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Dalla proposta di Fi al referendum depositato oggi: quali sono le norme della legge sulla cittadinanza che si punta a cambiare

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Da un lato Forza Italia, che insiste su una legge sullo ius scholae e ribadisce la volontà di presentare, possibilmente entro settembre, una sua proposta di legge sulla cittadinanza, concessa dopo i 10 anni di frequenza “con profitto” della scuola dell’obbligo. Dall’altro lato il muro della Lega e la freddezza di Fdi, per i quali la legge attuale sulla cittadinanza va bene così. Dall’altro lato ancora, ci sono i partiti di opposizione che hanno presentato in questa legislatura numerose proposte di legge sulla cittadinanza, di cui sei sono approdate in commissione anche se ancora al palo. Tre (Pd, Avs e M5s) sulla falsariga del testo arrivato in Aula alla Camera al termine della scorsa legislatura, sono incentrate sullo ius scholae (cittadini italiani dopo uno o più cicli di istruzione) e prevedono la cittadinanza italiana per il minore straniero che «abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici». Altre tre del Pd che si spingono più in là, prevedendo, oltre allo «ius scholae» anche lo «ius soli» (cittadini per nascita) Infine un emendamento al disegno di legge in materia di sicurezza presentato da Azione, in linea con la proposta annunciata da Forza Italia, prevede la cittadinanza per il «minore straniero nato in Italia che ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno dieci anni il sistema educativo di istruzione».

Le norme da rivedere

E’ in questo guazzabuglio che un “cartello” di associazioni e personalità politiche ha depositato oggi in Cassazione un quesito referendario per allargare le maglie della cittadinanza italiana. A differenza delle proposte di legge sullo ius scholae e sullo ius soli che mirano ad abrogare la norma della legge 91/1992 in base alla quale servono 18 anni di residenza continuativa oltre alla nascita in Italia per ottenere la cittadinanza («lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data»), il quesito referendario non entra nel merito di Ius soli o Ius scholae.

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Il quesito referendario

Semplicemente il quesito punta a modificare un’altra norma della legge 91/1992 in base alla quale la cittadinanza può essere concessa allo straniero in regola con il permesso di soggiorno che risiede da 10 anni in Italia (”La cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica”). Il quesito punta a ridurre a 5 anni (da dieci) il termine di residenza legale ininterrotta in Italia per diventare cittadino italiano.

Il comitato promotore

A promuovere il quesito e la mobilitazione per 500mila firme necessarie organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione, i partiti +Europa, Possibile, Partito Socialista, Radicali Italiani e personalità come Mauro Palma (già Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale), Luigi Manconi, Pippo Civati (editore ed ex parlamentare), Ivan Novelli di GreenPeace.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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