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  • Fare la TAC ai Campi Flegrei, e poi la diagnosi

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 24/11/2025
    Sfruttando le migliaia di terremoti registrati negli ultimi anni, i ricercatori hanno ottenuto un’immagine tridimensionale ad alta risoluzione della caldera vulcanica e attribuito la responsabilità del bradisismo a un ampio sistema geotermale ricco di gas e liquidi e riscaldato dal magma presente in profondità. Questo secondo gli autori suggerisce la necessità di considerare le esplosioni freatiche nei piani di gestione del rischio. Nell’immagine la Solfatara di Pozzuoli. Credit: Norbert Nagel/Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0)

    AmbienteImmaginate di tagliare i Campi Flegrei con un piano verticale in direzione nord-sud che attraversa il centro di Pozzuoli, cioè il punto dove si registra il massimo sollevamento del suolo e si concentrano i terremoti più forti. More

  • Dovremmo estendere la zona rossa del Vesuvio?

    di Chiara Sabelli

    Pubblicato il 10/11/2025
    Partendo da oltre 60 campioni di sedimenti vulcanici raccolti intorno al Vesuvio, un gruppo di ricercatori ha stimato quale sarebbe l’impatto di un’eruzione suggerendo l’opportunità di estendere verso nord-ovest la zona rossa, dove il Piano Nazionale di Protezione civile prevede l’evacuazione in caso di eruzione imminente.
    Nell’immagine una rielaborazione della mappa di concentrazione del particolato solido ottenuta da “Mele, D., Dellino, P., & Dioguardi, F. (2024). Pyroclastic density currents hazard simulation data at Mt. Vesuvius, Italy. [Data set]. Zenodo”. https://doi.org/10.5281/zenodo.13682628 (CC BY 4.0) a cura di Chiara Sabelli per Scienza in rete (CC BY-SA). In grigio l’area dove la concentrazione di particolato solido è tale da mettere a rischio la vita delle persone, in rosso la zona di evacuazione prevista dalla Protezione Civile.
    TerraPartendo dai sedimenti vulcanici raccolti in 65 siti in un’area di circa 15 chilometri intorno al Monte Vesuvio, un nuovo studio ha stimato l’impatto che le correnti piroclastiche generate da un’eruzione avrebbero in termini di pressione, temperatura, concentrazione di polveri e particolato e durata temporale, suggerendo di estendere verso nord-ovest la zona di evacuazione attorno al Vesuvio e offrendo un nuovo approccio alla gestione del rischio vulcanico. More

  • Addio a James Watson, scienziato intelligente cocciutamente irrazionale

    di Gilberto Corbellini

    Pubblicato il 10/11/2025
    Formidabile promotore e manager della ricerca, bravo mentore e buon autore di manuali scientifici ma anche di libri che erano pura provocazione. Il 6 novembre, all’età di 97 anni è scomparso Jim Watson, che legò il suo nome insieme a Francis Crick alla scoperta della doppia elica del DNA.
    Storia della scienzaCarl Zimmer ha scritto sul New York Times che con James Dewey Watson, morto il 6 novembre all’età di 97 anni, scompare l’ultimo protagonista della scoperta più iconica del secolo passato. La mente di Watson era morta da almeno sette anni, o anche prima, cioè da quando gli fu diagnostica una demenza vascolare. Intanto, il DNA, la più famosa ma non l’unica doppia elica molecolare che esiste in natura, non è più l’alfa e l’omega della vita. More

  • Guidare piano è più pericoloso di correre?

    di Lorenzo Manunza

    Pubblicato il 22/10/2025
    Tutti i genitori raccomandano ai figli di «Non correre in macchina». Intuitivamente, infatti, sappiamo che guidare piano è più sicuro, ma riuscire a dimostrarlo in maniera scientifica non è stato facile come si può immaginare.
    SocietàNegli ultimi mesi, sui social sono apparsi alcuni post recanti affermazioni del tipo: «Secondo la scienza, guidare lentamente è più pericoloso di correre». Asserzioni di questo tipo sono probabilmente confortanti per molti di coloro che non sempre rispettano i limiti di velocità, ma anche parecchio sospette per tutti gli altri. Guidare ad alte velocità significa avere meno tempo per reagire a eventuali pericoli presenti sulla strada, oltre che un maggiore spazio di frenata e una minore manovrabilità del mezzo. More

  • Elogio dell’immunologia

    di Gilberto Corbellini

    Pubblicato il 17/10/2025
    Dal primo Nobel a Emil Behring per la sieroterapia a quello recente per la scoperta delle cellule T regolatorie, l’immunologia ha ottenuto un numero sorprendente di riconoscimenti. Ma, più che per i risultati clinici, questi premi celebrano una disciplina che riflette sui principi stessi della vita biologica; un sapere che, come scriveva il premio Nobel 1960 Frank Mcfarlane Burnet, è «più filosofico che pratico».
    Ricerca scientificaUn altro premio Nobel assegnato a studi sull’immunità! Il riconoscimento per la scoperta delle cellule T regolatorie si va ad aggiungere alla quindicina (dipende dai criteri di inclusione) di Nobel immunologici, su 115 assegnati a Fisiologia e Medicina dal 1901. Già il primo premiava gli studi sulla sieroterapia di Emil Behring. È vero che le immunoscienze si collocano, globalmente, al terzo posto per numerosità, dopo neuroscienze e genetica (classica, molecolare, biochimica, cellulare). More