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    “Da Unicredit niente offerte per Mps”

    Dura reazione a un articolo del Financial Times da parte di Banca Akros, la banca d’affari del gruppo Banco Bpm che ha gestito il collocamento per il Tesoro del 15% di Mps. Dall’articolo del quotidiano finanziario emerge che la procedura avrebbe attirato l’attenzione della Commissione europea dopo che, scrive l’FT, “Unicredit, il fondo sovrano norvegese Norges e Blackrock erano tra gli investitori interessati ad acquistare azioni”, ma sono stati informati da Akros che “la gara era già chiusa”.”Tale affermazione non è veritiera”, si legge nella nota della banca d’affari milanese, “in quanto Unicredit non ha presentato alcun ordine di acquisto di una quota di Mps nell’ambito della procedura Abb presso Banca Akros”. In premessa viene ribadito “con fermezza che il collocamente è stato condotto da Banca Akros in modo corretto e trasparente, nel pieno rispetto delle normative e delle prassi che regolano questo tipo di operazioni: tutti gli ordini sono stati raccolti, registrati e processati allo steso modo, e nessun ordine di acquisto correttamente presentato è stato ignorato”. E, quindi, “nessun grande investitore è stato escluso dal processo di offerta, come invece riportato nell’articolo, inclusi Unicredit, il fondo petrolifero norvegese e Blackrock”. La banca d’affari aggiunge: “Pertanto, contestiamo – tra le altre affermazioni inesatte contenute nell’articolo del FT – la dichiarazione secondo cui Unicredit ha presentato un ordine per acquistare il 10% delle azioni”.Il giallo, quindi, s’infittisce. Da una parte, se nel bel mezzo di un’indagine della Procura di Milano sul presunto concerto tra Delfin, Caltagirone e Bpm nell’ambito del collocamento di quel 15% di Mps, Akros si espone con parole così nette – sapendo quel che rischia – è quanto meno verosimile che l’istituto possa dimostrare con le carte quello che sostiene. Dall’altra, stupirebbe (e sarebbe molto grave) che un amministratore delegato del calibro di Orcel dicesse qualcosa che non è in grado di provare. Orcel stesso, in un’intervista di qualche giorno fa, aveva sostenuto che il suo istituto aveva provato a partecipare senza riuscirci. Specificando, poi, di aver segnalato a Consob il fatto che Anima avesse partecipato al collocamento nonostante fosse sotto la passivity rule dopo l’Opa lanciata proprio da Banco Bpm. Allo stesso modo, ha fatto riferimento al fatto che Akros avrebbe assegnato una quota proprio alla sua controllante Bpm (cosa che, tuttavia, non è vietata dalla legge se come dice Akros il collocamento ha seguito una procedura corretta).Secondo indiscrezioni raccolte da Il Giornale da fonti vicine al dossier, Unicredit non avrebbe presentato un’offerta a suo nome, ma si sarebbe fatta rappresentare da un broker che avrebbe poi provato a inserirsi nella procedura di accelerated bookbuilding lanciata dal Tesoro, ricevendo come risposta che il collocamento era chiuso. Piazza Gae Aulenti a riguardo non ha rilasciato commenti, ma se veramente fosse così, rivelare il nome dell’intermediario spazzerebbe via ogni ragionevole dubbio sulla discrepanza tra quanto sostenuto da Orcel e quanto dichiarato da Akros che dal canto suo ci ha messo la faccia con una nota ufficiale. LEGGI TUTTO

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    Mps scatta in Piazza Affari sull’ok Bce. L’Ops su Mediobanca più vicina al via

