rispetto all’anno precedente, quando il valore era di 212,9 milioni. L’Ebitda, uno degli indicatori più significativi della redditività aziendale, cresce del 14,6%, passando da 19,1 milioni a 21,9 milioni di euro. Nonostante i risultati positivi, la controllata Nucleco ha registrato una leggera flessione, con un valore della produzione che si attesta a 37 milioni di euro rispetto ai 39,8 milioni del 2023, e un utile di 1,2 milioni di euro, in calo rispetto ai 2,4 milioni dello scorso anno.Per quanto riguarda i risultati complessivi del gruppo guidato dall’ad Gian Luca Artizzu, si segnala un utile di esercizio pari a 21mila euro. Tuttavia, l’Ebitda consolidato è aumentato del 4,5%, passando da 25,4 milioni di euro a 26,6 milioni nel 2024.Un aspetto particolarmente rilevante del bilancio di Sogin è l’attenzione crescente nei confronti del settore nucleare, con l’azienda che sta capitalizzando il proprio know-how in un ambito sempre più rilevante a livello internazionale. Questo trend è particolarmente influenzato dagli effetti degli scenari energetici globali, un fenomeno che ha reso ancor più strategiche le operazioni di Sogin.In questo contesto assume grande valore il Decreto Ministeriale 33/2024 del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che conferma l’importanza del recupero e della valorizzazione industriale dei siti e delle infrastrutture esistenti. Questo intervento normativo si inserisce all’interno della strategia di Sogin, che ha avviato una serie di attività per sviluppare e valorizzare i siti degli impianti nucleari in fase di dismissione. L’obiettivo è quello di pianificare interventi che possano essere realizzati parallelamente alle operazioni di decommissioning, creando nuove opportunità sociali, industriali ed economiche nelle aree interessate.Questo impegno, che si estende nel medio-lungo termine, mira a consolidare il ruolo di Sogin come punto di riferimento per le competenze tecniche nel settore nucleare. L’azienda, infatti, si propone come interlocutore privilegiato per il recupero e la valorizzazione dei siti nucleari, un’attività che richiede il mantenimento delle elevate professionalità acquisite nel corso degli anni.In linea con le indicazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che nel suo Technical Report Series No. 399-2000 raccomanda alle aziende del settore di sviluppare progetti industriali focalizzati sul futuro dei siti nucleari e sulla valorizzazione delle competenze, Sogin si prepara a mettere in campo nuove iniziative che possano assicurare la sostenibilità a lungo termine delle proprie operazioni, nonché un contributo significativo all’evoluzione del panorama energetico e industriale. LEGGI TUTTO

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    Ilva, a Taranto restano 24 ore per dire sì al piano

    A 24 ore dal «giorno della responsabilità», come lo ha ribattezzato il ministro Adolfo Urso, resta il braccio di ferro tra governo e Comune di Taranto. Una distanza nata dopo che il sindaco di Taranto Piero Bitetti ha rispedito al mittente l’accordo interministeriale sull’ex Ilva, che presenta più opzioni di rilancio, dribblando il passaggio in consiglio comunale per cui aveva chiesto tempo nelle ultime settimane. Una farsa che ad ogni appuntamento cambia copione con il risultato di allungare i tempi e compromettere il futuro di Taranto. Questa volta, però, il Mimit non ci sta e tira dritto confermando la riunione di domani, 12 agosto.Fonti del Mimit precisano che il ministro è disponibile a incontrare i sindaci di Taranto e di Statte e il presidente della Provincia di Taranto, ove fosse richiesto, prima della riunione sull’Accordo di programma in agenda domani, eventualmente anche in presenza del presidente della Regione Puglia.L’incontro di domani – precisano le stesse fonti – è pertanto confermato, nel rispetto dei lavoratori e delle imprese che stanno attendendo le decisioni delle istituzioni.Al termine della riunione, si svolgeranno inoltre anche gli incontri già programmati con i sindacati e le associazioni di imprese, locali e nazionali, cui saranno fornite tutte le informazioni necessarie sul piano di piena decarbonizzazione e sul programma di ripresa produttiva degli impianti.«La riunione del 12 agosto sarà quindi l’occasione per consentire alle autorità locali di esprimere con compiutezza e nella sede istituzionale preposta, di fronte alle altre autorità nazionali competenti, le proprie posizioni in merito al Piano formulato già nella riunione del 15 luglio scorso e alla localizzazione degli impianti di DRI necessari alla piena decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto e, ove vi fossero, eventuali piani alternativi predisposti dalle stesse autorità locali», spiega la nota del Mimit.Urso torna quindi a incalzare Bitetti e la sua soluzione alternativa dopo che nei giorni scorsi aveva chiesto che «manifestasse l’intendimento della città in merito alle proposte formulate da mesi con chiarezza e trasparenza». LEGGI TUTTO

