Mosca a Mattarella: paragone Russia-Nazismo blasfemo. Le reazioni della politica italiana
Meloni: “Attacchi a Mattarella offesa a tutta la nazione”
“Gli insulti della portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha definito “invenzioni blasfeme” le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, offendono l’intera Nazione italiana, che il Capo dello Stato rappresenta”, ha riferito in una nota la premier Giorgia Meloni. “Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero Governo, al Presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina”.
La Russa: “Inopportune dichiarazioni di Mosca su Mattarella”
“Trovo inopportune e fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Al capo dello Stato Sergio Mattarella, custode dei valori della Repubblica e punto di riferimento della nazione, rinnovo la mia stima ed esprimo la vicinanza mia personale e del Senato”, ha scritto sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa, commentando quanto dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo.
Schlein: “Solidarietà al presidente della Repubblica”
“Solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attaccato dal governo di Mosca per aver condannato con forza e senza mezzi termini l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. La comunità democratica si riconosce pienamente nelle parole e nell’azione del Capo dello Stato, custode della Costituzione e della democrazia. A lui va la mia personale gratitudine e quella del Partito Democratico”. Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.
Crosetto: “Dalla Russia falsità e propaganda su Mattarella”
“La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, con nove giorni di ritardo, decide di attaccare Quirinale e la persona stessa del nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con la solita tecnica cui la propaganda russa ci ha abituato da decenni: mistificando e falsificando la realtà di un discorso, quello del Capo dello Stato tenuto a Marsiglia, che era molto preciso, chiaro, denso di precisi riferimenti storici e geopolitici”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto su X. “Ovvia la mia personale solidarietà al nostro Presidente che è anche a capo delle nostre Forze Armate, il cui lavoro e impiego segue con attenzione, partecipazione e umanità, come posso testimoniare. Ma voglio aggiungere una cosa in più. Esponenti ufficiali del governo russo imparino a pesare le parole e a capire meglio cosa leggono, quando e perché. Nessun Paese democratico e le sue massime istituzioni tanto meno possono accettare insulti, falsità e propaganda”.
Tajani: “Da Mosca parole offensive”
Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso solidarietà nei confronti del presidente della Repubblica “per le parole offensive giunte da Mosca nei suoi confronti”. “Rinnovo, anche a nome di Forza Italia, la piena fiducia nell’operato del Capo dello Stato, riconosciuto da tutti un autorevole uomo di pace”, ha scritto su X.
Ascani: “Attacco russo a Mattarella è inaccettabile”
“L’attacco russo al Presidente della Repubblica è vergognoso e inaccettabile. Piena solidarietà a Mattarella: le sue parole, che non piacciono al governo di Mosca, rappresentano la pura e semplice verità”. Lo scrive su X Anna Ascani, vicepresidente della Camera.
Fontana: “Da Mattarella impegno per la pace, solidarietà”
“Esprimo la mia solidarietà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le cui parole riflettono un forte impegno per la pace e per i principi di libertà e democrazia”, ha riferito il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Ciriani: “Parole indegne, la nazione è al fianco di Mattarella”
Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha dichiarato: “La mia più sincera vicinanza e solidarietà al presidente Mattarella. Le parole indegne che arrivano dalla Russia sono un insulto a tutti gli italiani. L’intera Nazione è al suo fianco”.
Benigni: “Orgogliosi che lei ci rappresenti”
Un messaggio di solidarietà diretto al Capo dello Stato è arrivato anche dal palco dell’Ariston, dove è in corso la 75esima edizione del Festival di Sanremo. “Due anni fa su quel palco c’era il presidente Mattarella: si commosse, di divertì e commuovere il presidente è un’emozione che ti entra dentro il corpo e l’anima, perché è una persona straordinaria. Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità”, ha riferito Roberto Benigni. “A lei tutta la solidarietà del popolo italiano”, gli ha fatto eco Carlo Conti.
