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    Maxi-taglio tassi in Svizzera, Bce farà lo stesso? I possibili impatti su euro/dollaro e Btp

    Sorpresa stamattina dalla Banca nazionale svizzera che ha effettuato un taglio dei tassi “jumbo” 50 punti base. i funzionari hanno abbassato il loro benchmark chiave allo 0,5%. La maggior parte si aspettava solo un movimento di un quarto di punto. La decisione precede quella della Bce in arrivo oggi a metà giornata.Dopo il taglio il […] LEGGI TUTTO

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    “L’anno eccezionale di Mediaset”. Pier Silvio Berlusconi tra Striscia, Sanremo e il bis di “This is me”

    Ascolta ora Mediaset e il bilancio di “un anno eccezionale”. Ieri durante un incontro con la stampa ha fatto il giro d’orizzonte del 2024 andato in onda sulle reti di Cologno, analizzando anche gli ultimi risvolti di cronaca televisiva. Ad esempio il Festival di Sanremo, finito in una sentenza del Tar ligure che obbliga il […] LEGGI TUTTO

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    L’inverno più costoso di sempre: il caro bollette morde le famiglie italiane

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    I punti chiave

    Con l’aumento dei prezzi del gas e la scomparsa delle misure di contenimento, il costo del riscaldamento per le famiglie italiane sembrerebbe essere senza precedenti. Una famiglia media di tre persone potrebbe arrivare a spendere fino a 1.403 euro, un incremento del 20% rispetto al picco della crisi energetica. Dopo l’inverno critico del 2022-2023, il rincaro continua a farsi sentire, aggravato dall’assenza di politiche di sostegno e da un mercato ancora instabile, senza considerare che il fenomeno della povertà energetica cresce nel Paese, coinvolgendo 2,36 milioni di famiglie. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Il costo del riscaldamentoDurante i mesi invernali, tra novembre e aprile, il costo del riscaldamento pesa sempre di più sulle famiglie italiane. A Milano, una famiglia di tre persone spenderà 1.403 euro per riscaldare un appartamento di 70 metri quadrati, un aumento del 20% rispetto al picco della crisi energetica e del 68% rispetto all’inverno pre-Covid del 2019-2020. Situazione analoga a Roma, dove la spesa raggiungerà 1.398 euro, mentre a Palermo, pur con rincari meno marcati, la bolletta toccherà gli 828 euro, un record storico.Le cifreQuest’anno, nonostante il costo del gas non sia elevato come durante il difficile inverno 2022-2023, le famiglie italiane dovranno comunque affrontare spese salate, senza alcun tipo di sconto. L’analisi condotta dai ricercatori di Ecco ha simulato i costi del riscaldamento per il periodo tra novembre e marzo in tre città, ovvero Milano, Roma e Palermo, considerando tre tipologie di appartamento con classe energetica G, la più inefficiente ma anche la più comune nel Paese. I risultati mostrano cifre record in tutti i casi, con incrementi a doppia cifra rispetto ai massimi precedenti. A Milano, le spese variano da 788 euro per un single in un appartamento di 38 metri quadrati a 2.143 euro per una famiglia di 4 o 5 persone in un’abitazione di 110 metri quadrati. A Roma, i costi oscillano tra 691 e 1.902 euro, mentre a Palermo i valori vanno da 450 a 1.265 euro.Il nuovo peso economicoLe famiglie italiane si trovano ad affrontare un nuovo peso economico proprio mentre iniziavano a riprendersi dagli effetti dell’iperinflazione, ovvero un incremento dei prezzi estremamente elevato. Le cause di questi rincari record risiedono principalmente nell’aumento del costo del gas naturale all’ingrosso in Europa. Sebbene i prezzi non abbiano raggiunto i livelli estremi registrati dopo l’invasione russa dell’Ucraina, sono comunque in crescita a causa delle persistenti tensioni geopolitiche, arrivando oggi a 48 euro al Megawattora, un valore più che doppio rispetto alla media storica. A peggiorare la situazione, il governo italiano ha eliminato le misure straordinarie introdotte durante l’emergenza per contenere i costi dell’energia, come la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema. Rimane operativo solo il bonus sociale destinato alle famiglie con redditi più bassi, ma la platea dei beneficiari, ampliata durante la crisi, è stata nuovamente ridotta. I dati sono stati presentati dal think tank Ecco – Climate Innovation, centro di ricerca dedicato al cambiamento climatico e alla transizione ecologica. LEGGI TUTTO

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    Moda, il Made in Italy vale il 5% del Pil e 65 miliardi di export

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    Il Sistema Moda in Italia si conferma come uno dei pilastri del Made in Italy, rappresentando il 5% del Pil nazionale e incarnando una sintesi di eccellenza produttiva e identità culturale. È quanto emerge dal brief di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) intitolato «Il settore Moda tra sfide e opportunità: quale futuro per il Made in Italy?», che sottolinea come l’Italia sia il primo produttore mondiale di alta moda. Questo primato è sostenuto dalla preferenza di un terzo dei grandi gruppi europei del comparto quota che sale ai due terzi per i marchi del lusso per le eccellenze italiane.L’istituto guidato dall’ad Dario Scannapieco (in foto) evidenzia la forza di un’industria che coinvolge tutte le componenti del prodotto-moda, dai materiali alle lavorazioni su misura, generando un valore aggiunto di 75 miliardi di euro e 65 miliardi di esportazioni. La moda italiana, infatti, è una filiera integrata in cui grandi brand convivono con piccole realtà territoriali innovative. Cdp ha messo in luce le trasformazioni che il settore è chiamato ad affrontare, come l’adattamento alla disponibilità di materie prime e la capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, specialmente nel segmento luxury. Tecnologie come digitalizzazione e AI possono giocare un ruolo chiave per mantenere l’industria competitiva. Inoltre, la sostenibilità ambientale e le performance Esg stanno diventando centrali, sia per motivi normativi sia per rispondere a una crescente domanda da parte del mercato. Parallelamente, operazioni di private equity stanno favorendo il consolidamento degli attori del settore. LEGGI TUTTO

