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    In Europa le alghe a tavola andavano forte

    Le alghe sono un ingrediente importante nella cucina di molti paesi asiatici, mentre sono pressoché assenti dalla tradizione culinaria europea. La nostra esperienza a tavola raramente si spinge oltre le alghe utilizzate come guarnizione di un piatto o come sperimentazione di qualche estroso chef, eppure secondo uno studio condotto sui resti di alcuni nostri antenati sembra che tra l’età della pietra e il Medioevo il consumo di alghe fosse diffuso in buona parte dell’Europa. Il gruppo di ricerca ritiene che si utilizzassero sia le alghe di mare sia quelle di acqua dolce, seppure con qualche differenza a seconda della vicinanza o meno alle aree costiere.Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, ha preso in considerazione i resti di 74 individui provenienti da una trentina di siti archeologici in Europa, risalenti a migliaia di anni fa quando le società erano di cacciatori-raccogliotori, al successivo sviluppo dell’agricoltura e infine alle società più evolute e organizzate del Medioevo. Per capire quale fosse la loro dieta, il gruppo di ricerca ha analizzato i depositi di tartaro sulla loro dentatura, utilizzando un sistema per analizzarne la composizione molecolare.– Leggi anche: Perché non mangiamo tanto i fioriIl tartaro si forma a causa della placca batterica e dei sali presenti nella saliva, con depositi che si calcificano e al cui interno rimangono intrappolate altre sostanze la cui presenza può essere rilevata anche dopo molto tempo. Prelevando campioni di tartaro e analizzandoli, il gruppo di ricerca ha identificato molecole tipiche di alcune specie di alghe, che evidentemente erano state masticate ed era una costante nella dieta di quegli individui. Come prevedibile, la presenza di tracce molecolari delle alghe è risultata più marcata nei resti trovati in siti archeologici sulle zone costiere, ma sono stati comunque trovati indizi sul consumo di piante acquatiche anche nell’entroterra, dove si consumavano specie vegetali provenienti da laghi e stagni.(Nature Communications)In passato altri studi avevano indagato le abitudini alimentari delle persone vissute migliaia di anni fa, basandosi soprattutto sui resti di animali e molluschi – come ossa e conchiglie – che possono essere ritrovati con relativa facilità nei siti archeologici. Ricostruire la dieta legata ai vegetali è invece più difficile, perché raramente si trovano indizi sufficienti, per esempio sugli utensili e le suppellettili. L’analisi di carbonio e azoto sui reperti può rivelare la presenza di resti animali, mentre più raramente dà qualche indicazione sui vegetali. Il gruppo di ricerca ha quindi seguito un approccio diverso, cercando le “firme biologiche” dei vegetali con un sistema di analisi molecolare.Il consumo di alghe era stato ipotizzato in precedenti studi per le popolazioni europee vissute nel Mesolitico, il periodo intermedio dell’età della pietra tra i 12mila e i 10mila anni fa. Si riteneva che gli individui dell’epoca fossero grandi consumatori di alghe, ma che l’abitudine alimentare si sarebbe persa quando iniziò a diffondersi l’agricoltura e a ridursi la necessità di cacciare e raccogliere dagli ambienti naturali. Il nuovo studio mette fortemente in dubbio questa ipotesi, segnalando come il consumo di alghe fosse ancora continuato a lungo per svariati millenni.Non è chiaro che cosa determinò la fine del consumo di alghe in epoca medievale in Europa e la ricerca non fa ipotesi al riguardo. Non ci sono inoltre molte fonti sul loro utilizzo nei documenti del Medioevo, circostanza che spinge a qualche cautela e alla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti per esempio analizzando ulteriori campioni da altri siti archeologici.Laverbread (Wikimedia)Alcune tracce dell’impiego delle alghe nella cucina europea sono comunque arrivate fino ai giorni nostri. Nel Galles si prepara ancora il “laverbread”, una pietanza a base di Porphyra umbilicalis e di Ulva lactuca, due specie di alghe che vengono fatte bollire fino a quando iniziano a disfarsi. Il risultato finale è una sorta di pasta gelatinosa che può essere mangiata da sola, oppure per accompagnare piatti a base di carne. In Asia diverse alghe appartenenti al genere Porphyra sono impiegate per numerose preparazioni, l’utilizzo più noto è quello per il sushi (nori).In generale, le alghe sono nutrienti e possono far parte della dieta, a patto di non eccedere a causa del loro alto contenuto di iodio. Sono disponibili durante tutto l’anno e spesso in grandi quantità, circostanze che probabilmente influirono sul loro consumo un tempo in Europa e che ancora oggi determina un loro ampio utilizzo nei paesi orientali. LEGGI TUTTO

