I punti chiave
I punti chiave
Il 75% delle imprese italiane concentra le proprie iniziative di welfare su misure di sostegno al reddito e conciliazione vita-lavoro. Questo è uno dei dati principali emersi durante l’apertura del Global Welfare Summit 2024, che si tiene nella prestigiosa Villa Miani a Roma. Con oltre 700 partecipanti e 80 relatori, l’evento raccoglie istituzioni, aziende, enti previdenziali e sanitari per delineare il futuro del welfare globale in Italia.
Le proposte
Le proposte avanzate includono l’introduzione di coperture obbligatorie per i rischi maggiori, come la non autosufficienza, l’invalidità e la premorienza, tra le prestazioni dei fondi pensione. Si propone anche di fornire coperture sanitarie integrative per i lavoratori e i pensionati che ne sono attualmente sprovvisti. Inoltre, si auspica lo sviluppo di iniziative di welfare contrattuale promosse dalle parti sociali, cioè aziende e rappresentanze dei lavoratori, con particolare attenzione alle Pmi. Si suggerisce anche di premiare le aziende che adottano politiche di welfare orientate alla sostenibilità sociale. L’Osservatorio Italian Welfare ha presentato il concetto di “Welfare Globale”, una visione multidimensionale del benessere che include la capacità di far fronte a dieci pilastri fondamentali: previdenza, sanità, genitorialità, caregiving, coperture assicurative per grandi rischi come premorienza e invalidità, integrazione tra vita lavorativa e privata, benessere fisico e psicologico, formazione, sostegno al reddito ed educazione al welfare.
I dati
Durante il Summit, il direttore dell’Osservatorio, Stefano Castrignanò, ha presentato i primi risultati delle ricerche condotte, sottolineando l’importanza strategica del welfare come strumento per il benessere individuale e la sostenibilità sociale. È stato avviato un dibattito su temi cruciali come previdenza, sanità, genitorialità e caregiving, coinvolgendo istituzioni, aziende e stakeholder del settore. Per la prima volta in Italia, l’Osservatorio ha analizzato le iniziative di “Welfare Globale” di oltre 200 aziende di diverse dimensioni, che coinvolgono più di 800.000 lavoratori. È emerso che oltre il 73% delle imprese esaminate si concentra su strumenti di supporto al reddito, conciliazione vita-lavoro, formazione e benessere psicofisico. Tuttavia, meno della metà delle aziende ha adottato misure a sostegno dei caregiver o per la protezione dai grandi rischi. Solo il 21% ha promosso il risparmio previdenziale complementare e solo il 16% ha aumentato la propria quota contributiva. Il 17% delle aziende ha introdotto una copertura sanitaria aggiuntiva per i lavoratori, e nel 64% dei casi l’azienda copre interamente i costi. Il 71% delle imprese offre check-up sanitari ai propri dipendenti. Le grandi aziende adottano politiche di welfare aggiuntive nel 73% dei casi, mentre solo il 16% delle piccole imprese offre misure extra rispetto a quelle previste dal contratto collettivo nazionale.
Previdenza, sanità e welfare
Il Direttore, Stefano Castrignanò, ha proposto misure che riguardano 3 aree di intervento prioritarie per garantire una maggiore sostenibilità sociale del nostro Paese: previdenza complementare, sanità integrativa e diffusione degli strumenti di welfare globale ai lavoratori delle piccole e medie imprese. Castrognanò ha detto: “Ad oggi, poco più di un terzo dei nostri lavoratori è iscritto a forme di previdenza complementare. Per ottenere risultati significativi sul fronte delle adesioni occorre rafforzarne l’appeal attraverso l’introduzione di coperture obbligatorie per i grandi rischi come premorienza, invalidità e non autosufficienza e, contestualmente, sviluppare campagne di sensibilizzazione efficaci per informare i lavoratori sui vantaggi della previdenza complementare“.
Sulla sanità integrativa il Direttore Castrignanò ha affermato: “A differenza della previdenza complementare, per la sanità integrativa è necessario agire sul fronte dell’offerta, vale a dire configurare meglio la cornice regolatoria, introducendo presidi di trasparenza, di vigilanza, di armonizzazione fiscale e favorendo un maggiore universalismo delle coperture sanitarie, a favore di chi ne è oggi sprovvisto. Mi riferisco in particolare ai pensionati, che solo nel 23% dei casi analizzati possono mantenere l’accesso alle coperture sanitarie così come a quelle categorie di lavoratori che oggi non hanno alcuna tutela, né di natura contrattuale né di natura aziendale”. Infine, sul welfare globale nelle Pmi, Castrignanò ha specificato: “Il livello medio di “benessere globale” muta in funzione delle caratteristiche dimensionali delle aziende, registrando mediamente valori più alti per quelle di grandi dimensioni rispetto alle altre.
A fronte di questo scenario, emerge chiaramente come le iniziative di welfare contrattuale adottate dalle parti sociali (rappresentanti lavoratori e aziende) assumono un ruolo cruciale per il benessere globale dei lavoratori delle piccole imprese, che costituiscono il 99% del nostro tessuto produttivo. Parallelamente, sarebbe opportuno introdurre meccanismi di premialità per le aziende che adottano iniziative di welfare orientate alla sostenibilità sociale”.