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Open Fiber e FiberCop, via al cantiere alleanza


Alla fine Fibercop ha deciso di non mettersi di traverso e così, salvo sorprese che potrebbero arrivare solo dai piccoli operatori, la revisione dei civici di Open Fiber sui cantieri di Italia 1 Giga dovrebbe proseguire senza ulteriori intoppi. La consultazione è scaduta alla mezzanotte del 7 ottobre e, secondo quanto raccolto da Il Giornale, la società guidata da Giuseppe Gola ha proposto di coprire 96.060 civici di prossimità non inizialmente inclusi nel bando di Infratel. Mentre Fibercop, controllata dal fondo Kkr che ha rilevato la rete fissa di Tim, ha risposto a ridosso della scadenza, senza tuttavia proporre alcun civico di prossimità. Avesse fatto diversamente, questo sarebbe potuto essere un ostacolo per Open Fiber la quale temeva un’opera di ostruzionismo del fondo americano per evitare di pagare a Tim i 2,5 miliardi di earn out collegati alle nozze (o comunque alla collaborazione sinergica) tra Fibercop e Open Fiber. Da questa vicenda, del resto, dipendeva anche il rischio di uno stress finanziario dell’azienda guidata da Gola, che è ancora in attesa del via libera definitivo del consorzio delle banche per il project financing (7 miliardi a cui se ne devono aggiungere altri 2) collegato proprio ai lavori sulle aree grigie.

In ballo, poi, c’erano anche i ritardi su lavori inclusi nel Pnrr (gli 8 lotti di Italia 1 Giga che fanno capo a Open Fiber), che hanno quindi la scadenza tassativa del 30 giugno 2026: allungare i tempi in sede di consultazione avrebbe posticipato ulteriormente la conoscenza dell’effettiva mappa dei civici che Open Fiber dovrà collegare alla fibra, con il rischio di ritardare ulteriormente lavori già in ritardo.

Sempre secondo quanto Il Giornale è venuto a conoscenza, alla mezzanotte del 7 ottobre la consultazione si è conclusa con la partecipazione di meno di una ventina di operatori. Il verdetto definitivo arriverà nei prossimi giorni, poiché attualmente sono in corso analisi congiunte da parte di Infratel e Agcom per definire i civici di prossimità utilizzabili secondo i criteri introdotti dalla normativa e le indicazioni della Commissione europea. La vicenda, del resto, era nata poiché in corso d’opera Open Fiber si era accorta di alcuni errori nel precedente bando a causa di una mappatura dei civici imprecisa, con il governo che era intervenuto per mezzo di un decreto al fine di permettere agli operatori di sostituire alcuni civici (rivelatisi inesistenti o isolati) con altri vicini.

La Commissione Ue aveva però bloccato tutto, indicendo nuove consultazioni su input di un’associazione di internet provider. Ora, però, la vicenda per Open Fiber sembra poter essere spianata verso una soluzione a lei favorevole.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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