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    Meloni: «Io vittima di attacchi sessisti. Mi ripresenterò agli elettori»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto». ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista esclusiva al direttore dell’Adnkronos Davide Desario, aggiungendo: «Vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro».Meloni: «Troppe volte contro di me attacchi sessisti vergognosi»«Sono cresciuta in un quartiere storicamente di sinistra (Garbatella a Roma, ndr) – ha raccontato la leader di Fdi – e ho iniziato la mia militanza politica a scuola, in infuocate assemblee studentesche. Sono abituata al confronto politico, anche a quello più aspro. Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia. Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination. L’altra cosa che mi colpisce – ha continuato Meloni – è che troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento».Loading…La premier ha affrontato anche il dossier dazi, e il rapporto con gli Usa di Donald Trump. «Noi – ha spiegato – siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Stati Uniti, con lealtà ma senza subalternità». Nell’intervista Meloni ha risposto a domande su numerosi temi diversi temi tra cui occupazione, sicurezza sul lavoro, energia.Meloni: dazi di competenza Ue ma con Usa lavoriamo per progetti comuniQuanti alla guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti Meloni ha ricordato che «l’Italia è una delle principali nazioni esportatrici al mondo, e ci giochiamo palmo a palmo con altre importanti Nazioni il quarto gradino di Paese esportatore a livello planetario. Sono orgogliosa di questi risultati raggiunti, non a caso durante il nostro governo, che sta sostenendo il nostro export con forza anche aprendo nuovi mercati, da ben prima di Trump. Un commercio globale non solo aperto ma anche equo, nell’interesse nazionale italiano. La determinazione dei dazi spetta alla Commissione Ue ma di certo con gli Usa, così come con gli altri partner internazionali, lavoriamo per rilanciare investimenti e progetti comuni, nei quali le aziende italiane possano avere un grande spazio». Il confronto, ha spiegato il premier, «sta andando avanti a livello tecnico e sono contenta se il mio incontro con Trump è servito a favorire le condizioni politiche per l’avvio di un dialogo più concreto». L’Italia «lavora per avvicinare le due sponde dell’Atlantico, perché crediamo nell’Occidente come sistema di valori, di alleanze internazionali e di relazioni economico-commerciali. È quello che nell’incontro alla Casa Bianca ho sintetizzato con il motto “Make the West great again”.«Lavoriamo per abbassare strutturalmente costo energia» «Sul prezzo dell’energia dall’insediamento del governo – ha detto Meloni – abbiamo fatto molte cose ma dobbiamo riuscire a trovare il modo di abbassare strutturalmente il costo dell’energia in Italia. È fondamentale soprattutto per la competitività del nostro sistema». LEGGI TUTTO

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    Comunali in Trentino Alto Adige: il centrodestra punta a conquistare Bolzano

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDomenica 4 maggio gli elettori del Trentino Alto Adige sono chiamati alle urne per le elezioni comunali. Le due partite più interessanti si giocheranno a Bolzano e Trento, attualmente in mano al centrosinistra. Saranno in tutto 154 i Comuni trentini al voto il 4 maggio e in 82 casi si è presentata una sola lista. I Comuni di Capriana, Luserna e Madruzzo saranno commissariati, perché non si è candidato nessuno. Nei comuni fino a 3mila abitanti, che sono la maggioranza, il sindaco sarà eletto al primo turno. Nei 35 restanti il primo turno sarà decisivo solo se il candidato sindaco raccoglierà il 50% più uno dei voti.Il centrodestra prova a conquistare BolzanoA Bolzano il centrodestra sogna la conquista del municipio anche se con grande probabilità sarà necessario un ballottaggio per stabilire il successore di Renzo Caramaschi che guida una giunta di centrosinistra-Svp e che non si può ripresentare per aver raggiunto il limite dei mandati. Per la poltrona di primo cittadino si sfidano perciò per il centrosinistra l’attuale assessore comunale Juri Andriollo (che può contare sul sostegno di Pd, Verdi, Restart, Sinistra e una propria lista civica) e per il centrodestra Claudio Corrarati, per molti anni a capo del Cna altoatesino. Il Team K si è sfilato dal centrosinistra e lancia come candidato sindaco il giovane Matthias Cologna, mentre il vicepresidente del consiglio provinciale e assessore regionale Angelo Gennaccaro è candidato sindaco di La Civica. Simonetta Lucchi è invece la candidata di M5S e Pace e Diritti. La Svp punta sull’attuale vicesindaco Stephan Konder. Al probabile ballottaggio il 18 maggio saranno decisivi proprio i voti della Südtiroler Volkspartei. Salvo sorprese e clamorosi sorpassi, la strada sembra segnata, dopo l’accordo trovato con il governo Meloni sulla riforma dell’Autonomia e visto che la Svp in Provincia sta governando con il centrodestra.Loading…A Trento il centrosinistra punta alla riconfermaDiversa invece la situazione a Trento, dove l’attuale primo cittadino di centrosinistra, Franco Ianeselli, punta alla riconferma. A suo favore gioca il fatto che il centrodestra si presenta diviso: l’ufficializzazione della candidata di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, Ilaria Goio, è arrivata solo a ridosso del voto dopo mesi di trattative. All’inizio il Carroccio – che guida la Provincia autonoma con il leghista Maurizio Fugatti – spingeva per la discesa in campo di Mauro Giacca, imprenditore e patron del Calcio Trento, che però, dopo settimane di incertezza, non ha dato la sua disponibilità. Quindi Fratelli d’Italia ha messo sul tavolo il nome di Ilaria Goio, imprenditrice, già candidata alle elezioni provinciali del 2013 con la lista “Progetto Trentino”. Un nome che non ha convinto tutti e che è stato considerato un “diktat romano” da alcuni partiti della coalizione di centrodestra che governa la provincia di Trento: il Partito autonomista trentino tirolese (Patt), La Civica dell’assessore provinciale Mattia Gottardi e la “Lista Fugatti presidente” dell’assessore provinciale Achille Spinelli, che hanno presentato come candidato sindaco Andrea Demarchi, 26 anni, attivo nel mondo del volontariato, che nel 2020 si era candidato con il centrosinistra nella lista civica di Ianeselli.Ci sono poi Simonetta Gabrielli (Democrazia sovrana popolare), Giulia Bortolotti (Onda, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle), e Claudio Geat (ex Pd) sostenuto dalla lista Generazione Trento. LEGGI TUTTO

