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730, le detrazioni non inserite in dichiarazione si possono recuperare: ecco come ed entro quando procedere per non perderle


Vi siete accorti di aver dimenticato di inserire una detrazione spettante in una dichiarazione dei redditi di qualche anno fa? Probabilmente non tutti sanno che è possibile recuperarla, anche se esistono tempi e modalità da rispettare.

Può capitare che al momento della compilazione di 730 o modello Redditi ci si scordi di aggiungere all’elenco ivi inserito una voce di spesa effettuata nel precedente anno di imposta: molto semplicemente ciò significa che quella cifra non potrà essere recuperata nella dichiarazione dell’anno successivo. Anche in una circostanza del genere, tuttavia, il contribuente ha ancora la possibilità di beneficiare di quel credito che in modo errato ritiene essere irrimediabilmente perduto.

Stando alle norme vigenti, infatti, il cittadino ha facoltà di porre rimedio a un 730 o a un modello Redditi presentati con errori o lacune tramite un’integrazione: quando si parla di dichiarazione integrativa, nell’immaginario comune è sempre il contribuente a essere in difetto nei confronti del Fisco, ma può avvenire anche il contrario, ed è proprio questo il caso della situazione in cui ci si scordi di inserire delle detrazioni per uno specifico anno di imposta.

Cosa accade, ad esempio, nel caso in cui non si siano inserite nella dichiarazione 2024 le spese per l’acquisto di elettrodomestici sostenute nell’anno d’imposta 2023, pur essendo in vigore uno specifico bonus? Innanzitutto è bene specificare che questa voce non può in alcun modo essere portata in detrazione nel 730/modello Redditi 2025: l’unico modo per recuperare il beneficio è infatti quello di presentare una dichiarazione integrativa per la quella già inviata nel 2024. Questo, pertanto, è uno di quei casi in cui l’integrazione è a vantaggio del contribuente, il quale, indicando gli importi detraibili, potrà ridurre le imposte dovute per l’anno 2023 e recuperare quanto gli spetta sotto forma di credito di imposta o rimborso.

Ci sono, tuttavia, dei tempi entro i quali agire per non perdere per sempre quel beneficio. Il cittadino, infatti, può presentare l’integrazione entro e non oltre i 5 anni dall’anno di scadenza della dichiarazione in cui è rilevabile la lacuna, nell’esempio sopra citato il 2024: in questo caso, quindi, la possibilità di rettifica scadrebbe il 31 dicembre 2029. Per poter correggere un 730 o un modello Redditi già inviato anni addietro, il contribuente dovrà obbligatoriamente inviare un nuovo modulo ex novo, integrando al suo interno anche le detrazioni che si era allora scordato di inserire: questo credito, rispettando ovviamente il termine dei 5 anni, dovrà poi essere riportato come eccedenza derivante da una vecchia dichiarazione o in quella dello stesso anno, se ancora non inviata, oppure in quella dell’anno successivo.

Il modulo che il cittadino è tenuto a compilare è il medesimo, ma in questo caso andranno spuntate sia l’opzione relativa alla dichiarazione integrativa che tutte quelle relative ai quadri nei quali andranno apportati i cambiamenti rispetto al primo invio.

Trattandosi, in questo caso, di un’integrazione a vantaggio del contribuente, stante quanto previsto nel 2020 dall’Agenzia delle entrate, a differenza dei casi in cui ci si trovi in difetto nei confronti del Fisco, non è previsto il pagamento di alcuna sanzione.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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