Il ministro degli Esteri, in audizione, ha sottolineato”che l’obiettivo prioritario continua a essere una soluzione diplomatica della crisi” e che “ora più che mai è fondamentale non recidere il filo del dialogo”. Ha poi evidenziato che lo Stato ebraico ha deciso di agire sulla base di informazioni di intelligence “tali da configurare una minaccia esistenziale per Israele”: “In meno di 6 mesi, gli ayatollah avrebbero potuto disporre di 10 bombe atomiche”
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“Di fronte a una minaccia nucleare, non può esservi alcuna ambiguità. L’Iran non può dotarsi della bomba atomica”. A dirlo è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizione alle Commissioni riunite Esteri Camera e Senato sugli attacchi tra Stato ebraico e Teheran (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). “Al presidente israeliano Herzog ho ribadito il diritto di Israele a garantire la propria sopravvivenza tutelandosi da un possibile attacco nucleare”, ha aggiunto. “Il governo italiano è in prima linea per favorire una de-escalation. Ora più che mai è fondamentale non recidere il filo del dialogo. L’obiettivo prioritario continua ad essere una soluzione diplomatica della crisi”, ha sottolineato Tajani.
“Sosteniamo il dialogo Usa-Iran”
“Il governo sostiene pienamente i negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, come testimoniato dalle due tornate negoziali che abbiamo ospitato a Roma. Ci auguriamo che domani possa svolgersi a Muscat”, la capitale dell’Oman, “la sesta riunione Iran-Usa, e invitiamo Teheran a seguire la via della diplomazia”, ha esortato Tajani, che ha parlato in mattinata con Herzog e con il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese Muhammad Mustafa. “L’Italia ha storicamente svolto un ruolo di ponte di dialogo tra le parti convinti che nei momenti di massima tensione esistano margini per una soluzione politica. Siamo orgogliosi di non avere agende nascoste, ma perseguiamo con forza il nostro interesse prioritario di garantire la stabilità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente”, ha evidenziato Tajani, che ha sentito anche l’omologo egiziano Badr Abdelatty, con cui continua a lavorare per una de-escalation.
“In Iran 10 atomiche in 6 mesi”
L’operazione di Israele contro l’Iran è di “portata vastissima” e potrà durare “giorni o forse settimane”, ha detto Tajani. Il ministro degli Esteri israeliano Sa’ar “mi aveva sottolineato che la decisione di lanciare l’operazione è scaturita da informazioni di intelligence su Teheran, tali da configurare una minaccia esistenziale per Israele, per la regione e per la comunità internazionale”, ha affermato in audizione. Stando agli 007 dello Stato ebraico, “in meno di sei mesi Teheran avrebbe potuto disporre di 10 bombe atomiche, e di oltre 2.000 missili per poterle lanciare, verso Israele e non solo. Un quadro assolutamente allarmante, confermato in maniera inequivocabile dal recente rapporto dell’Agenzia internazionale per l’Energia atomica, che ha dichiarato l’Iran in violazione dei suoi obblighi sul tema dell’arricchimento dell’uranio”, ha detto Tajani.
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“Anche Gb, Francia e Germania non sapevano”
“Nelle fasi immediatamente successive all’attacco israeliano di ieri, ho sentito anche i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito. Tutti mi hanno confermato che nessuno di loro era stato informato preventivamente dell’attacco israeliano. Ho colto la comune fortissima preoccupazione per uno scenario temuto ma non atteso in queste ore, quando vi era ancora una flebile speranza legata al canale di dialogo tra Stati Uniti e Iran. Nel concordare di restare in stretto contatto, abbiamo condiviso la volontà di lavorare insieme per impedire una de-escalation”, ha specificato Tajani. E poi ancora: “Non c’è stata discrepanza tra quello che ho detto io e quello che ha detto il ministro della Difesa Crosetto: sapevamo tutti che c’era una situazione di tensione, tant’è che l’altro ieri mattina abbiamo organizzato, per quanto riguarda il ministero degli Esteri, una riunione dell’Unità di crisi per valutare cosa fare in caso di attacco, sapendo bene che l’attacco era imminente. Non avevamo notizie di un attacco immediato, ma nessuno le aveva, tant’è che gli americani hanno detto subito che era un’azione unilaterale israeliana”, ha sottolineato.
“Due popoli e due Stati”
“Una delle scelte politiche è quella di dar vita ad una realtà che sia quella di due popoli e due Stati. Io non ho mai cambiato idea, da decenni sostengo questa tesi, però bisogna costruirla questa realtà, non basta soltanto fare delle dichiarazioni, bisogna lavorare giorno per giorno”, ha rimarcato Tajani.
“Minacciata una rotta cruciale per l’Italia”
“L’escalation” tra Israele e Iran “mette nuovamente a rischio la libertà di navigazione, in una rotta marittima cruciale per l’Italia e per il commercio globale. Appare quindi evidente come le implicazioni di un prolungato scontro militare tra Israele e Iran sarebbe di portata estremamente rilevante: le ripercussioni si farebbero sentire non solo sul piano della sicurezza regionale, ma anche su quello economico, energetico, umanitario e migratorio. Per questo il governo italiano è in prima linea per favorire la de-escalation”, ha ribadito Tajani.