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    1 Maggio, la ministra Calderone a Sky TG24: “Obiettivo estendere ambito patente a crediti”

    “Ci presentiamo al tavolo l’8 maggio con una vera volontà di individuare percorsi aggiuntivi sulla sicurezza sul lavoro”, ha spiegato

    “Ci presentiamo al tavolo l’8 maggio” con i sindacati “con una vera volontà di individuare percorsi aggiuntivi” sulla sicurezza sul lavoro. Lo ha detto la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, intervenuta il Primo Maggio a Sky TG24. Questi percorsi, ha aggiunto, “dovranno tenere conto del nostro obiettivo di intensificare la capacità di sensibilizzare, formare e informare sul tema della sicurezza”. Al tavolo, “dobbiamo assumerci una responsabilità collettiva per individuare dei percorsi che portino a vivere delle vite sicure”.
    “Nostro obiettivo estendere patente a crediti”
    “Il nostro obiettivo è quello di rispondere anche alla richiesta delle parti sociali e di estendere la patente a crediti ad altri settori”, oltre l’edilizia, “credo che sia importante, implementandola anche con la fase ulteriore di qualificazione delle aziende”, ha detto ancora Calderone. “Nel corso di questi due anni e mezzo abbiamo fatto dei decreti importanti per intensificare l’azione e aumentare il numero degli ispettori”. 
    “Governo non inzia ora a occuparci di sicurezza sul lavoro”
    “Certamente il governo non inizia ora a occuparsi di sicurezza sul lavoro – ha detto ancora Calderone – anzi noi abbiamo adottato dei provvedimenti importanti, alcuni anche inseriti all’interno del Decreto 1 maggio 2023. E poi nel corso di questi due anni e mezzo abbiamo colto ogni momento in cui abbiamo scritto anche dei decreti importanti sul fronte dell’occupazione per intensificare quella che era la nostra azione”.  “Credo – aggiunge – che sia importante sottolineare quello che abbiamo fatto ieri, ma soprattutto quella che è stata la scelta del Governo, perché il nostro obiettivo in questo caso non era quello di arrivare al confronto con i sindacati e con le parti sociali in generale, con un decreto chiuso, ma invece era mettere a disposizione, quindi reperire delle risorse e fare un percorso insieme, aggiuntivo rispetto a quello che comunque in questi oltre due anni e mezzo di governo noi abbiamo già fatto”.  LEGGI TUTTO

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    1 maggio, Meloni: su lavoro ancora tanto da fare, ma direzione chiara

    Sul lavoro “c’è ancora tanto da fare, ma la direzione è chiara”. Lo scrive in un post su X la premier Giorgia Meloni in occasione del primo maggio, ribadendo che “il lavoro è uno dei pilastri su cui questo Governo ha fondato la sua azione”. “In due anni e mezzo sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro e il numero complessivo degli occupati ha raggiunto il massimo storico: più di 24 milioni e 300 mila. Anche l’occupazione femminile ha toccato il livello più alto di sempre. La disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte”, rivendica la premier, parlando di “ui impegno concreto che continua anche sul fronte della sicurezza, con nuove risorse, più controlli, incentivi e una forte spinta sulla prevenzione e sulla formazione”. “Buon Primo Maggio a chi lavora, a chi cerca un’occasione, a chi non si arrende e ogni giorno contribuisce – in tanti modi diversi – alla crescita dell’Italia”, conclude Meloni. LEGGI TUTTO

