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    Sport e fringe benefit: le novità della CU 2025

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    I punti chiave

    La Certificazione Unica 2025 porta importanti cambiamenti, tra cui il bonus tredicesima, la regolamentazione del lavoro sportivo e una nuova disciplina per i fringe benefit destinati ai dipendenti. Parallelamente, debutta il modello di dichiarazione Iva aggiornato, che introduce il quadro VO dedicato alle organizzazioni di volontariato. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.La nuova CUL’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile sul proprio sito la versione definitiva della CU 2025, comprensiva delle specifiche tecniche, e il pacchetto relativo all’Iva, che include sia il modello ordinario sia la versione semplificata “Iva base”. Questi aggiornamenti mirano a ottimizzare la trasparenza e l’efficienza nei processi fiscali. La Certificazione Unica 2025 include il “bonus tredicesima”, un’indennità fino a 100 euro per lavoratori dipendenti con specifiche condizioni economiche e familiari. Aggiornamenti riguardano anche il lavoro sportivo, i fringe benefit e il trattamento integrativo per i settori turistico, ricettivo e termale. È previsto, inoltre, un campo per l’imposta sostitutiva sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario. Queste novità rendono la CU 2025 più completa e in linea con le recenti normative.Gli aggiornamentiI modelli Iva 2025, inclusa la versione semplificata “Iva base,” sono stati approvati in via definitiva con alcune novità. Tra queste, il quadro “VO” è stato aggiornato per considerare le opzioni riservate alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale che optano per il regime speciale, oltre alle imprese giovanili in agricoltura che adottano il regime agevolato. Il modello IVA base 2025 si rivolge ai contribuenti che, durante il 2024, hanno determinato l’imposta seguendo le regole generali, semplificando gli adempimenti fiscali per categorie specifiche. LEGGI TUTTO

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    Bandite in Usa le smart-car cinesi: “Troppi rischi per i dati sensibili”

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    Gli Stati Uniti varano il bando sul mercato americano contro le auto intelligenti (smart car) con tecnologia cinese, incassando la prevedibile e dura reazione di Pechino. I presunti rischi per la sicurezza nazionale di Washington alla base della stretta sono «privi di qualsiasi base fattuale», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. «Tali azioni interrompono la cooperazione economica e commerciale tra imprese e rappresentano il tipico esempio di protezionismo», ha aggiunto Guo nel briefing quotidiano, precisando che «la Cina si oppone con forza a tutto questo». LEGGI TUTTO

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    Italia e Uzbekistan insieme per il green

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    Transizione energetica e fonti rinnovabili nuovamente al centro dell’agenda internazionale. Al World Future Energy Summit, in corso ad Abu Dhabi, leader mondiali, esperti e rappresentanti di governo si incontrano per promuovere una cooperazione sempre più stretta nel settore. La partecipazione italiana all’evento non si limita a ribadire la centralità della sicurezza energetica nella strategia nazionale, ma punta anche a rafforzare i legami con interlocutori strategici, tra cui i paesi dell’Asia Centrale.Tra questi, l’Uzbekistan costituisce un partner di sempre maggiore interesse per il nostro paese sia per la disponibilità di manodopera qualificata sia per il potenziale di risorse naturali e fonti energetiche rinnovabili. Uno stato in rapido sviluppo economico, con il valore del Pil che ha fatto registrare un tasso di crescita del 5,6 per cento nel 2024 e del 6 per cento nel 2023 secondo le ultime elaborazioni dell’Osservatorio economico del ministero degli Affari esteri italiano. Dati, quelli connessi all’economia di Tashkent, che diventano ancor più rilevanti se si considera che l’Uzbekistan, con più di 37 milioni d’abitanti, è lo stato più popoloso dell’Asia Centrale.Dal punto di vista industriale, in particolare nei settori degli idrocarburi, dell’elettronica e della chimica, l’Uzbekistan vanta poi un tessuto già ben strutturato. In questo contesto, le politiche del governo di Tashkent mirano a favorire l’ammodernamento e la crescita di competitività dell’industria del paese.L’Italia sta ormai da diverso tempo consolidando un rapporto di interscambio commerciale che nel 2023 ha registrato più di 500 milioni di dollari, in particolare nei settori degli impianti e dei macchinari utilizzati nei comparti dell’agroalimentare, metalmeccanico e tessile. Quest’ultimo ambito, in particolare, riveste un ruolo cruciale nella politica economica uzbeka. Sotto la guida del presidente Shavkat Mirziyoyev, il paese ha avviato una profonda riforma del settore, con l’obiettivo di trasformare il suo status di terzo esportatore mondiale di cotone in una realtà industriale ad alto valore aggiunto. Negli ultimi 15 anni, il comparto ha attratto investimenti per oltre 2,5 miliardi di dollari, dando vita a più di 300 progetti internazionali innovativi.L’Uzbekistan, con un enorme potenziale nel campo delle energie rinnovabili, rappresenta un partner strategico per l’Italia nella transizione energetica. Il paese, infatti, sta puntando su progetti legati al solare e all’eolico, aprendo nuove opportunità per le aziende italiane specializzate. Allo stesso tempo, la cooperazione si estende anche alle tematiche ambientali, come dimostra il progetto congiunto tra il governo uzbeko, Sogesid e Aics per affrontare la crisi ecologica del Lago d’Aral.La distanza tra Tashkent e Roma è dunque sempre più ridotta. Le recenti visite istituzionali hanno giocato un ruolo fondamentale nel consolidare i legami tra i governi dei due Paesi. La presenza del presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev in Italia, nel giugno 2023, ha aperto una nuova fase di cooperazione, con la ratifica di un partenariato strategico in materia di Difesa e Sicurezza, Cooperazione Economica, Cultura, Scienza, Educazione e Turismo. LEGGI TUTTO