    Chiusura in gran spolvero per il titolo del Monte dei Paschi che ieri in Piazza Affari ha messo a segno un balzo del 7% attestandosi a quota 7,39 euro. Lunedì sera la Bce ha espresso tramite una procedura scritta un primo parere favorevole all’Ops lanciata da Mps su Mediobanca. Il verdetto ratificato formalmente da parte del Consiglio direttivo (è sufficiente una non obiezione) dovrebbe arrivare nelle prossime ore e sembra essere senza condizioni. Dopo il semaforo verde, l’istituto senese invierà il prospetto informativo alla Consob, che avrà cinque giorni lavorativi per analizzarlo e rilasciare il nullaosta. A quel punto l’Ops su Piazzetta Cuccia potrebbe partire tra il 7 e il 14 luglio. Il periodo di adesione, invece, potrebbe oscillare tra le due e le cinque settimane.I tempi stimati nell’assemblea di aprile dall’amministratore delegato del Monte, Luigi Lovaglio (in foto), quando è arrivato il via libera a grande maggioranza dei soci all’aumento di capitale al servizio dell’offerta, erano proprio per la fine di giugno inizi di luglio. Il management riuscirebbe così a tagliare il traguardo entro la prima o la seconda settimana di agosto, prima della semestrale di Rocca Salimbeni che sarà presentata il 5 agosto. Lovaglio ha indicato nel 66,67% del capitale di Mediobanca la soglia minima di adesione ma si tratta di una condizione rinunciabile anche se l’ad ha spiegato che senza almeno il 50% più un’azione non sarebbe possibile accelerare l’uso dei crediti fiscali di Siena (Dta) sugli utili generati da Piazzetta Cuccia.Il banchiere si è detto sicuro che “l’Ops sarà di successo e riusciremo ad avere adesioni importanti”, con “anche di più del 20%” del 54% del capitale di Mediobanca detenuto dagli investitori istituzionali e dal mercato che consegnerà le azioni, in aggiunta a grandi soci come Delfin e Caltagirone.Sempre in Borsa ieri Mediobanca ha guadagnato il 4,2% a 19,94 euro, con il corrispettivo proposto che incorpora ancora uno sconto pari al 6% circa, segnale che il mercato comunque scommette su un rilancio. Rilancio sin qui escluso dai vertici di Mps anche se la posizione di capitale della banca (Cet1 al 19,6%) consente spazi di manovra. LEGGI TUTTO

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    Savona boccia i Bitcoin. Il figlio invece ci lavora

    It is a wise father that knows his own child, chi conosce il figlio è un padre saggio. La frase di William Shakesperare nel “Mercante di Venezia” racconta bene la mini faida scoppiata a casa del presidente della Consob Paolo Savona (nella foto). Che ha paragonato il mercato delle criptovalute al campo di Pinocchio, dove le monete si piantano. Mentre il figlio Pierfrancesco Savona siede nel board di una start up con sede in Gran Bretagna che guadagna grazie alle oscillazioni del prezzo di Bitcoin, assieme a manager considerati un po’ spregiudicati al di qua della Manica. Come l’ultralibertario sviluppatore Luca Venturini, casa a Bahamas e idee precise in tema di finanza decentralizzata ed evasione fiscale, uno che su X secondo la ricostruzione di Decrypto.org “ha invitato più volte i suoi follower a evadere, a non dichiarare e a boicottare chi le tasse invece le paga”.Insomma, può il presidente della Consob condannare i cryptoasset mentre il figlio guadagna con le Bitcoin? E dire che anche Savona padre era stato folgorato dalla tecnologia blockchain. Lo ricorda Atlas21, profilo social che si batte per la diffusione di Bitcoin, convinto che presto soppianteranno le valute tradizionali. “Nel 2015 contribuì sin dal primo round di finanziamenti della start up Euklid”, basata su un prototipo di intelligenza artificiale per predire le oscillazioni del prezzo (“to predict increases and decreases in the price”) di Bitcoin. Galeotto fu l’impegno politico con Giuseppe Conte che nel 2018 lo costrinse a lasciare il board della società e del fondo lussemburghese Euklid Master Fund. LEGGI TUTTO

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    Assegno unico, cosa rischia chi non aggiorna l’Isee. Ecco la scadenza