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    Soprintendenze, ecco la proposta della Lega per rendere i pareri non più vincolanti

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPiù «semplificazione e sburocratizzazione». Dopo l’incursione (non andata a buon fine) di qualche mese fa, con un emendamento ad hoc al decreto Cultura, viaggia tra le ultime audizioni al Senato il disegno di legge della Lega per rivedere il ruolo delle Soprintendenze nell’ambito delle procedure di autorizzazione paesaggistica. In sostanza si punta a semplificare i procedimenti amministrativi «per evitare che la Pa diventi un ostacolo allo sviluppo economico e territoriale del Paese». L’opposizione insorge, così come alcune organizzazioni impegnate nella tutela del paesaggio.L’ambito di applicazioneAttualmente, è la tesi dei proponenti, le Soprintendenze sono chiamate a esprimersi su un numero elevato di pratiche, comprese quelle che non riguardano i grandi monumenti o le opere di particolare pregio storico-artistico. «Questo comporta un notevole rallentamento nei processi decisionali e una dispersione di risorse che potrebbe essere evitata». Alla lettera il disegno di legge intende introdurre modifiche normative che permettano di razionalizzare il sistema delle autorizzazioni, attribuendo ai Comuni maggiore autonomia decisionale per gli interventi di minore impatto e definendo tempi certi per l’espressione del parere delle Soprintendenze ed evitando lungaggini burocratiche.Loading…Silenzio/assenso e pareriIn particolare l’articolo 1 del Ddl (Atto Senato n. 1372, primo firmatario della proposta Roberto Marti) stabilisce i princìpi cardine della riforma, indicando come finalità la riduzione dei tempi amministrativi, il rafforzamento dell’efficacia dell’azione degli enti locali e il miglioramento della certezza del diritto. La revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42), viene dunque considerata come uno strumento per garantire una gestione più razionale delle procedure di autorizzazione, «senza compromettere in alcun modo la tutela del paesaggio». La modifica all’articolo 146, comma 5, introduce un meccanismo di silenzio/assenso: se il parere della Soprintendenza non viene reso entro trenta giorni, si considera automaticamente favorevole, consentendo così all’amministrazione competente di procedere senza ulteriori ritardi. Ma la lettera b) interviene invece sull’articolo 152, comma 1, sostituendo le parole: «parere vincolante» con le parole «parere obbligatorio non vincolante». Per effetto del cambiamento proposta il parere reso dal Soprintendente viene trasformato da vincolante, in obbligatorio non vincolante. Di conseguenza l’amministrazione procedente sarà obbligata in fase istruttoria ad acquisire il parere (pena il vizio di violazione di legge), ma tale parere non sarà vincolante e quindi non acquisirà natura co-decisoria. Più semplicemente il parere che dovrà obbligatoriamente essere acquisito, potrà poi essere disatteso previa congrua motivazione da parte dell’amministrazione procedente.Delega al GovernoL’articolo 3 attribuisce una delega al Governo per adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a una revisione organica delle procedure di autorizzazione paesaggistica. I decreti legislativi previsti dalla delega sono adottati su proposta del Ministro della cultura, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.Floridia (M5S): Soprintendenze svuotate, governo si arrende a cemento?«Sul fronte culturale la destra di Giorgia Meloni continua a dare il meglio di sé: in commissione Cultura in Senato viaggia spedito un provvedimento della Lega che svuota le tutele paesaggistiche, indebolisce le Soprintendenze e spalanca la porta agli interessi peggiori. Tutto in nome della “semplificazione”, ovviamente. Fa quasi tenerezza ripensare ad Alessandro Giuli, che poco tempo fa si vantava di aver “sventato” il blitz leghista contro le Soprintendenze. Ora che quel blitz viaggia sereno in Parlamento forse si starà chiedendo quanto valgono davvero le sue “vittorie”». Così in una nota la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Intanto il silenzio-assenso sui vincoli e il passaggio da parere vincolante a semplice parere obbligatorio gridano vendetta. Un attacco frontale al paesaggio, alla cultura e alla decenza istituzionale. Quando il paesaggio viene sacrificato, non è solo un problema ambientale: è la resa totale di una politica – conclude Floridia – incapace di guardare oltre il cemento e gli affari». LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Matera 2025, chi sono i cinque candidati sindaco

    Introduzione
    Matera è pronta a eleggere il suo nuovo sindaco. La Città dei Sassi è tra i Comuni chiamati a votare nelle giornate di domenica 25 maggio (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 26 maggio (dalle 7 alle 15), con eventuale turno di ballottaggio già calendarizzato per domenica 8 e lunedì 9 giugno, quando i cittadini andranno alle urne anche per i referendum abrogativi relativi a lavoro e cittadinanza. 

