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Elezioni regionali Liguria, comizi finali con i big: Meloni da Bucci e Schlein da Orlando

I leader dei principali partiti si sono ritrovati a Genova per sostenere i candidati del centrodestra e del campo largo in chiusura di campagna elettorale, in vista del voto di domenica e lunedì. All’Auditorium Magazzini del Cotone presenti anche Salvini e Tajani, al Politeama prima della segretaria dem è intervenuto Conte

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Mancano meno di 48 ore alle elezioni regionali in Liguria: si vota domenica 27 dalle 7 alle 23 e lunedì 28 dalle 7 alle 15. La corsa per decretare il successore di Giovanni Toti è fra nove candidati, ma si prospetta una “sfida ultima ” fra Marco Bucci – sindaco di Genova sostenuto dal centrodestra –  e Andrea Orlando – ex ministro dei governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi – supportato dal campo largo. E per la chiusura della campagna elettorale i leader dei principali partiti sono andati a Genova per i comizi finali, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla segretaria del Pd Elly Schlein.

Meloni: “Osceno chi ha usato la salute per attaccare Bucci”

Meloni appena è salita sul palco dell’Auditorium Magazzini del Cotone è stata accolta da una standing ovation, mentre alcuni manifestanti anti-Bolkenstein sono rimasti in piedi per protesta. “Marco Bucci è l’uomo migliore che il centrodestra potesse vantare, non smetterò mai di ringraziarlo per aver accettato di mettere al servizio della regione la stessa determinazione che ha fatto innamorare i cittadini di Genova – ha detto la premier durante il suo intervento – So che per lui non è stata una scelta leggera e facile, quello che fa per la regione e la nazione è un grande insegnamento. Considero osceno che la salute di Bucci sia stata utilizzata per attaccarlo”. “Il punto non è mai quanto tempo abbiamo a disposizione ma come lo usiamo – ha aggiunto – E Marco come me sceglie di usare il tempo che ha per la sua gente, la sua terra”. Poi la stoccata a Orlando per la gaffe su numero delle province: “Ciao Genova, ma ciao anche da chi viene da Savona, da Imperia, da La Spezia, anche della quinta provincia di cui noi gente ignorante di destra non sapevamo l’esistenza, grazie per questo entusiasmo che per me, per noi è una bella boccata d’aria, una iniezione di entusiasmo poter passare del tempo con voi, trasformiamo quell’entusiasmo in benzina che ci serve per continuare il nostro lavoro molto complesso e difficile”. “Questo entusiasmo mi fa sperare bene e mi rende ottimista sui risultati: fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria – ha proseguito – Noi ci siamo trovati ad attraversare una situazione difficile e loro già pregustavano una vittoria schiacciante, poi hanno dovuto tornare a fare i conti con la realtà: il centrodestra in questi anni ha fatto conoscere una stagione bellissima di rilancio e sarebbe un peccato interromperla”.

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Salvini cita Trump: “Il voto in Liguria è ‘too big to rig'”

A Genova è volato anche il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, e ha usato il mantra di Donald Trump per il suo appello al voto: “Per evitare l’ansia dell’ultimo voto, rubo uno slogan di un altro signore che è in campagna elettorale, per un voto che sarà voto fondamentale. È fondamentale vincere in Liguria e dal mio punto vista è importante che anche le elezioni negli Usa vadano in una certa maniera. Non dico come, lascio alla libera interpretazione, sennò metto in difficoltà l’amico ministro degli Esteri. Sarei indeciso su chi votare negli Usa, devo leggermi i programmi… Però lo slogan di uno dei due si attaglia a quello che Marco dice per Genova, per evitare furbate dell’ultimo giorno: ‘Too big to rig’, troppo grande la vittoria per poter essere in discussione con trucchi e trucchetti ai seggi, che nessuno rimanga a casa”. Poi l’attacco i media: “Ringrazio l’informazione locale ligure, giornali, radio e tv: se avessimo aspettato le grandi televisioni nazionali, la Liguria non sarebbe esistita, la Liguria a Roma non esiste, è una vergogna…”. “Quando votarono gli amici sardi, ci furono settimane di trasmissioni televisive, sulle elezioni in Sardegna, Abruzzo, Molise… Avete visto mezzo dibattito o talk show sulla Liguria? – ha continuato Salvini – Le spiegazioni possono essere due. O qualcuno ritiene che meno gente voti meglio è, perché così vota chi ha interesse clientelare. Oppure hanno parlato per mesi di Liguria, con dibattiti e speciali, e poi basta: anche loro hanno visto i sondaggi, sanno come va a finire, se ne parliamo poco prima ne parleremo poco anche dopo, quando vinceranno Bucci e il centrodestra. Penso sia la spiegazione più plausibile”.  Infine un pensiero al governatore uscente: “Se siamo qua è anche grazie alla gestione di Giovanni Toti, del buon governo, non c’è niente da cancellare”.


