Nelle prossime ore ci sarà la riunione con i ministri per valutare, settore per settore, le ricadute delle tariffe Usa sulle produzioni italiane. Si valuta un viaggio per un bilaterale alla Casa Bianca su cui sono in corso interlocuzioni diplomatiche. Potrebbe essere collocato nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano in Italia
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La premier Giorgia Meloni nella giornata di lunedì 7 aprile riunisce nel pomeriggio la task force di ministri per valutare, settore per settore, le ricadute dei dazi Usa sulle produzioni italiane. Ci saranno Giorgetti (Economia), Urso (Imprese), Lollobrigida (Agricoltura) e Foti (Affari europei), oltre ai vicepremier. Poi, con Matteo Salvini e Antonio Tajani, dovrebbe avere un incontro ristretto, in cui potrebbero prendere forma le mosse successive, dalle tutele per le categorie più colpite a una possibile missione a Washington su cui, dietro il massimo riserbo, sono in corso interlocuzioni diplomatiche e valutazioni di opportunità politica.
Meloni negli Usa?
La missione a Washington potrebbe essere inserita a breve nel calendario. Secondo varie fonti potrebbe essere collocata nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano Vance a Roma. Dalla Casa Bianca sarebbe arrivata una disponibilità di massima a calendarizzare il bilaterale con Donald Trump, e per questo motivo non è ancora ufficialmente confermato il vertice intergovernativo con la Turchia, previsto il 16 e 17 aprile. Ma sul viaggio sono in corso riflessioni approfondite. Dai meloniani da giorni filtra la convinzione che, se la leader volerà negli Usa, sarà per esercitare quel ruolo di pontiere fra Washington e Bruxelles predicato in questi mesi. Non è detto, però, che la vedano così alcuni partner europei come Francia, Germania e Spagna. E in ambienti di governo il tema è trattato con la massima cautela, senza nascondere il rischio di un bilaterale nello Studio Ovale proprio nei giorni in cui l’Ue (il 15) lancerà le contromisure ai dazi su acciaio e alluminio.
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Il messaggio al congresso della Lega
Parlando alla platea della Lega, che preme per trattative bilaterali con Trump, la premier definisce il governo pronto “a mettere in campo tutti gli strumenti – negoziali ed economici – necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati”. E strappa applausi ribadendo che chiede “con forza all’Europa di rivedere le normative ideologiche del Green Deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni”. Ognuno dei ministri della task force sta preparando un report sui segmenti di esportazioni più esposti, evitando, si ragiona nell’esecutivo, “letture generaliste” e “allarmismi”. Alla riunione (prevista per le 17.30), si collegherà da Lussemburgo Tajani, che nelle prossime ore al consiglio Affari Esteri in formato Commercio incontrerà per la quarta volta in pochi giorni il commissario Ue Maroš Šefčovič.
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Le mosse
“Non facciamoci prendere dal panico”, il messaggio condiviso dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, secondo cui bisogna “dialogare con gli Stati Uniti ed è l’Europa tutta insieme che deve negoziare”, ad esempio “sulle Big Tech e sull’acquisto del gas”. Martedì a Palazzo Chigi, nel confronto con le categorie imprenditoriali, si parlerà soprattutto di soluzioni interne, con le imprese che premono anche per lo spostamento di risorse dal Piano Transizione 5.0 ai contratti di sviluppo. È in corso una ricognizione delle risorse nelle pieghe del bilancio. Ed è considerato cruciale il pressing del governo, esplicitato anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per la sospensione o un allentamento del Patto di stabilità.