La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vista della riunione del Consiglio europeo in programma per il 20 e il 21 marzo, è alla Camera per la discussione sulle sue comunicazioni. A seguire, il voto finale sulle risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari. La premier ieri, 18 marzo, aveva già dato le sue comunicazioni in Senato. E oggi, nel suo intervento, ha sottolineato: “L’Europa si deve occupare meglio di meno cose”. Poi, sul piano ReArm Europe, ha spiegato che sarà cruciale “favorire gli investimenti privati”. Mentre su Trump e sulle sue iniziative per la pace in Russia e Ucraina, Meloni ha commentato: il presidente Usa “è un leader forte”. Dure le proteste in Aula dai banchi dell’opposizione, dopo che la premier ha letto – rivolgendosi al centrosinistra – il manifesto di Ventotene. La seduta, sospesa due volte, ricomincerà alle 16.15.
Meloni cita Manifesto di Ventotene: “Non è la mia Europa”. Bagarre
“Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”, ha detto la premier che, in conclusione della sua replica, ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni. “Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”, ha detto Meloni. Dopo queste dichiarazioni è scaturita la bagarre in aula, con il centrosinistra che fischiava e il centrodestra che, invece, applaudiva.
“Dal colloquio Trump-Putin primissimi spiragli”
Molti i temi affrontati dalla premier durante il suo intervento. Fra questi, anche i tentativi di arrivare a una pace tra Ucraina e Russia. Ieri c’è stata “una lunga conversazione tra il presidente Donald Trump e il presidente Vladimir Putin: tra i punti discussi c’è l’ipotesi di un parziale cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche”, ha detto Meloni. Si tratta di “un primissimo spiraglio che va nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky” a Gedda.
“Cerchiamo di rendere ReArm più sostenibile”
Poi, passando al piano ReArm Europe, la premier ha spiegato: “La posizione del governo è chiara, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il governo aveva chiesto lo scorporo delle spese difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Oggi però non possiamo non porre il problema che l’intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale
degli Stati”. “È la ragione per cui stiamo facendo altre proposte”, ha aggiunto, “perché ci aiuta scomputare le spese, però dall’altra parte una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia. Con Giorgetti – ha aggiunto – abbiamo elaborato una proposta che ricalca l’Invest Eu, con garanzie europee per investimenti privati e cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile. Ma la posizione mi pare chiara”.
L’intervento di ieri al Senato
Meloni ieri al Senato aveva già sottolineato che “è importante che questo Consiglio europeo segni passi avanti concreti per vincere la sfida della competizione e non condannarci a essere gregari”. L’obiettivo deve essere “assicurare un percorso di decarbonizzazione sostenibile per le nostre imprese e i nostri cittadini per risolvere il divario e ridurre le nostre troppe e troppo pericolose dipendenze strategiche”, ha aggiunto sottolineando la necessità di rinunciare “agli eccessi ideologici che abbiamo purtroppo visto in passato”.