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Assegno di inclusione, come funziona e quando può essere sospeso: ecco le nuove regole


L’assegno di inclusione cambia faccia, con l’obiettivo primario di disencentivare l’abbandono scolastico. Secondo una nuova norma introdotta tramite decreto dal ministero del Lavoro e adottata proprio lo scorso mese di maggio, infatti, le famiglie percettrici del contributo potranno continuare a beneficiare della sua erogazione esclusivamente nel caso in cui i figli minorenni frequentino regolarmente la scuola dell’obbligo o siano in possesso di un valido titolo di studio. Qualora questi requisiti non fossero soddisfatti, la misura sarebbe immediatamente sospesa.

La tutela del diritto allo studio diventa quindi un elemento di fondamentale importanza per poter accedere al contributo così come continuare a percepirlo. Ma come verranno effettuate le verifiche per comprendere se il nucleo familiare in condizione di fragilità stia rispettando quanto previsto dalle nuove norme?

Ad occuparsi di monitorare la situazione sarà l’operatore sociale che si assume l’incarico di assistere la famiglia nella compilazione del Patto per l’Inclusione Sociale, necessaria per ottenere il contributo: come detto bisognerà dimostrare, dati alla mano, che i figli minorenni inclusi nel nucleo frequentino regolarmente la scuola oppure che abbiano conseguito il titolo di studio previsto a seconda della fascia d’età,

Tali informazioni saranno accessibili tramite la Piattaforma per la gestione dei Patti per l’inclusione sociale (GePi), un’applicazione studiata proprio con l’obiettivo di semplificare il lavoro degli assistenti sociali nelle pratiche per ottenere l’Assegno di inclusione. Nel caso in cui queste informazioni non risultino per un qualche motivo disponibili, i genitori, o coloro i quali ne fanno le veci, avranno a propria disposizione 10 giorni di tempo per richiedere all’istituto scolastico la documentazione comprovante il rispetto dei due requisiti sopra citati e fornirla all’operatore.

Qualora emergano situazioni di mancata iscrizione oppure di abbandono scolastico, l’assistente sociale potrà eventualmente inserire una postilla all’interno del Patto per l’Inclusione Sociale, nella quale i genitori si impegnano a far sì che il figlio riprenda il regolare percorsio di studi. Da quel momento in poi la famiglia avrà sette giorni di tempo per dimostrare di aver rispettato l’accordo, pena la sospensione dell’assegno a partire dal mese successivo.

L’attività scolastica verrà comunque monitorata anche mensilmente, proprio con lo scopo di documentare la regolare frequenza del minore o dei minori: se emergessero nuovi episodi di assenze scolastiche ingiustificate, il contributo potrebbe essere sospeso in via definitiva.

A tal proposito, il decreto ministeriale di cui sopra prevede anche una serie di misure di sostegno nei confronti di

quelle famiglie che dimostrino di avere difficoltà a far riprendere gli studi ai propri figli: si tratta di interventi di natura sociale, psicologica ed educativa, volti a garantire sempre la tutela del diritto allo studio.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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