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    Mosca a Mattarella: paragone Russia-Nazismo blasfemo. Le reazioni della politica italiana

    Meloni: “Attacchi a Mattarella offesa a tutta la nazione”

    “Gli insulti della portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha definito “invenzioni blasfeme” le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, offendono l’intera Nazione italiana, che il Capo dello Stato rappresenta”, ha riferito in una nota la premier Giorgia Meloni. “Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero Governo, al Presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina”.
    La Russa: “Inopportune dichiarazioni di Mosca su Mattarella”
    “Trovo inopportune e fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Al capo dello Stato Sergio Mattarella, custode dei valori della Repubblica e punto di riferimento della nazione, rinnovo la mia stima ed esprimo la vicinanza mia personale e del Senato”, ha scritto sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa, commentando quanto dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo.
    Schlein: “Solidarietà al presidente della Repubblica”
    “Solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attaccato dal governo di Mosca per aver condannato con forza e senza mezzi termini l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. La comunità democratica si riconosce pienamente nelle parole e nell’azione del Capo dello Stato, custode della Costituzione e della democrazia. A lui va la mia personale gratitudine e quella del Partito Democratico”. Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.

    Crosetto: “Dalla Russia falsità e propaganda su Mattarella”

    “La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, con nove giorni di ritardo, decide di attaccare Quirinale e la persona stessa del nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la solita tecnica cui la propaganda russa ci ha abituato da decenni: mistificando e falsificando la realtà di un discorso, quello del Capo dello Stato tenuto a Marsiglia, che era molto preciso, chiaro, denso di precisi riferimenti storici e geopolitici”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto su X. “Ovvia la mia personale solidarietà al nostro Presidente che è anche a capo delle nostre Forze Armate, il cui lavoro e impiego segue con attenzione, partecipazione e umanità, come posso testimoniare. Ma voglio aggiungere una cosa in più. Esponenti ufficiali del governo russo imparino a pesare le parole e a capire meglio cosa leggono, quando e perché. Nessun Paese democratico e le sue massime istituzioni tanto meno possono accettare insulti, falsità e propaganda”.
    Tajani: “Da Mosca parole offensive”
    Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso solidarietà nei confronti del presidente della Repubblica “per le parole offensive giunte da Mosca nei suoi confronti”. “Rinnovo, anche a nome di Forza Italia, la piena fiducia nell’operato del Capo dello Stato, riconosciuto da tutti un autorevole uomo di pace”, ha scritto su X.

    Ascani: “Attacco russo a Mattarella è inaccettabile”

    “L’attacco russo al Presidente della Repubblica è vergognoso e inaccettabile. Piena solidarietà a Mattarella: le sue parole, che non piacciono al governo di Mosca, rappresentano la pura e semplice verità”. Lo scrive su X Anna Ascani, vicepresidente della Camera.

    Fontana: “Da Mattarella impegno per la pace, solidarietà”

    “Esprimo la mia solidarietà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le cui parole riflettono un forte impegno per la pace e per i principi di libertà e democrazia”, ha riferito il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

    Ciriani: “Parole indegne, la nazione è al fianco di Mattarella”

    Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha dichiarato: “La mia più sincera vicinanza e solidarietà al presidente Mattarella. Le parole indegne che arrivano dalla Russia sono un insulto a tutti gli italiani. L’intera Nazione è al suo fianco”.

