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    Incassa i soldi e sparisce: come funziona la truffa dell’auto usata

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    I punti chiave

    Ha versato 13.500 euro per un’autovettura usata che non ha mai visto né ricevuto: vittima del raggiro un uomo di 50 anni che vive in Val Venosta (in provincia di Bolzano) che ha denunciato tutto ai carabinieri. Autore della truffa un uomo già “esperto” in questo tipo di raggiri che è stato prontamente denunciato dalle forze dell’ordineCome è avvenuta la truffaIl 50enne ha visto online una macchina usata, in ottime condizioni e di un certo tipo di spessore visto che faceva parte dell’area “premium”, ossia marchi del calibro di Bmw, Audi e Mercedes per citare soltanto alcuni esempi. L’uomo, però, si è fidato bonariamente soltanto del suo interlocutore versando l’intero importo richiesto ma non solo non ha avuto quanto acquistato ma subito dopo il bonifico non è riuscito a mettersi nelle tracce di chi aveva, con l’inganno, proposto questo tipo di affare.Di chi si trattaA quel punto l’unica soluzione era rappresentata dalla denuncia: i carabinieri di Prato allo Stelvio (Bolzano) sono riusciti a risalire al truffatore che sarebbe un uomo di 40 anni, milanese, che aveva già precedenti penali per altre truffe a poveri malcapitati.Gli errori da non commettereCome da ricostruzioni, sembrerebbe che il potenziale acquirente si sia subito fidato del venditore soltanto dall’annuncio sul web e da una telefonata preliminare che, evidentemente, lo ha convinto della bonarietà dell’affare. La trattativa sarebbe avvenuta esclusivamente online e senza che i due si fossero mai incontrati. Ecco, questo episodio dimostra che per limitare al minimo i rischi di chi compra da uno sconosciuto, è bene che si organizzi un incontro conoscitivo per avere di fronte la persona che propone l’affare e soprattutto vedere con i propri occhi cosa si intende acquistare, in questo caso un’auto usata. LEGGI TUTTO

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    “La Terra non è gratis”, il nuovo evento de il Giornale su energia e sviluppo

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    In gioco c’è il futuro stesso del pianeta, legato alla fondamentale partita dello sviluppo economico e a quella della sostenibilità. In un mondo in piena metamorfosi, il capitalismo non può trascurare la transizione energetica, intesa non come dettame ideologico ma come fattore abilitante di crescita. Del resto «La Terra non è gratis» e ormai anche le aziende lo sanno. Il tema e i suoi risvolti più significativi saranno al centro di uno speciale evento organizzato da il Giornale a Milano e in programma giovedì 8 maggio.A Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, dalle 9.45 alle 12.00 andrà in scena una mattinata di interviste e dibattiti, con la partecipazione di alcuni prestigiosi ospiti del mondo dell’impresa, dell’economia, dell’università e della ricerca, intervistati dalle più apprezzate firme del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. L’evento, che ha come partner Enel e Renexia, sarà a ingresso libero, previa registrazione (di seguito il link per registrarsi).Ad aprire l’appuntamento sarà proprio Alessandro Sallusti, direttore responsabile de il Giornale, poi i riflettori si accenderanno sul primo panel della mattinata, condotto dalla giornalista Hoara Borselli e dedicato al futuro del mercato globale ai tempi di Donald Trump, delle nuove tecnologie e delle innovazioni nel campo energetico. Su questi temi si confronteranno Riccardo Toto (Direttore Generale Renexia) e Cesare Trippella (Senior Leaf Manager Philip Morris Italia). Il focus della discussione si sposterà poi sulle terre rare, un gruppo di 17 elementi chimici fondamentali per la tecnologia moderna e utilizzati in smartphone, batterie, turbine e auto elettriche. Senza terre rare un Paese difficilmente può sperare di competere a livello tecnologico, energetico e militare.Ecco perché assistiamo a una vera e propria corsa a questi elementi, dominata dalla Cina: Pechino controlla infatti circa il 65% della produzione mondiale e oltre l’80% delle esportazioni dirette verso l’Europa. E l’Italia? Ne parlerà Simona Benedettini (CEO & Founder di RACE Consulting), intervistata dal giornalista Vittorio Macioce. A chiudere l’evento un’intervista allo chef stellato Davide Oldani guidata dal giornalista Marco Lombardo sui cibi sostenibili: carne coltivata, insetti, e alimenti a base vegetale. Una rivoluzione annunciata ma non priva di contraddizioni e criticità. Queste trasformazioni non riguardano solo l’innovazione tecnologica, ma toccano profondamente anche l’etica del cibo. Dobbiamo chiederci se sia realistico pensare che simili cambiamenti possano avvenire solo tramite leggi o regolamenti. In realtà, si tratta di un processo più ampio, legato alla cultura, alle abitudini e alla coscienza collettiva. La vera sfida, allora, sarà conciliare l’evoluzione del nostro senso etico con il rispetto per le tradizioni culinarie. LEGGI TUTTO