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    Maltempo a Parma, crollato il ponte sul Taro a Ozzanello

    Sul posto sono a lavoro i tecnici della viabilità. Il ponte sul taro sarebbe crollato dopo la piena del fiume, ingrossato dalle forti piogge che in queste ore stanno cadendo sull’Emilia. Ponte crollato a Ozzanello – Nanopress.itUn pilone del ponte avrebbe ceduto.Crollato il ponte sul Taro a OzzanelloL’ondata di maltempo che in queste ore si sta abbattendo sull’Emilia Romagna ha già provocato i primi, ingenti danni. Questa mattina è parzialmente crollato un ponte sul fiume Taro, a Ozzanello, nel comune di Terenzo.Sul posto sono a lavoro i tecnici della viabilità. Un pilone del ponte avrebbe ceduto, facendo crollare la struttura.Ed è crollato il ponte. 🤦🏻‍♀️ pic.twitter.com/4TlUA9LE8A— Doluccia 🦋 #credicisempre (@doluccia16) May 3, 2023Intanto la situazione nella provincia Parmense resta piuttosto critica. La zona più colpita dalle precipitazioni è la Val Baganza, dove si registrano vasti allagamenti nei comuni di Berceto e Calestano. In 19 comuni della provincia, le scuole sono rimaste chiuse.In via precauzionale il Comune di Parma ha disposto la chiusura del ponte dei Carrettieri, che sarà riaperto quando diminuirà la portata del torrente Baganza. La Protezione Civile si è riunita per fare il punto sulla situazione, con particolare attenzione alle strutture scolastiche e agli alloggi popolari della città.L’agenzia prevenzione ambiente-energia Emilia Romagna ha prolungato l’allerta rossa fino alla mezzanotte di mercoledì 1 novembre per frane e piene dei corsi d’acqua, mentre nelle scorse ore sono riprese le ricerche di una persona che nella giornata di ieri è stata vista aggrappata a un tronco del torrente Parma. LEGGI TUTTO

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    Cadavere di una donna rinvenuto nel lago del parco Ducale di Parma

    Si tratta di una donna di 56 anni, di cui non sono state ancora rese note le generalità. Al momento non si esclude alcuna ipotesi sulle cause del decesso, che potrebbe essere sopraggiunto in seguito a un malore. Parco Ducale di Parma – Nanopress.itA segnalare la presenza del corpo senza vita della donna è stato un passante, che – verso le 9:30 di questa mattina – ha allertato il 118.Cadavere di una donna nel lago del parco Ducale di ParmaIl corpo senza vita di una donna di 56 anni è stato trovato questa mattina nel lago del parco Ducale di Parma, il giardino storico del capoluogo emiliano. A fare la drammatica scoperta è stato un passante, che ha immediatamente allertato il 118. Sul posto sono giunti gli uomini della Scientifica, oltre ai sanitari. La donna potrebbe essere stata colta da un malore, a seguito del quale sarebbe finita in acqua, ma al momento non si esclude alcuna ipotesi. LEGGI TUTTO

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    Trolley sospetto in piazza Municipio a Napoli, artificieri sul posto

    Il trolley sarà fatto brillare dagli artificieri, che sono arrivati sul posto. La valigia è stata rinvenuta nei pressi della Fontana del Nettuno in piazza Municipio. Trolley sospetto Napoli – Nanopress.itSul posto è arrivato anche il proprietario, che si trovava nei paraggi ed è stato immediatamente identificato.Trolley sospetto a NapoliUn trolley sospetto è stato rinvenuto questa mattina nei pressi della Fontana del Nettuno in Piazza Municipio, a Napoli. Sul posto sono arrivati gli artificieri, che faranno brillare la valigia. L’area è stata isolata e il passaggio nella zona della piazza sarà limitato per consentire le operazioni. Il proprietario della valigia è stato identificato ed è sopraggiunto sul posto.Notizia in aggiornamento.  LEGGI TUTTO