    Benigni: “Orgogliosi che lei ci rappresenti”
    Un messaggio di solidarietà diretto al Capo dello Stato è arrivato anche dal palco dell’Ariston, dove è in corso la 75esima edizione del Festival di Sanremo. “Due anni fa su quel palco c’era il presidente Mattarella: si commosse, di divertì e commuovere il presidente è un’emozione che ti entra dentro il corpo e l’anima, perché è una persona straordinaria. Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità”, ha riferito Roberto Benigni.  “A lei tutta la solidarietà del popolo italiano”, gli ha fatto eco Carlo Conti.
    L’attacco di Mosca contro Mattarella: paragone Russia-Nazismo “blasfemo”
    Come riporta La Tass, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha riferito che Mattarella ha “fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi tra la Federazione Russa e, come ha detto, con la Germania nazista, chiedendo che venga tenuto in considerazione il fallimento della politica occidentale dell’appeasement degli anni ’30 per la risoluzione della crisi ucraina”. Poi, premettendo che una tale cosa “non può essere nemmeno pronunciata”, la portavoce ha citato le parole del presidente, secondo il quale le azioni della Russia in Ucraina “sono di natura simile al progetto del Terzo Reich in Europa”. “È strano sentire tali invenzioni blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che conosce per esperienza diretta cos’è il fascismo. Soltanto, lo conosce in modo diverso dal nostro Paese. Il nostro Paese è stato soggetto ad un attacco mostruoso della Germania di Hitler. Il nostro Paese non solo è riuscito a cacciare il nemico dal suo territorio, ma lo ha anche riportato indietro fino a casa, distruggendolo. E allo stesso tempo ha liberato l’Europa dal nazismo e dal fascismo”, ha aggiunto. La portavoce della diplomazia russa ha poi riferito che, per qualche ragione, Mattarella non ha ricordato da quale parte “stava il suo Paese durante la Seconda guerra mondiale” e quale “contributo” vi ha dato. “Non lo sapeva, non conosce bene la sua storia? Non credo”, ha aggiunto Zakharova. Secondo la portavoce, Mattarella “dovrebbe pensare al fatto che oggi l’Italia, con gli altri Paesi della Nato, sta pompando con moderne armi letali il regime terrorista neonazista di Kiev, sostenendo così in modo incondizionato il regime criminale in tutti i suoi crimini”. A suo parere le parole di Mattarella insultano la memoria non solo degli italiani che combatterono il fascismo durante la Seconda guerra mondiale e i loro discendenti sia in Russia sia in Italia, ma anche d”i tutti coloro che conoscono la Storia e non accettano queste analogie inammissibili e criminali”.
    Quirinale: “Mattarella sereno, si rimanda a testo su Russia”
    Secondo quanto filtra dal Quirinale, come riporta Ansa, il presidente della Repubblica “è assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia”.Ecco parte del lungo intervento dedicato ai nuovi equilibri mondiali del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciato all’università di Marsiglia lo scorso 5 febbraio. Dopo un’analisi dedicata alla situazione determinatasi in Europa a partire dalla crisi del 1929 si arriva al passaggio che ha provocato, a quasi dieci giorni di distanza, alla dura critica di Mosca veicolata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “La storia, in particolare quella del XX secolo, ci ha insegnato che quest’ordine è un’entità dinamica, subordinata a equilibri che, ovviamente, non sono immuni dall’essere influenzati da tensioni politiche, cambiamenti economici. Spesso, gli squilibri che affiorano hanno radici remote: negli strascichi lasciati dai conflitti del passato. Oppure corrispondono a pulsioni, ad ambizioni di attori che ritengono di poter giocare una partita in nuove e più favorevoli condizioni, con l’attenuarsi delle remore rappresentate dalle possibili reazioni della comunità internazionale e l’emergere di una crescente disillusione verso i meccanismi di cooperazione nella gestione delle crisi. Quegli strumenti nati per poter affrontare spinte inconsulte dirette a riaprire situazioni già regolate in precedenza sul terreno diplomatico. Del resto, la generosa fatica delle istituzioni sorte nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, costellata da bruschi arresti e delusioni, purtroppo non è stata in grado di manifestare tutta la sua potenziale efficacia. I veti incrociati in Consiglio di Sicurezza hanno ripetutamente impedito all’ONU di dispiegare la sua azione di pace, e, tuttavia, quanto è riuscito a esprimere è stato un grande successo. I detrattori dell’Organizzazione dimenticano, comunque, tra l’altro, il suo ruolo cruciale nel processo di decolonizzazione, o nella costruzione di un impianto normativo per arginare l’escalation militare e favorire il disarmo. Una riflessione sul futuro dell’ordine internazionale non può prescindere da un esercizio di analisi che, guardando alle incertezze geopolitiche che oggi caratterizzano il nostro mondo, richiami alla memoria la successione di eventi, di azioni o inazioni, che condussero alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. La storia non è destinata a ripetersi pedissequamente, ma dagli errori compiuti dagli uomini nella storia non si finisce mai di apprendere. La crisi economica mondiale del 1929 scosse le basi dell’economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. La libertà dei commerci è sempre stata un elemento di intesa e incontro. Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, al più contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura. Oggi assistiamo anche a fenomeni di protezionismo di ritorno. La Presidente della Commissione Europa, a Davos, pochi giorni fa, ricordava che, solo nel 2024, le barriere commerciali globali sono triplicate in valore. Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il Presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo. Ma il lavoro della Società non fu comunque vano se pensiamo che ad essa dobbiamo, ad esempio, il Trattato contro il commercio di schiavi e la schiavitù, e siamo nel 1926”.
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    Spionaggio Jacobs: cosa sappiamo e cosa c’entra Tortu