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    I “Perché” di Mediolanum. Doris: “Generali? Bella operazione. Nessun incontro con Nagel”

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    “Perché”. È il titolo della convention nazionale 2025 di Mediolanum iniziata questa mattina all’Inalpi Arena di Torino dove si sono riuniti oltre 5.500 spettatori tra Family Banker e dipendenti italiani ed esteri, ospiti istituzionali, partner e analisti finanziari e anche amici della famiglia Doris, come Luigi e Eleonora Berlusconi seduti in prima fila vicino a Massimo e Sara Doris.L’appuntamento cade in un momento particolare del sistema bancario, ovvero nel bel mezzo del risiko e a pochi giorni dall’annuncio dell’Ops da parte di Mediobanca su Banca Generali. Offerta definita dall’ad di Banca Mediolanum, Massimo Doris, come “una bella operazione per Mediobanca, ammesso che vada a buon fine”, che “ha molto senso dal punto di vista industriale. Come voteremo ne discuteremo, entro l’assemblea di Mediobanca del 16 giugno, in due consigli di amministrazione ad hoc, di Banca Mediolanum e Mediolanum Vita’, che detengono insieme il 3,49% di Piazzetta Cuccia’, ha aggiunto Doris interpellato dai giornalisti. Nei cda verrà anche valutata l’Ops di Mps su Mediobanca. L’ad del Monte, Luigi Lovaglio, ha detto che l’operazione diventa ancora piu’ interessante. “E questo, lo decide chi ha lanciato l’offerta”, ha sottolineato Doris. Aggiungendo In merito alla futura partecipazione di Mediolanum in Mediobanca (azionista al 3,49% con Banca Mediolanum e Mediolanum Vita), in caso “conquistasse’ Banca Generali, attiva nel wealth management, ‘penso che rimarremo soci anche se saranno ancora di più nostri concorrenti” ha detto Doris, spiegando che l’istituto di Piazzetta Cuccia lo è già diventato quando ha creato CheBanca! e lo sono diventati ancora di più con la trasformazione in Mediobanca Premier. “Adesso, se andrà a buon fine, ci sarà questa” , quindi, ‘non penso che cambieremo. Di certo i due cda saranno chiamati a valutare molto bene perché ci sono due grossi cambiamenti in atto”. Intanto, Doris ha spiegato di essersi sentito per telefono con l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, “ma un incontro formale ancora non c’è stato. “Nagel mi ha illustrato l’operazione” però “non ho in programmaper ora un incontro con lui”, ha aggiunto Doris. LEGGI TUTTO

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    “Flat tax al 5% per gli under 30 assunti a tempo indeterminato”. Il piano del governo

