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Concordato preventivo, 700mila Pec da Agenzia Entrate a Partite Iva: maggioranza spaccata

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, sono partite altre 700mila lettere ai lavoratori autonomi con redditi inferiori ai 15mila euro. Salvini e Tajani ai ferri corti anche sull’uso della la Golden Power nel caso Unicredit-Bpm 

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Le divisioni all’interno della maggioranza non sembrano attenuarsi, con nuove scintille tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. L’atmosfera si preannuncia quindi tesa in vista del Consiglio dei ministri previsto lunedì 9 dicembre. Al centro dello scontro, questa volta, sono in particolare la gestione del concordato preventivo biennale e poi il golden power sulle banche. Secondo quanto riportato ieri dil Sole 24 Ore, sono infatti partite altre 700mila lettere alle partite Iva con redditi inferiori ai 15mila euro. Nel mirino del Fisco, spiega il quotidiano, “quelle 700mila partite Iva che dichiarano meno dei propri dipendenti fermandosi sotto i 15mila euro e soprattutto sotto il limite minimo di reddito per categoria preso a base di riferimento per l’adesione al concordato preventivo biennale”. 

Lettere indirizzate a chi non ha aderito al concordato

“Dalla notte di ieri la Sogei – si legge nel quotidiano economico-finanziario -, il braccio operativo dell’amministrazione finanziaria guidata da Cristiano Cannarsa ha rilasciato in rete una nuova ondata di Pec come secondo avviso ai naviganti e soprattutto a quei contribuenti che agli occhi del fisco si fingono finti poveri”. Il primo invio massivo di lettere, ricorda il quotidiano, risale alla scorsa settimana e aveva riguardato 2 milioni di contribuenti che non hanno aderito entro il 31 ottobre al concordato preventivo biennale. “Anche in quell’occasione – ha scritto ancora il Sole – nell’andare a incrociare i dati dell’Anagrafe tributaria la Sogei aveva evidenziato circa un milione di soggetti che hanno dichiarato al fisco meno di 15mila euro senza accettare il patto biennale con il fisco”. 


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La protesta della Lega sul concordato

La Lega ha duramente criticato l’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate, accusata di aver inviato “una pioggia di lettere” ai contribuenti per contestare presunte anomalie e spingerli verso il concordato preventivo biennale, voluto dal viceministro di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo. “Troviamo sbagliata nel merito e nel metodo la pioggia di lettere che l’Agenzia delle entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale”. La Lega ritiene che così si snaturi uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà fra contribuente ed erario e quindi non condivide né lo spirito nell’obiettivo di una simile comunicazione. 


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Il caso golden power e lo scontro Salvini-Tajani

Matteo Salvini non ha risparmiato una stoccata al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che si era mostrato scettico sull’ipotesi di applicare il golden power su Unicredit-Bpm. “Non è lui il titolare dell’Economia”, ha ribadito il leader leghista, rivendicando la necessità di misure incisive per proteggere gli asset strategici nazionali. “Ognuno ha le sue idee, porto al tavolo del governo le mie proposte, come è giusto che sia, e poi si fa la sintesi. Non c’è nessuna polemica. Non si facciano illusioni i signori dell’opposizione, il Governo andrà avanti, menomale che c’è un dibattito, perché non siamo in una caserma”, ha detto Tajani, rispondendo ai giornalisti sulle possibili divergenze con la Lega, a margine dell’evento presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia in via di Priscilla 6, a Roma. “La coalizione di centrodestra non è un cartello elettorale, va avanti dal 1994 grazie all’intuizione di Berlusconi: siamo uniti ovunque, governiamo insieme e questo non significa che non possiamo avere idee differenti, si discute – aggiunge -. Siamo partiti diversi, ma i cittadini possono stare tranquilli: andremo avanti fino alla fine della legislatura e mi auguro anche dopo”. 


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Gli ultimi ritocchi alla manovra e il Milleproroghe

Il Consiglio dei Ministri previsto lunedì 9 dicembre sarà anche l’ultima occasione per un confronto diretto sulla manovra, prima che i lavori sugli emendamenti inizino formalmente in commissione martedì 10 dicembre. Nel weekend, probabilmente domenica, è prevista una riunione al Ministero dell’Economia tra il governo e i relatori per finalizzare gli emendamenti principali, che potrebbero superare la decina. Tra i temi caldi rimangono le misure di sostegno fiscale e le coperture necessarie per evitare uno scostamento di bilancio. L’arrivo della legge di bilancio in Aula, fissato per il 16 dicembre, potrebbe slittare al 18, complice il tempo richiesto per le ultime limature. Anche il Milleproroghe, da approvare prima della fine dell’anno, resta un nodo da sciogliere.


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