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaPer il presunto spionaggio ai danni del campione olimpico Marcel Jacobs, un caso emerso nei mesi scorsi dagli atti dell’inchiesta milanese sulle cyber-spie dell’agenzia di investigazione Equalize, è finito indagato anche Giacomo Tortu, fratello di Filippo, pure lui velocista e oro a Tokyo 2020 nella 4×100, proprio assieme al re italiano della breve distanza. E’ uno degli ultimi sviluppi di un filone delle indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese e dal Ros e coordinate dal pm Francesco De Tommasi, con al centro i presunti dossieraggi illegaliSulla vicenda emersa nei mesi scorsi è tornato a parlare il Fatto Quotidiano due giorni fa, spiegando che l’ex superpoliziotto Carmine Gallo ha messo a verbale che Giacomo Tortu gli avrebbe chiesto di avere informazioni sugli esiti di analisi del sangue e su contenuti di telefonate e chat tra Jacobs e il suo staffLoading…«Ho appreso la notizia dagli organi di informazione. Confido che i fatti siano chiariti al più presto e che il mio nome non sia associato a eventi da cui sono totalmente estraneo» ha commentato Filippo Tortu che a Tokyo ha conquistato l’oro nella staffetta 4×100 in squadra proprio con il velocista bresciano. Nessun commento, per ora, da parte di Jacobs – che a Tokyo ha conquistato uno storico oro nei 100 metri – che però, «in attesa di ulteriori dettagli e verifiche ha dato mandato al suo avvocato di valutare i profili legali, come possibile parte lesa».La richiesta di Giacomo Tortu – secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano – sarebbe stata avanzata nel settembre 2020 (un anno prima delle Olimpiadi di Tokyo) e riguarderebbe l’acquisizione dei risultati delle analisi del sangue di Jacobs. Sempre da quanto emergerebbe dalle carte, il fratello di Tortu avrebbe chiesto di accedere alle comunicazioni private tra il velocista e il suo staff. Una vicenda che dovrà essere approfondita e chiarita e che inevitabilmente scuote il mondo dell’atletica italiana. LEGGI TUTTO

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    Mosca attacca Mattarella: «Invenzioni blasfeme sulla Russia». Meloni: insulti che offendono l’Italia intera

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Invenzioni blasfeme». Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha bollato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un discorso all’università di Marsiglia la scorsa settimana aveva paragonato la Russia al Terzo Reich nazista per il suo attacco all’Ucraina. Lo riferisce la Tass. Parole che provocano la reazione indignata bipartisan del mondo politico. Mentre dal Quirinale filtra che il Presidente della Repubblica è assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia.Meloni: attacchi a Mattarella offesa a tutta la nazione «Gli insulti della portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha definito ”invenzioni blasfeme” le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, offendono l’intera Nazione italiana, che il Capo dello Stato rappresenta. Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero Governo, al Presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina» ha affermato in una nota la premier Giorgia Meloni.Loading…Tajani: solidarietà a Mattarella,da Mosca parole offensive  Dura anche la reazione della Farnesina. «Solidarietà al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per le parole offensive giunte da Mosca nei suoi confronti. Rinnovo, anche a nome di Forza Italia, la piena fiducia nell’operato del Capo dello Stato, riconosciuto da tutti un autorevole uomo di pace» ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio TajaniLa vicinanza dei presidenti delle Camere  «Trovo inopportune e fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Al capo dello Stato Sergio Mattarella, custode dei valori della Repubblica e punto di riferimento della nazione, rinnovo la mia stima ed esprimo la vicinanza mia personale e del Senato» ha scritto sui social è il presidente del Senato Ignazio La Russa. A lui ha fatto eco il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, per il quale le parole di Mattarella «riflettono un forte impegno per la pace e per i principi di libertà e democrazia» ha dichiaratoSchlein: solidarietà a Mattarella per attacco di Mosca  Vicinanza a Mattarella anche dall’opposizione. «Solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attaccato dal governo di Mosca per aver condannato con forza e senza mezzi termini l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. La comunità democratica si riconosce pienamente nelle parole e nell’azione del Capo dello Stato, custode della Costituzione e della democrazia. A lui va la mia personale gratitudine e quella del Partito Democratico» ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein. LEGGI TUTTO

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    Redditi dei parlamentari, Angelucci si conferma il più ricco: 4,7 milioni nel 2024