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    Campari, via alla gestione Hunt. La prima sfida è riorganizzare

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    Tre grandi sfide per Simon Hunt nominato ieri ufficialmente ceo di Campari. Già alla guida di William Grant&Sons, con oltre 30 anni di esperienza nel settore degli spirit a livello internazionale, in particolare nel mercato strategico degli Stati Uniti, Hunt arriva al vertice del gruppo italiano in un momento molto delicato sotto diversi punti di vista. A lui l’arduo (ma non impossibile) compito di risollevare le sorti di un gruppo che, nell’ultimo anno, complici anche gli avvicendamenti al vertice, non ha brillato: a settembre, dopo soli 5 mesi in carica, Matteo Fantacchiotti si era dimesso dalla guida del gruppo che, nei 16 anni precedenti, era stato nelle mani di Bob Kunze-Concewitz. Un valzer che ha impattato negativamente sul titolo che, dopo la performance registrata nel periodo Covid (oltre quota 13 euro), nell’ultimo anno si è praticamente dimezzato perdendo – nel solo 2024 – oltre il 40% del valore. Brindando ieri alla nuova nomina (+0,96% a 5,47 euro ) il mercato ora ha gli occhi puntati sul manager che dovrà in primis implementare la riorganizzazione del gruppo già avviata e che prevede un’attenta razionalizzazione dei costi e del business (rifocalizzazione sui marchi principali, focus sui liquori e tequila a livello di brand e posizionamento).«Una mission che nel 2025 obbligherà Hunt a mettere in stand-by per 12 mesi le operazioni di M&A», stimano gli analisti. LEGGI TUTTO

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    Il piano uzbeko per la lotta climatica

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    Lunedì si è inaugurata ad Abu Dhabi la Settimana Internazionale della Sostenibilità, un evento di rilievo globale che ha visto la partecipazione di capi di stato e di governo, impegnati a discutere le strategie per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Centrali, nel corso dell’evento, le politiche messe in atto dai governi per far fronte alle sfide della transizione green: dall’attrazione di investimenti all’implementazione di politiche capaci di conciliare crescita economica e riduzione delle emissioni inquinanti.Un modello di economia emergente impegnato su questo fronte è rappresentato dall’Uzbekistan. Il presidente Shavkat Mirziyoyev ha preso parte al summit presentando il processo di trasformazione su larga scala che Tashkent sta mettendo in campo per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico, garantire lo sviluppo sostenibile e la sicurezza globale. «Negli ultimi cinque anni, abbiamo attratto quasi 20 miliardi di dollari di investimenti esteri nel settore energetico e realizzato 9,6 gigawatt di nuova capacità energetica», ha dichiarato Mirziyoyev nel corso del suo intervento. «Sono in corso oltre 50 grandi progetti con una capacità energetica di 24 gigawatt e un valore di oltre 26 miliardi di dollari con partner stranieri».Risultati, quelli illustrati dal Presidente uzbeko, parte del ben più grande progetto Nuovo Uzbekistan 2030, un piano di programmazione strategica pensato dal governo uzbeko per garantire stabilità ambientale al paese e promuovere un modello economico verde ed efficiente nell’uso delle risorse. L’obiettivo per il 2030 è chiaro: portare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico nazionale al 54 per cento. Un traguardo che non solo rafforza il ruolo dell’Uzbekistan come hub energetico regionale, ma lo posiziona come modello di riferimento per i Paesi emergenti nella corsa verso la sostenibilità globale. LEGGI TUTTO

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    Illimity, da Banca Sella arriva il primo sì a Ifis

    Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis

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    Un primo, pesante endorsement all’Opas di Banca Ifis su Illimity arriva dal principale azionista della banca guidata da Corrado Passera. Ieri, infatti, il cda di Banca Sella (azionista al 10% di Illimity) si è riunito e ha diramato una nota affermando di aver «valutato con favore l’interesse di una controparte solida e credibile per la società Illimity e le prospettive di valore industriale di breve e lungo periodo espresse nel comunicato al mercato, connesse all’operazione, tali da favorire sinergie e sviluppo alla società stessa. Il Consiglio ha quindi espresso interesse a proseguire nella valutazione dell’offerta». LEGGI TUTTO

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    Fondazioni, il Tesoro accelera sulle partecipazioni bancarie

