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Auto, Urso gioca l’asse con Confindustria


Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, forte anche del «Draghi-pensiero» che nel suo Rapporto competitività ha bacchettato la strategia green Ue sull’automotive, si prepara a presentare in anteprima, a Confindustria e sindacati, la proposta sulla politica industriale nel settore delle quattro ruote.

L’incontro dovrebbe tenersi il 23 settembre, due giorni prima che lo stesso Urso illustri il piano a Bruxelles, in un meeting informale organizzato dalla presidenza del Consiglio Ue ungherese e, successivamente, al Consiglio competitività fissato per il 26. L’iniziativa di Urso, che sarà condivisa a Bruxelles, funge da apripista alla volontà di anticipare ai primi mesi del 2025, rispetto al calendario programmato da tempo per fine 2026, l’attivazione della clausola di revisione prevista dal «Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle auto nuove e dei veicoli leggeri». A tal fine, il ministro ha predisposto anche alcuni colloqui con i colleghi europei, che si svolgeranno nei prossimi giorni. Il regolamento attualmente prevede l’eliminazione delle emissioni di CO2 da parte dei nuovi veicoli leggeri, inclusi i furgoni, entro il 2035. Dopo quella data, i mezzi con motori a combustione interna alimentati a benzina o Diesel, non potranno più essere immatricolati nel mercato europeo. L’azione italiana punta a far passare il concetto di neutralità tecnologica, aprendo così anche ad altre alimentazioni virtuose, come i bio-carburanti (qui l’Italia è in prima linea), i carburanti sintetici (sponsor principale è la Germania) e anche il gas. «Il proposito di anticipare al 2025 dal 2026 la revisione dei piani Ue – commenta Massimo Artusi (Federauto) – appare tempestivo e opportuno. Il mercato ha fatto già ampiamente comprendere di non gradire veicoli che costano il doppio di quelli tradizionali, anche di fronte a sostanziosi incentivi. A collassare, infatti, sarebbero prima le reti di vendita che garantiscono anche il buon funzionamento del circolante, i concessionari, con i loro 175mila addetti diretti e, quindi, tutto l’indotto». «La revisione del bando – concorda Matteo Cimenti (Assogasliquidi) – ridarebbe slancio a un settore vitale dell’economia europea e consentirebbe all’industria di investire in ricerca».

Cresce intanto l’allarme Volkswagen in Germania dopo che è stata annunciata l’intenzione di rescindere il contratto collettivo sulla sicurezza del lavoro. Tutti gli accordi scadranno così a fine anno. Significa che, in mancanza di nuove intese, Volkswagen potrebbe licenziare per motivi operativi a partire dal luglio 2025. In vista anche riduzioni dei bonus per i manager. La leader sindacale tedesca Daniela Cavallo (Ig Metall), per tutta risposta, ha dichiarato che «ci difenderemo strenuamente contro questo storico attacco all’occupazione».

Novità, poi, sul fronte dazi all’import di auto elettriche dalla Cina. Secondo Bloomberg, l’Ue starebbe per apportare ritocchi al ribasso (dal 9% a poco meno dell’8%) per i veicoli che Tesla e Case automobilistiche europee, impegnate in joint venture, importano da Pechino.

A Torino, intanto, ultimi preparativi

per il ritorno del Salone dell’Auto (13-15 settembre) organizzato da Andrea Levy. Alla rassegna hanno aderito 41 Case, nutrita la presenza cinese. Tra le assenze: Ford, gruppo Volkswagen (eccetto Porsche), Mercedes e Bmw.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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