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    Climatizzatore in condominio: regole e limiti

    Con il caldo, ad accendere le discussioni fra condòmini sono la presenza, il posizionamento e la rumorosità del condizionatore. C’è chi vuole installarlo e chi teme che rovini il decoro, tolga aria e luce o, peggio ancora, faccia rumore a tutte le ore.La questione non è banale, perché bisogna trovare il giusto equilibrio tra il diritto del singolo ad avere un impianto considerato ormai essenziale per vivere bene in casa e quello degli altri a non subire disagi. Analizziamo quindi le varie situazioni e come vanno gestite.Posizionamento sul muro comuneAlla domanda se il condizionatore si possa installare o meno sul muro comune, la risposta è sì, ma a certe condizioni. La Cassazione ha chiarito che l’articolo 889 del Codice civile (che impone certe distanze per tubi e condotte) non si applica se l’impianto è necessario per un uso pieno e moderno dell’abitazione. Installare un condizionatore sul muro perimetrale del palazzo rientra infatti nell’uso della cosa comune previsto dall’articolo 1102 del Codice, purché:non si impedisca ad altri di utilizzare lo stesso muro;non si compromettano stabilità e sicurezza dell’edificio;non si alteri il decoro architettonico.Se questi limiti sono rispettati, la collocazione è in genere legittima, anche derogando in certi casi alle distanze, purché compatibile con la struttura del fabbricato.Altezza e “colonna d’aria”Un aspetto che crea discussioni è l’installazione del motore su un muro che si affaccia sopra una proprietà esclusiva, come una corte o un terrazzo di un altro condòmino. La regola generale è che il proprietario non può opporsi se l’apparecchio si trova a un’altezza tale da non incidere concretamente su aria e luce. In altre parole, se il condizionatore è molto in alto e non crea un reale pregiudizio, la sua presenza è di norma lecita.Chi contesta l’installazione ha l’onere di dimostrare un danno concreto (non solo temuto) sulla base della normale destinazione dell’area.Se il problema è il rumoreIl capitolo forse più spinoso riguarda le immissioni sonore. L’articolo 844 del Codice civile stabilisce che non si possono impedire i rumori se non superano la “normale tollerabilità”, valutata in base anche alla condizione dei luoghi. D’altra parte, un condizionatore troppo rumoroso può giustificare:lo spostamento o la rimozione dell’unità esterna;l’adozione di sistemi di insonorizzazione;il risarcimento dei danni per il disturbo subito.La Cassazione ha ricordato che non basta rispettare i limiti di legge: bisogna considerare anche il contesto, le abitudini degli abitanti e la rumorosità di fondo. Ecco perché, prima di agire, è fondamentale una perizia tecnica.Quando si arriva al penaleSe il rumore è tale da disturbare un numero indeterminato di persone, può configurarsi il reato di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” (articolo 659 del Codice penale). In questo caso non si parla più solo di conflitto tra vicini, ma di tutela della quiete pubblica. LEGGI TUTTO

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    Patente a punti, ecco come conoscere quanti ne restano: tutti i metodi a disposizione