    La Lega si prepara a presentare entro maggio un ambizioso disegno di legge sui salari. A rivelarlo è il sottosegretario all’Economia Federico Freni in una lunga intervista rilasciata all’Adnkronos, in cui ha illustrato le principali misure in cantiere e ha ribadito le posizioni del Carroccio su temi chiave come la fiscalità, il lavoro giovanile e la semplificazione normativa.Ddl Salari: incentivi per giovani e imprese”Un intervento a sostegno dei salari è necessario e urgente. La Lega è pronta a depositare in Parlamento un disegno di legge per tutelare e rafforzare il potere d’acquisto dei redditi più bassi”, ha dichiarato Freni, annunciando che il provvedimento sarà presentato entro il mese. “Lo faremo valorizzando il ruolo della contrattazione collettiva e dando un segnale importante ai giovani. I numeri parlano chiaro: 352mila giovani, di cui 132mila laureati, hanno lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni. Di fronte a questo esodo non possiamo restare immobili. Ma l’intervento allo studio riguarderà tutti gli under 30, anche chi ovviamente risiede in Italia”.Il disegno di legge mira a favorire l’occupazione giovanile, incentivando i contratti a tempo indeterminato. “Il disegno di legge sui salari che la Lega presenterà in Parlamento punta sugli under 30, i più svantaggiati nell’accesso al mercato del lavoro”, ha insistito Freni. “È inaccettabile che un ragazzo debba aspettare anni e anni per avere un contratto a tempo indeterminato. Per queste ragioni puntiamo a rimettere questo contratto al centro, incentivandone l’utilizzo”.Due le misure principali: “Ai datori di lavoro garantiremo un esonero totale dei contributi previdenziali per tre anni, mentre i neo assunti con redditi fino a 40mila euro beneficeranno di una flat tax al 5% per cinque anni. Meno tasse per tutti, anche sul lavoro”.Sul fronte salariale, il sottosegretario chiarisce: “Il perimetro deve essere quello della contrattazione, ma una cosa è chiara: non ci sarà il ritorno della scala mobile”. L’obiettivo è favorire l’adeguamento dei salari al costo della vita. “Con la nostra proposta i lavoratori potranno beneficiare di un anticipo dell’aumento che solitamente è agganciato al rinnovo dei contratti. Legare l’aumento dei salari al costo della vita utilizzando l’indice Ipca è peraltro una previsione che è stata già inserita in alcuni contratti collettivi nazionali, come quello dei metalmeccanici. Il nostro obiettivo è estendere questa best practice”.Pace fiscale: rateizzazioni extralarge e niente condoniIl secondo fronte caldo è quello della fiscalità. Il progetto di legge sulla pace fiscale è attualmente all’esame della commissione Finanze del Senato. Freni difende con decisione la proposta leghista: “I pilastri del disegno di legge non sono discutibili. Solo una rateizzazione lunga e l’esonero dal pagamento di interessi e sanzioni possono garantire l’efficacia della misura”.Rispondendo ai rilievi tecnici sulle 120 rate e la decadenza dopo 8 rate non consecutive, Freni ha sottolineato: “La Lega resta assolutamente convinta della validità della sua proposta: una nuova rateizzazione lunga delle cartelle fiscali risponde ad esigenze concrete, quelle di tante famiglie, partite Iva, professionisti, artigiani e commercianti che non riescono a pagare le tasse perché il loro potere d’acquisto sconta ancora gli effetti negativi dell’inflazione”.Nessun regalo agli evasori, promette il sottosegretario: “Nessun condono, sanatoria o regalo agli evasori. Al contrario solo buon senso e la volontà di aiutare davvero i tanti cittadini onesti che sono in difficoltà”. E aggiunge: “Dobbiamo dare la possibilità a chi aderisce alla rateizzazione di pagare importi sostenibili e di poterlo fare in un arco temporale adeguato, considerando che nel frattempo bisognerà pagare le nuove imposte e sostenere quindi altre spese”. Il vantaggio, evidenzia Freni, è anche per le casse pubbliche: “Il vantaggio è evidente anche per lo Stato, che potrà contare su incassi sicuri, mese per mese”.Freni ha anche risposto alle critiche sulle stime dei costi del provvedimento: “Abbiamo assistito a un tripudio di stime che però non sono mai state né elaborate né tantomeno validate dal ministero dell’Economia. Una valutazione sensata degli effetti finanziari della nuova rottamazione si potrà avere solo dopo la predisposizione da parte delle competenti amministrazioni della relazione tecnica. Aspettiamo, dunque, la relazione tecnica che arriverà a breve, invece di esercitarci in capriole contabili senza senso. Una cosa è certa: le coperture per la rottamazione ci saranno”.Nessuna frattura nel centrodestraIl sottosegretario ha anche smentito voci di disaccordo tra Lega e Forza Italia sulle misure fiscali. “Tutti i partiti di maggioranza sono d’accordo su quello che è un impegno inderogabile: le tasse vanno abbassate. Ognuno è libero di proporre la sua ricetta, ma non vedo alcuna incompatibilità tra le diverse proposte”. E ricorda: “La pace fiscale figura nel programma con cui il centrodestra si è presentato agli italiani alle ultime elezioni politiche. Mi auguro che nessuno oggi voglia tradire la parola data e tirarsi indietro. Di sicuro non lo farà la Lega, che è sempre più convinta della necessità di una nuova rateizzazione delle cartelle fiscali”.Tuf: verso una riforma “market friendly”Infine, Freni ha parlato della riforma del Testo Unico della Finanza (Tuf), attesa entro l’estate. “Il nuovo Testo unico della finanza sarà market friendly, soprattutto sul fronte delle sanzioni. Serve una radicale semplificazione delle regole per attrarre più investimenti e rafforzare un mercato dei capitali che per troppo tempo è stato considerato alla stregua della peste manzoniana”. LEGGI TUTTO