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    L’accelerazione è delle ultime settimane e si punta ad arrivare a un accordo a stretto giro per l’aggiornamento del protocollo tra Acri e ministero dell’Economia. Nel mondo delle Fondazioni bancarie, che trova rappresentanza appunto nell’Acri presieduta da Giovanni Azzone, c’è un certo fermento a seguito della grande corsa dei titoli bancari italiani. L’aspetto che più è al centro delle discussioni, è quel vincolo che le Fondazioni hanno di non concentrare più del 33% del loro patrimonio nella banca conferitaria. Una soglia ritenuta fin troppo «inflessibile» dallo stesso Azzone. Meglio ancora sarebbe, chiedono da banche e fondazioni, se nello stabilire questa linea rossa non si contassero gli sforamenti collegati al solo andamento dei listini.Il protocollo Acri-Mef datato 2015 prevedeva questa accortezza per evitare che gli enti, in prima linea per molte opere di filantropia, potessero essere troppo esposti a un’unica partecipazione. Allora i titoli delle banche viaggiavano su quotazioni ben inferiori a quelle odierne, ed erano in alcuni casi investimenti più rischiosi di quanto non lo siano attualmente.Oggi, però, l’esplosione di questi titoli avvenuta negli ultimi anni (basti pensare che Intesa Sanpaolo è nel frattempo diventata la prima banca europea per capitalizzazione di mercato) ha fatto sì che il peso delle partecipazioni delle Fondazioni aumentassero il loro peso specifico. A una prima vista può sembrare una pura tecnicalità, ma in realtà rischia di avere ricadute molto concrete sulla stabilità degli azionariati di società strategiche. Un caso emblematico – e che ha portato il sistema a fare pressing sul Mef per rivedere il protocollo – è quello della Fondazione CarisBo. La scorsa estate, infatti, il Mef – che vigila sulle Fondazioni bancarie – ha contattato la presidente Patrizia Pasini per segnalare che la quota dell’1,334% che la sua fondazione vantava in Intesa Sanpaolo aveva superato la fatidica soglia del 33% del patrimonio. Ciò ha comportato, in ossequio alle regole del protocollo, che CarisBo vendesse sul mercato qualche decimale della sua quota. Può sembrare un aggiustamento minore, ma se tutte le Fondazioni – titolari insieme del 16% dell’azionariato della prima banca italiana – iniziassero a fare lo stesso potrebbe finire sul mercato circa l’8% di Ca de’ Sass (che rispetto a gennaio di un anno fa si è apprezzata di quasi il 50% in Borsa), aspetto che aumenterebbe la contendibilità dell’istituto aprendo la porta a speculatori o a giganti esteri magari interessati a esercitare un controllo su quello che sempre più rappresenta un architrave dell’economia italiana. Nei casi più nefasti scatterebbe il golden power, ma certo è che nel mondo bancario si preferirebbe prevenire piuttosto che curare, anche in ragione del fatto che l’attuale profittabilità delle banche permette loro entrate sicure e generose. Insomma, il meglio per chi si occupa di filantropia e serve alla cauasa quando si tratta di mettere insieme operazioni di sistema come accaduto per Montepaschi o Tim. LEGGI TUTTO

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    Ita nell’hangar Lufthansa col nuovo cda

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    Ieri Lufthansa ha fatto finalmente il suo ingresso nel capitale di Ita Airways con il 41% sottoscrivendo l’aumento di capitale riservato da 325 milioni. L’accordo è arrivato con due giorni di ritardo rispetto alle attese nelle more di un’intesa più larga sulla governance. Dopo il rinvio di lunedì scorso era infatti diventata più difficile la conferma di Antonino Turicchi alla presidenza in quanto per il nuovo socio tedesco è fondamentale poter accentrare le deleghe operative nella persona del nuovo ceo Joerg Eberhart.Il nuovo presidente è stato così individuato dall’azionista Tesoro (che resta al 59%) nella figura di Sandro Pappalardo (in foto), ex pilota dell’Esercito, consigliere dell’Enit e consulente a titolo gratuito del ministro Guido Crosetto. È stato così trovato un profilo di garanzia con competenze in materia (è stato anche assessore al Turismo nella giunta Musumeci in Sicilia) e del quale l’esecutivo ha fiducia. Nulla di fatto, invece, per l’ex ambasciatore a Berlino Armando Varricchio. Gli altri componenti del consiglio di amministrazione (passato da 3 a 5 membri) sono per il Tesoro Antonella Ballone (vicepresidente di Baltour) ed Efrem Angelo Valeriani (già consigliere di Æqua Roma). Lufthansa ha designato Lorenza Maggio, manager italiana e vice presidente Sales per Medio Oriente e Africa della compagnia tedesca. Nominato anche il nuovo collegio sindacale nelle persone di Paolo Ciabattoni, Federico Testa e Angela Florio, con quest’ultima che ne sarà presidente. «Sono orgoglioso e onorato di essere stato indicato per questo prestigioso incarico», ha dichiarato il ceo Eberhart aggiungendo che «questa nuova fase della storia della compagnia ci consentirà di rafforzare la nostra posizione e di sviluppare sinergie strategiche che valorizzeranno la crescita e la solidità di Ita Airways come vettore italiano di riferimento». LEGGI TUTTO