    Sono ormai trascorsi poco più di 22 anni dall’introduzione della patente a punti, e la domanda che più spesso gli automobilisti si fanno, in particolar modo dopo una decurtazione, è sempre la stessa: come faccio a conoscere quelli residui?Al momento del lancio, questo nuovo sistema ideato con l’obiettivo di disincentivare il più possibile le violazioni al Codice della Strada, prevedeva per tutti una base di partenza di 20 punti e così è ancora oggi: una condotta virtuosa consente di accumulare fino a un massimo di 30 punti, con un meccanismo premiale che prevede l’aggiunta di ulteriori 2 punti per ogni due anni consecutivi senza decurtazioni.In caso di infrazioni, tuttavia, a parte le multe e le sanzioni accessorie, come ad esempio la sospensione o la revoca della patente oppure il sequestro del mezzo, si può aggiungere la perdita dei punti della patente, a seconda della gravità della violazione compiuta. Generalmente si possono veder cancellare da 1 fino a 10 punti, anche se il Codice della Strada prevede un massimo di 15 punti in quei casi in cui si sommino più infrazioni in contemporanea. I punti persi possono essere recuperati in due modi. Uno “automatico”, con l’aggiunta di 2 punti ogni 2 anni consecutivi senza violazioni, e uno più oneroso che prevede la frequenza di corsi appositi presso le autoscuole (6 punti al massimo per le patenti A e B). Ciò considerato, quali sono i metodi a nostra disposizione per sapere quanti sono i punti residui sulla nostra patente?La verifica può essere effettuata direttamente sul sito del Portale dell’Automobilista, ma in questo caso è bene sapere che solo chi è in possesso di Spid o Cie può effettuare l’autenticazione rischiesta nella pagina dedicata.Chi è in possesso di uno smartphone potrà ottenere l’informazione scaricando l’app iPatente, a disposizione per sistemi Android e iOS. Una volta effettuato il download e l’installazione, attraverso il programma è possibile accedere a tutti i servizi a disposizione anche sul sito del Portale dell’Automobilista, incluso quello di controllo dei punti. Anche in questo caso Spid e Cie saranno necessari per effettuare il login. LEGGI TUTTO

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    Consob dà la stretta sul Crowdfunding

    La Consob accende i fari sull’attività del crowdfunding. L’Autorità presieduta da Paolo Savona (in foto) a fine luglio ha adottato con una delibera “obblighi di comunicazione di dati e notizie e la trasmissione di atti e documenti da parte dei fornitori di servizi di crowdfunding”. Un atto, secondo osservatori di mercato, non routinario ma il segnale di un cambio di passo della Commissione dopo le molte autorizzazioni concesse a operatori del settore nel 2024. Nella richiesta di dati c’è anche una tabella dove indicare i reclami ricevuti dagli investitori, distinti tra investment crowdfunding e lending crowdfunding.Secondo un rapporto del Politecnico di Milano, il mercato italiano del crowdinvesting sta attraversando un periodo di difficoltà, con una contrazione della raccolta totale negli ultimi 12 mesi, da luglio 2024 a giugno 2025: la raccolta totale è stata pari a 260,65 milioni, segnando un calo del 14% su base annua. LEGGI TUTTO

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    Banca Popolare Sondrio, prove d’Opa sui dirigenti