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    Lavori e regolarità contributiva: senza Durc niente pagamento

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    I punti chiave

    Nella gestione condominiale uno degli aspetti più delicati riguarda i rapporti con le imprese incaricate di eseguire lavori o fornire servizi. Un tema fondamentale, spesso sottovalutato, è quello legato alla regolarità contributiva dell’impresa, certificata attraverso il Durc (Documento unico di regolarità contributiva).Quando il condominio affida lavori a un’impresa (ad esempio per la manutenzione straordinaria, il rifacimento della facciata o interventi sugli impianti) l’amministratore ha l’obbligo di verificare che il Durc sia regolare prima di procedere a ogni pagamento. Questo documento attesta che l’impresa è in regola con i versamenti dovuti agli enti previdenziali (Inps, Inail, Casse edili, etc.) ed è quindi uno strumento di tutela non solo per i lavoratori, ma anche per il committente, cioè per il condominio stesso.Che cosa succede se il Durc non è regolareSe il Durc risulta negativo o scaduto il condominio deve sospendere il pagamento all’impresa. Questo non è solo un consiglio di prudenza, è un vero e proprio obbligo di legge. Infatti, in base all’articolo 29 del Decreto Legislativo 276/2003, il committente che paga un appaltatore non in regola con i contributi rischia di essere considerato responsabile in solido: ciò significa che potrebbe essere chiamato a pagare direttamente all’Inps, all’Inail o ad altri enti le somme dovute dall’impresa.In sostanza, se il condominio paga nonostante il Durc irregolare, i creditori previdenziali potranno rivalersi direttamente su di esso. E può non trattarsi solo di cifre limitate: in alcuni casi il debito contributivo di un’impresa può raggiungere anche importi molto elevati, mettendo in seria difficoltà il bilancio condominiale.Quando si deve controllare il DurcIl Durc deve essere richiesto e controllato:- Prima di stipulare il contratto, per verificare che l’impresa sia già in regola al momento dell’affidamento dell’incarico;- Prima di ogni pagamento, il Durc, infatti, ha validità limitata (normalmente 120 giorni) e potrebbe non essere più valido al momento del saldo;- È importante che l’amministratore condominiale svolga questa verifica in modo puntuale e documentato, anche per evitare possibili contestazioni future da parte dei condòmini.Cosa fare se il Durc è irregolareSe il Durc risulta irregolare, il pagamento va sospeso e l’impresa deve essere invitata a regolarizzare la propria posizione contributiva. Solo dopo che avrà presentato un Durc positivo sarà possibile procedere al saldo delle fatture.Se l’impresa non riesce o non vuole regolarizzarsi, il condominio potrà anche risolvere il contratto e, se necessario, affidare i lavori a un’altra impresa, chiedendo eventuali risarcimenti per i danni subiti.Se il condominio paga lo stessoQualora, nonostante il Durc negativo, l’amministratore dovesse procedere ugualmente al pagamento, i rischi sono concreti, e possono comportare:- Responsabilità diretta verso gli enti previdenziali, che potranno agire per il recupero dei contributi non versati;- Responsabilità personale dell’amministratore per mala gestione, con possibili azioni di responsabilità da parte dei condòmini;- Maggiori costi per il condominio, che potrebbe trovarsi a pagare due volte, all’impresa e agli enti previdenziali. LEGGI TUTTO

