I punti chiave
I punti chiave
Gestire un condominio non è un compito semplice: occorre tenere i conti in ordine, rispettare le norme, far eseguire lavori, recuperare i crediti da chi non paga. Per questo motivo, la legge affida precise responsabilità all’amministratore. Ma cosa succede quando chi dovrebbe tutelare gli interessi del condominio agisce in modo scorretto, negligente o addirittura dannoso? Vediamolo insieme.
Cosa si intende per “mala gestio”
Quando si parla di mala gestio dell’amministratore, si fa riferimento a un’espressione giuridica che indica una cattiva gestione del ruolo, tale da poter causare un danno economico al condominio. I condòmini possono però chiedere non solo la revoca dell’incarico, ma anche un risarcimento dei danni, qualora riescano a dimostrare il danno subito e il nesso tra quel danno e il comportamento scorretto dell’amministratore.
Errori più gravi e frequenti
Tra le situazioni che più spesso finiscono sotto accusa ci sono:
La mancata apertura di un conto corrente condominiale: la Legge (art. 1129 del Codice civile) è chiara, tutte le somme che riguardano il condominio devono transitare su un conto intestato esclusivamente ad esso. Se l’amministratore usa un conto proprio o misto, sta violando la norma.
L’inerzia nel recuperare i contributi dai morosi: se ci sono condòmini che non pagano le spese e l’amministratore non si muove per recuperare quanto dovuto, il danno ricade su tutti gli altri; in questo caso può essere chiamato a rispondere per negligenza.
Conti poco chiari o rendiconti assenti: la trasparenza è un dovere. Se i conti sono confusi, se mancano documenti, se non viene consegnata la documentazione al nuovo amministratore dopo la revoca, può configurarsi una “mala gestio”.
Utilizzo improprio del denaro condominiale: anche solo un prelievo non giustificato o una spesa effettuata senza autorizzazione può rappresentare un comportamento gravissimo.
Quando e come chiedere il risarcimento
Naturalmente, non bastano i sospetti. Per ottenere un risarcimento, è necessario dimostrare concretamente che l’amministratore abbia violato i suoi doveri o agito in modo scorretto, o ancora che il condominio abbia subito un danno reale e che tale danno sia una conseguenza diretta della condotta dell’amministratore.
Questo significa che la prova dev’essere solida, supportata da documenti, testimonianze o relazioni tecniche. In assenza di una prova precisa, il giudice potrebbe non riconoscere alcun diritto al risarcimento, anche in presenza di comportamenti discutibili.
Conseguenze della “mala gestio”
Se viene accertata una responsabilità, le conseguenze per l’amministratore possono essere anche pesanti: oltre alla revoca dell’incarico, può essere
condannato a risarcire i danni economici subiti dal condominio. Nei casi più gravi, come per esempio l’appropriazione indebita di somme di denaro, si può arrivare anche a un procedimento penale.