    Si avvicina a grandi passi il 30 giugno, data entro la quale va presentato o aggiornato l’Isee 2025 qualora non si voglia correre il rischio di perdere gli arretrati dell’Assegno unico universale dalla mensilità di marzo. Ad essere interessati dalla scadenza sono tutti quei nuclei familiari beneficiari che devono ancora inviare la Dichiarazione Sostitutiva Unica aggiornata: in mancanza di questo requisito fondamentale, e non importa quale sia il reddito della famiglia, l’Inps continuerà ad erogare l’importo minimo previsto dalla misura, vale a dire 57,50 euro al mese per ciascun figlio.L’erogazione dell’assegno avviene in modo automatico senza che vi sia bisogno di inviare annualmente la domanda, ma per ottenere un importo personalizzato sulla propria condizione economica l’Isee va aggiornato ogni anno: solo così facendo il contributo potrà superare anche i 200 euro per figlio nei casi di redditi particolarmente bassi. Presentare la Dsu entro e non oltre il 30 giugno significa ottenere tramite conguaglio gli arretrati spettanti da marzo sulla base del reddito familiare, dal momento che in circostanze del genere l’Inps ha erogato solo l’importo minimo. Se l’aggiornamento dell’Isee venisse effettuato oltre la deadline, il nucleo familiare beneficiario riceverebbe quanto gli spetta a partire dalla mensilità successiva all’invio, tuttavia non esiste in questo caso alcuna retroattività, per cui sarebbe impossibile recuperare le somme spettanti pregresse.Come agire, quindi, per non perdere una parte del contributo? È sufficiente presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica aggiornata tramite Caf oppure attraverso il sito dell’Inps, dal momento che, come precisato dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, non è necessario presentare una nuova domanda di assegno unico ma basta comunicare eventuali variazioni nel nucleo familiare.La necessità di inviare gli aggiornamenti è legata a un’altra novità entrata in vigore lo scorso aprile, vale a dire la riforma del calcolo dell’Isee che non include più i titoli di Stato fino a 50mila euro nel patrimonio mobiliare. Stando ai dati riportati dall’Inps nel mese di aprile 2025 sarebbero state prodotte più di 75mila Dsu al giorno, con un incremento del 60% rispetto al 2024. Le “Dsu ripetute”, ovvero quelle che hanno modificato Isee già calcolati sulla base delle nuove norme, sarebbero state alla base di questa impennata, secondo Caf Cgil. LEGGI TUTTO

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    Il Fisco apre al dialogo: concordato light per le partite Iva

    Il nuovo concordato preventivo biennale per il 2025-2026 entra nel vivo. Con la circolare 9/E/2025, l’Agenzia delle Entrate chiarisce le regole operative aggiornate in seguito all’entrata in vigore del decreto correttivo (Dlgs 81/2025). Il documento, firmato dal direttore Vincenzo Carbone, raccoglie sia una parte generale sia una selezione aggiornata delle FAQ più rilevanti, fornendo un quadro completo a professionisti, lavoratori autonomi e microimprese interessati ad aderire. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Le soglie agli incrementi di redditoUno degli aspetti più attesi riguarda le soglie agli incrementi di reddito che, grazie al correttivo, diventano più sostenibili per i contribuenti fiscalmente affidabili. In particolare, la percentuale massima di aumento del reddito ammessa ai fini della proposta varia in base al livello di affidabilità fiscale ottenuto nel periodo d’imposta precedente. Più alta è l’affidabilità, più contenuto sarà l’incremento richiesto.L’obiettivo della misuraQuesta misura punta a rendere le proposte di adesione più credibili e vicine alla realtà economica dei contribuenti, incentivando una maggiore partecipazione. Va inoltre sottolineato che tali limiti non si applicano quando la proposta di reddito concordato risulta inferiore ai valori di riferimento settoriali ottenuti con l’algoritmo dell’Agenzia. Le stesse soglie valgono anche per calcolare il valore della produzione ai fini Irap, per le partite Iva che ne sono ancora soggette. LEGGI TUTTO

