L’ex governatore della Regione Sardegna, Renato Soru, è stato assolto dall’accusa di bancarotta per distrazione e per dissipazione nell’ambito del processo relativo al fallimento dell’Unità con la formula “perché il fatto non sussiste“. Erano in tutto 7 gli imputati e tutti sono stati assolti con formula piena. Soru era stato coinvolto nel procedimento in quanto dal 2008 al 2015 è stato socio del quotidiano. Sono cadute tutte le tesi iniziali dell’accusa, secondo la quale Soru divise circa 3milioni di euro di azioni di sua proprietà tra due società, che in tempi diversi hanno controllato il giornale, la Nuova iniziative editoriale (Nie) e la Nuova società editrice finanziaria (Nsef).
Secondo i magistrati, quelle operazioni erano “priva di una valida ragione economica” e l’operazione avvenne al solo scopo di alterarsi i bilanci e creare, per il futuro, utili in suo favore. Quando gli venne consegnato l’avviso di chiusura delle indagini, e il conseguente rinvio a giudizio, con una nota Soru spiegò che all’epoca dei fatti, la sua “partecipazione era scesa sotto il 5%. E, pertanto, diversamente da quanto sostiene l’accusa, senza alcuna possibilità di poter incidere nelle decisioni di gestione della società. In realtà io non sono mai stato in Cda e non ho mai svolto alcun ruolo“.
Nel corso della requisitoria di alcuni giorni fa, quando la procura di Roma ha poi chiesto l’assoluzione, la stessa accusa ha riconosciuto che, proprio per il ruolo ricoperto, l’imputato “non poteva compiere quei reati“.
Quando venne indagato, nel suo lungo sfogo, Soru non mancò di sottolineare: “Ho sacrificato ingenti risorse finanziarie personali, contribuendo a salvare il giornale e continuando a farlo per alcuni anni. In tutto il periodo non ho mai assunto alcun ruolo operativo di gestione o di responsabilità amministrativa“.