Chiuso il capitolo cessioni, e messo in sicurezza il debito, Enel apre un nuova fase strategica «all’insegna della crescita». A disegnare gli obiettivi al 2027 è l’ad Flavio Cattaneo presentando a Milano un nuovo piano industriale da 43 miliardi. Un impegno crescente (+7 miliardi dal piano precedente) legato a un nuovo sviluppo che vedrà al centro reti di distribuzione, a cui andranno 26 miliardi (+40%); e rinnovabili, a cui sono destinati 12 miliardi tra eolico onshore e tecnologie programmabili (idroelettrico e batterie).
Circa 2,7 miliardi saranno poi dedicati all’area Clienti per lo sviluppo di soluzioni multi servizio. E 2,3 miliardi ad efficienza e manutenzione. Forte la rifocalizzazione sull’Europa con il 75% di investimenti dedicati: in particolare, il gruppo prevede di puntare oltre 16 miliardi in Italia e circa 4 miliardi in Spagna. Il restante 25% sarà sui mercati Oltreoceano: Nord America e America Latina. Grazie a questi investimenti, «le reti elettriche del gruppo saranno più resilienti, digitalizzate ed efficienti», ha detto l’amministratore delegato.
Una garanzia anche per lo sviluppo futuro di un nuovo business «a servizio» degli utilizzatori di data center per il quale l’Enel ha annunciato la creazione di una newco ad hoc nella quale confluiranno asset di connessione (pezzi di rete che connettono impianti di generazione alla rete nazionale). Un progetto traslato dal mondo delle tlc che si ispira al concetto di ultimo miglio, che partirà in Italia e Spagna e che poi potrà essere esportato e replicato in altri Paesi. «Si tratta – ha spiegato Cattaneo di un gruppo potenziale da almeno 1 miliardo in cui potrebbero entrare partner: non fondi di investimento, ma ex municipalizzate o società di settore. Vorremmo fare massa critica». Nei prossimi due anni, dunque Enel sarà protagonista dello shopping «sia sul fronte delle reti (distribuzione e alta tensione) per aumentarne la qualità, sia nelle rinnovabili nell’area euro dollaro», ha spiegato Cattaneo chiarendo anche di aspettarsi «opportunità nelle reti in Germania». Quanto al progetto di una megafactory di pannelli fotovoltaici negli Usa, Cattaneo ha frenato chiarendo che il progetto si «farà solo se scenderà in campo un partner a stelle e strisce che possa supportarne lo sviluppo».
Guardando ai numeri, il piano strategico di Enel fissa nuovi target e si prevede che l’ebitda ordinario di gruppo aumenti tra 24,1 e 24,5 miliardi (il 40% in più del 2022) e l’utile netto ordinario cresca fino a un valore compreso tra 7,1 e 7,5 miliardi. Numeri e una strategia grazie ai quali «abbiamo deciso di rivedere al rialzo la politica dei dividendi nel periodo di piano», ha detto Cattaneo annunciando «un dividendo fisso minimo di 0,46 euro per azione, in crescita da 0,43 euro, e con un potenziale ulteriore incremento fino a un payout del 70% sull’utile netto ordinario».
Quanto al capitolo nucleare, a giorni sarà definita la società con cui
Enel insieme ad Ansaldo e Leonardo avvierà lo studio delle mini centrali di nuova generazione. «Noi avremo la maggioranza», ha detto l’ad spiegando che «l’atomo non è a piano, e ci vorranno almeno 10-15 anni di sviluppo».