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    Occhio alla truffa su 4 Ristoranti di Alessandro Borghese: ecco come agiscono i malviventi

    I criminali non si fermano davanti a nulla e trovano metodi sempre nuovi per poter raggirare le loro vittime; ultimamente ha preso piede una nuova truffa che sfrutta l’immagine di 4 Ristoranti, celebre programma tv, molto amato dagli italiani, condotto dallo chef Alessandro Borghese. Sfruttando il grande richiamo dello show, i malviventi sono già riusciti a mettere a segno qualche colpo.Per prima cosa è bene chiarire che 4 Ristoranti non ha nulla a che vedere con quanto sta accadendo. Al solito, sono i malviventi a usare l’immagine del programma per truffare le vittime, tutti ristoratori che vorrebbero partecipare alla prestigiosa competizione. In pratica, i criminali si fingono autori del programma e contattano i titolari dei ristoranti prescelti per invitarli a prendere parte a una puntata della trasmissione. C’è però una richiesta: per cimentarsi nella fantomatica sfida culinaria si deve pagare una somma di denaro.Compresa la situazione Alessandro Borghese, Sky e Banijay Italia si sono subito attivati per rendere nota la truffa e mettere in guardia i fan e i ristoratori che seguono il programma. Viene ribadito che partecipare al cooking show è assolutamente gratuito. “Abbiamo ricevuto segnalazioni di telefonate a ristoratori da parte di falsi rappresentanti di Sky Italia e Banijay Italia, che chiedono denaro per partecipare al programma Alessandro Borghese – 4 Ristoranti. Si tratta di una truffa: la partecipazione al programma è completamente gratuita e la selezione dei ristoranti è a cura esclusiva della produzione e di Sky”, è quanto si legge sui profili social della trasmissione. “Invitiamo a prestare attenzione e a non fornire dati personali né effettuare pagamenti”. LEGGI TUTTO

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    Rapporto Strategico 2025. Italgrob e AFDB: “Filiera Ho.Re.Ca. con oltre 107 mld di fatturato e 1,5 mln di addetti”

