L’affluenza alle urne si è fermata appena sopra il 30%, impedendo il raggiungimento del quorum. Il centrodestra, con il senatore FdI Fazzolari, parla di “governo rafforzato e sinistra indebolita”. Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein osserva che sono andati alle urne, “più di quelli che hanno votato la destra”. Poi ribadisce: “La battaglia non finisce oggi”
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Quorum fallito per i cinque referendum abrogativi sui temi del lavoro e della cittadinanza. L’affluenza alle urne si è fermata appena sopra il 30%, impedendo il raggiungimento della maggioranza necessaria. Il centrodestra esulta, con il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari che parla di “governo rafforzato e sinistra indebolita”. Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein osserva che “oltre 14 milioni” sono andati alle urne, “più di quelli che hanno votato la destra” mandando la premier Meloni al governo. Poi ribadisce: “La battaglia non finisce oggi”. Il leader della Cgil Maurizio Landini incassa la sconfitta e ammette la delusione: “Non è una giornata di vittoria” e “l’obiettivo era raggiungere il quorum: è chiaro che non lo abbiamo raggiunto”, ha detto. Però non alza bandiera bianca: “Oltre 14 milioni di votanti chiedono risposte: sono un numero importante, un punto di partenza”.
Schlein: “14 milioni di elettori dicono no a questo governo”
“Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi. Lavoro e cittadinanza sono temi costitutivi per una forza progressista come il Pd. La battaglia non finisce oggi”, ha commentato Elly Schlein in un’intervista a Repubblica all’indomani dei risultati dei referendum. Per la segretaria dem, “dopo questo fine settimana l’alternativa è più vicina grazie alla straordinaria piazza di sabato per Gaza” a Roma, che ha visto la partecipazione di 300mila persone, “e per i 14 milioni che sono andati a votare nonostante premier e maggioranza invitassero a fare l’opposto”. Poi rimarca: “Oggi la destra esulta, faccia pure: ne riparliamo alle politiche, dove non sarà l’astensionismo a salvarli”.
Schlein: “Più voti al referendum di quelli che ottenne Meloni”
Commentando l’astensionismo, la segretaria del Pd sottolinea che “noi siamo contenti per i 14 milioni di elettori che hanno votato, loro per quelli che non sono andati”. Poi attacca la maggioranza: “Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico, ma hanno ben poco da festeggiare: ai referendum ha votato più gente di quella che lo fece per mandare Meloni al governo”.
Schlein: “L’avversario è la destra”
Schlein ha poi proseguito parlando del Pd. “Abbiamo fatto ciò che i nostri militanti si aspettavano ed è giusto così. Il Pd è tornato a fianco dei lavoratori, cresce a ogni tornata. Dopo Genova, abbiamo vinto anche a Taranto e a Nuoro”, ha detto la segretaria dem riferendosi alle Comunali. “Abbiamo davanti cinque elezioni regionali fondamentali, su cui siamo già al lavoro e che vogliamo vincere. L’avversario è la destra”, ha aggiunto
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Landini: “Quorum non raggiunto, ma oltre 14 milioni di votanti è un punto di partenza”
“Non è una giornata di vittoria”. Così il leader della Cgil Maurizio Landini ha commentato i risultati dei referendum. Ma la “battaglia” non finisce. “L’obiettivo era raggiungere il quorum: è chiaro che non lo abbiamo raggiunto”, ammette. Ma i dati dicono che ci sono “oltre 14 milioni di votanti che chiedono risposte: sono un numero importante, un punto di partenza”, evidenzia. Per questo, assicura Landini, i temi dei referendum rimangono sul tavolo: in termini di riduzione della precarietà, di difesa della salute e sicurezza sul lavoro, di cambio del sistema degli appalti, di tutela di tutti i lavoratori nelle grandi e nelle piccole imprese contro i licenziamenti, così come la cittadinanza. Non si ferma quindi “la lotta, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”, a livello contrattuale e di mobilitazione, per cambiare quelle “leggi balorde”, come le ha sempre definite, fatte negli ultimi 25 anni dai governi di destra e di sinistra.
Landini: “C’è in gioco la democrazia del Paese”
Landini se la prende poi con il governo Meloni per i subappalti a cascata e i contratti senza causale e con il governo Renzi per il Jobs act e il contratto a tutele crescenti, accusando chi con “la politicizzazione” dei referendum “non ha permesso di discutere nel merito”. E rimarca: “Negli ultimi giorni alcuni esponenti di governo interrogati sui quesiti non sapevano i contenuti e contemporaneamente chiedevano di non andare a votare. Un elemento di responsabilità grave. Non stanno mettendo in discussione la Cgil, in gioco c’è la democrazia del Paese”.
FdI alle opposizioni: “Gli italiani vi hanno fatti cadere”
“Avete perso”. È il messaggio a caratteri cubitali che Fratelli d’Italia ha pubblicato sui social, postando una foto in cui sono schierati i leader dell’opposizione sostenitori dei referendum, Riccardo Magi, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni. “L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi”, si legge nel post sui social del partito della premier Giorgia Meloni.
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Malan: “La sinistra scollegata dalla realtà ci ha fatto un regalo”
“Ci hanno fatto un regalo”. Queste le parole del capogruppo al Senato di FdI Lucio Malan, in un’intervista alla Stampa, sui risultati del referendum abrogativo. “È la dimostrazione di quanto certa sinistra sia scollegata dalla realtà”, ha aggiunto, contestando i 14 milioni di voti rivendicati da Schlein. “Innanzitutto siamo sotto i 12 milioni perché se è vero che chi ha votato va sempre rispettato, bisogna farlo anche con chi ha votato ‘no’ o ha deciso di lasciare la scheda bianca. Cambia poco però, in democrazia decide la maggioranza e il meccanismo referendario ha funzionato alla perfezione. Mi pare evidente che i quesiti posti non sono stati per nulla percepiti come un tema su cui fosse necessario mobilitarsi”, ha precisato. “Faccio notare che l’affluenza è stata più bassa persino del referendum sulle trivelle del 2016 (31,19% ndr), quando l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invitò a non votare”, ha rimarcato Malan.
Malan: “Landini parla di punto di partenza? Dipende per chi”
Rispondendo alle dichiarazioni di Landini, che ha parlato di un “punto di partenza”, il dirigente di FdI replica: “Dipende per chi. Per Landini probabilmente sì: dal suo punto di vista è un successo personale. Non gli servono 20 milioni di consensi – e non credo neppure che i 12 milioni raccolti siano tesserati della Cgil – ma potrebbe usare questi numeri per scalare il Pd”. Poi ha aggiunto: “Ritengo che sia una questione interna al partito, e quindi non tocca davvero la sensibilità del Paese. Poi, in genere, un referendum si fa per vincere, proprio come uno sciopero si dovrebbe fare per ottenere un risultato e non per dimostrare l’esistenza di un sindacato”. Il capogruppo al Senato ha infine concluso specificando che Landini “ha avuto visibilità, ma le sue richieste sono state bocciate in modo netto”. E anche Schlein “non ne esce bene”, perché “è rimasta impantanata”.