Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo alle domande dei parlamentari in audizione sulla legge di Bilancio, ha precisato che non ci saranno più fondi a pioggia per le rottamazioni auto, ma per progetti di politica industriale dell’automotive. Il ministro si è detto disponibile a valutare una riforma della tassazione delle plusvalenze sulle criptovalute ma ha sottolineato che bisognerà sempre incidere sulla speculazione.
Basta rottamazioni a favore delle auto cinesi
“Noi non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire, tagliamo i fondi per le rottamazioni e incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altri paesi. Questo sì, questi 700 milioni non li ritroverete più dal 2025 in avanti”, ha detto sottolineando che “c’è bisogno di imprenditori che accettino il processo di riconversione, se non accettano la sfida di riconvertirsi rispetto alla produzione tradizionale, possiamo praticare la riconversione ma chi la fa?”. Le risorse per gli accordi di sviluppo “ci sono e ci saranno”, ha aggiunto, precisando che «ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati da domani mattina».
Criptovalute, si può cambiare ma non troppo
Sulle criptovalute, Giorgetti si è detto “disponibile a valutare forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. Quella che va tassata di più è la speculazione, quello che va agevolato è tenere nel lungo termine una forma di investimento. Ci sono emendamenti che vanno in questa direzione, il sottoscritto è disposto a valutarli”.
Un sogno: il debito al 60% del PIL
Il ministro ha espresso il desiderio di ridurre il debito pubblico al 60% del PIL, una percentuale simile a quella tedesca, citando come esempio l’ex collega tedesco Lindner. “Con un debito minore, l’Italia risparmierebbe circa 45 miliardi di euro di interessi, che potrebbero essere reinvestiti in settori chiave come la scuola e la sanità”, ha detto.
I sindacati si oppongono all’aumento di risorse per i redditi medio-bassi
Giorgetti ha difeso l’allocazione di risorse destinata a famiglie di reddito medio-basso e ha manifestato sorpresa per le critiche di Cgil e Uil, sostenendo che tali misure rispondono ai bisogni dei lavoratori. “Il governo ha messo risorse alle famiglie di reddito medio-basso, qualcuno può discutere giusto e sbagliato, ma sorprende che questo sia contestato proprio dai sindacati, perché li abbiamo messi sui lavoratori dipendenti. Lo abbiamo fatto con lo scopo di aiutare la crescita rilanciando i consumi”, ha sottolineato.
Chi riceve fondi statali sarà monitorato
Il ministro ha poi affrontato la questione del monitoraggio dei contributi pubblici, sostenendo che chi riceve risorse dallo Stato debba giustificarne l’utilizzo. Dunque, si può rivedere la norma sull’inserimento di un rappresentante del MEF nei collegi sindacali delle società che ricevono contributi, ma non si può abdicare a questo principio. “Per quanto riguarda la norma sui revisori, sono apertissimo a qualsiasi tipo di proposta, però il principio deve essere mantenuto: chi riceve un contributo dello Stato deve rispondere di come lo utilizza”, ha ribadito.
Decontribuzione Sud, è l’Europa a dire stop
Giorgetti ha ricordato che la decontribuzione per il Sud non è stata abolita dal governo, ma che la Commissione Europea ha posto un limite temporale, con scadenza il 30 giugno. Tuttavia, il governo è disponibile a «valutare delle misure diverse» che siano in qualche modo “leggibili” e che possano continuare a sostenere il Sud.
Il blocco del turnover può essere selettivo
“Con riferimento al turnover, premesso che in alcuni settori il blocco è giustificato, in altri può essere meno giustificato, c’è disponibilità a valutare in quali settori l’innovazione tecnologica, l’innovazione, l’intelligenza artificiale, possono permettere di ridurre i fabbisogni, rispetto al fatto che in altri settori – penso a quello della sicurezza – il blocco non si giustifica. Il dibattito parlamentare potrà evidenziare dove andare in qualche modo a toccare”, ha chiarito il ministro.
Ita, incontro con Spohr opportuno
Un incontro questo fine settimana con l’ad di
Lufthansa, Carsten Spohr, “sarebbe opportuno”, ha detto Giorgetti, interpellato a margine dell’audizione in riferimento allo stallo della trattativa tra il Mef e il vettore tedesco che ha chiesto uno sconto per l’ingresso in Ita.