    Nel 2024, la filiera Ho.Re.Ca. ha registrato 107,1 miliardi di fatturato (+23% rispetto al 2019) e 53,8 miliardi di Valore Aggiunto, occupando 1,5 milioni di addetti in 382mila imprese e svolgendo al contempo investimenti per 2,7 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto strategico 2025 “Nutrire il Paese, connettere le persone. L’Horeca come ecosistema”, presentato alla Camera dei Deputati da Italgrob (Federazione Italiana Distributori Horeca) e AFDB (Associazione per la formazione e lo sviluppo della Distribuzione Horeca) e curato da The European House-Ambrosetti (TEHA Group).La ricerca ha inteso valorizzare l’ecosistema che sostiene i consumi alimentari fuori casa in Italia e comprendere l’evoluzione dello scenario di riferimento per il settore Ho.Re.Ca.Il peso della Distribuzione Ho.Re.Ca.Come emerge dallo studio, la Distribuzione Ho.Re.Ca. nel 2024 ha generato 15,3 miliardi di euro di fatturato e 2,7 miliardi di euro di Valore Aggiunto, occupando 57mila addetti tra diretti e indiretti, categoria che include i lavoratori stagionali, gli agenti in Partita Iva e i servizi logistici. L’universo della Distribuzione Ho.Re.Ca. conta circa 3.400 imprese attive e ha effettuato investimenti per 107 milioni di euro. Nel 2024, i distributori di sole bevande incidono per circa un quarto del fatturato totale registrato dalla Distribuzione Ho.Re.Ca. (26,8%), mentre la quota principale rimane quella gestita dai grossisti specializzati food (47,4%).L’importanza dei consumi fuori casaI consumi alimentari, in casa e fuori casa, appaiono stagnanti da più di un decennio. Tuttavia, i consumi sono una variabile chiave per il sistema Paese: rilanciare i consumi fuori casa è sinonimo di crescita e di sviluppo sociale. I consumi alimentari e non rappresentano quasi il 60% del PIL italiano nel 2024. La spesa per consumi alimentari dimostra, inoltre, forte eterogeneità rispetto alle Regioni italiane: al Sud Italia la spesa alimentare “out of home” vale circa il 60% rispetto al Nord Italia.Filiera agroalimentare, asset strategicoLa filiera agroalimentare estesa, all’interno della quale l’Ho.Re.Ca. svolge un ruolo chiave nel sostegno ai consumi alimentari fuori casa, portando sulla tavola degli italiani i prodotti agroalimentari, è un asset strategico per la competitività del Paese, tra le più rappresentative del Made in Italy e in crescita negli ultimi anni nonostante il contesto macroeconomico: senza di essa il 20% del PIL non potrebbe essere generato: 263 miliardi di euro di fatturato, di cui 186 miliardi del Food & Beverage e 77 miliardi del comparto agricolo.Italgrob e le sfide futureSecondo gli associati di Italgrob, interpellati nella ricerca per monitorare e analizzare il sentiment degli operatori della Distribuzione Ho.Re.Ca. sullo scenario dei consumi fuori casa in Italia e sulle evoluzioni per il comparto, la riduzione del potere d’acquisto (92%) sarà per le aziende di settore il fattore più sfidante nel prossimo futuro. Per acquisire un vantaggio competitivo rilevante nel lungo periodo, le realtà operanti nella filiera estesa dell’Ho.Re.Ca. dovranno investire nell’immediato futuro tenendo in considerazione aspetti come l’inverno demografico (le persone sole sopra i 65 anni dedicano all’Ho.Re.Ca. appena il 2,4% della propria spesa media mensile, rispetto all’8,3% dei giovani tra i 18 e i 34 anni); la polarizzazione dei consumi; la sostenibilità; l’Intelligenza Artificiale.L’“Agenda per la Distribuzione Ho.Re.Ca.”TEHA ha identificato alcune linee guida di indirizzo per le Istituzioni e i decisori politici, sintetizzate nell’“Agenda per la Distribuzione Ho.Re.Ca.”, basata su tre azioni: ottenere un riconoscimento istituzionale per gli operatori, tramite una normativa condivisa o l’istituzione di un “elenco speciale” dei distributori; favorire la transizione sostenibile del settore rafforzandone la competitività, tramite, ad esempio, l’introduzione di un sistema di restituzione controllata per gli imballaggi in plastica; potenziare, infine, la digitalizzazione del settore intervenendo su formazione e competenze.Per Francesco Battistoni, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati: “La frase contenuta nel Rapporto Italgrob, ‘Nutrire il Paese, connettere le persone’ è evocativa. Sintetizza perfettamente la solidità del sistema Italia e dei suoi settori strategici che, in un momento nel quale le grosse crisi internazionali stanno creando profonde incertezze, riescono a mantenere intatte e forti le loro catene del valore. Una solidità che nasce dalle imprese, dalla loro capacità di innovarsi e di essere al passo con le sfide legate alla competitività. In questo panorama certamente i consumi fuori casa, di cui il settore Horeca è leader, hanno la capacità di generare quel valore incentivante che porta sulla tavola degli italiani i prodotti della filiera agroalimentare nazionale, valorizzandone gli elementi di qualità, peculiarità e valori distintivi. Grazie al settore Horeca, l’Italia può contare su una filiera di riferimento che contribuisce a promuovere il nostro Made in Italy e l’italianità nel mondo”.Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, coordinamento della politica economica e di programmazione degli investimenti pubblici, ha osservato: “La filiera agroalimentare è fondamentale, non solo per la straordinaria biodiversità del nostro Paese e per il valore che rappresenta per la nostra economia. Ogni servizio che questo settore eroga consente di contrastare il depopolamento di alcune realtà e favorire un presidio sul territorio a garanzia della sicurezza. Si tratta di un lavoro essenziale di valorizzazione dell’ecosistema sociale. Occorre, infatti, guardare in maniera olistica al contributo che ogni filiera può offrire. Il Governo sta lavorando sugli investimenti per rilanciare le infrastrutture, sbloccare i cantieri, favorire la mobilità nelle città e province e garantire l’internazionalizzazione delle nostre imprese. In tal senso intendiamo proseguire questa interlocuzione per discutere insieme delle strategie volte a rendere sostenibili i processi di transizione in corso”.Giorgio Salvitti, commissione Finanze del Senato della Repubblica, delegato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, ha rilevato: “Il Governo è particolarmente attento a questo settore, che incide in maniera significativa sul Pil del nostro Paese. Non a caso, abbiamo investito risorse consistenti nella Legge Finanziaria. Inoltre, abbiamo creato un elenco speciale di chi opera in questo settore, nell’ottica di definire insieme le linee guida di un comparto che abbraccia più articolazioni dello Stato: non solo l’agroalimentare, ma anche il turismo e la logistica. È necessario, quindi, garantire un sostegno economico a tutta la filiera date le sfide attuali e il nuovo riassetto a livello globale. Condividiamo gli stessi obiettivi, ovvero, far crescere l’Italia e puntare sulla qualità dei nostri prodotti”.Gianluca Cantalamessa, membro della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato della Repubblica, ha dichiarato: “In Italia, per anni è mancata una vera politica industriale, poiché si è diffusa l’idea che sia lo Stato a dover generare ricchezza a causa di un pregiudizio radicato nei confronti delle imprese. Al contrario, noi crediamo che lo Stato debba supportare l’iniziativa imprenditoriale. Stiamo cercando, in tal senso, di adottare misure che guardino al medio e lungo periodo. L’Italia deve iniziare a pensare al 2070 e al 2080. ‘Nutrire il Paese’ significa molto più che semplicemente sfamarlo: vuol dire valorizzare l’intera filiera agroalimentare, creare luoghi di socialità, presidiare il territorio, rafforzare l’identità nazionale. È, in definitiva, una vera e propria missione. Quando parliamo del settore Ho.Re.Ca., non ci riferiamo soltanto a un comparto economico, ma a un ambito sociale fondamentale per il benessere e la coesione del Paese”.Secondo Antonio Portaccio, presidente di Italgrob: “I dati emersi dal Rapporto Strategico 2025 confermano l’importanza dell’intera filiera Ho.Re.Ca. come motore economico e sociale per il nostro Paese. La Distribuzione Ho.Re.Ca. rappresenta un pilastro su cui si regge il sistema dei consumi fuori casa. Gli investimenti sostenuti nel 2024 dimostrano l’impegno del comparto verso l’innovazione, la sostenibilità e la modernizzazione del servizio. Per rilanciare la crescita e favorire le imprese occorrono norme chiare, misure di sostegno, incentivi fiscali e un quadro regolatorio che accompagni la transizione digitale e ambientale. Il settore è pronto a fare la sua parte: ora serve un’Agenda condivisa per valorizzare un ecosistema che contribuisca ogni giorno alla competitività del Made in Italy e al benessere sociale”.Secondo Febo Leondini, presidente di AFDB: “Il Rapporto Strategico 2025 ha tre grandi pregi: il primo è quello di costituire per la prima volta una base conoscitiva uniforme di tutto il mondo dei consumi fuori casa; il secondo riguarda il fatto che per la prima volta viene affrontato il tema dello Shared Value, quindi del valore condiviso di tutto l’ecosistema del fuori casa; il terzo è che mettendo insieme questo rapporto con quello che TEHA fa da anni, abbiamo uno spaccato completo dei consumi alimentari italiani”.Dino Di Marino, direttore generale Italgrob, ha affermato: “Il Rapporto è la fotografia realistica della capacità della filiera Ho.Re.Ca. di contribuire alla crescita e allo sviluppo del Sistema Paese. I consumi fuori casa sono una realtà consolidata, un potente collante che sul territorio incrocia le esigenze delle persone, le attività imprenditoriali, le produzioni agroalimentari, in un ecosistema innovativo e sostenibile. Italgrob è da sempre attenta a queste dinamiche, nella consapevolezza che occorra impegnarsi a 360 gradi per sostenere in maniera concreta il settore della distribuzione Ho.Re.Ca., anche attraverso una costante sensibilizzazione verso le istituzioni”. LEGGI TUTTO

