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È un messaggio perentorio – “via il vincolo del terzo mandato” – quello che la Lega ha mandato al Governo da Palazzo Balbi, sede della presidenza della Regione Veneto. Perchè, continua a ripetere Luca Zaia (al momento non ricandidabile in base alla legge nazionale) la questione del terzo mandato «è un’anomalia tutta nostra». E il governatore del Veneto ha voluto puntualizzare: «Non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato. Ma con lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei. Darei una risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo».
Intanto Salvini blinda Zaia. Nel pomeriggio di giovedì 16 gennaio si è svolta una riunione del Consiglio federale della Lega. L’incontro, che è durato circa due ore, si è tenuto a Roma e a distanza via Zoom. Presente il segretario Matteo Salvini e, fra gli altri, i suoi vice Claudio Durigon, Alberto Stefani e Davide Crippa e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e quello delle Autonomie, Roberto Calderoli. «Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l’intero consiglio federale. Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia», si legge in una nota del partito divulgata al termine dell’incontro.
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Diverso lo schieramento politico ma identica l’ambizione del governatore della Campania Vincenzo De Luca, anche lui intenzionato a correre per un terzo mandato malgrado il mancato appoggio del suo partito (il Pd) a una sua ricandidatura
La legge nazionale del 2004 con il tetto dei due mandati
Nel 2004, quando, con il governo di centrodestra, ci fu l’approvazione della legge sull’elezione dei presidenti di regione, si decise di copiare direttamente la normativa che regolava l’elezione diretta del sindaco. E questa prevedeva il tetto dei due mandati. Tutti, all’epoca furono d’accordo. In questo modo si scrisse ’un principio secco’, non generico, che è di fatto auto-applicativo. Cioè entra in vigore dal 2004 per tutte le Regioni ordinarie che prevedano l’elezione diretta, ossia tutte, visto che nessuna ha fatto una scelta diversa in deroga. E il principio è stato ritenuto talmente valido che è stato persino inserito nella proposta di riforma del Premierato. Anche se in Veneto nel 2012 la prima giunta guidata da Luca Zaia ha approvato una legge elettorale regionale che, inserendo il limite dei due mandati, con una norma transitoria ha previsto che tale limite si applicasse esclusivamente agli incarichi ricoperti dopo l’approvazione della legge stessa. Ecco perché nel 2020 Zaia si è potuto ricandidare in Veneto (dove la prossima tornata elettorale è prevista a fine anno) per un terzo mandato.
Il ricorso del governo contro la legge campana
Una strada simile è stata intrapresa dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che vorrebbe ricandidarsi di nuovo, alla luce della recente normativa regionale in base alla quale la conta dei due mandati comincia da quando la Regione recepisce la legge nazionale. Ma questa storia del “recepimento”, anche a detta di molti costituzionalisti, non reggerebbe visto che il principio essendo secco è entrato immediatamente in vigore senza che si debba recepire e il divieto di un terzo mandato consecutivo è direttamente auto applicativo. Il Governo ha così presentato ricorso contro la legge regionale della Campania confidando in una sentenza favorevole della Corte Costituzionale.