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Unicredit-Bpm solo con l’addio a Mosca

Il Tar del Lazio ha accolto solo «parzialmente» il ricorso di Unicredit in cui venivano contestate la legittimità delle prescrizioni del Golden power esercitato dal governo in merito all’Ops su Banco Bpm. La decisione è contenuta in una complessa sentenza già fornita di motivazioni che, nello specifico, accoglie il ricorso sulla prescrizione «di non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impeghi/depositi praticato da Banco Bpm e UniCredit in Italia», ma esclusivamente con riferimento al profilo temporale. Accolta anche la contestazione relativa al mantenimento del livello del portafoglio di project finance.
Nessun rilievo, invece, su altri due aspetti strategici del Golden power: la richiesta di «mantenere il peso attuale degli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani» e la prescrizione che fissa i tempi (9 mesi) per l’uscita delle attività finanziarie di Unicredit dalla Russia.
Quest’ultimo non è un dettaglio da poco, anzi. Perché fonti vicine al Mef ribadiscono che l’operazione sul Banco Bpm non passerà mai finché Unicredit non uscirà dalla Russia. Condizione da realizzare entro gennaio 2026 (ad eccezione dei pagamenti delle aziende italiane in loco) che resta, appunto, imprescindibile. Le stesse fonti sottolineano che la sentenza conferma in larga parte l’impianto del Golden power, in particolare nei suoi punti qualificanti (appunto, l’obbligo della dismissione degli asset in Russia e il mantenimento dei titoli italiani in Anima). Viene poi sottolineato che è stata riconosciuta la sicurezza economica come elemento di sicurezza nazionale, «un principio fondamentale che è alla base del Golden power in questione e che sarà sempre più importante anche in futuro». Un punto su cui era tornato qualche giorno fa lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine della Conferenza per l’Ucraina, sottolineando l’importanza di escludere dalla ricostruzione di Kiev chiunque abbia beneficiato, a vario titolo, di proventi per aver fatto affari con Mosca contribuendo a finanziare, di fatto, l’attacco.
Tornando alla sentenza del Tar, i giudici amministrativi chiedono al governo di intervenire per indicare nuovi limiti temporali sul rapporto tra depositi e impieghi. Per il portafoglio di project finance viene specificato che una «eventuale rimodulazione dovrà essere assistita dalle medesime “modalità/cautele” relative alle verifiche delle dinamiche di mercato». I magistrati ritengono infine che «l’argomento della mancata presentazione, da parte di Unicredit, del piano industriale, avvalorato sia nel Dpcm, che negli scritti difensivi depositati dalla difesa erariale, non rappresenti idoneo elemento giustificativo ai fini: non soltanto della formulazione delle prescrizioni ma anche della concreta configurazione dalle stesse assunte».
Il decreto viene dunque annullato nei limiti relativi ai due punti evidenziati, «con riserva di rinnovato esercizio del potere da parte della competente autorità». Unicredit, fanno sapere fonti vicine al dossier, si aspetta che il governo emani – a margine di un Consiglio dei ministri – un nuovo Dpcm, sostitutivo o integrativo di quello precedente. In alternativa, però, il governo potrebbe fare appello al Consiglio di Stato chiedendo la sospensione d’urgenza della sentenza. La speranza del gruppo guidato da Andrea Orcel è che Consob intervenga per disporre un’altra sospensione dell’Ops nelle more dell’approvazione del nuovo decreto.
Il Banco Bpm, dal canto suo, «auspica che Unicredit faccia chiarezza sulle proprie intenzioni in merito a un’Ops – che si chiuderà il 23 luglio dopo oltre otto mesi dall’annuncio – la quale, per effetto della passivity rule, ha limitato fortemente la flessibilità strategica della banca in un momento chiave per il settore del credito nazionale, generando grave incertezza per azionisti, clienti e dipendenti».

Intanto, sempre sulla questione dell’esercizio del Golden power nei confronti di Unicredit, c’è attesa per la risposta che l’Antitrust europeo dovrebbe inviare all’Italia nei prossimi giorni, c’è chi dice già domani.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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