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    Come cambiano i bonifici: a cosa dovrà stare attento chi effettua il pagamento

    Nuova stretta per i bonifici, da tempo al centro dell’attenzione delle autorità internazionali per garantire trasparenza e tutele per quanti utilizzano questa diffusa modalità di pagamento.Nelle scorse ore il GAFI, il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale, ha infatti stabilito una serie di nuove norme che andranno a cambiare la gestione del trasferimento di fondi in particolar modo per quanto concerne i bonifici transfrontalieri, ovvero quelli eseguiti tra Paesi diversi. Con le modifiche alla “Traver Rule”, nota come “Raccomandazione 16”, saranno necessari parametri ancora più rigidi circa l’identificazione e la trasmissione di dati relativi a colui che invia il bonifico. Trattandosi di un trasferimento di fondi, le nuove norme andranno a coinvolgere non solo il mittente ma anche gli intermediari coinvolti, come banche, fintech, wallet o crypto exchange.L’obiettivo è quello di garantire maggiore trasparenza e colmare le lacune del vecchio sistema, impedendo fenomeni di riciclaggio di denaro di qualunque genere: i bonifici dovranno infatti essere accompagnati da una serie di dettagliatissime informazioni verificabili dal momento dell’invio del denaro fino a quello dell’arrivo al destinatario. In questo percorso gli intermediari avranno la responsabilità di effettuare verifiche sul bonifico, nonché il dovere, tramite nuovi strumenti tecnologici di cui dovranno dotarsi, di evitare e correggere errori o di intercettare dei trasferimenti di denaro sospetti. A finire nel mirino non solo le transazioni in euro o dollari, ma anche quelle digitali in criptovalute.Le modifiche apportate alla “Raccomandazione 16” nel giugno del 2025 cambiano quindi le norme alla base dei bonifici, e da questo momento in poi ci saranno 5 anni a disposizione per renderle effettive: dal 2030 diventeranno infatti obbligatorie per tutti. Nonostante questo ampio margine, tuttavia, vedremo i primi risvolti già a breve dal momento che tanti Paesi stanno già iniziando a predisporre un cambiamento graduale dei sistemi bancari. Ma cosa cambia in concreto?Come detto, i bonifici richiederanno che il mittente fornisca dati più dettagliati e completi, in particolar modo quando si parla di cifre superiori a mille dollari e di trasferimenti di denaro transfrontalieri o peer-to-peer: tali informazioni dovranno accompagnare il bonifico lungo tutto il suo percorso, dalla banca che invia il pagamento a quella che lo riceve, incluse eventuali intermediarie. Andranno dunque indicati “Nome e cognome del mittente”, “Dati anagrafici”, “Indirizzo di residenza”, “Coordinate bancarie del beneficiario”. Una volta ricevuti i dati, sarà compito dell’intermediario, anche grazie all’introduzione di nuovi strumenti informatici, quello di verificarne la bontà e la correttezza ed eventualmente di bloccare la transazione e segnalarla in caso di irregolarità. L’ordinante dovrà prestare quindi grande attenzione, dal momento che per effettuare bonifici nei casi sopra menzionati non sarà più sufficiente inserire esclusivamente casuale e Iban. LEGGI TUTTO