    Il successo dell’Opas di Bper sulla Popolare di Sondrio segna una svolta significativa nel panorama bancario italiano, ma sottende anche dinamiche interne più complesse. L’aver raggiunto l’80,6% del capitale e il poter dare per fatta la fusione il prossimo anno non chiudono la partita per l’ad dell’istituto modenese Gianni Franco Papa.Secondo fonti ben informate, infatti, alcuni dei principali manager della Sondrio avrebbero ricevuto offerte allettanti da gruppi concorrenti tra i quali anche Unicredit. Se questo processo dovesse in qualche modo concretizzarsi, ne risulterebbe non solo un indebolimento della banca che sta per essere inglobata, ma anche una concorrenza più agguerrita a livello bancario nella “ridotta della Valtellina”, storicamente appannaggio di due entità: la Popolare di Sondrio e il Creval (ora Crédit Agricole Italia). Insomma, potrebbero scendere in campo gruppi grandi e piccoli per acquisire clienti e quote di mercato.Questa situazione, indipendentemente da come evolverà, è un monito per l’intero settore del credito, che ha visto nei processi di fusione e acquisizione un’opportunità di crescita, ma anche una sfida. La lezione è chiara: quando si acquisisce una banca, è fondamentale valorizzare quanto prima le figure chiave per evitare qualsiasi incidente di percorso sulla strada verso l’integrazione, ma soprattutto per tenere il valore all’interno dell’entità appena conquistata. Un esempio recente è quello di Intesa Sanpaolo, che, cinque anni fa, riuscì a gestire la fusione con Ubi ricollocando pressoché immediatamente molti dirigenti del gruppo target.Eppure le dichiarazioni di Mario Alberto Pedranzini (in foto), consigliere delegato della Banca Popolare di Sondrio, hanno lasciato trasparire una certa distensione dopo mesi di battaglia. “Ci impegneremo per dare un contributo reale, così da permettere a Bper di estrarre le sinergie che si prefigge di estrarre”, ha dichiarato Pedranzini presentando la semestrale, aggiungendo che l’obiettivo della Sondrio sarà di “adeguarsi a un nuovo modo di fare banca, senza perdere di vista le nostre peculiarità. Ai posteri l’ardua sentenza”. LEGGI TUTTO

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    Corre l’export anti dazi. Pasticcio di Trump sull’oro

    Accelera l’export italiano con un incremento significativo nei mercati alternativi agli Stati Uniti. Un segnale che le imprese stanno affrontando con determinazione la guerra commerciale innescata dai dazi imposti dagli Usa, cercando nuovi sbocchi per i loro prodotti. Confartigianato, in particolare, ha sottolineato come l’export del Made in Italy verso i 25 Paesi top market quelli più promettenti al di fuori del mercato statunitense abbia registrato una crescita del 5,3% nei primi quattro mesi del 2025. Questo andamento positivo si aggiunge a una crescita complessiva delle esportazioni italiane verso i Paesi extra Ue dell’1,3%, che sale al 2% al netto delle esportazioni di energia.Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha commentato questi risultati, evidenziando che “il piano straordinario per l’export funziona”. Il ministro ha aggiunto che “diversificare i mercati internazionali nei quali esportare i nostri prodotti è la strategia giusta per contrastare l’effetto negativo dei dazi americani”, confermando l’impegno del governo a sostenere la crescita delle esportazioni italiane.I settori che stanno beneficiando di questa nuova direzione sono numerosi, dalla moda all’alimentare, dai mobili ai metalli, fino alla gioielleria e occhialeria. Paesi come gli Emirati Arabi (+20,9%), il Brasile (+14%), la Svizzera (+13,1%) e l’Arabia Saudita (+9,6%) sono tra i principali destinatari con un contributo significativo delle piccole imprese. Confartigianato ha, infatti, rilevato come le Pmi italiane stiano facendo la loro parte, con l’export verso gli Emirati Arabi, per esempio, vale 3,5 miliardi di euro. L’organizzazione chiede però che l’Europa faccia un passo avanti, mettendo la competitività al centro della propria agenda.La questione dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, tuttavia, non riguarda solo i prodotti tipici italiani, ma anche altre aree strategiche come il settore dell’oro, che ha recentemente visto l’inasprimento delle politiche doganali da parte degli Stati Uniti. La decisione della Casa Bianca di applicare dazi su una parte significativa del mercato dell’oro ha sollevato una grande preoccupazione tra i produttori e commercianti di metalli preziosi. A seguito di una controversa sentenza della Customs and Border Protection (Cbp, l’equivalente di un’unione tra Agenzia delle Dogane, Finanza e polizia di frontiera), i lingotti da un chilo e da 100 once sono stati considerati soggetti a dazi. Questa posizione si è rivelata in netto contrasto con una dichiarazione precedente di aprile, secondo cui i lingotti d’oro sarebbero stati esenti da imposte. LEGGI TUTTO