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Rai, prende quota l’ipotesi dello slittamento delle nomine in Cda

Questo e altri fattori – come l’udienza al Tar del prossimo 23 ottobre sul ricorso presentato sulle modalità di nomina del Cda Rai – finiscono per pesare sempre di più, con l’andare del tempo, su un rinnovo di un Cda atteso da maggio e che con le settimane si è andato complicando.

I dossier aperti per la Rai

Certo, la questione Rai non è banale sotto tanti punti di vista. Al di là di tutte le considerazioni politiche si tratta di una realtà con 12.605 dipendenti (al 31 dicembre), che si muove sul mercato dei bond quotati, che ha un piano industriale appena varato e cui occorre dare corpo, che ha in discussione un possibile matrimonio fra la sua controllata (quotata) delle torri Rai Way e la EiTowers controllata da F2i (60%) e Mfe-Mediaset (40%). Il gruppo Rai ha chiuso il 2023 con pareggio di bilancio ma la capogruppo Rai Spa riporta, all’ultima riga di bilancio, un rosso di 39,3 milioni con un Indebitamento finanziario netto escluse le passività per leasing operativi pari a 567,7 milioni. C’è un tema canone, con la necessità di capire se e come il Governo deciderà di confermare il taglio dello scorso anno da 90 a 70 euro, che era previsto per un anno soltanto.

Il controllo della politica

L’azienda guidata dall’ad Roberto Sergio, che dal 10 agosto svolge anche le funzioni di presidente dopo le dimissioni di Marinella Soldi, ha avuto miglioramenti nei conti e negli ascolti, ma di sicuro non può avere vantaggi dall’essere sottoposta a un tira e molla cui di fatto è però condannata dalle norme che ne regolano i meccanismi di governance. La Legge Renzi, da questo punto di vista, non ha per nulla migliorato le cose. Quattro componenti sono di nomina parlamentare (due dalla Camera e due dal Senato) a valle di un avviso pubblico, con curricula spediti dai candidati, che però lascia il tempo che trova. Il consigliere nominato dai dipendenti, la nomina dell’ad da parte del Mef (Governo) e il placet dei due terzi della maggioranza per il presidente completano il quadro.

Salvini: «Aumentare il tetto pubblicitario»

Allungare di un anno l’attuale governance Rai? «No, no speriamo di no. Oggi (durante il vertice di maggioranza di ieri 30 agosto 2024, ndr.) non ne abbiamo parlato. Saremmo favorevoli ad aumentare il tetto pubblicitario per potenziare la forza della Rai» ma «non litigheremo sul tema Rai», ha assicurato Salvini. Certo, anche solo evocare l’aumento del tetto pubblicitario visto come fumo negli occhi in cama Mediaset non è un buon viatico. Per ora l’unico modo sembra spostare la palla in avanti.

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