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    Non ce l’ha fatta la 31enne strangolata dal marito a Savona, Etleva Bodi lascia 4 figli piccoli

    L’aggressione mortale è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato nell’appartamento della coppia in via Corridoni, nel quartiere Villapiana, a Savona.Carabinieri in azione per i rilievi – Nanopress.itEtleva Bodi, 31 anni, è stata strangolata dal marito, Selani Bodi, 41 anni. È stato lui stesso a comporre il numero di emergenza quando si è accorto che la moglie non respirava più. Trasferita d’urgenza all’ospedale San Paolo di Savona, la 31enne è morta dopo due giorni di agonia. La coppia aveva quatto figli piccoli, che sono stati momentaneamente affidati allo zio.È morta la donna strangolata dal marito a SavonaNon ce l’ha fatta Etleva Bodi, la 31enne di origini albanesi, ma residente a Savona, che nella notte tra venerdì e sabato è stata strangolata dal marito, Selami Bodi, 10 anni più grande, nella loro abitazione, in via Corridoni, nel quartiere Villapiana. Nelle scorse ore, i medici dell’ospedale San Paolo di Savona, dove la 31enne era ricoverata, ne hanno dichiarato la morte cerebrale. Ad allertare i soccorsi quella notte è stato proprio il marito della donna, anche lui albanese, che avrebbe strangolato la moglie dopo l’ennesimo litigio. Quando si è reso conto che la vittima non respirava più, ha allertato il numero di emergenza. Da lì la corsa disperata in ospedale, che però non è bastata a salvarle la vita.Ora l’uomo, operaio edile di origini albanesi, arrestato dai carabinieri, è detenuto in carcere a Marassi, accusato di omicidio aggravato dai futili motivi.La ricostruzione di quella drammatica notteQuella sera i due avrebbero litigato, come pare succedesse piuttosto spesso negli ultimi tempi. La donna, forse stanca dell’ennesima discussione, se ne va in camera da letto, lasciando il marito in soggiorno. L’uomo la sente parlare al cellulare, irrompe nella stanza e le stringe le mani al collo. Una presa violenta, da cui la 31enne non riesce a liberarsi. Solo quando si accorge che la donna non respira più allerta i soccorsi. Sul posto arrivano gli operatori del 118, che per 60 lunghi minuti cercano di rianimarla. Poi la corsa in ospedale, il ricovero e questa mattina la drammatica notizia.L’aggressione sarebbe avvenuti mentre i cinque figli della coppia, di età compresa tra i 5 e i 13 anni, dormivano nella stanza accanto. I bambini sono stati affidati a uno zio, in attesa che arrivino disposizioni dal Tribunale dei Minori.Sulla piattaforma GoFundme, il fratello della vittima ha lanciato una raccolta fondi per aiutare i quattro nipoti rimasti senza la madre. Al momento sono stati raccolti quasi 6mila euro. LEGGI TUTTO

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    Omicidio-suicidio a Rivoli, la figlia di 3 anni continua a chiedere della mamma