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaCon il consueto ritardo il deputato delle Lega Antonio Angelucci ha depositato la dichiarazione dei redditi e, come accaduto per gli anni passati, è lui il parlamentare più ricco: con 4,773 milioni nel 2024 supera ampiamente la deputata di Forza Italia Cristina Rossello, che finora guidava la graduatoria provvisoria con entrate superiori ai tre milioni di euro (3,159). Chiude il podio l’architetto e senatore a vita Renzo Piano: 2,039 milioni dichiarati al fisco francese ai quali si somma il reddito di 365mila dichiarato in Italia. Totale: 2,404 milioni.Di nuovo in testaNel 2024 Angelucci (“Tonino” per gli amici), 80 anni festeggiati lo scorso settembre con una party nella sua villa sulla via Appia antica a Roma (tra i duecento invitati cinque ministri del governo di Giorgia Meloni), migliora i suoi numeri: 4,77 milioni di euro (e imposte per due milioni) sono una cifra superiore rispetto a quella dell’anno precedente (3,334) che lo riportata ai livelli del 2022 (quando dichiarò 4,581 milioni).Loading…Nel 2018 oltre 6 milioni di euroL’imprenditore della sanità ed editore del trio di quotidiani di centrodestra Il Tempo, Libero e Il Giornale, è abituato a questi livelli di entrate: nella precedente legislatura (quando era parlamentare di Forza Italia) dichiarò una media di 4,802 milioni di euro con il picco del 2018 (6,230 milioni).Il bilancio di tre legislatureDal 2018 la somma delle entrate dichiarate da Angelucci sfiora i 50 milioni (49,644) con una media di 4,137 milioni l’anno. LEGGI TUTTO

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    Fine vita, Luca Zaia: “Serve legge nazionale sul suicidio assistito”

    “Sul fine vita serve una legge nazionale”. Lo dice chiaramente il governatore del Veneto Luca Zaia, in un’intervista a La Repubblica. Il presidente della Regione Veneto sottolinea poi che “il fine vita esiste già. C’è la sentenza della Consulta del 2019. Stabilisce che un malato terminale può fare domanda se sono rispettati questi quattro requisiti: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta”. “In Veneto – prosegue – abbiamo avuto sette domande”, che bisogna indirizzare “alle aziende sanitarie. Poi a decidere è un comitato etico. Ne sono state accolte tre, due sole delle quali sono arrivate fino in fondo”. Secondo Zaia poi “manca una legge che stabilisca i tempi: entro quando bisogna rispondere al paziente? Chi può somministrare il farmaco? È come se per l’aborto non si fossero fissati i termini per l’interruzione della gravidanza”.

    “Non si può nascondere la testa sotto la sabbia”

    Il governatore è convinto che, “il governo impugnerà” la legge sul fine vita approvata dalla Toscana: “Ma il punto è che non possiamo fare venti leggi regionali diverse, tutte a rischio”. A chi non vuole una legge sul tema, Zaia risponde che “per coerenza dovrebbero fare una legge per impedire di dare esecuzione alla sentenza della Consulta”. A chi è invece dubbioso, il governatore suggerisce: “Una legge del Parlamento potrebbe accogliere i loro dubbi, renderla migliore”. Di certo, una cosa non si può fare: “Nascondere la testa sotto la sabbia. Fare finta che il fine vita non ci sia”.

    “Italiani largamente favorevoli a una legge”
    A sostegno del ragionamento del presidente del Veneto i sondaggi, secondo cui gli italiani sono largamente favorevoli: “La politica non dovrebbe tenerne conto? Sui temi etici non deve prevalere la casacca politica. Vedo in giro un dibattito che non capisco. Un grande festival dell’ipocrisia…” Fratelli d’Italia dice che bisogna puntare sulle cure palliative, ma per il governatore leghista sottolinea “c’è un ma: i malati terminali che chiedono l’accesso alla procedura di fine vita rifiutano le cure palliative, facendo una scelta intima e personale. La loro richiesta a un certo punto non ha più nulla a che fare col dolore insopportabile, ma con la dignità di quella condizione dell’ultima fase della loro vita”.
    Alla domanda se il governatore tema il giudizio della Chiesa, Zaia risponde: “Ma cosa c’è di nuovo nella legittima posizione della Chiesa? Lo dico con rispetto, da cattolico. Ricordo anche che la Chiesa era contraria al divorzio e all’aborto. È doveroso rispettare le idee di tutti, non offendere nessuno, ma il mantra per me resta: la tua libertà finisce dove inizia la mia e viceversa”.   LEGGI TUTTO

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    Il Senato ha approvato il decreto legge Milleproroghe

    Sono stati 97 i voti favorevoli rispetto ai 57 contrari quelli attraverso i quali l’aula del Senato ha deciso di approvare il dl Milleproroghe su cui il governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento ora passa all’esame della Camera: dovrà essere convertito in legge entro il 25 febbraio.

