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Terzo mandato sindaci, Consulta conferma limiti in base a dimensioni comuni

Per i sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, dunque, alcun limite ai mandati; resta invece fermo a due mandati il limite per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Per la Corte Costituzionale sono quindi non fondate le questioni di legittimità costituzionale proposte dalla Regione Liguria

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Via libera della Corte Costituzionale a diversi limiti ai mandati consecutivi dei sindaci in base alla dimensione demografica dei comuni. Per l’organo di garanzia non è dunque manifestamente irragionevole la scelta legislativa di stabilire quante volte un primo cittadino possa essere rieletto consecutivamente usando come criterio il numero degli abitanti del Comune in questione. Resta ferma la condizione che tale scelta realizzi un equo contemperamento tra i diritti e i principi costituzionali che vengono in considerazione. Così la Corte costituzionale, con la sentenza n. 196 depositata oggi 20 dicembre, ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale, proposte dalla Regione Liguria, nei confronti dell’art. 4, comma 1, del decreto-legge n. 7 del 2024, che ha modificato la disciplina recata dall’art. 51, secondo comma, del testo unico degli enti locali. 

Cosa cambia per i sindaci

Con tale disposizione, approvata dalla Corte costituzionale, il legislatore ha previsto che per i sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti non vi sia alcun limite ai mandati; che per i sindaci dei Comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 15.000 abitanti il limite di mandati consecutivi sia pari a tre; che per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti resti fermo il limite di due mandati consecutivi. Come si legge nella nota della Consulta, “l’attuale art. 51, comma 2, del t.u. enti locali pone limiti diversi ai mandati consecutivi secondo una logica graduale, sul presupposto che tra le classi di Comuni nei quali si articola l’attuale disciplina vi siano rilevanti differenze, in ordine agli interessi economici e sociali che fanno capo agli stessi: si tratta di un esercizio non manifestamente irragionevole della discrezionalità legislativa, che intende realizzare un equo contemperamento tra i diritti e i principi costituzionali che vengono in considerazione”.


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La contestazione della Liguria

La Regione Liguria riteneva che la nuova disciplina, come spiega il comunicato della Corte Costituzionale, violasse diversi parametri costituzionali, risultando in particolare irragionevole la previsione di due o tre mandati consecutivi a seconda del dato dimensionale del Comune: di qui la richiesta di estendere anche ai sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti il limite di tre mandati consecutivi. La Corte ha ribadito che la previsione del numero massimo dei mandati consecutivi è scelta normativa idonea a bilanciare l’elezione diretta del sindaco con l’effettiva par condicio tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori e la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della rappresentanza politica e, in definitiva, la stessa democraticità degli enti locali. Il punto di equilibrio tra tali contrapposti interessi costituzionali deve essere fissato dal legislatore ed è sindacabile solo se manifestamente irragionevole.


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