    Annalisa D’Auria, 32 anni, è stata uccisa dal compagno, Agostino Annunziata, 36 anni, che poi si è tolto la vita, lanciandosi da un silos dell’azienda in cui lavorava.Annalisa D’Auria -Nanopress.itL’omicidio-suicidio si è consumato ieri mattina – sabato 28 ottobre – in un appartamento di via Montebianco a Rivoli, provincia di Torino. Dopo aver ucciso la moglie, Annunziata si è recato a lavoro, portando con sé la figlia, una bimba di appena 3 anni. Ha affidato la bambina a un collega e si è tolto la vita.La figlia di Annalisa D’Auria continua a chiedere della mamma“Quando arriva la mamma? Quando viene a prendermi?”. Sono le domande che una bambina di appena tre anni continua a rivolgere, incessantemente, al personale medico dell’ospedale di Torino, che da ieri mattina l’ha presa in cura, per “sicurezza e precauzione”, dopo che suo padre, Agostino Annunziata, 36 anni, ha ucciso con una coltellata alla gola la madre, Annalisa D’Auria, 32 anni. La piccola non sa ancora che la mamma non potrà più tornare da lei. La verità è ancora troppo difficile da raccontare a questa bimba, che in una manciata di minuti ha perso entrambi i genitori.Dopo aver ucciso la moglie – non è chiaro se la piccola abbia assistito all’omicidio della mamma – Annunziata ha preso con sé la bambina, si è recato a lavoro, nella Massifond di Orbassano, un’azienda specializzata nel ramo automotive, e lì si è tolto la vita, lanciandosi da un silos, non prima di aver affidato la figlia a un collega, con la scusa di doversi allontanare un attimo.Le testimonianze dei colleghi e dei vicini di casaChi conosceva la coppia, entrambi originari della Campania, racconta che negli ultimi tempi i rapporti si erano fatti molto tesi tra Annalisa e Agostino. Pare che lui si fosse messo in testa che la moglie avesse una relazione extraconiugale, una convinzione che lo rendeva spesso violento. La insultava e la aggrediva, come qualche giorno fa, come riferito da alcuni testimoni a La Stampa, quando il 36enne aveva strappato il cellulare da mano alla moglie perché voleva sapere con chi stesse messaggiando.Annalisa D’Auria era un’operatrice scolastica all’istituto «Dalmasso» di Pianezza. Negli ultimi giorni era apparsa molto preoccupata, forse per quel rapporto coniugale che iniziava a scricchiolare sotto i suoi occhi.Dopo averla uccisa, pare che il 36enne – ex militare – abbia telefonato alla madre, che vive in Campania, per raccontarle quanto successo. La donna avrebbe immediatamente allertato i carabinieri, che hanno fatto irruzione nella casa della coppia, trovando il corpo senza vita della vittima. LEGGI TUTTO

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    Imprenditore scomparso a Modena, la svolta: c’è un indagato nel caso di Salvatore Legari

    Di Salvatore Legari, 54 anni, non si hanno più notizie dal 13 luglio scorso. Quel giorno l’imprenditore è uscito di casa per andare a riscuotere un pagamento, ma non è più tornato.Salvatore Legari – Nanopress.itIl 28 settembre scorso vigili del fuoco e carabinieri hanno effettuato una perlustrazione in una villetta a Lesignana, per cercare il corpo del 54enne, che non è stato ancora ritrovato. Nelle scorse ore, la procura di Modena – che si occupa del caso – ha iscritto un uomo nel registro degli indagati, con l’ipotesi di sequestro di persona.Svolta nel caso della scomparsa di Salvatore LegariSarebbero vicine a una svolta le indagini per la scomparsa dell’imprenditore 54enne Salvatore Legari, di cui si sono perse le tracce il 13 luglio scorso. Come riferisce l’Ansa, infatti, in procura a Modena ci sarebbe un indagato per il quale si ipotizza il reato di sequestro di persona. L’indagato è un 37enne di Sassuolo, che lavorava con l’imprenditore scomparso. Il 37enne è infatti il proprietario della villa in cui l’impresa edile di Legari aveva effettuato dei lavori.Nei giorni scorsi i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione dell’indagato e hanno sequestrato tablet, pc e cellulari di proprietà del 37enne. Pare si tratti proprio della persona da cui l’imprenditore si è recato il giorno della scomparsa per riscuotere un pagamento. Da quel giorno di Salvatore Legari, originario del Salento, ma residente tra Modena e Bologna, e padre di due figli, si sono perse le tracce. LEGGI TUTTO

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    Donna trovata morta in casa a Terni, s’ipotizza un’intossicazione da monossido di carbonio

    Nell’appartamento in cui è stata trovata la donna senza vita c’era anche un uomo, che è stato trasferito d’urgenza in ospedale. Vigili del fuoco – Nanopress.itAl momento s’ipotizza un’intossicazione da monossido di carbonio, ma una risposta certa si avrà dopo le indagini della polizia.Donna trovata morta in casa a TerniDrammatico ritrovamento nella notte tra sabato e domenica in un‘abitazione di viale Rossini a Terni. Una donna di 44 anni – di cui non sono state ancora rese note le generalità – è stata trovata senza vita nell’appartamento. Con lei, anche un uomo, trasferito d’urgenza all’ospedale di Terni. Al momento l’ipotesi della polizia è che la vittima sia stata uccisa dal monossido di carbonio, ma saranno le indagini a dirlo con certezza.Sul posto anche una squadra di vigili del fuoco. La salma della 44enne è a disposizione dell’autorità giudiziaria, che nelle prossime  ore potrebbe disporre l’esame autoptico per chiarire le cause del decesso. LEGGI TUTTO