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    Banche alla prova dei tassi Bce

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    Come di consueto, la prima a svelare i propri conti trimestrali sarà Intesa Sanpaolo. Domani, con il ceo Carlo Messina (nella foto) fresco di rinnovo ai vertici, la prima banca italiana avrà tutti i riflettori del mercato puntati addosso: un po’ perché la sua posizione di leader di settore funge da benchmark per gli altri istituti nazionali ed europei, un po’ perché nel primo trimestre 2025 si riversano i primi effetti concreti dei tagli ai tassi d’interesse della Banca centrale europea. Le stime di Bloomberg e Barclays si attendono un utile fra i 2,4 e i 2,5 miliardi nel periodo tra gennaio e marzo con una crescita del 4% su base annua. I ricavi, attesi a 6,7 miliardi, dovrebbero rispecchiare un lieve calo del margine d’interesse a fronte di un incremento fra il 5 e il 9% delle commissioni. Le antenne degli osservatori saranno dritte anche per recepire eventuali messaggi da Messina, che finora ha sempre sostenuto di voler rimanere fuori dal gioco delle acquisizioni in atto in questo momento in Italia (Generali compresa).Il secondo istituto a varare i suoi conti sarà Banco Bpm, nella serata di mercoledì. Su questi numeri sarà forte l’attenzione di Unicredit, che ha in corso un’offerta pubblica di scambio proprio su Piazza Meda e sta valutando se ritirarsi o meno dalla scalata in seguito a prescrizioni piuttosto stringenti sul fronte Golden Power. Le previsioni degli analisti per l’istituto guidato da Giuseppe Castagna sembrano essere positive. Le stime sul mercato vedono un utile netto del periodo di 444 milioni, ben al di sopra dei 370 milioni dello stesso periodo del 2024. Un risultato che si poggerà, stimano gli analisti di Intesa Sanpaolo, su 1,45 miliardi di ricavi, frutto di un aumento delle commissioni (+7,8% sul trimestre precedente) e un calo del margine d’interesse (-5,1%). Se i conti di Piazza Meda dovessero confermarsi forti allora anche il titolo potrebbe reagire positivamente, rendendo ancor più complicato per il numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, evitare di mettere in conto un rilancio nella sua Offerta pubblica di scambio.Tra le cinque maggiori banche, il calendario dei conti proseguirà con Bper, l’istituto guidato da Gianni Franco Papa anch’esso con un’offerta in corso sulla Banca Popolare di Sondrio. Secondo quanto riporta Intermonte, attraverso la sua testata Websim, l’utile netto dovrebbe attestarsi in calo su un anno fa a 371 milioni, con ricavi stabili a 1,36 miliardi e una dinamica di commissioni e margine d’interesse in linea con il trend di mercato. LEGGI TUTTO

