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Il Giappone da Trump, prima “cavia” dei negoziati. E Honda sposta la produzione negli Stati Uniti


Tutto il mondo guarda al Giappone, il primo Paese a ottenere colloqui diretti (fatta eccezione per Israele) con l’amministrazione di in seguito all’annuncio dei dazi reciproci, ora sospesi per 90 giorni. La visita a Washington di Ryosei Akazawa, ministro per la Rivitalizzazione economica e negoziatore di Tokyo, rappresenta un test per capire se e come gli Stati Uniti siano disposti a trattare con i propri partner, sostiene il Financial Times. E a dimostrazione dell’elevata posta in gioco, lo stesso presidente ha deciso di essere presente, insieme al segretario al Tesoro Scott Bessent e al segretario al Commercio Howard Lutnick. «Il Giappone viene a negoziare i dazi, il costo del supporto militare e l’equità commerciale. Parteciperò alla riunione, speriamo che si possa trovare un accordo positivo (ottimo!) per loro e per gli Stati Uniti», fa sapere il tycoon su Truth.

La scelta del comandante in capo di essere direttamente coinvolto indica il suo desiderio di finalizzare rapidamente una serie di intese commerciali, ed è allo stesso tempo un banco di prova per la sua reputazione come mediatore. La sospensione dei dazi reciproci ha temporaneamente risparmiato al Giappone l’imposta sulle importazioni del 24%, ma continua ad essere in vigore quella universale del 10% e quella del 25% su auto e ricambi, acciaio e alluminio. Tokyo applica un’aliquota fiscale media dell’1,9% sui beni di altri Paesi e vanta un’alleanza di lunga data con Washington, per questo i colloqui iniziati ieri sono un indicatore cruciale per la capacità dell’amministrazione Usa di raggiungere un accordo significativo che rassicuri i mercati, gli elettori americani e gli alleati stranieri. «Negozierò per proteggere fermamente il nostro interesse nazionale», afferma da parte sua Akazawa, sottolineando che Bessent e il rappresentante al commercio Jamieson Greer sono «noti per essere filo-giapponesi e professionalmente talentuosi» e spera di costruire una relazione di fiducia. «Credo che possiamo avere buoni colloqui su un rapporto vantaggioso che serva l’interesse nazionale di entrambe le parti», precisa.

L’avvio dei negoziati bilaterali è stato concordato durante la conversazione telefonica tra il premier Shigeru Ishiba e Trump la scorsa settimana: il leader nipponico ha respinto di recente l’idea di fare concessioni rapide per raggiungere un accordo con Washington, ma si è detto riluttante a imporre ritorsioni agli Stati Uniti, impegnandosi a prendere provvedimenti per alleviare l’impatto negativo delle misure commerciali americane.

Intanto Honda annuncia che sposterà la produzione del modello Civic con motore ibrido al suo stabilimento in Indiana nel tentativo di mitigare l’impatto delle politiche tariffarie di The Donald. La casa automobilistica spiega di ritenere opportuno trasferire negli Stati Uniti la produzione del modello, attualmente assemblato nella fabbrica della prefettura di Saitama, a nord di Tokyo, considerando l’elevata domanda e popolarità della Civic nel Paese.

Tra le case giapponesi, anche Nissan sta valutando la possibilità di spostare negli Usa una parte della produzione nazionale del modello Suv Rogue, secondo quanto dichiarato dal governo della prefettura di Fukuoka, dove l’azienda ha degli stabilimenti di assemblaggio.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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