La premier italiana è intervenuta a Bologna, dove per la prima volta si è tenuto l’incontro nazionale degli industriali. In prima diversi esponenti di governo: la ministra della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il ministro degli Esteri Antonio Tajani
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La premier Giorgia Meloni, intervenendo all’Assemblea di Confindustria a Bologna, si è soffermata sul caso dell’ex Ilva: “C’è bisogno che tutti gli attori diano una mano e non ci siano attori che preferiscano mettere i bastoni tra le ruote: credo tutti comprendano cosa c’è in ballo”. La situazione “che abbiamo ereditato” è “molto complessa”, ma “il governo continuerà a fare la propria parte e sono certa che ognuno farà la sua parte”. Insieme alla premier, in prima fila all’Assemblea – che per la prima volta si tiene a nella città felsinea- ci sono diversi altri esponenti di governo: la ministra della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Italia credibile davanti a quadro economico difficile
Meloni ha parlato soprattutto dello stato dell’economia del nostro Paese, sottolineando che “l’Italia si presenta credibile davanti a un quadro economico e finanziario di estrema difficoltà. Lo testimoniano il livello dello Spread, più che dimezzato, la Borsa, il nuovo appeal dei Titoli pubblici italiani, l’attrattività ritrovata degli investimenti, e anche i giudizi delle agenzie di rating, su cui a volte sono critica. da Ultimo Moody’s che ha rivisto quello dell’Italia come non accadeva da 25 anni”. Poi ha aggiunto: “La nostra economia è solida e resiliente, non dipende dalla politica, lo avete dimostrato voi. La politica aggiunge la stabilità di un sistema e la visione: abbiamo tentato di rafforzare questa capacità dell’Italia di attrarre investimenti”.
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“Per la competitività contestiamo transizione ideologica”
Parlando dell’energia green, la presidente del Consiglio ha detto che “è fondamentale per la competitività dell’intero sistema produttivo europeo avere il coraggio di contestare e correggere un approccio ideologico alla transizione energetica che ha provocato danni enormi senza produrre i vantaggi ambientali decantati”.” Citando Emaniele Orsini, il presidente di Confindustria, Meloni ha specificato che il presidente di Confindustria ha ragione “quando dice che una tecnologia non si cambia per norma: solo chi non aveva mai messo piede in un capannone poteva pensare di farlo, ma è quello che ha fatto l’Europa scegliendo la strada forzata della transizione all’elettrico, le cui filiere sono controllate dalla Cina. Io – ha aggiunto – ancora oggi non riesco a capire il senso strategico di fare una scelta del genere”.
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Il dialogo Usa-Ue sia più politico che burocratico
Nell’intervento della premier, spazio anche al difficile rapporto tra Ue e Stati Uniti, considerato da Meloni “fondamentale: per mantenere la forza dell’Occidente, i nostri destini sono interconnessi. Durante la mia visita a Washington ho proposto un incontro a Roma fra Ue e Usa. Un primo incontro è avvenuto il 18 maggio a Palazzo Chigi con Vance e von der Leyen. È stato l’inizio di un dialogo che l’Italia ha continuato a facilitare in questi giorni, e che va portato avanti, se posso permettermi, con un approccio più politico che burocratico”. Sul legame tra Italia e Germania, la presidente del Consiglio ha affermato: “Confido che molto altro possa cambiare con il nuovo governo tedesco. Con il cancelliere Merz abbiamo cominciato a confrontarci. Se Italia e Germania, le due principali manifatture d’Europa, riescono a collaborare e trovano una piattaforma d’azione, allora ci sono le condizioni per ottenere ottimi risultati”.
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“L’Unione europea rimuova i dazi interni che si è autoimposta”
Parlando di dazi, la presidente del Consiglio non ha mancato di criticare anche quelli che, a suo dire, l’Unione euroea “si è autoimposta”. Meloni ha affermato di considerare “fondamentale, a maggior ragione in un quadro di instabilità dei mercati internazionali, che l’Europa abbia il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta in questi anni”. Poi ha aggiunto, citando il Fondo monetario internazionale: “Il costo medio per vendere un bene tra gli Stati dell’Unione europea equivale a una tariffa di circa il 45%, rispetto al 15% stimato per il commercio interno negli Stati Uniti. Per non parlare dei servizi, dove la tariffa media stimata arriva al 110%: non può essere sostenibile”.
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“Verificare anomalie sul prezzo dell’energia”
Rispetto al costo dell’energia, Meloni ha spiegato il governo sta “lavorando a un’analisi del funzionamento del mercato italiano per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni sulla pelle di chi produce e crea occupazione”. Il governo è perfettamente “consapevole dell’impatto che i costi energetici hanno sulle famiglie e sulle imprese, soprattutto su quelle di piccole e medie dimensioni. E lo sappiamo anche perché dall’inizio di questo governo abbiamo stanziato circa 60 miliardi di euro, l’equivalente di due leggi finanziarie, per cercare di alleviare i costi. È evidente che continuare a cercare di tamponare spendendo soldi pubblici non può essere la soluzione. Per questo abbiamo accompagnato le risorse con diversi interventi, alcuni dei quali rispondono anche alle necessità richiamate proprio dalla Confindustria”, ha aggiunto.
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Meloni a Confindustria: “Pensate in grande, io farò lo stesso”
“Questa nazione ha bisogno di fare ancora tanto, ma ha tutte, tutte le carte in regola per invertire la rotta. La prima cosa da fare è crederci, pensate in grande perché io farò lo stesso”, detto ancora la premier chiudendo il suo intervento. “Questo governo ha da poco superato il giro di boa della legislatura. Se penso a tutto quello che abbiamo attraversato, ai cambiamenti, alle tantissime cose fatte – ha spiegato Meloni -, mi sembra trascorsa un’eternità. Se penso a quello che vogliamo ancora realizzare, è come se avessimo appena iniziato. Pensiamo in grande, perché l’Italia è grande. In questi anni difficili il Sistema Italia ha dimostrato la sua capacità di reagire anche quando la tempesta sembrava troppo forte. Fuori dai nostri confini c’è una voglia di Italia che troppo spesso siamo gli unici a non vedere. Stanno vedendo che l’Italia sta raddrizzando la rotta, parlano di noi, su alcune materie ci vedono come un punto di riferimento. C’è tanta gente che con noi vuole stringere accordi internazionali e lavorare con noi, per questo giro molto. Il governo c’è, non intende indietreggiare, siamo pronti a continuare su questa strada con coraggio determinazione e anche l’umiltà di chi sa di non avere tutte le risposte”.