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Golden power, il governo non blocca Mediobanca su Banca Generali: cosa succede ora

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di non esercitare i poteri speciali del golden power sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca per acquisire Banca Generali. Una mossa attesa dai mercati, che libera formalmente il campo dal veto governativo ma non cancella le incertezze strategiche legate all’operazione. A renderlo noto è stata la stessa Piazzetta Cuccia con un comunicato diffuso oggi, in cui si precisa che la decisione è stata presa “in accoglimento della proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

L’Ops

L’Ops, presentata ad aprile 2025, punta al controllo totale dell’istituto guidato da Gian Maria Mossa, con una valorizzazione complessiva di circa 6,3 miliardi di euro. In caso di successo, nascerebbe un nuovo colosso italiano del wealth management, con ricavi combinati da 4,4 miliardi e un utile netto aggregato stimato in 1,5 miliardi. Tuttavia, il percorso resta in salita: il nodo politico è sciolto, ma quello societario resta ben saldo.

La mossa di Mps congela Mediobanca

A complicare il quadro c’è un altro fronte caldo: l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca stessa, presentata a giugno da Mps con il supporto del MEF. Finché questa partita non sarà conclusa, Mediobanca non potrà di fatto muoversi concretamente su Banca Generali. È una regola non scritta, ma ben nota nei mercati: chi è oggetto di un’ops difficilmente può lanciarsi in operazioni straordinarie su terzi, specie se potenzialmente trasformative.

L’assemblea degli azionisti di Mediobanca, inizialmente prevista per luglio, è stata rinviata a settembre per consentire ulteriori analisi, anche alla luce della posizione di Assicurazioni Generali. Il Leone di Trieste, socio di peso di Banca Generali, gioca infatti un ruolo chiave: il suo orientamento sull’operazione potrebbe spostare in modo decisivo gli equilibri.

L’assemblea però potrebbe non tenersi mai: l’8 settembre, infatti, si concluderà l’ops del Monte su Piazzetta Cuccia che, se dovesse andare in porto, potrebbe mettere in discussione un’operazione che, ancora ieri, l’ad del Monte, Luigi Lovaglio, ha

definito “difficile” da valutare e dai “contorni indefiniti”. Se invece la scalata del Monte dovesse fallire Mediobanca non sarebbe più soggetta a passivity rule e potrebbe procedere su Banca Generali senza il voto dei soci.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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