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Nuove centrali nucleari, la Lombardia si candida ma il PD vuole sapere in quali città


I punti chiave

Il tema del nucleare torna al centro dell’attenzione. Dopo , il suo collega che si occupa di imprese, Adolfo Urso, ha specificato che l’esecutivo “ha deciso di elaborare entro fine anno un quadro normativo che permetta al nostro Paese di installare le nuove centrali nucleari di terza generazione avanzata, di quarta generazione e di lavorare anche sulla fusione”. Sulla questione il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato di “essere disponibile a perseguire questo obiettivo e individuare dei siti” per il nucleare all’interno di Regione. Non è tardata la risposta del Pd che, tramite, Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, ha subito chiesto dove Fontana avesse intenzione di stabilire i siti nucleari.

Le parole di Fontana

Il ministro Urso ha espresso un desiderio rivolto agli imprenditori che investissero nel nucleare, poco dopo è intervenuto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana: “La Regione Lombardia ha già da tempo manifestato la propria disponibilità a lavorare per raggiungere questo traguardo e a identificare delle aree”. Questa affermazione ha provocato la replica del Pd: “Il presidente Fontana afferma di essere pronto a individuare dei luoghi per il nucleare in Lombardia. È un commento interessante. Sia conseguente, dunque, e specifichi in quali città o aree vorrebbe realizzare tali impianti”, ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd.

Il quadro

Sul tema il governo, entro fine anno, vuole di presentare “un soggetto industriale che sia capace di realizzare nel nostro Paese, e magari di esportare, reattori nucleari di terza generazione avanzata e poi di quarta. Cioè costruiti secondo modelli industriali, piccoli e componibili, puliti e sicuri”. Il ministro Urso ha specificato: Non vogliamo importare i reattori nucleari di altri Paesi. Vogliamo realizzarli in Italia attraverso la tecnologia, la scienza italiana per esportarli”, nell’auspicio che “non dieci, ma venti distretti industriali italiani ci chiedano di poterli installare in Italia”. Inoltre ministro Urso ha illustrato la posizione del governo in merito al divieto dei motori endotermici a partire dal 2035, chiarendo che attualmente non è stata avanzata la richiesta di posticipare la scadenza. In ogni caso, è stato proposto di anticipare al 2025 la verifica originariamente fissata per il 2026. In quell’occasione, l’Italia intende stabilire delle condizioni per confermare il divieto per il 2035. In particolare, si richiede l’indipendenza dell’Europa nell’approvvigionamento di materie prime e una vera neutralità tecnologica, che includa la possibilità di utilizzare anche altre tecnologie come biocarburanti e idrogeno. Bisogna però sottolineare che raggiungere l’indipendenza sulle materie prime appare estremamente complesso nel medio termine.

La parola agli industriali

A questo proposito governo e industria sono allineati sulla necessità di adattare i tempi della transizione nel settore automobilistico. Gli industriali, da parte loro, hanno sollecitato il governo a semplificare le normative relative alla Transizione 5.0, che prevede 12,7 miliardi di investimenti per la digitalizzazione delle imprese.

Sul tema fiscale il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che mercoledì 23 ottobre incontrerà il ministro Urso in merito a questi dossier, ha proposto l’Ires premiale per le realtà che mantengono il 70% degli utili nell’azienda “usandone una parte, pari al 30%, per gli investimenti in tecnologia, produttività, welfare e formazione”.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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