Nel 2026 Stellantis si gioca buona parte della produzione in Italia. Il prossimo sarà l’anno decisivo per gli impianti dislocati nel Paese. Occorrono modelli che assecondano le richieste del mercato e, soprattutto, a prezzi accessibili. Mentre tiene botta la Pandina di Pomigliano d’Arco, che da sola con 67.500 unità e seppur in calo del 15% sul 2024, copre il 54% della produzione totale in Italia, per la vera ripartenza sarà importante l’impatto della Fiat 500 ibrida da 17mila euro che Mirafiori sfornerà, nel 2026, in almeno 100mila pezzi.
Lo stato dell’arte di Stellantis, presentato nel rapporto del sindacato Fim-Cisl, vede un primo semestre in peggioramento rispetto a un anno fa. La produzione si è attestata a 221.885 veicoli, tra auto e furgoni (-26,9%), mentre se si guarda alle sole vetture il calo risulta maggiore: -33,6% (123.905 auto), in pratica un terzo della produzione. «Tutti gli stabilimenti del gruppo – avverte il segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano – sono in negativo ed evidenziano un forte peggioramento. Anche Pomigliano d’Arco, unico impianto positivo nel 2024, non sfugge a questa situazione. E non si intravedono segnali di ripresa entro l’anno. Il calo dei volumi e il ricorso agli ammortizzatori potrebbe addirittura aumentare, coinvolgendo già oggi quasi la metà della forza lavoro».
Tocca al ceo Antonio Filosa e al suo team, a questo punto, mettere il piede sull’acceleratore per porre rimedio agli errori strategici del passato all’origine di ritardi nei lanci, insieme alla cancellazione di modelli che, se invece rinnovati, avrebbero continuato a dare il loro importante apporto. Il Suv Stelvio di Alfa Romeo, per esempio, arriverà solo tra il 2026 e il 2027. Ideato per essere solo elettrico, la tendenza del mercato ha imposto la revisione del progetto allo scopo di montare l’alimentazione ibrida. E non è l’unico caso. Ecco allora Cassino patire questa dilatazione dei tempi con la produzione – tra le Alfa Stelvio e Giulia, e Maserati Grecale – crollare del 34% a 10.500 vetture. Solo nel 2017 questa fabbrica sfornava sette volte tanto e dava lavoro a 4.400 persone, ora più che dimezzate. E Modena? Solo 45 le auto prodotte (-71,9%). Nel primo semestre 2026 da Melfi uscirà la nuova Jeep Compass, modello che ha raccolto l’apprezzamento del mercato, con la motorizzazione ibrida. Peccato, però, che la precedenza è stata data, nella seconda parte di quest’anno, alla versione elettrica.
La situazione è seria: -59,4% da gennaio e -88% rispetto al pre-pandemia. Piccolo dietrofront sulla Fiat 500X, «riesumata» sino al 30 settembre: 5mila unità di questo altro modello di successo finiranno in Algeria. I sindacati attendono ora di incontrare Filosa, impegnato a rivedere il piano «Dare Forward 2030» del suo predecessore Carlos Tavares.
E lo stesso vale per il capo dell’Europa allargata, Jean-Philippe Imparato, chiamato a illustrare l’ulteriore aggiornamento al dossier Italia. Tanti i nodi da sciogliere, tra questi anche il destino di Termoli che avrebbe dovuto ospitare la produzione di batterie.