I Comuni sono in bolletta perché non sanno riscuotere i tributi locali e chiedono un’agenzia di Riscossione dedicata. È bastato che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ricordasse un’ovvietà del genere che l’opposizione è insorta, definendo l’esecutivo «un governo di strozzini, oltre Dracula». Certo, nel 2024 sono stati recuperati 33,4 miliardi di euro, il risultato più alto di sempre. Ma come, vien da chiedersi, il ministro non era amico degli evasori?
L’idea di Giorgetti è la creazione di un nuovo ente di riscossione in cui far entrare l’associazione dei Comuni Anci o l’Ifel (l’Istituto per la finanza e l’economia locale) «dedicato esclusivamente alla gestione e al recupero dei tributi locali, con personale specializzato e capace di integrare e incrociare i dati». Si avvarrebbe, secondo il ministro, anche delle «economie di scala presenti a livello nazionale», come «il patrimonio informativo e una rafforzata interoperabilità delle banche dati», in sinergia «con una struttura informatica avanzata» fornita da «partner come Sogei e PagoPa». L’esempio è semplice: «Se l’Agenzia delle Entrate deve scegliere tra perseguire chi deve 250mila euro di Irpef e chi deve 250 euro di Tari è chiaro a chi dedica energie», ha sottolineato il titolare di via XX Settembre nell’audizione in Commissione Federalismo Fiscale, secondo cui «c’è una riscossione che funziona benissimo e una che non funziona affatto e ciò crea una discriminazione tra cittadini».
Eppure, dalla morte di Equitalia – carrozzone amato dalla sinistra e sciolto nel 2017 – la capacità di far pagare le imposte locali è lentamente calata, lasciando un magazzino fiscale di imposte comunali arretrate mostruoso. Parliamo di 25 miliardi di euro, di cui circa 6 miliardi realmente esigibili. Sono risorse distribuite in modo non uniforme sul territorio nazionale: con valori maggiori concentrati in alcune regioni, in alcune grandi città e nei comuni medio-piccoli soprattutto delle regioni del Centro-Sud. La media di riscossione è del 78%, un Comune su 10 è sotto al 55%. L’obiettivo dichiarato del governo è di svuotare il magazzino da quasi 1,3 miliardi di euro: il 76% delle oltre 291 milioni di cartelle a fine 2024 in mano a 16,3 milioni di italiani è sotto mille euro ed è sostanzialmente esigibile al 10%, in attesa degli esiti della rottamazione Quater e del via libera alla Quinques da 120 rate, su cui c’è la resistenza di una parte della maggioranza.
Per il leader di Italia Viva Matteo Renzi l’agenzia di Riscossione Enti Locali sarebbe «un nuovo carrozzone per piazzare amici e parenti», il Pd Antonio Misiani si schiera con i Comuni lumaca e invoca «una proposta non centralistica, altrimenti si va nella direzione sbagliata». Eppure era stata la Corte dei Conti lo scorso marzo, sempre in Commissione Federalismo Fiscale, a lanciare l’allarme sul cosiddetto tax gap tra i tributi realmente versati e quelli teoricamente dovuti: «La riscossione dei principali tributi locali», già complicata dalla difficile situazione di alcuni contribuenti, è figlia «della ridotta capacità di accertamento, imputabile a profili organizzativi non adeguati». Mancano 5 miliardi di Imu non riscossa (pari al 22%) e circa il 40% della Tari. Se lo dice la Corte dei conti va bene, se lo chiedono i sindaci pure e se lo dice il governo no?
Peraltro, come anticipato dal leghista Giorgetti, il decreto legislativo che fa parte della riforma fiscale firmata dal viceministro Maurizio Leo (Fdi) ha già dato più poteri a Regioni, Comuni, Province e città metropolitane anche nella negoziazione, tra lettere di compliance, avvisi bonari, meccanismi premiali per chi paga con addebito sul conto corrente e definizioni agevolate per le imposte locali (esclusa l’Irap), per provare a incassare almeno una parte del dovuto e risanare i bilanci in rosso, «con strumenti più semplici, accessibili e orientati al dialogo con il contribuente», come ricorda il sottosegretario Sandra Savino (Forza Italia). Il decreto prevede anche che per il triennio 2025-2027, la quota da attribuire ai Comuni per le maggiori somme accertate e riscosse sarà del 100% (anziché del 50%). Insomma, una bella boccata d’ossigeno per i sindaci che rischiano di saltare per aria.
«Non posso non evidenziare la evidente correlazione tra l’incapacità di riscossione e il pre-dissesto o il dissesto», ha osservato Giorgetti. Finora Milano ha raccolto più di 800 milioni, Genova quasi 770 milioni, Napoli 205 milioni. Qualcosa vorrà dire.