L’attacco di Mosca contro Mattarella: paragone Russia-Nazismo “blasfemo”
Come riporta La Tass, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha riferito che Mattarella ha “fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi tra la Federazione Russa e, come ha detto, con la Germania nazista, chiedendo che venga tenuto in considerazione il fallimento della politica occidentale dell’appeasement degli anni ’30 per la risoluzione della crisi ucraina”. Poi, premettendo che una tale cosa “non può essere nemmeno pronunciata”, la portavoce ha citato le parole del presidente, secondo il quale le azioni della Russia in Ucraina “sono di natura simile al progetto del Terzo Reich in Europa”. “È strano sentire tali invenzioni blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che conosce per esperienza diretta cos’è il fascismo. Soltanto, lo conosce in modo diverso dal nostro Paese. Il nostro Paese è stato soggetto ad un attacco mostruoso della Germania di Hitler. Il nostro Paese non solo è riuscito a cacciare il nemico dal suo territorio, ma lo ha anche riportato indietro fino a casa, distruggendolo. E allo stesso tempo ha liberato l’Europa dal nazismo e dal fascismo”, ha aggiunto. La portavoce della diplomazia russa ha poi riferito che, per qualche ragione, Mattarella non ha ricordato da quale parte “stava il suo Paese durante la Seconda guerra mondiale” e quale “contributo” vi ha dato. “Non lo sapeva, non conosce bene la sua storia? Non credo”, ha aggiunto Zakharova. Secondo la portavoce, Mattarella “dovrebbe pensare al fatto che oggi l’Italia, con gli altri Paesi della Nato, sta pompando con moderne armi letali il regime terrorista neonazista di Kiev, sostenendo così in modo incondizionato il regime criminale in tutti i suoi crimini”. A suo parere le parole di Mattarella insultano la memoria non solo degli italiani che combatterono il fascismo durante la Seconda guerra mondiale e i loro discendenti sia in Russia sia in Italia, ma anche d”i tutti coloro che conoscono la Storia e non accettano queste analogie inammissibili e criminali”.
Quirinale: “Mattarella sereno, si rimanda a testo su Russia”
Secondo quanto filtra dal Quirinale, come riporta Ansa, il presidente della Repubblica “è assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia”.Ecco parte del lungo intervento dedicato ai nuovi equilibri mondiali del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciato all’università di Marsiglia lo scorso 5 febbraio. Dopo un’analisi dedicata alla situazione determinatasi in Europa a partire dalla crisi del 1929 si arriva al passaggio che ha provocato, a quasi dieci giorni di distanza, alla dura critica di Mosca veicolata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “La storia, in particolare quella del XX secolo, ci ha insegnato che quest’ordine è un’entità dinamica, subordinata a equilibri che, ovviamente, non sono immuni dall’essere influenzati da tensioni politiche, cambiamenti economici. Spesso, gli squilibri che affiorano hanno radici remote: negli strascichi lasciati dai conflitti del passato. Oppure corrispondono a pulsioni, ad ambizioni di attori che ritengono di poter giocare una partita in nuove e più favorevoli condizioni, con l’attenuarsi delle remore rappresentate dalle possibili reazioni della comunità internazionale e l’emergere di una crescente disillusione verso i meccanismi di cooperazione nella gestione delle crisi. Quegli strumenti nati per poter affrontare spinte inconsulte dirette a riaprire situazioni già regolate in precedenza sul terreno diplomatico. Del resto, la generosa fatica delle istituzioni sorte nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, costellata da bruschi arresti e delusioni, purtroppo non è stata in grado di manifestare tutta la sua potenziale efficacia. I veti incrociati in Consiglio di Sicurezza hanno ripetutamente impedito all’ONU di dispiegare la sua azione di pace, e, tuttavia, quanto è riuscito a esprimere è stato un grande successo. I detrattori dell’Organizzazione dimenticano, comunque, tra l’altro, il suo ruolo cruciale nel processo di decolonizzazione, o nella costruzione di un impianto normativo per arginare l’escalation militare e favorire il disarmo. Una riflessione sul futuro dell’ordine internazionale non può prescindere da un esercizio di analisi che, guardando alle incertezze geopolitiche che oggi caratterizzano il nostro mondo, richiami alla memoria la successione di eventi, di azioni o inazioni, che condussero alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. La storia non è destinata a ripetersi pedissequamente, ma dagli errori compiuti dagli uomini nella storia non si finisce mai di apprendere. La crisi economica mondiale del 1929 scosse le basi dell’economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. La libertà dei commerci è sempre stata un elemento di intesa e incontro. Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, al più contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura. Oggi assistiamo anche a fenomeni di protezionismo di ritorno. La Presidente della Commissione Europa, a Davos, pochi giorni fa, ricordava che, solo nel 2024, le barriere commerciali globali sono triplicate in valore. Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il Presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo. Ma il lavoro della Società non fu comunque vano se pensiamo che ad essa dobbiamo, ad esempio, il Trattato contro il commercio di schiavi e la schiavitù, e siamo nel 1926”.
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