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    Zalando allarga l’armadio per far posto ad About You

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    Risiko in corso nel mondo della moda online. Dopo il passaggio di mano di Ynap: gruppo nato nel 2015 dall’allora fusione tra le pionieristiche piattaforme Yoox (fondata da Federico Marchetti) e Net-a-porter, il rivenditore online tedesco Zalando ha lanciato un’offerta sul concorrente About You. L’e-commerce berlinese, che capitalizza 8,7 miliardi, punta con 6,5 euro ad azione ad aggiudicarsi l’intero capitale del retailer con sede ad Amburgo. L’operazione valuta la società 1,2 miliardi e i principali azionisti di About you (Otto group, Otto family, Heartland e il management) hanno già stipulato accordi vincolanti per vendere le loro azioni – che rappresentano circa il 73% del capitale del gruppo – accettando, dunque, l’offerta di Zalando. Insomma, tre quarti del capitale è già pronto per passare di mano. Il prezzo di acquisto corrisponde a un premio del 107% rispetto al prezzo medio di Borsa a tre mesi. Tanto ieri sulla Piazza di Francoforte, About You ha chiuso con un progresso di oltre il 66% a quota 6,48 euro portandosi a ridosso del prezzo di Opa mentre Zalando ha segnato un progresso dell’1,6 per cento. L’operazione d’acquisto, si inserisce nella strategia di Zalando di costruire un ecosistema di piattaforme di moda e lifestyle paneuropeo attorno a due vettori di crescita, b2c (sigla che indica la vendita tra una azienda e un’altra) e b2b (la vendita al consumatore finale). Così, ognuno dei due marchi manterrà la propria identità distinta, sfruttando al contempo le sinergie nella logistica, nell’infrastruttura di pagamento e nella collaborazione commerciale. La complementarità sta poi nel fatto che Zalando attrae gli appassionati di moda, ed è quindi più orientato a chi cerca i marchi della moda, About you si rivolge invece ad un pubblico più giovane, stabilisce tendenze e unisce lo shopping all’intrattenimento. «Sono entusiasta di come insieme saremo in grado di coprire una quota maggiore del mercato della moda e dello stile di vita», ha affermato Robert Gentz, co-ceo e co-fondatore di Zalando. «Nel b2c possiamo offrire ai clienti e ai marchi esperienze di acquisto distinte e ricche. Nel b2b, combinando le nostre capacità software complementari creeremo un sistema operativo di e-commerce ancora più avanzato che consente a marchi e rivenditori di gestire il loro business multicanale in tutta Europa e oltre».La società combinata prevede un margine ebit rettificato nel 2028 compreso tra il 6 e l’8%, producendo un aumento significativo dell’utile assoluto grazie alla nascita di un gruppo combinato su scala più ampia. I ricavi fino al 2028 sono attesi in crescita, tra il 5 e 10% annuo.La mossa di Zalando viene letta dagli analisti come un tentativo di fare massa critica dopo la crisi che ha duramente colpito le piattaforme online della moda nel post Covid, periodo che aveva invece portato ricavi e utili senza precedenti al settore. Basti pensare che la piattaforma britannico-portoghese Farfetch è stata salvata dalla bancarotta dalla coreana Coupang dopo che il suo valore di mercato è sceso di oltre il 90%, tanto da sfiorare l’amministrazione controllata. E che anche MyTheresa ha subìto una perdita netta di 5,3 milioni di euro, in peggioramento del 23,2% rispetto al rosso di 4,3 milioni dello scorso anno. LEGGI TUTTO

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    Sull’Ops Unicredit-Bpm. Fi si scopre a due anime

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    Da una parte il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha scelto una linea di neutralità e pro-mercato sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Dall’altra, un altro big del partito azzurro, Giorgio Mulè, intervistato a Sky Tg 24 rivela un pensiero più allineato a quello leghista dove non si esclude il ricorso al golden power su Unicredit, nonostante sia una banca con sede a Milano. Insomma, il risiko bancario divide Forza Italia. «Avrà pure una mezza bandiera italiana ma fa in maniera evidente un tipo di strategia che è di tipo finanziario e non di assistenza al territorio», ha affermato il deputato e vice presidente della Camera Mulè. «Sono molto attento a quello che accade nel risiko tra Bpm e Unicredit», ha aggiunto, «il mercato decide se il prezzo offerto è giusto o sbagliato ma a me interessa che queste due banche garantiscano i mutui, diano prestiti. Se guardo a Banco Bpm nell’ultimo anno i prestiti sono aumentati del 10%, mentre quelli di Unicredit magari sono diminuiti». Infine Mulè piazza l’affondo: «A me interessa che ci sia una banca italiana o a maggioranza italiana che dia queste garanzie. Oggi guardo a questo, pur nel rispetto delle prerogative della Bce». LEGGI TUTTO