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Tajani: “Bucci crede in quello che ha fatto e in quello che fa”

“Bucci crede in quello che ha fatto e in quello che fa” cioè “l’amministratore a servizio del popolo e non il popolo al servizio del partito per sistemare sempre quelli che hanno sempre la solita tessera del solito sindacato, i clienti: basta con questo vecchio sistema, la Liguria non può tornare alla regione dei clienti, di quelli che hanno la tessera di un solo sindacato e vanno a finire da tutte le parti per decidere i destini degli altri”, ha detto dal palco anche il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia. “Chi vuole costruire è più forte di chi vuole distruggere, questo è stato Bucci a Genova e questo sarà Bucci in Liguria. Bucci ha ricostruito il Ponte Morandi, una ferita profonda per Genova, ma se tutti quelli che distruggevano castelli avessero fatto costruire la Gronda, magari il Ponte Morandi non sarebbe caduto”. “Noi siamo sempre coerenti, anche in politica economica, non siamo una coalizione elettorale ma una coalizione politica. E oggi, a trent’anni di distanza, questa coalizione continua a governare la maggior parte del Paese, oltre al governo nazionale. Noi non andiamo in frantumi di fronte alla prima difficoltà, anche in Liguria – ha aggiunto – Non si illudano di possibili divisioni, non ci saranno perché non ci sono mai state. La coesione è fondamentale quando si vuole governare, il nostro compito non è rubarci consensi tra di noi. La coalizione che si contrappone a Bucci si è spostata molto a sinistra. Il candidato presidente avversario è un uomo di estrema sinistra, non è certamente un moderato. C’è un grande spazio di elettori, anche ex elettori del Pd, che sono in cerca di un punto di riferimento. Il compito di Forza Italia è andare a prendere quei voti per allargare la piattaforma elettorale. La partita si vince al centro”.

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Schlein: “Vogliamo una Liguria che non sia di pochi”

Al Teatro Politeama per il comizio di Orlando è arrivata anche la leader del Pd Elly Schlein, che ha detto: “Le cose più belle sono quelle che facciamo insieme. Ogni forza di questa coalizione porta il suo valore aggiunto. Abbiamo costruito un progetto di cambiamento concreto, che parla dei bisogni delle persone che abbiamo ascoltato girando per la Liguria. Ringrazio Andrea Orlando per come ha messo la sua storia e la sua competenza al servizio della sua regione. È uno che ha messo sempre avanti l’interesse collettivo e non personale. Vogliamo una Liguria che non sia di pochi e soprattutto non sia di Toti. Perché si scrive Bucci ma si legge Toti”. Poi ha replicato alla premier: “Invece che raccontarci che l’occupazione non è mai stata così alta dai tempi di Garibaldi, Meloni lasci stare i nostri eroi repubblicani e si preoccupi dei suoi amici nostalgici repubblichini. Andiamo a vincere, forza Liguria, forza Andrea Orlando, evviva la nostra Costituzione, evviva l’Italia antifascista”.

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Conte: “Basta proteggere gli amichetti”

Per il campo largo al comizio finale di Orlando è intervenuto anche il leader del M5S Giuseppe Conte: “Qui in Liguria chi governava ha ascoltato solo qualche imprenditore amico, non i cittadini. E ascoltando pochi imprenditori ha danneggiato gli altri. E un’agenzia dice ora che per Salvini è necessario confermare quanto fatto da Toti in questi anni. No, dobbiamo cambiare”. Poi replica a Tajani sulla Gronda: “Il crollo è dovuto a chi non ha fatto la manutenzione, basta proteggere gli amichetti, basta con questa politica marcia e malsana. Noi diremo tanti si con Orlando, perché meritate tanta attenzione qui in Liguria. Non distrarremo le nostre forze per amici, amichetti e parenti come sta accadendo. Noi portiamo etica pubblica che non è moralismo. Io non sono neppure giustizialista, non voglio la gogna mediatica personale ma c’è un tema chiaro: se fai politica per interesse dei cittadini devi tirare fuori un sano senso civico pragmatico”. E conclude: “Il modello Genova tanto decantato da Bucci e dal centrodestra è il Decreto Genova che abbiamo firmato noi al governo per ricostruire il Ponte Morandi. Il sistema Toti ha invece prodotto distruzioni e negatività che hanno compromesso fortemente questa Regione, l’amico imprenditore che si procaccia il favore del politico di turno fa concorrenza sleale a tutto gli imprenditori onesti, lo dobbiamo dire”.


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Fratoianni: “Per me essere contro la destra è un formidabile programma” 

“La destra, e anche poco fa Meloni, a poca distanza da questo teatro stracolmo, quando deve denigrarci usa sempre un paio di argomenti: noi siamo quelli del fare e voi state insieme perché siete contro. Per me essere contro questa destra è un formidabile programma politico”, ha detto poi Nicola Fratoianni, deputato e segretario e leader di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra. “Sì, noi siamo contro il programma della destra e di Meloni. Sì, abbiamo un’altra idea. Ve ne dovete fare una ragione Noi siamo contro il vostro programma perché noi siamo contro lo sfruttamento delle persone , avete affossato la nostra proposta sul salario minimo legale. E noi siamo contro il lavoro povero e contro la precarietà, e siccome voi ad ogni decreto la precarietà l’aumentate allora sì, siamo contro la vostra politica e lo rivendichiamo con orgoglio perché abbiamo un’altra idea di Paese”. “Noi, a differenza di voi della destra – ha proseguito -, continuiamo a dirci antifascisti e non ce ne vergogniamo perché questo Paese è nato ed è fondato sull’antifascismo, e non è retorica ricordarvi che l’antifascismo è una parte costitutiva della nostra libertà. A questa Regione, ai liguri bisogna fare una domanda: volete una sanità che continui a non garantire il diritto alla salute o garantirlo solo a chi c’ha il portafoglio gonfio, bene sapete chi rivolgervi, a Bucci, la fotocopia di Toti, a Giorgia Meloni rivolgetevi a loro. Se volete una sanità che garantisca a tutti le cure eccolo qui quello a cui dovete rivolgervi: Andrea Orlando e alla sua coalizione. Noi abbiamo un’altra idea di Liguria – ha concluso – ed io sono orgoglioso di sostenere oggi un candidato e tra due giorni un presidente che con me e altri è andato fino al valico di Rafah a vedere che succedeva e a dire basta, basta, basta con la guerra”.

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