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    La buona notizia sul Pil

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    Le buone notizie meritano sempre di essere evidenziate con il rilievo dovuto. In Italia succede raramente perché la storia è nota sono gli interessi di parte a dettare la linea della comunicazione. E così quando in questi giorni l’Istat certifica una crescita del prodotto interno lordo migliore del previsto, ecco che il dato viene riferito e commentato per lo più con una certa dose di sopportazione. Quasi fosse una cattiva notizia anziché buona. Cioè, un segnale concreto di crescita sostanzialmente inapprezzato dai troppi che perseguono la strada dell’interpretazione ideologica della realtà. Ma, malgrado loro, la realtà esiste. E allora ecco il dato fornito dall’Istat che ci permette di manifestare un realistico ottimismo: nel primo trimestre del 2025 crescita del Pil dello 0,3 per cento. Un buon avvio di anno, significativo anche nel confronto con le maggiori economie industriali europee, leggi Francia e Germania. Infatti, le indicazioni che provengono da quei Paesi sono sulla falsariga dell’Italia seppur con una piccola differenza in negativo. Se poi aggiungiamo l’altra ottima notizia diffusa nei giorni scorsi a proposito della conferma dei record dell’occupazione, i motivi per esprimere soddisfazione non mancano tenuto conto del quadro complessivo dell’economia globale, perlomeno complicato. LEGGI TUTTO

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    Shell mette nel mirino la British Petroleum. Ma attaccherà solo dopo un calo del titolo

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    Shell valuta un’acquisizione storica: quella di Bp. Secondo Bloomberg, la major anglo-olandese avrebbe avviato con i propri consulenti analisi preliminari per un’eventuale offerta sulla rivale britannica, in attesa però di ulteriori cali delle azioni Bp e del prezzo del petrolio, condizioni che renderebbero l’operazione più vantaggiosa. Il dossier è ancora in fase iniziale ma segnala un cambio di marcia nelle strategie di Shell, che solo pochi giorni fa aveva ribadito, per bocca dell’ad Wael Sawan (in foto), di preferire il riacquisto di azioni proprie piuttosto che acquisizioni su larga scala.Il quadro è reso ancora più dinamico dal contesto di mercato: le azioni Bp sono sotto pressione e il petrolio è ai minimi da oltre tre anni. L’Opec+, sotto la guida dell’Arabia Saudita, ha annunciato due aumenti consecutivi della produzione a maggio e giugno per punire i membri che hanno superato le quote concordate, come Iraq e Kazakhstan. Una mossa paradossale in un momento di domanda debole e tensioni globali, che ha già avuto effetti pesanti sui mercati: il prezzo del Wti è passato da 71 a 58 dollari al barile in meno di un mese, una flessione del 18%. L’ultima settimana di contrattazioni ha visto un ulteriore calo del 7%, vanificando ogni residua speranza di rimbalzo.Questa fase di debolezza ha però conseguenze opposte per le grandi compagnie petrolifere: se da un lato erode margini e fiducia degli investitori, dall’altro può rappresentare un’opportunità per operazioni di consolidamento a basso costo. Shell, con una capitalizzazione quasi doppia rispetto a Bp (149 miliardi di sterline contro circa 80), è oggi in una posizione dominante e potrebbe sfruttare la situazione per rafforzarsi ulteriormente, magari innescando un’operazione che darebbe vita a un colosso in grado di competere con ExxonMobil e Chevron. Ma i rischi non mancano: un’acquisizione di queste dimensioni attirerebbe sicuramente l’attenzione delle autorità Antitrust e richiederebbe una profonda integrazione di due realtà complesse. LEGGI TUTTO