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“Nessuna criticità per i connazionali”
“Ad oggi si trovano circa 50mila italiani in tutta la regione mediorientale. La presenza più significativa è in Israele, con circa 20mila connazionali, mentre sono circa 500 quelli residenti in Iran. Al momento non ci sono state segnalate situazioni critiche”, ha rassicurato il ministro degli Esteri. “A questi si aggiungono i nostri militari presenti nell’area, dall’Iraq al Libano, dal Golfo al Sinai, che seguiamo insieme al ministero della Difesa. Le nostre ambasciate sono in contatto con tutti i connazionali che hanno chiesto informazioni per rientrare in Italia. Stanno tutti bene e stanno ricevendo, uno ad uno, ogni possibile assistenza, tenendo conto dell’interruzione del traffico aereo nella regione”, ha spiegato. “In particolare, un gruppo di 36 pellegrini della Conferenza episcopale italiana, presente a Gerusalemme, è stato assistito dal nostro Consolato generale ed è riuscito a raggiungere la Giordania”.
“La Palestina è grata all’Italia”
“Ci stiamo avvicinando verso i mille palestinesi rifugiati da Gaza che stanno venendo in Italia. Ora dovrebbero arrivare delle studentesse per completare il loro percorso di studio universitario in Italia. Poco fa ho parlato con Mustafa della situazione, anche perché ci sono state vittime palestinesi di un missile Houthi che è caduto in territorio cisgiordano”, ha detto Tajani. “Ci ha ringraziato molto per quello che stiamo facendo per il suo popolo. Sa bene quello che stiamo facendo: l’Italia è il Paese occidentale che ha accolto il maggior numero di rifugiati da Gaza insieme agli altri nel mondo, come Egitto e Qatar”, ha sottolineato. All’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, sono arrivati nei giorni scorsi tre piccoli pazienti da Gaza, per i quali la Regione Piemonte ha organizzato un saluto col presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi. “Nei prossimi giorni, spero di accogliere giovani studentesse palestinesi di Gaza che stanno studiando nel nostro Paese. Quindi, continuiamo nell’operazione politica umanitaria per sostenere la popolazione civile palestinese”, ha ribadito.
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“L’Iran ha violato le regole sul nucleare”
Prima dell’audizione, Tajani si è soffermato con il Tg1 sulla questione del nucleare in Iran. “Abbiamo il rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite secondo il quale Teheran ha violato le regole ed è andato al di là della linea rossa per quanto riguarda la costruzione dell’arma atomica. Quindi, le osservazioni israeliane sono assolutamente fondate sulla base di una relazione indipendente che arriva dall’agenzia dell’Onu”, ha affermato il ministro degli Esteri. “La linea europea è quella di evitare un’escalation, fermo restando che l’Iran non può avere un’arma nucleare. La linea dell’Italia è una linea di impegno per la pace, restando che non può essere messa a repentaglio con l’atomica la sicurezza e l’esistenza dello Stato di Israele”, ha concluso.
Le telefonate con Herzog e Mustafa
Come accennato, Tajani ha anche avuto stamane due colloqui telefonici con Herzog e con Mustafa. Nel primo colloquio, Tajani ha affrontato il tema del conflitto fra Stato ebraico e Iran e le conseguenze per le popolazioni in Israele e Palestina. Al presidente israeliano, Tajani ha offerto le condoglianze per le vittime civili causate in queste ore. Il ministro ha anche ripetuto con forza la richiesta di sospendere le operazioni militari a Gaza che coinvolgono la popolazione civile. Herzog ha riferito a Tajani che Israele è pronto ad accettare le proposte dei mediatori americani, egiziani e del Qatar per un cessate il fuoco con Hamas. Al primo ministro e ministro degli Esteri palestinese, Tajani ha confermato la solidarietà dell’Italia alla Autorità nazionale palestinese e il sostegno che Roma manterrà per l’Anp, anzitutto nelle sedi multilaterali delle Nazioni Unite e dell’Ue. Mustafa ha ringraziato Tajani per le ultime evacuazioni sanitarie e per l’assistenza offerta innanzitutto ai bambini palestinesi. Con i voli di mercoledì scorso sono 150 i minori palestinesi assistiti e 650 i parenti e cittadini palestinesi accolti in Italia.
La riunione alla Farnesina
Stamattina, Tajani è stato impegnato in una riunione in videoconferenza coi dirigenti del ministero degli Esteri e gli ambasciatori delle principali sedi della rete diplomatica italiana. Il ministro ha ricevuto aggiornamenti dagli ambasciatori d’Italia a Teheran, a Tel Aviv e dal consolato a Gerusalemme sulle condizioni dei nostri concittadini. La rete consolare italiana è impegnata nell’assistenza ai cittadini che volessero lasciare i Paesi in cui si trovano, compatibilmente con la generale chiusura dello spazio aereo in molti Paesi della regione mediorientale, come riferito dalla stessa Farnesina.
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