Sono “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, ha detto il ministro in un’intervista al Giornale. La sentenza sul caso Open Arms dovrebbe arrivare il 20 dicembre: la pm ha chiesto una condanna a 6 anni di carcere, la legale del vicepremier, invece, l’assoluzione
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È prevista per il 20 dicembre la sentenza per Matteo Salvini sul caso Open Arms. Nell’ultima udienza dello scorso 18 ottobre si è svolta l’arringa difensiva della legale del vicepremier, Giulia Bongiorno, che ha chiesto l’assoluzione del leader della Lega “perché il fatto non sussiste”. Per Salvini, anche lui presente nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, il pm ha però chiesto sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito nel 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo di una nave della Ong spagnola a Lampedusa. In un’intervista uscita oggi su Il Giornale, Matteo Salvini ha detto di non avere paura della condanna. Sono “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, ha detto il ministro. “In caso contrario, sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell’Italia. Significherebbe che, qui, tutto è concesso”.
Salvini: “È un processo all’Italia”
Dopo l’udienza di ottobre, il processo è stato rinviato al 20 dicembre per eventuali repliche delle parti e per la sentenza. L’assoluzione, ha detto al quotidiano, sarebbe “una buona notizia per l’Italia, perché confermerà che la difesa della Patria è un sacro dovere di ogni cittadino come sancito anche dall’articolo 52 Costituzione”. Matteo Salvini ha poi aggiunto di essere sicuro che gli alleati siano al suo fianco in questo processo che, ha detto, “non è solo un processo a Salvini, è un processo all’Italia”.
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L’attacco a Conte
Nel 2019, all’epoca dei fatti per i quali Matteo Salvini si trova a processo, il premier era Giuseppe Conte che, come sostiene il leader della Lega, appoggiò tutte le sue scelte. “Il mio avvocato Giulia Bongiorno l’ha documentato ampiamente”, ha confermato Salvini. “La verità è che siamo di fronte a un attacco politico, una vendetta della sinistra che ha deciso di mandarmi a processo per eliminare la Lega per via giudiziaria anziché elettorale. Imbarazzanti e penosi i vuoti di memoria di Conte e Toninelli, per giudicare la cui statura umana non occorre scomodare Sciascia…”.
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Un processo lungo 3 anni
Dopo i fatti del 2019, il processo sul caso Open Arms fu aperto 3 anni fa. Un totale di “25 udienze, 45 testimoni dall’Italia e dall’Estero con interpreti, migliaia di documenti, milioni di euro di costi per i contribuenti”, ha spiegato Salvini che ha poi commentato: “Certo fa effetto dover essere – da ormai 4 anni – un imputato che spesso va in udienza nelle aule bunker dove sono processati i mafiosi. I miei figli sono un po’ preoccupati e mi chiedono tutto, ovviamente, ma sono in pace con la coscienza, curioso più che preoccupato, e in ogni caso andrò avanti a lavorare con impegno e passione”.