    Le elezioni si tengono dopo lo scioglimento dell’amministrazione comunale alla fine del 2024. In tutto sono cinque i candidati sindaco, mentre le liste a sostenerli sono 18. Grande assente dalla corsa a Matera è il Partito democratico: come già successo nelle Comunali di Potenza della primavera 2024 non ha presentato una lista con il proprio simbolo LEGGI TUTTO

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    Scuola, Valditara: “Arresto per chi picchia prof. Consenso genitori per corsi sessualità”

    Il ministro dell’Istruzione ha introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza e in semi flagranza per chi aggredisce docenti e dirigenti, con pene aumentate da 2 a 5 anni per lesioni lievi. Per l’educazione sessuale sarà necessario un consenso scritto, con garanzia di attività alternative per chi rifiuta. L’assicurazione contro gli infortuni scolastici, avviata 2 anni fa, sarà resa stabile per studenti e personale. Il 5 in condotta sarà previsto anche per casi di bullismo

    ascolta articolo

    Un messaggio netto a difesa della scuola e del suo personale arriva dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. È stato introdotto, ha annunciato, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato nei casi di lesioni personali ai danni di docenti e dirigenti scolastici. Non solo: è previsto anche un aggravio delle pene per chi aggredisce il personale scolastico. Le sanzioni per le lesioni lievi passeranno dagli attuali sei mesi a tre anni, a un range che va dai due ai cinque anni di reclusione. “Un insegnante, un educatore, non si tocca”, ha ribadito Valditara, sottolineando che la misura non si estende ai minori. Il ministro ha evidenziato come, tra i lavoratori della Pubblica amministrazione, il personale scolastico sia secondo solo a quello sanitario per numero di aggressioni subite. “L’aumento è stato impressionante soprattutto da parte dei genitori – ha spiegato – fino al 2022-23 erano gli studenti ad aggredire, ora sono aumentati i genitori che picchiano i docenti”. 

    Arresto previsto anche in semi flagranza

    Il provvedimento di arresto per chi aggredisce docenti o dirigenti scolastici è previsto anche in caso di semi flagranza: ovvero l’aggressore viene colto subito dopo con oggetti o tracce di reato (esempio armi, strumenti, bastoni, coltelli). Il ministro Valditara ha portato vari esempi di docenti malmenati negli ultimi mesi tra i quali quello di una maestra, in un Comune vicino Roma, stalkerizzata per tanto tempo e intimorita al punto da farsi scortare dai colleghi. Alla fine i genitori di un alunno l’hanno presa a bastonate a scuola. I casi di aggressioni da parte dei genitori ai danni del personale scolastico sono molto aumentate negli ultimi due anni.  LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali a Trento, chi sono i candidati sindaco

    Domenica 4 maggio 2025 si terranno le elezioni per scegliere il sindaco di Trento. I cittadini saranno chiamati a votare anche per il rinnovo del Consiglio comunale e dei Consigli circoscrizionali. Le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 22. L’elettore riceverà due schede: una è per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale ed è di colore giallo, l’altra è per l’elezione del Consiglio circoscrizionale ed è di colore rosa. Nel caso nessuno dei candidati ottenga il 50%+1 dei voti validi, si terrà un ballottaggio domenica 18 maggio dalle ore 7 alle 22.

    I sei candidati alla carica di sindaco

    Sono sei i candidati alla carica di sindaco. L’attuale primo cittadino Franco Ianeselli, entrato in carica il 23 settembre 2020, si ricandida sostenuto da una coalizione di centro-sinistra composta da sei liste: PD, Alleanza Verdi-Sinistra, Campobasso, Sì Trento, Insieme per Trento e Intesa per Ianeselli Sindaco. Al sindaco in carica il centrodestra oppone la candidatura di Ilaria Goio – sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – imprenditrice e ricercatrice con un passato politico in realtà locali. Giulia Bortolotti, insegnante, è invece candidata e sostenuta dal Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista e dalla lista Onda – Lavoro, Ambiente, Società. Ci sono poi altri tre candidati: Andrea Demarchi, sostenuto dalla lista Prima Trento; Claudio Geat, sostenuto dalla lista Generazione Trento; Simonetta Gabrielli, sostenuta dalla lista Democrazia Sovrana e Popolare. LEGGI TUTTO