    I provvedimenti principali

    Nel Dl Milleproroghe si riaprirà la finestra della rottamazione quater per chi aveva già aderito ma era decaduto per il mancato pagamento. Nessun rinvio invece per l’entrata in vigore dell’obbligo per le imprese di stipulare un’assicurazione contro gli eventi catastrofali. Arriva poi anche lo stop definitivo alle multe non pagate da coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione per il Covid. Spazio poi ad un prolungamento di 4 mesi dello scudo erariale, varato durante la pandemia, per gli amministratori locali. Questi alcuni dei principali provvedimenti inseriti nel decreto legge. LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, Giorgetti annuncia un provvedimento del governo nelle prossime settimane

    Tim, rincari energetici e la posizione internazionale dell’Italia. Questi gli argomenti trattati dal ministro dell’Economia nel corso del question time al Senato. “Nelle prossime settimane dovrà essere assunto un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi. L’andamento non dipende dal governo ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima”, ha dichiarato. Schlein: “Solo ora vi accorgete che smantellare il mercato tutelato ha avuto effetti dannosi sui consumatori?”

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    Sono stati diversi gli argomenti toccati nel question time al Senato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Uno dei più importanti riguarda un possibile prossimo provvedimento sul caro bollette. “Nelle prossime settimane un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi dovrà essere assunto. L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima”, ha dichiarato il ministro, che ha poi aggiunto come “una riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico debba essere fatta. Ricordo che era uno degli impegni assunto non certo da questo governo”.

    Le sfide internazionali e il golden power su Tim

    Il ministro si è poi soffermato sulla posizione internazionale del nostro Paese. “La situazione ci pone delle grandissime sfide, non nascondo che ci sono anche elementi di preoccupazione di fronte alle nuove dinamiche che ha assunto l’amministrazione Usa e le risposte o le non risposte che si stanno studiando a livello Ue. Ma ci sono anche delle opportunità, che questo governo è in grado di interpretare, proprio grazie al nuovo standing di tipo internazionale che ci siamo meritato”, ha dichiarato Giorgetti. Sul caso Tim, invece, dove si registra l’interesse di aziende europee e un’eventuale ipotesi di un subentro di Poste a Cdp nell’azionariato, il ministro ha sottolineato come “al ministero siano accolti tutti i soggetti che chiedono di parlare, ma quello che il ministero farà sempre in qualsiasi partita sarà tutelare l’interesse nazionale attraverso gli strumenti consentiti, il golden power appunto”. LEGGI TUTTO

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    Consulta, trovata intesa tra i partiti: eletti i quattro giudici

    Il Parlamento in seduta comune ha eletto i quattro giudici mancanti della Consulta. I nomi sono quelli di Francesco Saverio Marini, Roberto Cassinelli, Massimo Luciani e Maria Alessandra Sandulli. Il via libera è arrivato con l’intesa tra i partiti dopo 14 votazioni per un giudice e cinque per gli altri tre. Da tempo era costante il pressing del Quirinale affinché Camera e Senato eleggessero i quattro componenti che impedivano alla Consulta di riunire il plenum. La premier Giorgia Meloni ha inviato, a nome proprio e del governo, un messaggio di auguri ai nuovi giudici della Corte Costituzionale, esprimendo la sua soddisfazione per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari.

    I voti

    I voti in favore Francesco Saverio Marini sono stati 500, Massimo Luciani ne ha ottenuti 505, a Roberto Cassinelli ne sono andati 503 e a Maria Alessandra Sandulli 502. Hanno ottenuto voti anche Pierantonio Zanettin (5) e Francesco Paolo Sisto (4). Le schede disperse sono state 6 e le nulle 4, come ha annunciato il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
    Il confronto tra Meloni, Schlein e Conte
    La vigilia della nuova votazione del Parlamento in seduta comune era stata segnata da confronti fra i leader del centrodestra e contatti fitti fra maggioranza e opposizione, con Giorgia Meloni che avrebbe parlato direttamente con la leader dem Elly Schlein e quello del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. 
    Il voto tra i dossier aperti
    La partita dell’elezione dei giudici mancanti della Consulta era considerata, ai piani alti del governo, da chiudere il prima possibile. Sono infatti diversi i fronti aperti per l’esecutivo, a partire dal dossier Albania. La premier Meloni ha garantito che i centri “funzioneranno” e vuole dare un segnale immediato, in attesa di due snodi cruciali: la pronuncia della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri e la nuova direttiva europea rimpatri. L’esecutivo sta esplorando la possibilità di rendere essenzialmente i Cpr le strutture per migranti in Albania, dove per ora è prevista solo in via residuale la funzione di centro di permanenza per il rimpatrio. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato di “soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che fanno parte di un impianto polivalente”. LEGGI TUTTO